J. Maritain (1882-1973) Si tratta solo del male morale. Male di natura o sofferenza non è permesso da Dio, si tratta di una conseguenza inevitabile della creazione, della vita, della generazione. Permettere non vuol dire né volere, né causare. L’assoluta innocenza di Dio. Il male è spesso uno dei cardini dell’ateismo: le teodicee alla Leibniz non sono più sufficienti. In Dio, diceva Tommaso, non c’è neppure l’idea del male. Deus nullo modo est causa peccati neque directe neque indirecte. Defectus gratiae prima causa est ex nobis. Dissimmetria tra la linea del bene e la linea del male. Ens et bonum convetuntur: il bene è essere. Ragionare sulla linea del bene vuol dire ragionare sulla linea dell’essere. Il male è assenza di essere e privazione di essere. Quando ragioniamo sulla linea del male, ragioniamo sulla linea del non-essere. L’atto libero è completamente di Dio come causa prima e completamente nostro come causa seconda. Dio non è assolutamente la causa del male dei nostri atti liberi; è l’uomo che è la causa prima e che ha l’iniziativa prima del male morale. Dio conosce il male senza esserne causa. Parliamo del male ad instar entis. Non essere: negazione (assenza di un bene non dovuto); privazione (assenza di un bene dovuto). Discepoli e commentatori di san Tommaso: Dio è la causa prima della mozione da cui dipende l’azione della creatura. La scienza di Dio è causa delle cose. Imbarazzo: ha cercato di spiegare tutto, anche il male, nella linea dell’essere. Tomisti rigidi o ciclopici: Dio non dà la grazia efficace. Dio lascia la creatura alla sua libertà fallibile. Decreto permissivo antecedente. Non considerazione della regola Prima della decisione: mera negatio. Al momento della decisione è privatio boni debiti, quindi è già un male morale. Decreto permissivo antecedente: Dio decide di non causare un bene, perché prevede che la creatura si renderà colpevole. La creatura è lasciata in balia della sua fallibilità. Dio ha così la prima iniziativa di ciò che accade tanto nel caso dell’atto cattivo, quanto in quello dell’atto buono. Mancanza colpevole della creatura: abbandonata alla sua fallibilità, la creatura non può che peccare. Dio non ha causato nulla. La creatura è la sola causa di questo peccato. È il momento della non-considerazione colpevole della regola. A questo punto Dio rifiuta di dare la grazia efficace (decreto predeterminante). Quindi c’è l’azione o elezione cattiva. Dio ritira la sua mano (decreto permissivo antecedente) nella certezza che la creatura non può che fallire. È come se ritirassi la mano che aiuta un bambino a scrivere, sapendo che senza il mio aiuto il bambino non potrà fare che uno scarabocchio. Dio diventerebbe causa, seppur indiretta, del male. Dio avrebbe voluto con una volontà (anche non causativa, ma permissiva) che una mancanza avesse luogo. La teoria dei decreti permissivi antecedenti fa di Dio il primo responsabile del male. Sarebbe lui ad averlo inventato. Dio rifiuta la grazia efficacia a una creatura, perché essa ha già mancato colpevolmente, ma questa mancanza colpevole si è prodotta in virtù di un decreto permissivo che l’ha preceduta. È un’ingiuria all’innocenza assoluta di Dio. La causa prima o l’inventrice del male morale nella realtà esistenziale del mondo è la libertà della creatura (la libertà sulla linea del non-essere). È la creatura che compie una nientificazione: cf Gv 15,5 Sine me nihil potestis facere. Il nulla/male può essere fatto solo senza Dio. La causa del male è sempre un defectus. Il defectus originario, che non è ancora male, ma mera negatio, è la non considerazione della regola. Osservare la regola non è un atto dovuto. Se il falegname non tiene in mano la riga, non commette un male, ma questo non-atto diventa causa del tagliare il pezzo di legno. 1. non considerare la regola; 2. agire senza considerare la regola. Mozione o attivazione divina che fa tendere l’agente libero a un atto moralmente buono, ma che per sua natura può essere infranta. Permissione. In teoria, Dio potrebbe sostituire la mozione frangibile con una infrangibile. L’atto di elezione cattivo deve comunque essere permesso da Dio. Agostino: Dio non permetterebbe mai il male se non fosse capace di trarre da esso un bene più grande. Il decreto permissivo non è causativo. Si può conoscere il male (esistente, non semplicemente possibile) senza essere causa? Tutti i momenti del tempo sono realmente presenti nell’eternità divina. Dio non pre-vede le cose nel tempo, ma le vede. In particolare le decisioni libere dell’esistente creato. Eliminare l’idea di un dramma scritto in precedenza. Se Dio vuole, può impedire un atto cattivo. Dio ha deciso di lasciare libertà alle azioni nientificanti della creatura. Tesi dei neo-bañeziani: La scelta (e gli scelti) implica che qualcos’altro venga lasciato. Come le mele tutte uguali del cesto della massaia: alcune sono scelte per la marmellata. Le altre sono lasciate, non per un loro demerito, ma poi saranno buttate perché in seguito al fatto che sono state lasciate, diventeranno marce. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi, purché non si rifiutino. Dio sceglie tutti per la sua volontà antecedente. Dio è libero di dare a chi vuole una mozione infrangibile (amore di predilezione). I dannati sono coloro che si sono sottratti liberamente alla grazia divina, sebbene il Signore già lo sappia. Tommaso: Dio non ha l’idea del male. Dio conosce il male solo come possibile: Dio sa che il bene che egli ha pensato e creato potrebbe essere rifiutato.