PROF STEFANO MONTICELLI Il bilancio con dati a scelta Classe V IGEA In questo modulo: Un suggerimento sul metodo da seguire per redigere Lo Stato patrimoniale e il Conto economico con dati a scelta. PROF STEFANO MONTICELLI 2 Il metodo da seguire Premesso che per la costruzione di un bilancio con dati a scelta si possono seguire diversi metodi, tutti ugualmente validi, negli esempi che seguono utilizzeremo il metodo top down (dalla sintesi all’analisi). Con tale metodologia la costruzione dei prospetti contabili che formano il bilancio d’esercizio avviene gradualmente, attraverso fasi successive e consequenziali. PROF STEFANO MONTICELLI 3 Lo Stato patrimoniale: i passaggi da seguire 1. Redigere uno Stato patrimoniale sintetico a valori percentuali, riclassificato secondo criteri finanziari, in modo da avere un quadro di riferimento circa la struttura patrimoniale dell’impresa e la sua solidità. 2. Si attribuiscono dei valori alle macrograndezze sia degli impieghi, sia delle fonti. 3. Si compila lo Stato patrimoniale in forma sintetica, in cui appaiono le classi contrassegnate da lettere dell’alfabeto maiuscole e le sottoclassi contrassegnate da numeri romani. 4. Si suddividono le sottoclassi in voci, pervenendo alla redazione del documento completo anche delle poste contrassegnate da numeri arabi. PROF STEFANO MONTICELLI 4 Esempio: lo Stato patrimoniale con dati a scelta Redigere lo Stato patrimoniale al 31/12/n di un’impresa industriale avente la forma giuridica di spa, nell’ipotesi che il suo capitale proprio sia di € 700.000. Lo schema di partenza è uno Stato patrimoniale sintetico, a valori percentuali, riclassificato secondo criteri finanziari e ipotizzando,se non ci sono riferimenti espliciti, una struttura finanziaria e patrimoniale equilibrata. Stato patrimoniale sintetico rielaborato con valori in % Impieghi Fonti Attivo immobilizzato 55% 45% Patrimonio netto Debiti a media/lunga scadenza Debiti a breve scadenza 50% 20% 30% Attivo corrente Totale impieghi 100% Totale fonti 100% PROF STEFANO MONTICELLI 5 Impieghi Fonti Attivo immobilizzato 55% 45% Patrimonio netto Debiti a media/lunga scadenza Debiti a breve scadenza 50% 20% 30% Attivo corrente Totale impieghi 100% Totale fonti 100% Notiamo che il capitale permanente (patrimonio netto e debiti a media e lunga scadenza) copre completamente l’attivo immobilizzato; vi è pertanto anche che i debiti a breve sono coperti dai crediti a breve e quindi c'è una solidità finanziaria. L’impresa ha un indebitamento complessivo che rappresenta il 50% delle fonti e che si riflette sul risultato della gestione finanziaria. Cioè nell’impresa vi è una uguaglianza tra capitale proprio e capitale di terzi PROF STEFANO MONTICELLI 6 Supponendo che l’impresa presenti un soddisfacente livello di redditività, espresso da un ROE pari al 12%, possiamo rappresentare analiticamente il patrimonio netto come segue: Capitale sociale Riserva legale Riserva statutaria Riserva straordinaria Capitale proprio + utile d’esercizio Patrimonio netto € 500.000 € 100.000 € 60.000 € 40.000 € 700.000 € 84.000 € 784.000 Nel definire l’importo delle riserve abbiamo ipotizzato che l’impresa operi già da diversi anni, per cui è realistico supporre che la riserva legale abbia raggiunto il limite previsto dalla legge (20% del capitale sociale); gli importi della riserva statutaria e della riserva straordinaria sono stati attribuiti considerando che, normalmente, le imprese che non si trovano in particolari situazioni negative attuano una politica di autofinanziamento. Qui è bene premettere che se il testo fa riferimento ad una impresa nuova o da poco costituita la riserva legale sarà inferiore a 1/5. PROF STEFANO MONTICELLI 7 L’utile d’esercizio deriva dall’applicazione del ROE del 12%: utile d’esercizio x 100 ROE = = 12% capitale proprio Da cui l’utile netto d’esercizio = € (700.000 x 12%) = € 84.000. Una volta stabilita l’entità del patrimonio netto possiamo determinare il totale delle fonti (che è uguale al totale degli impieghi) risolvendo la seguente proporzione: 100 : 50 = x : 784.000 da cui x = 784.000x 100/50 = € 1.568.000 totale fonti. L’attribuzione dei valori alle macro grandezze in cui abbiamo articolato