Alla stesura del «De Ira», come tutti i dialoghi di Seneca, è difficile dare una datazione precisa. I numerosi riferimenti a Caligola, additato come il «cattivo principe», ci inducono però a collocare l’opera dopo la morte di questo imperatore. Gli studiosi ritengono che i primi due dei tre libri del «De Ira» siano stati scritti nel 41 d.C., alcuni anni prima del terzo ; altri invece ritengono che il «De Ira» sia l’ultimo dei dialoghi Senecani. Seneca tratta il sentimento irrazionale dell’ira, di cui si analizzano le nocive conseguenze e se ne studiano le svariate tipologie e i diversi aspetti sociali e le possibilità di cura tenendosi lontani da una vita frenetica. TEMA PRINCIPALE :IRA I libro II libro SONO DEDICATI ALLA GENESI E ALLA NATURA DELLE PASSIONI UMANE III libro L’ARGOMENTO PRINCIPALE E’ L’IRA COME MALE SOCIALE o Nel primo e nel secondo libro l’ira è vista come un impeto passionale, capace di offuscare la ragione , di alterare e sconvolgere anche i caratteri somatici dell’individuo e di indurre chi ne è colpito ad atti di violenza premeditata o imprevedibile. L’ira è una passione che prende l’umanità intera, accomunandola, e costituisce la prima causa di conflitti e guerre. L’ira può essere tenuta freno dall’intervento della ragione. Alla fine Seneca sostiene che i «peripatetici» sbaglino nel sostenere che l’ira dipende dalla natura e sia addirittura utile, infatti per Seneca è una passione deplorevole e spregevole. o Nel terzo libro, Seneca considera l’ira come male sociale e propone alcuni rimendi per sradicarla. Fra i rimedi, il più efficace è l’attività introspettiva, attraverso la quale è possibile riflettere sulla nostra condizione di esseri mortali. LIBRO I 1. Il concetto di ira ed il ritratto dell’adirato [1] Hai insistito, o Novato, perché scrivessi come si può placare l’ira, e mi pare che tu abbia buone ragioni di temere soprattutto questa passione che, più d’ogni altra, è spaventosa e furibonda. Le altre, a dir vero, hanno una componente di tranquillità e calma, questa è tutta eccitazione ed impulso a reagire, è furibonda e disumana brama di armi, sangue e supplizi, dimentica se stessa pur di nuocere all’altro, è pronta a precipitarsi immediatamente sulle armi ed è avida di una vendetta destinata a coinvolgere il vendicatore. CONSIDERAZIONE: L'ira è per Seneca una passione negativa , una violenza cieca e sregolata, figlia di un eccesso di orgoglio, portatrice di effetti funesti. [1] Se vogliamo essere giudici giusti di tutte le situazioni, in primo luogo dobbiamo convincerci che nessuno di noi è senza colpa. Lo sdegno maggiore nasce da questa mentalità: “Non ho commesso colpa” e: “Non ho fatto niente”. No: è che non confessi nulla! Ci sdegniamo se ci è stata inflitta una ammonizione o una pena e, nello stesso tempo, pecchiamo di nuovo, aggiungendo al male fatto l’arroganza e la ribellione. CONSIDERAZIONE: Seneca dice che l’uomo si sdegna per le colpe altrui e non bada alle proprie. Guarda il male che commettono gli altri, senza accorgersi del male che egli stesso commette di continuo. Seneca, così, esorta gli uomini ad osservare attentamente se stessi, ad essere benevoli verso gli altri e non odiarli. Nel «De ira» ampia parte viene dedicata alla contrapposizione di «sapiens» e gli uomini lontani dalla »sapientia»,questi ultimi sono colpiti dall’ira perché accolgono nel proprio animo l’idea di aver subito un’iniuria (ingiustizia),dinanzi alla quale il saggio rimane imperturbabile. DEVELOPED BY: BERTINO ALESSIA , MINISSALE CARMELO PERIPATETICI: I MEMBRI DELLA SCUOLA ARISTOTELICA La scuola peripatetica fu una delle grandi scuole filosofiche greche, fondata da Aristotele. I suoi membri erano detti peripatetici. La scuola in origine deriva il suo nome Peripato (Περίπατος, Peripatos) dai peripatoi (περίπατοι, "colonnati")