Enrico Licata COME NASCE? ESSERE SOPRANNATURALE O UOMO DI PROFONDA VOLONTA’? LEONARDO DA VINCI E’ il “ dio della natura umana”, come diceva Orazio o “il dio che abbiamo dentro di noi”? Il genio è l’aspirazione allo straordinario e al trascendente che, magari senza saperlo, coltiviamo dentro di noi e che alcuni individui hanno saputo realizzare con le loro opere. La “ grandezza” può essere passata di moda ma è difficile continuare a vivere senza una qualche speranza di imbattersi nello straordinario. LA VIVIDA INDIVIDUALITA’ DI RAGIONAMENTO SPIRITUALITA’ E CREATIVITA’ DEVONO FONDARSI SULL’ ORIGINALITA’ VOLONTA’ DI OTTENERE LA “ LIBERTA’ ” LEONARDO DA VINCI NEWTON OSCAR WILDE L’INTUIZIONE: LEGGE GRAVITAZIONALE IL GENIO IL ROMANTICISMO SENECA HITLER vs ROOSEVELT CALLIMACO Genio per antonomasia riuscì a eccellere in diverse discipline: dalla medicina all’arte. Quali furono i suoi segreti? A una notevole intelligenza accompagnò una bramosa curiosità. Fu un grande anticipatore e divenne modello da imitare. Per tutta la sua vita Leonardo si è dedicato alla progettazione di macchine da lavoro: si è occupato soprattutto di produzione di oggetti in metallo, di opere nei grandi cantieri. Leonardo univa sempre teoria e pratica. Fu il primo a inventare i cuscinetti a sfera. Utilizzò gli specchi ustori per la realizzazione di un telescopio riflettore. Gli esperimenti del “genio” di Vinci riuscirono soprattutto sulla tela. I contemporanei prima della sua morte lo consideravano già leggenda. Si proponeva di applicare i principi della scienza all’arte. La sua pittura riesce a trasmettere le relazioni psicologiche tra i soggetti. A fare di lui un grande innovatore fu la tecnica dello sfumato, accompagnata da una fedele riproduzione dal vivo. I suoi dipinti sono rigorosamente tratti da soggetti reali. Introdusse la tecnica del tratteggio, fatto con la matita rossa detta “ sanguigna” su cartone. Il metodo newtoniano, fondamentale nell'evoluzione delle sue scoperte scientifiche, consisteva, secondo il pensatore, in due parti fondamentali, ovvero un procedimento analitico, che procede dagli effetti alle cause, a cui succede un procedimento sintetico, che consiste nell'assumere le cause generali individuate come ragione dei fenomeni che ne derivano. A questi due procedimenti Newton applica quattro regole fondamentali, da lui così definite: Non dobbiamo ammettere spiegazioni superflue; A uguali fenomeni corrispondono uguali cause; Le qualità uguali di corpi diversi debbono essere ritenute universali di tutti i corpi; Proposizioni inferite per induzione in seguito ad esperimenti, debbono essere considerate vere fino a prova contraria. Questa ultima regola può essere ricollegata alla celebre affermazione di Newton, «Hypotheses non fingo»», in base alla quale il filosofo si ripromette di rifiutare qualsiasi spiegazione della natura che prescinda da una solida verifica sperimentale; non fingo ipotesi significa perciò l'impegno a non assumere alcuna ipotesi che non sia stata indotta da una rigida concatenazione di esperimenti e ragionamenti basati sulla relazione di causa e effetto. Ne restano perciò esclude tutte quelle "finte" ipotesi scientifiche sui fenomeni, proclamate, fino a quel momento, dalla metafisica. Legge di gravitazione universale e seconda legge della dinamica. Due punti materiali qualsiasi si attraggono lungo la loro congiungente con una forza direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza. In formula, dette m1 ed m2 le masse dei due corpi, d la loro distanza ed F la forza agente, si ha: F = G(m1m2)/d2, dove G è la costante di gravitazione G = 6.67×10-11 Nm2/ kg2 Ad esempio se m1 = massa della