gli impieghi e le fonti avviene applicando le percentuali in precedenza stabilite. PROF STEFANO MONTICELLI 8 Stato patrimoniale sintetico rielaborato Impieghi Fonti Attivo immobilizzato 55% 862.400 Attivo corrente 45% 705.600 Totale impieghi 100% 1.568.000 Patrimonio netto Debiti a media/lunga scadenza Debiti a breve scadenza 50% 20% 30% 784.000 313.600 470.400 Totale fonti 100% 1.568.000 I valori spesso possano essere ottenuti con una semplice percentuale ma se vi sono vincoli è meglio non affidarsi a calcoli matematici ma agire secondo logica Cioè le immobilizzazioni devo essere maggiori del circolante .Il capitale proprio circa uguale o superiore al capitale di terzi, I debiti a breve sono maggiori dei debiti a lungo. Il totale dell’ attivo deve essere uguale al totale passivo Giuseppe Albezzano ITC Boselli Varazze 9 I raggruppamenti evidenziati nel prospetto sopra riproposto non sono conformi alle classi di valori presenti nello Stato patrimoniale redatto secondo l’impostazione civilistica. Stato patrimoniale sintetico ATTIVO PASSIVO A) Crediti v/soci A) Patrimonio netto B) Immobilizzazioni B) Fondi per rischi e oneri C) Attivo circolante C) Trattamento di fine rapporto D) Ratei e risconti D) Debiti E) Ratei e risconti Totale attivo Totale passivo I VALORI DA NOI IPOTIZZATI VANNO RIPARTITI TRA PIU’ RAGGRUPAMENTI DEL BILANCIO CIVILISTICO PROF STEFANO MONTICELLI 10 La tappa successiva comporta quindi il passaggio dai raggruppamenti presenti nello stato patrimoniale sintetico, riclassificato secondo criteri finanziari, alle classi presenti nello schema di Stato patrimoniale redatto in conformità dell’art. 2424 del codice civile. Gli importi da attribuire a dette classi devono essere riscostruiti tenendo presente che: a) b) c) d) e) Il valore dei fondi per rischi e oneri è compreso nell’importo assegnato ai debiti a breve termine; Il valore del debito per TFRL è compreso nell’importo assegnato ai debiti a medio/lungo termine; Il valore dei ratei e dei risconti passivi è compreso nell’importo assegnato ai debiti a breve termine; L’importo attribuito all’attivo immobilizzato comprende, oltre alle immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie, anche i disaggi su prestiti (per la parte non ammortizzata), che nello schema di Stato patrimoniale civilistico devono essere iscritti, con separata indicazione, nella voce D – Ratei e risconti attivi; L’attivo corrente comprende, oltre alle sottoclassi dell’attivo circolante, anche eventuali ratei e risconti riferiti al breve periodo. Abbiamo già determinato la composizione del patrimonio netto; continuiamo ora con la definizione degli importi delle classi e sottoclassi da iscrivere nelle sezioni del passivo e dell’attivo dello stato patrimoniale. PROF STEFANO MONTICELLI 11 Passivo patrimoniale Trattandosi di una spa possiamo ipotizzare che tra i debiti sia presente un prestito obbligazionario formato da 100.000 obbligazioni del valore nominale di € 1, emesse l’1/09 del presente esercizio alla pari; tasso 4%, godimento cedola annuale 1/09. Il prestito ha durata quinquennale e l’estinzione avviene in quote costanti di € 20.000 a partire dall’anno successivo a quello di emissione. L’importo dei debiti a medio/lungo termine è stato stabilito in prima approssimazione in € 313.600; sottraendo € 80.000 (importo del prestito obbligazionario scadente oltre l’esercizio), residuano € 233.600 da ripartire tra le altre voci che compongono i debiti di lungo periodo. Tra queste è compreso il Debito per TFRL che dipende dal valore dei salari e degli stipendi e dell’anzianità di servizio del dipendente; lo supponiamo pari a € 133.600. Altri € 100.00 possono essere attribuiti a debiti contratti con banche a altri finanziatori. L’importo dei debiti a breve scadenza di € 470.400 comprende il rateo passivo per interessi su obbligazioni per il periodo 1/09 – 31/12. 