Capire la morte per vivere la
vita
Seneca:
Un uomo e il suo rapporto con la vita del Principato
Seneca, durante la sua vita politica, si trovò
a contatto con numerose situazioni di
confronto e scontro con vari imperatori.
Condannato a morte e graziato da Caligola,
fu esiliato dall’imperatore Claudio ed è in
questo contesto, lontano dalla sua patria,
che scrive la “Consolatio ad Helviam
matrem”, la più personale tra le
consolazioni, dedicata alla madre Elvia per
placarne il dolore.
Tra i suoi scritti filosofici più specifici
troviamo il “De Ira”, trattato sulla natura
dell’ira e le modalità per vincerla. Mentre
nella consolatio ad helviam matrem il
concetto chiave è “la morte non è un male
per cui l’esilio a maggior ragione non può
essere un male”, nel “De Ira” Seneca afferma
che l’ira può essere tenuta sotto controllo
dalla ragione.
Consolatio ad Helviam matrem 8 (pag. 66)
• Contro il cambiamento di luogo, a prescindere dagli altri svantaggi che vi sono connessi, Varrone, il più dotto dei
Romani, ritiene che rimedio sufficiente sia il fatto che dovunque noi andiamo abbiamo a che fare con la medesima
Opinioni natura; M. Bruto, invece, pensa che basti, per chi va in esilio, portare con sé le proprie virtù.
esterne
•Anche se qualcuno giudica di scarsa efficacia per un esule questi rimedi se presi singolarmente, bisogna dire che,
messi insieme, essi sono efficacissimi. Quanto poco è, infatti, quello che perdiamo! Due cose ci seguono
Natura e dovunque noi andiamo e sono le più belle che esistono: la natura, che è comune a tutti, e la nostra
Virtù
virtù personale.
•Questo è voluto, credimi, dal creatore dell'universo, chiunque egli sia, un Dio signore di tutte le cose o una mente
Visione incorporea artefice di opere meravigliose, o uno spirito divino uniformemente diffuso in tutte le cose, le più grandi
Stoica di come le più piccole, o il destino e la successione immutabile di cause connesse fra loro; questo, ripeto, è voluto
perché soltanto le cose infime fossero soggette all'arbitrio altrui.
Dio
•Ciò che vi è di meglio nell'uomo è sottratto al potere umano e non può essere né dato né tolto. Questo universo che
di tutte le creazioni della natura è la più grande e la più bella, il nostro animo che questo universo contempla e
Uomo e
ammira e del quale è parte splendidissima, appartengono a noi per sempre e resteranno con noi tanto più a lungo
Universo
quanto noi stessi più a lungo esisteremo.
Esorta
zione
• Perciò, di buon animo e fieri, affrettiamoci con passo fermo dovunque la sorte ci spinga.
Percorriamo tutta la terra, non vi sarà nessun esilio; infatti al mondo non c'è luogo che sia
straniero all'uomo. Da ogni parte, egualmente, si può volgere lo sguardo al cielo; la distanza che separa l'uomo
da Dio è sempre la stessa.
Descrizione
della natura
Interrogazione
Conclusiva
•Per questo, purché i miei occhi non siano privati di quello spettacolo di cui sono insaziabili, purché mi sia consentito
di guardare il sole e la luna, purché io possa fissare gli altri astri e studiarne il sorgere e il tramontare, le loro distanze
e le cause del loro moto, ora più veloce ora più lento, e ammirare le tante stelle che brillano nella notte, alcune
immobili altre che si spostano, non però nello spazio infinito ma in un'orbita che si sono tracciata, altre ancora che
spuntano all'improvviso, altre che quasi abbagliano in un guizzo di fiamma e sembra che cadano o che per un lungo
tratto di cielo, passano oltre con una gran luce,
•purché io possa contemplare tutto questo e, per quanto
sia lecito a un uomo, partecipare alla vita del cielo,
purché l'animo mio che tende alle cose a lui affini sia
sempre rivolto al cielo, che cosa mi importa quale terra io
calpesti?
De Ira III, 36 (pag.67)
Premessa
Tutti i sensi devono essere ricondotti al controllo; per natura sono resistenti,
se l'animo che ogni giorno deve necessariamente chiamato a fare il
rendiconto, ha smesso di corromeperli.
Sesto
Faceva così Sesto, finita la giornata, una volta che si era ritirato per il riposo interrogava il suo animo:
"Oggi, quale dei tuoi mali hai guarito? A quale vizio ti sei opposto? In quale parte ti sei migliorato?".
Cesserà l'ira e sarà più moderato se saprà che ogni giorno si deve presentare davanti ad un giudice.
Dunque cosa ci può essere di più bello di questa abitudine di passare in rassegna la giornata?
L’animo
come
Giudice
Quale sonno viene dopo la ricognizione di sé: quanto tranquillo, quanto
profondo e libero, quando l'animo o è lodato o ammonito, e come esploratore e
censore segreto ha giudicato sui propri costumi.
Esame
Interiore
Io mi servo di questa facoltà ogni giorno, presso di me sostengo la mia causa.
Quando il lume viene tolto dallo sguardo e la moglie già consapevole dei miei
costumi, tace, esamino col pensiero tutta la mia giornata e ripenso alle mie
azioni e a ciò che ho detto; non mi nascondo nulla, non passo sopra a niente.
Perché dovrei temere qualcosa dai miei errori quando posso dire: "Vedi di non fare questa
cosa in modo più grande, per ora ti perdono. In quel discorso hai parlato con grande ardore:
non voler in seguito scontrarti con un incompetente; chi non ha mai imparato non vuole
imparare.
Esame
dell’ora
zione
Conclusione
Ammonisti quello più di quanto dovevi, ma così non lo hai corretto, ma offeso: vedi in futuro
non tanto se non sia vero ciò che dici, ma se quello a cui è detto il vero non lo sopporti; l'uomo
buono gioisce dell'essere rimproverato, ogni malvagio sopporta molto faticosamente uno che lo
corregge”.
CONFRONTO
Consolatio ad Helviam
Matrem
La morte
non è un
male
Perciò
esilio
non è un
male
De Ira
Ragione
Natura
dell’Ira
Filosofia
Il saggio è
sempre a
casa sua
necessita
solo di se
stesso
Equilibrio
CONCLUSIONI
Dalle opere di Seneca che abbiamo preso in
considerazione, si evince la ricerca stoica senechiana
della tranquillità e della pace interiore anche in
momenti di forte disagio, “Consolatio ad Helviam
Matrem”, o di rabbia, “De Ira”
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La filosofia è la dritta!
Questo è il pensiero di Seneca, i problemi di tutti i
giorni affrontati in modo critico verso l’esterno e
verso se stessi.
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La vita interiore sotto il Principato