LEZIONE N. 20
Porto: luogo dove le navi trovano riparo dalle
tempeste e si espongono alla furia dei dazi
doganali.
Ambrose Bierce, 1911
Anno Accademico 2014 -2015
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I DISTRETTI INDUSTRIALI DEFINIZIONE
LA FASE MARSHALLIANA
Il DISTRETTO INDUSTRIALE può essere definito
come:
"un'entità SOCIO-ECONOMICA-TERRITORIALE
caratterizzata dalla compresenza attiva, in
un’area territoriale circoscritta,
naturalisticamente e storicamente
determinata, di una comunità di PERSONE
e di una POPOLAZIONE DI IMPRESE
INDUSTRIALI".
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Segue LA FASE MARSHALLIANA
La comunità di persone ha come caratteristica
principale il fatto di incorporare un sistema
omogeneo di valori che "si esprime in termini di
etica del lavoro e dell'attività, della famiglia, della
reciprocità, del cambiamento". La popolazione di
imprese appartiene allo stesso settore industriale, in
senso ampio, e ciascuna è specializzata in una o più
fasi del processo produttivo tipico del distretto.
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IDENTIFICAZIONE DEI DISTRETTI
 L’identificazione dei distretti industriali si deve
all’economista Alfred Marshall (1842- 1924) che coniò il
concetto di distretto industriale osservando alcune
realtà presenti in Gran Bretagna.
 In Italia la riscoperta della teoria dei distretti si deve a
Becattini e alla scuola di Firenze.
 Dai suoi studi sulla realtà anglosassone il Marshall
derivò che esistono più itinerari che conducono
all’industrializzazione:
- GRANDI IMPRESE integrate verticalmente;
- CONCENTRAZIONI DI PICCOLE UNITÀ PRODUTTIVE
SPECIALIZZATE nelle diverse fasi di un unico processo
produttivo stanziate in una data località.
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IDENTIFICAZIONE (2)
La localizzazione si verifica in considerazione dell'esigenza dei
produttori di essere vicini alle risorse naturali per cui essa è
dovuta a :
 CONDIZIONI FISICHE clima, risorse naturali, accesso al mare;
 BENI DI ALTA QUALITÀ la cui causa di localizzazione semplice
può essere il patrocinio di una corte;
 CENTRO SMERCIO, MERCATO costituisce un’ulteriore causa ;
 RENDITA URBANA infine una spiegazione di carattere
economico, ascrivibile all'alto costo della, che ha espulso
dalle città le attività produttive che richiedono impianti di
maggiori dimensioni spostandole in luoghi dove la rendita è
minore
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REQUISITI
 Per poter parlare e di distretto è necessario che la
localizzazione permanga per un tempo lungo; tale
condizione temporale è quindi destinata a generare
importanti vantaggi: specializzazioni ereditarie,
formazione di un certo numero di industrie sussidiarie,
impiego di macchinari altamente specializzati, presenza
sul mercato locale di lavoro specializzato
 Questi sono gli aspetti che contraddistinguono il
distretto industriale e costituiscono la sintesi dell'idea
che Marshall realizzò osservando i centri di Sheffield e
Solingen in cui avvertì quella industrial atmosphere che
li distingueva dai preesistenti centers of specialized
skill.
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IL FATTORE UMANO
 Marshall attribuiva grande valore al fattore umano per
cui delineò la situazione che era in grado di infondere un
dinamismo tale da far competere i distretti con le
grandi imprese.
 Il fattore umano insediato sul territorio che viene
riscoperto come valore sono le principali chiavi
interpretative dei distretti.
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Ma cosa spiega questa vivacità? Tra le
diverse caratteristiche già enunciate?
Il fatto più rilevante sembra dovuto alla
localizzazione temporale che ha liberato
una serie di conoscenze e di energie che
hanno permesso al distretto di allignare
permettendogli di raggiungere
importanti obiettivi.