1x4x121 = 0,13260 x 100.000 obbligazioni = € 1.326. Rateo passivo = 36.500 Ipotizziamo la presenza di altri ratei e risconti passivi per € 1.824. Il valore complessivo da inserire nel punto E) Ratei e risconti passivi risulta € 3.150 = 1.326+1.824. PROF STEFANO MONTICELLI 12 Passivo patrimoniale Importo dei debiti a breve scadenza già stabilito - Importo ratei e risconti passivi € 470.400 € 3.150 Importo residuo da suddividere € 467.250 Da 467.250 scorporiamo ancora l’importo da assegnare alla voce B) Fondi per rischi e oneri, supponendolo pari a € 17.250. Riepilogando la classe D) Debiti ha un importo così determinato: € 180.000 Debiti a media e lunga scadenza (obbligazioni e debiti verso banche scadenti oltre l’esercizio) € 450.000 Debiti a breve scadenza (incluse le obbligazioni scadenti entro l’esercizio) Totale D – debiti € 630.000 PROF STEFANO MONTICELLI 13 DEBITI A BREVE DEBITI A MEDIO LUNGO € 470.400,00 € 313.600,00 VALORI IPOTIZZATI PRESTITO OBBLIGAZIONARIO € 20.000,00 DEBITI PER TFR € 133.600,00 RATEI PASSIVI € 1.326,00 ALTRI RATEI PASSIVI € 1.824,00 RESIDUANO DA IMPUTARE FONDO RISCHI E ONERI RESIDUANO DA IMPUTARE € 80.000,00 € 447.250,00 € 100.000,00 € 17.250,00 € 430.000,00 € 100.000,00 Il DEBITO PER TFR sarà imputato alla voce C i ratei e i risconti alla voce E per cui la voce D debiti avrà un importo pari a 180.000,00 a MEDIO LUNGO e 450.000,00 a BREVE PROF STEFANO MONTICELLI 14 Attivo patrimoniale L’attivo immobilizzato è di € 862.400; detto importo coincide con le immobilizzazioni al netto dei fondi ammortamento e deve essere suddiviso tra le sottoclassi della voce B) Immobilizzazioni presenti nello Stato patrimoniale (immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie). All’attivo corrente ( L’importo da attribuire alla classe C) Attivo circolante e alle sue sottoclassi deriva dalla differenza tra l’importo attribuito in precedenza all’attivo corrente (705.600) e l’importo che si vuole assegnare ai ratei e ai risconti attivi. Attivo corrente Ratei e risconti attivi € 705.600 € 1.360 Totale attivo circolante € 704.240 da suddividere tra le sottoclassi presenti nello stato patrimoniale. E cioè I RIMANENZE II CREDITI IV DISPONIBILITA’ LIQUIDE PROF STEFANO MONTICELLI 15 Il criterio di ripartizione degli importi può essere il seguente: la voce di maggior importo si attribuisce ai crediti, poi le rimanenze e per ultimo le disponibilità Questo perché l’azienda di solito non ha molti soldi in cassa e banca in quanto i mezzi monetari devono essere investiti per poter fruttare. La ripartizione tra crediti e rimanenze deriva dal fatto che le giacenze non devono essere eccessive, in quanto, rappresentano un costo se rimangano immobilizzate in magazzino. In sintesi suggerisco di partire dalle cifre maggiori e di operare come segue : ai crediti più della metà della cifra disponibile , le rimanenze CIRCA IL 40% il residuo alle disponibilità ATTIVO CIRCOLANTE I RIMANENZE € 284.240,00 € 40,36 II CREDITI € 400.000,00 € 56,80 € 20.000,00 € 2,84 IV DISPONIBILITA' € 704.240,00 PROF STEFANO MONTICELLI 16 Stato patrimoniale al 31/12/n ATTIVO A) B) C) PASSIVO Crediti v/soci Immobilizzazioni I immobilizzazioni immateriali II immobilizzazioni materiali III immobilizzazioni finanziarie Totale immobilizzazioni Attivo circolante I Rimanenze II Crediti III Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni IV disponibilità liquide Totale attivo circolante A) 50.000 812.400 862.400 284.240 400.000 20.000 704.240 Patrimonio netto I Capitale IV Riserva legale V Riserve statutarie VII Altre riserve IX Utile d’esercizio Totale 500.000 100.000 60.000 40.000 84.000 784.000 B) Fondi per rischi e oneri 17.250 C) Trattamento fine rapporto 133.600 D) Debiti ( di cui € 180.000 scadenti oltre l’esercizio successivo) 630.000 E) Ratei e risconti D) Ratei e risconti Totale attivo 3.150 1360 1.568.000 Totale passivo PROF STEFANO MONTICELLI 1.568.000 17 Per la ripartizione della voce D debiti si tenga conto che i debiti verso Fornitori + debiti rappresentati da titoli di credito dovrebbero essere inferiori ai crediti e che le voci con importi maggiori possono essere nell’ordine : la 6 e la 7 ( fornitori + cambiali) la 3 debiti verso banche la 1 Prestito obbligazionario o la 2 Prestito convertibile la 12 Debiti tributari ( debito IVA e Ires) la 13 Debiti verso istituti di Previdenza Anche qui il consiglio è di partire dalle cifre maggiori Prof Stefano Monticelli 18 ATTIVO PASSIVO A) Crediti v/soci per versamenti ancora dovuti con separata indicazione della parte già richiamata