LEZIONE 015
La scienza non esclude gli errori; anzi, talora sono proprio
questi a portare alla verità.
(Jules Verne)
Anno Accademico 2009 -2010
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LA FASE MARSHALLIANA
I Distretti industriali definizione
Il distretto industriale può essere definito come "un'entità
socio-economica-territoriale caratterizzata dalla
compresenza attiva, in un' area territoriale circoscritta,
naturalisticamente e storicamente determinata, di una
comunità di persone e di una popolazione di imprese
industriali". La comunità di persone ha come caratteristica
principale il fatto di incorporare un sistema omogeneo di
valori che "si esprime in termini di etica del lavoro e
dell'attività, della famiglia, della reciprocità, del
cambiamento". La popolazione di imprese appartiene ad
uno stesso settore industriale, in senso ampio, e ciascuna è
specializzata in una o più fasi del processo produttivo tipico
del distretto.
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IDENTIFICAZIONE DEI DISTRETTI
 L’identificazione dei distretti industriali si deve




all’economista Alfred Marshall (1842- 1924) che coniò il
concetto di distretto industriale osservando alcune
realtà presenti in Gran Bretagna.
In Italia la riscoperta della teoria dei distretti si deve a
Becattini e alla scuola di Firenze.
Dai suoi studi sulla realtà anglosassone il Marshall
derivò che esistono più itinerari che conducono
all’industrializzazione:
- grandi imprese integrate verticalmente;
- concentrazioni di piccole unità produttive
specializzate nelle diverse fasi di un unico processo
produttivo stanziate in una data località.
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Segue IDENTIFICAZIONE
 La localizzazione si verifica in considerazione
dell'esigenza dei produttori di essere vicini alle risorse
naturali per cui essa è dovuta a condizioni fisiche
(clima, risorse naturali, accesso al mare); un' altra
causa della localizzazione semplice è il patrocinio di
una corte (beni di alta qualità; un’ulteriore causa è la
presenza di una città (centro smercio, mercato). Vi è
infine un’ulteriore spiegazione di carattere economico,
ascrivibile all'alto costo della rendita urbana, che ha
espulso dalle città le attività produttive che richiedono
impianti di maggiori dimensioni spostandole in luoghi
dove la rendita è minore.
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REQUISITI
 Per poter parlare e di distretto è necessario che la
localizzazione permanga per un tempo lungo; tale
condizione temporale è quindi destinata a generare
importanti vantaggi: specializzazioni ereditarie,
formazione di un certo numero di industrie
sussidiarie, impiego di macchinari altamente
specializzati, presenza sul mercato locale di lavoro
specializzato
 Questi sono gli aspetti che contraddistinguono il distretto
industriale e costituiscono la sintesi dell'idea che Marshall
realizzò osservando i centri di Sheffield e Solingen in cui
avvertì quella industrial atmosphere che li distingueva dai
preesistenti centers of specialized skill.
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Segue REQUISITI
 Tale idea pone in evidenza il valore del significato che
l’economista attribuiva al fattore umano per cui
delineò la situazione che era in grado di infondere un
dinamismo tale da far competere i distretti con le
grandi imprese.
 Il fattore umano insediato sul territorio che viene
riscoperto come valore sono le principali chiavi
interpretative dei distretti.
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Ma cosa spiega questa vivacità? Tra
le diverse caratteristiche già
enunciate? Il fatto più rilevante
sembra dovuto alla localizzazione
temporale che ha liberato una serie
di conoscenze e di energie che
hanno permesso al distretto di
allignare permettendogli di
raggiungere i seguenti obiettivi.
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OBIETTIVI Economie Esterne
Mentre le economie interne dipendono dalle risorse
delle singole imprese e dalla loro organizzazione e
dall'efficienza della loro amministrazione. Le
economie esterne dipendono dallo sviluppo generale
dell'industria. Secondo Marshall esse operano
indipendentemente dalla dimensione delle imprese e
si esplicano nella forma di diffusione della
conoscenza. Possono essere definite forze
"interindustriali" in quanto dipendono dal generale
sviluppo dell'industria.
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Segue OBIETTIVI Conoscenza
Altro aspetto importante del distretto marshalliano
rappresentato dalla sua più intrinseca qualità di essere
un meccanismo propulsore della "education", della
conoscenza, della circolazione delle idee.