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OBIETTIVI Economie Esterne
Mentre le economie interne dipendono dalle singole
imprese e dalla loro organizzazione e dall'efficienza
della loro amministrazione delle risorse. Le economie
esterne dipendono dallo sviluppo generale dell'industria.
Secondo Marshall esse operano indipendentemente
dalla dimensione delle imprese e si esplicano nella
FORMA DI DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA. Possono
essere definite forze "interindustriali" in quanto
dipendono dal generale sviluppo dell'industria.
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OBIETTIVI Conoscenza
Altro aspetto importante del distretto
marshalliano rappresentato dalla sua più
intrinseca qualità di essere un meccanismo
propulsore della "education"della conoscenza e
della circolazione delle idee.
MARSHALL SCRIVE CHE I SEGRETI SONO
NELL’ARIA
The mysteries of the trade become no
mysteries; but are as it were in the air and
the children learn many of them incosciously
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OBIETTIVI Innovazione
Il distretto, attraverso l’inclinazione e la spontaneità
con cui si sviluppano i rapporti interpersonali costituisce
il miglior humus per l’ innovazione ed il progresso.
L'esperienza stratificata e il conseguente aumento della
conoscenza fanno del distretto il luogo in cui si realizzano con più prontezza le risposte ai cambiamenti.
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OBIETTIVI Cooperazione/concorrenza
Nell’ambito del distretto le diverse imprese si specializzano in particolari fasi di un unico processo produttivo
da cui deriva che ogni fase, pur separata, non è isolata
dal contesto del processo produttivo ma è funzionale
alle altre svolte da altre imprese. Da ciò necessariamente deriva che il distretto è fortemente competitivo
ma anche cooperativo dove le parti interagiscono e/o
cooperano attraverso un processo di interscambio.
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LA FABBRICA OROLOGIO
e la fase post-moderna
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FASE POSTMODERNA
 Con la crisi del fordismo o meglio del taylorismo che
aveva indotto un determinismo industriale la situazione
si modifica.
 L’organizzazione tayloristica aveva parcellizzato la
produzione riducendola a fasi destinate a compiersi in
un mondo artificiale (la fabbrica) all’interno della quale
la programmazione aveva fatto di tutto per tener fuori
la complessità.
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FASE POST-MODERNA (2)
 E’ in questa fase che la conoscenza che vive nel
comportamento aggregato, che a sua volta costituisce
un laboratorio di problem solving, fa sì che ognuno
sperimenti quello che è stato definito un sistema
adattivo complesso ed autorganizzante.
 Ma il più importante fattore di successo della fase
postmoderna è da individuare nella comunicazione o
meglio nell’effetto rete che fa del distretto un’efficiente
multinazionale.
 La forza del nuovo distretto consiste nell’essere una
economia di reti pur in presenza di una relativa
polverizzazione di imprese.
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MAPPA DEI DISTRETTI ITALIANI a.cr.
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MAPPA DEI DISTRETTI MARCHIGIANI a.cr.
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LOGISTICA DISTRETTUALE
Nella recente fase dell’economia, che ha visto
svilupparsi:
 l’aumento della pressione competitiva;
 la compressione dei tempi di recupero degli
investimenti;
 la crescita del rischio operativo.
si creano occasioni irripetibili per la logistica.
L’APPROCCIO RETICOLARE ha sovvertito i paradigmi che
si erano affermati con la prima rivoluzione industriale..
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LOGISTICA DISTRETTUALE (2)
L’affermarsi dell’outsourcing ha consentito il processo di
destrutturazione, unico in grado di assicurare la
flessibilità l’efficienza richieste dai mercati. L’accesso alla
rete determina però l’esigenza di ottimizzare l’impegno
collettivo inteso alla collaborazione in un quadro di
concorrenza che ha determinato i lineamenti della
nuova economia B2B (business to business) che
necessita dell’ampliamento di quello che è stato
chiamato PRODOTTO LOGISTICIZZATO; prodotto
realizzato con la tecnica JUST IN TIME E DISTRIBUITO
DOOR TO DOOR.