B) IMMOBILIZZAZIONI, con separata indicazione di quelle concesse in locazione finanziaria I Immobilizazioni immateriali: 3) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione A) PATRIMONIO NETTO I. Capitale IV. Riserva legale VI. Riserve statutarie VII. Altre riserve, distintamente indicate IX. Utile (perdita) dell'esercizio delle opere dell'ingegno; TOTALE II Immobilizzazioni materiali: 1) terreni e fabbricati; 2) impianti e macchinari; 3) attrezzature industriali e commerciali; 4) altri beni; TOTALE TOTALE IMMOBILIZZAZIONI B) 50.000 50.000 250.000 410.000 115.000 37.400 812.400 862.400 C) ATTIVO CIRCOLANTE I Rimanenze: 1) materie prime, sussidiarie, di consumo; 2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati 4) prodotti finiti e merci; TOTALE II Crediti, con separata indicazione per ogni voce, degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo: 1) verso clienti, di cui € 125.000 9.240 150.000 284.240 oltre l'esercizio 500.000 100.000 60.000 40.000 84.000 TOTALE B) FONDI PER RISCHI E ONERI 3) altri. TOTALE C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO D) DEBITI, con separata indicazione, per ogni voce, degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo: 1) obbligazioni, di cui € 80.000 oltre l'esercizio succ. 784.000 3) debiti verso banche, di cui € 100.000 oltre es. succ. 6) debiti verso fornitori, di cui € oltre es.successivo 7) debiti rappresentati da titoli di credito; 11) debiti tributari; 12) debiti verso istituti di previdenza e sicurezza sociale TOTALE E) RATEI E RISCONTI, con separata indicazione dell'aggio su prestiti. 150.000 220.000 80.000 50.000 30.000 630.000 17.250 17.250 133.600 100.000 3.150 384.000 5) verso altri. 16.000 TOTALE 400.000 IV Disponibilità liquide: 1) depositi bancari e postali; 15.000 2) assegni; 4.000 3) denaro e valori in cassa. 1.000 TOTALE 20.000 TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE C) D) RATEI E RISCONTI, di cuiI € 704.240 di disaggio 1.360 su prestiti. TOTALE ATTIVO 1.568.000 PROF STEFANO MONTICELLI TOTALE PASSIVO 1.568.000 19 Per quanto concerne le immobilizzazioni abbiamo supposto che l’impresa non possieda immobilizzazioni finanziarie. Per quanto attiene alle rimanenze dobbiamo stabilire l’importo delle materie, dei prodotti in magazzino e quello dei prodotti in lavorazione (per semplicità tralasciamo acconti e lavori in corso su ordinazione). Suggerisco di suddividere per due la cifra delle rimanenze di spalmare un po’ più della metà nei prodotti , un po’ meno della metà nelle materie prime e la differenza nei prodotti in corso di lavorazione Per quanto concerne i crediti, poiché l’impresa non possiede partecipazioni, non vi sono rapporti con società controllate e collegate. Per le disponibilità la cifra maggiore nei depositi bancari , gli assegni possano essere anche zero Nel passivo abbiamo inserito tra i fondi rischi, il fondo responsabilità civile, nella voce “altri”. Abbiamo articolato i debiti iscrivendo anche le obbligazioni e i debiti verso le banche, specificandone l’importo che scade oltre l’esercizio successivo. Abbiamo indicato separatamente i debiti verso fornitori, i debiti tributari e i debiti verso gli istituti previdenziali. Si tenga presente che lo Stato patrimoniale, previsto dal codice civile, è a stati comparati. Mancano quindi I dati relativi all’anno precedente. PROF STEFANO MONTICELLI 20 La redazione del Conto economico Schema sintetico di Conto economico A) Valore della produzione B) Costi della produzione Differenza tra valore e costi della produzione C) Proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di valore di attività finanziarie E) Proventi e oneri straordinari Risultato prima delle imposte Imposte sul reddito d’esercizio Utile (perdita) d’esercizio Nello schema deve essere immediatamente annotato l’importo corrispondente alla voce Utile (perdita) dell’esercizio, in quanto esso deve coincidere con quello indicato nello Stato patrimoniale alla corrispondente voce del patrimonio netto. PROF STEFANO MONTICELLI 21 Nel determinare l’ammontare delle imposte va tenuto presente che: l’utile di bilancio (al lordo dell’IRES) può non coincidere con l’imponibile IRES così come le voci di bilancio