MARSHALL SCRIVE CHE I SEGRETI SONO
NELL’ARIA
The mysteries of the trade become no
mysteries; but are as it were in the air and the
children learn many of them incosciously
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Segue OBIETTIVI Innovazione
Il distretto, attraverso l’inclinazione e la spontaneità
con cui si sviluppano i rapporti interpersonali
costituisce il miglior humus per l’ innovazione ed il
progresso. L'esperienza stratificata e il conseguente
aumento della conoscenza fanno del distretto il luogo
in cui si realizzano con più prontezza le risposte ai
cambiamenti.
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Segue OBIETTIVI
Cooperazione/concorrenza
Nell’ambito del distretto le diverse imprese si
specializzano in particolari fasi di un unico processo
produttivo da cui deriva che ogni fase, pur separata,
non è isolata dal contesto del processo produttivo ma è
funzionale alle altre svolte da altre imprese. Da ciò
necessariamente deriva che il distretto è non solo
fortemente competitivo ma anche e principalmente
cooperativo dove le parti interagisco o e cooperano
attraverso un processo di interscambio.
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FASE POSTMODERNA
 Con la crisi del fordismo che aveva indotto un
determinismo industriale tale da eliminare ogni
complessità la situazione si modifica.
 Esso infatti ,nella fase tayloristica, aveva parcellizzato la
produzione riducendola a fasi destinate a compiersi in un
mondo artificiale (la fabbrica) all’interno della quale la
programmazione aveva fatto di tutto per tener fuori la
complessità.
 Con la crisi del fordismo che aveva indotto un
determinismo industriale tale da eliminare ogni
complessità la situazione si modifica.
 Esso infatti ,nella fase tayloristica, aveva parcellizzato la
produzione riducendola a fasi destinate a compiersi in un
mondo artificiale (la fabbrica) all’interno della quale la
programmazione aveva fatto di tutto per tener fuori la
complessità.
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Segue FASE POST-MODERMA
 E’ in questa fase che la conoscenza che vive nel
comportamento aggregato, che a sua volta costituisce
un laboratorio di problem solving, fa si che ognuno
sperimenti quello che è stato definito un sistema
adattivo complesso ed autorganizzante.
 Ma il più importante fattore di successo della fase
postmoderna è da individuare nella comunicazione o
meglio nell’effetto rete che fa del distretto un’efficiente
multinazionale.
 La forza del nuovo distretto consiste nell’essere una
economia di reti pur in presenza di una relativa
polverizzazione di imprese.
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LOGISTICA DISTRETTUALE
Nella recente fase dell’economia, che ha visto svilupparsi
l’aumento della pressione competitiva, la compressione dei
tempi di recupero degli investimenti e pertanto della
crescita del rischio operativo, si creano occasioni
irripetibili per la logistica. L’approccio reticolare infatti ha
sovvertito i paradigmi che si erano affermati con la prima
rivoluzione industriale. L’affermarsi dell’outsourcing ha
consentito il processo di destrutturazione, unico in grado
di assicurare la flessibilità el’efficienza richieste dai
mercati. L’accesso alla rete determina però l’esigenza di
ottimizzare l’impegno collettivo inteso alla collaborazione
pur in un quadro di concorrenza che ha determinato i
lineamenti della nuova economia B2B (business to
business) che, non solo nel caso qui trattato della
polverizzazione di imprese, necessita dell’ampliamento di
quello che abbiamo chiamato prodotto logisticizzato;
prodotto realizzato con la tecnica just in time e distribuito
door to door.
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Segue LOGISTICA DISTRETTUALE
Le aggregazioni spaziali di imprese logistiche possono
assumere connotazioni assai variegate, non facilmente
tipizzabili anche se, alfine precipuo di semplificare
l’analisi può essere opportuno assumere l’analisi
effettuata da Vona, autore del testo di riferimento il
quale ripartisce le tipologie secondo il numero degli
operatori specializzati e secondo la gamma dei servizi
offerti:
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TIPOLOGIE
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UN INQUADRAMENTO DEI CASI ESAMINATI
 Gioia Tauro – piattaforma logistica (terminal
container) in quanto produttrice di una sola tipologia
di servizi logistici : il transhipment dei contenitori.
 Distripark – distretti focalizzati in un segmento di
attività : prodotti ortofrutticoli.
 Rotterdam - distretto multi specialistico attivissimo
nel marketing differenziato.
 Bologna - distretto generalista che pur essendo
dotato degli assets ed ambendo a coprire un vasto
ventaglio di bisogni logistici non riesce nell’intento.
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distretti logistici