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LOGISTICA DISTRETTUALE (3)
Le aggregazioni spaziali di imprese logistiche possono
assumere connotazioni assai variegate, non facilmente
tipizzabili anche se, al fine precipuo di semplificare
l’analisi, può essere opportuno assumere l’analisi
effettuata dal Vona il quale ripartisce le tipologie
secondo il numero degli operatori specializzati e secondo
la gamma dei servizi offerti:
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TIPOLOGIE DI DISTRETTI LOGISTICI
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INQUADRAMENTO DI CASI ESAMINATI
DISTRETTI FOCALIZZATI: Distripark olandesi che operano
nello stesso segmento ma con un rilevante numero di
operatori in grado di ampliare la gamma dei servizi;
PIATTAFORME LOGISTICHE: Gioia Tauro che opera come
terminal container per il transhipment dei containers;
DISTRETTI MULTISPECIALIZZATI: Rotterdam che praticando
un marketing differenziato ha ampliato il raggio
d’azione;
DISTRETTI GENERALISTI: Bologna che è dotata di asset ma
non riesce sempre a conseguire gli standard specialistici
richiesti dai mercati
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SE NE VANNO LE
AUTORITÀ PORTUALI !
arrivano
I DISTRETTI LOGISTICI?!?
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VENTI DI TEMPESTA si ricomincia dal mare
Il DL 370 è all’esame del Parlamento
ma nel frattempo la crisi del sistema
portuale è proseguita ed è stata
evidenziata dalla campagna della
stampa d’interesse nazionale in data
07.11.2013. Vengono contestate
l’inefficienza, l’eccesso di burocrazia
e il ruolo dei presidenti delle 24
autorità portuali alcuni dei quali
sono stati destituiti dal Consiglio di
Stato per mancanza dei requisiti di
legge.
Si contestata inoltre l’eccessiva
remunerazione di detti presidenti
ma soprattutto la mancata
coordinazione, l’errata attribuzione
dei fondi spesso assegnati a porti
piccoli in luogo di concentrare gli
investimenti sui porti strategici e la
carenza d’infrastrutture
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IPOTESI DI RIFORMA
In un’intervista del 02.04.2014 a ”themeditelegraph” il Ministro dei
Trasporti Maurizio Lupi ha illustrato il suo progetto di riforma dei
porti italiani:
 una nuova governance;
 poche grandi Autorità portuali e piccoli presidi in ogni scalo guidati
da direttori competenti;
 aggregazioni tra porti e nuovi parametri per programmare gli
investimenti e scardinare gli intrecci di potere che frenano lo
sviluppo;
 procedure distinte per la realizzazione delle grandi opere;
 costruzione di nuovi terminal;
 sburocratizzazione;
 conferma del Terzo valico;
 integrazione tra banchine e ferrovie;
 AGGREGAZIONE FRA FRONTE–MARE:
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AUTORITÀ PORTUALI/DISTRETTI LOGISTICI
 Come riferito dal Sole 24 19.01.2014, “il primo comma
di quello che potrebbe diventare un decreto legge, è il
cardine su cui si muove il progetto di riforma messo a
punto dai tecnici del ministro”.
 “La norma individua «UN’AUTORITÀ PORTUALE E LOGISTICA di
interesse strategico nei seguenti otto distretti: Alto
Tirreno, Medio Tirreno, Basso Tirreno, Alto Adriatico,
Medio Adriatico, Basso Adriatico-Ionio, Sicilia, Sardegna,
che comprendono i nodi europei della rete Ten-T»”.
Alcuni porti, in effetti, potrebbero entrare sia in uno
schema che in un altro ma ciò sarà stabilito in seguito
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DOMANDE - CHIARIMENTI
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I DISTRETTI LOGISTICI