per il calcolo IRAP possono necessitare di rettifiche per determinare la base imponibile; l’aliquota IRES è del 33%; l’aliquota IRAP è fissata dallo Stato (4,25%), ma a livello regionale può subire una variazione fino a un massimo di un punto percentuale. Ne consegue che l’importo da assegnare alla voce “imposte sul reddito dell’esercizio” può variare a seconda delle situazioni e sarebbe quindi opportuno indicare in base a quali criteri è stato determinato. Tuttavia si può ragionevolmente supporre che il peso delle imposte sia pari all’incirca al 40-45% dell’utile lordo. I costi del personale devono essere determinati in funzione dell’attività svolta e delle caratteristiche produttive del complesso aziendale. Nello stabilire l’importo dei risultati della gestione straordinaria e della gestione finanziaria è opportuno rileggere attentamente il tema per assicurarsi che non ponga particolari condizioni. PROF STEFANO MONTICELLI 22 Infine è importante sottolineare come il contenuto dello Stato patrimoniale abbia riflessi significativi sul Conto economico: A. la presenza di debiti di finanziamento (mutui passivi e prestiti obbligazionari) comporta l’introduzione di interessi passivi nell’area finanziaria (C – Proventi e oneri finanziari); B. la presenza di rilevanti immobilizzazioni comporta elevati costi di ammortamento e costi di manutenzione e riparazione (B – Costi della produzione); C. conti correnti attivi bancari e postali comportano la maturazione di interessi attivi bancari e postali, con un conseguente riflesso positivo nell’area finanziaria (C – Proventi e oneri finanziari); D. un importo rilevante nei crediti verso clienti può riflettersi in interessi attivi verso clienti (nel caso in cui la consistenza dei crediti sia rimasta costante nell’anno e sia previsto un interesse esplicito), con incidenza positiva sull’area finanziaria (C – Proventi e oneri finanziari); PROF STEFANO MONTICELLI 23 E. la presenza di immobilizzazioni finanziarie può comportare interessi attivi verso imprese controllate, collegate e controllanti oltre a proventi su titoli immobilizzati, che incidono sull’area finanziaria (C – Proventi e oneri finanziari); F. la presenza di attività finanziarie comporta interessi su titoli o proventi finanziari diversi, che vengono inseriti nell’area finanziaria (C – Proventi e oneri finanziari); G. la presenza di debiti di fornitura può provocare la manifestazione di interessi passivi, che incidono negativamente sull’area finanziaria (C – proventi e oneri finanziari). PROF STEFANO MONTICELLI 24 Esempio: Conto economico con dati a scelta Facciamo riferimento al precedente esempio in cui abbiamo presentato lo Stato patrimoniale di una società per azioni svolgente attività industriale. Per completare i prospetti contabili del bilancio dobbiamo ora costruire il Conto economico. La traccia da svolgere non pone particolari vincoli; abbiamo però stabilito un ROE del 12% e quindi un utile netto d’esercizio di € 84.000. A) Valore della produzione B) Costi della produzione Differenza tra valore e costi della produzione C) Proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di valore di attività finanziarie E) Proventi e oneri straordinari Risultato prima delle imposte Imposte sul reddito d’esercizio Utile (perdita) d’esercizio 84.000 Prof Stefano Monticelli 25 Consigliamo di stabilire subito l’importo da assegnare alla Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) che, per semplicità, può essere fatta coincidere con il risultato della gestione caratteristica, ossia con il risultato operativo. Poiché tale risultato dipende dal ROI (rapporto tra reddito operativo e totale impieghi), possiamo stabilire a priori l’entità di tale indicatore in modo da ottenere un valore coerente con gli importi già attribuiti. Supponendo una redditività del capitale investito del 13% (ROI = 13%) e avendo già determinato in € 1.568.000 il totale degli impieghi, determiniamo il reddito operativo come segue: 100 : 13 = 1.568.000 : x da cui x = € 203.840 differenza tra valore e costi della produzione. A) Valore della produzione B) Costi della produzione Differenza tra valore e costi della produzione 203.840 C) Proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di valore di attività finanziarie E) Proventi e oneri straordinari Risultato prima delle imposte Imposte sul reddito d’esercizio Utile (perdita) d’esercizio PROF STEFANO MONTICELLI 84.000 26 Con la stessa logica, allo scopo di avere un punto di riferimento per determinare la classe A – Valore della produzione, possiamo fissare il ROS (rapporto tra reddito operativo e ricavi di vendita) al 10%, per cui: 10 : 100 = 203.840 : x da cui x = € 2.038.400 ricavi di vendita. I ricavi di vendita rappresentano la parte più consistente del valore della produzione; per determinare la classe A) Valore della produzione va aggiunto all’importo dei ricavi netti di vendita quello relativo alla variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti, e quello reltivo alle altre voci (variazione di lavori in corso su ordinazione, costi patrimonializzati per lavori interni, altri ricavi e proventi) che per semplicità, se non espressamente richiesti dal tema, possono essere tralasciati. Ipotizzando un incremento delle rimanenze di prodotti in lavorazione, semilavorati e prodotti finiti di € 15.210, abbiamo € (2.038.400 + 15.210) = € 2.053.610 valore della produzione. A) Valore della produzione B) Costi della produzione Differenza tra valore e costi della produzione 2.053.610 203.840 C) Proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di valore di attività finanziarie E) Proventi e oneri straordinari Risultato prima delle imposte Imposte sul reddito d’esercizio Utile (perdita) d’esercizio 84.000 PROF STEFANO MONTICELLI 27 Poiché la differenza tra valore e costi della produzione è di € 203.840, avendo già determinato il valore della produzione, i costi della produzione sono così determinati: € (2.053.610 – 203.840) = € 1.849.770 costi della produzione. Supponendo inoltre un carico fiscale complessivo (IRAP+IRES) del 40% sull’utile al lordo delle imposte, abbiamo che: 100 : (100 - 40) = x : 84.000 da cui x = € 140.000 risultato prima delle imposte. Per trovare le imposte: (140.000 – 84.000) = € 56.000 A) Valore della produzione B) Costi della produzione Differenza tra valore e costi della produzione 2.053.610 1.849.770 203.840 C) Proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di valore di attività finanziarie E) Proventi e oneri straordinari Risultato prima delle imposte Imposte sul reddito d’esercizio 140.000 56.000 Utile (perdita) d’esercizio 84.000 28 Per completare il Conto economico dobbiamo determinare: a) b) Il risultato della gestione finanziaria, deve tenere conto dei debiti di finanziamento (prestiti obbligazionari, debiti verso banche, debiti verso altri finanziatori) e dei crediti indicati nello Stato patrimoniale. Per quanto riguarda i debiti abbiamo: - un prestito obbligazionario di € 100.000 tasso 4%; - debiti verso banche a lunga scadenza di € 100.000 - debiti a breve scadenza di € 430.000. L’importo non può essere determinato matematicamente, ma possiamo ipotizzare che il risultato della gestione finanziaria C) Proventi e oneri finanziari sia negativo e pari a € 30.000. Il risultato della gestione straordinaria E) Proventi e oneri straordinari, per far quadrare il Conto economico, deve essere negativo e pari a € 33.840. A) Valore della produzione B) Costi della produzione Differenza tra valore e costi della produzione C) Proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di valore di attività finanziarie E) Proventi e oneri straordinari Risultato prima delle imposte Imposte sul reddito d’esercizio 2.053.610 1.849.770 203.840 - 30.000 - 33.840 140.000 56.000 Utile (perdita) d’esercizio 84.000 29 Arrivati a questo punto risulta più agevole la ricostruzione del Conto economico secondo quanto previsto A dall’articolo 2425 e 2425bis del codice Civile. Perciò lascio a voi il compito di redigere lo schema. Evvai che ci divertiamoooo!! 30 Fare il bilancio con dati a scelta è un po’ come fare il minestrone. Ci sono tante verdure diverse che devono dare un unico buon sapore. Meditate, gente meditate……! 31 Bibliografia Astolfi, Barale & Ricci “Entriamo in azienda 3 bilancio…..a portata d’esame” Monografia a cura di Lucia Barale Tramontana editore Milano 2005 PROF STEFANO MONTICELLI 32