Terra ed m2 = massa di un corpo materiale in caduta libera nel campo gravitazioanle terrestre si verifica facilmente (vedi figura a lato) che l'accelerazione di gravità è g = G(m1)/d2,per cui ha senso scrivere: F = g m2analoga alla seconda legge della dinamica! Poeta, incisore, pittore inglese. Di ispirazione romantica, fu autore di liriche innovative e visionarie, e di poemi misticosimbolici che illustrò egli stesso: Canti dell'innocenza (1789), Il matrimonio del Cielo e dell'Inferno (1790), Canti dell'esperienza (1794). Illustrò, inoltre, la Bibbia, opere di Milton e di Young e la Divina Commedia di Dante. Blake fu pittore e poeta: come poeta legato alla rivelazione di Omero, della Bibbia, di Dante, di Milton in cui vedeva i portatori di divini messaggi. Per Blake non esistono più "le arti" (pittura, scultura ecc.) ma "l'Arte", pura attività dello spirito, che rifugge dalla materia: tutta l'opera di Blake consiste in disegni al tratto di penna, acquarellati con tinte spente e trasparenti. L'Arte nel suo pensiero, è conoscenza intuitiva non già delle singole cose, ma delle forze perenni e sovrumane della creazione. Il romanticismo si rifà in linea di massima alla necessità di attingere all'infinito. A causa di ciò sono spesso ricorrenti alcuni essenziali punti cardine come: Assoluto e titanismo Sublime Sehnsucht Ironia Il movimento romantico europeo ebbe origine nell'opera di alcuni letterati e ideologici tedeschi della fine del Settecento. Si faceva una netta distinzione tra la poesia naturale, "Naturpoesie", quella che esprime subito, con il sentimento, le caratteristiche di una nazione, e la poesia riflessa o d'arte che è quella che non nasce spontanea, ma nasce dalla imitazione dei modelli stranieri. Il diverso atteggiamento che gli scrittori e i poeti assumono nella vita, fa si che nella produzione letteraria si sviluppino due correnti: la corrente soggettiva, che concepisce la poesia come una delle più alte espressioni di spirito, di fantasia, di sentimento dell' uomo, espressione spontanea degli ideali dell' artista. Costui da voce all' inquietudine e all' insoddisfazione dello spirito umano, al contrasto tra reale e ideale, tra finito e infinito che dilaniano il suo cuore. La poesia è fonte di introspezione, scavo interiore, analisi degli stati d' animo dell' autore che sono universali e accomunano tutti gli uomini. La corrente oggettiva, concepisce la letteratura come rappresentazione di una realtà lirico sociale; vuole rappresentare il vero esteriore, la vita e gli ideali degli uomini di un preciso tempo e luogo. Contemporaneamente, in Inghilterra, si manifestò un analogo movimento letterario e poetico di cui i primi esponenti furono Wordsworth e Coleridge. Gli autori romantici inglesi vengono generalmente divisi in due diverse generazioni : una che concerne la fine del 1700, e un'altra che è vissuta nella prima metà del 1800. Della prima fanno parte Wordsworth, legato al concetto di epifania (intesa come riflessione profonda stimolata inaspettatamente da un fatto prosaico e quotidiano), Coleridge, poeta generalmente definito onirico a causa dell'atmosfera suscitata dalle sue opere, nelle quali sembra di essere in un sogno, e Blake, poeta visionario, che vedeva nella natura dei simboli che si qualificavano come chiavi di lettura di una realtà oltre quella fenotipo. Della seconda generazione si possono definire poeti come John Keats, un nostalgico dell'era classica, Byron, il prototipo del poeta ribelle ed esule, e Shelley, che aveva molto caro il tema della libertà (basti pensare al titolo di una sua opera : Prometeo liberato). Un posto a se stante merita, nel panorama romantico inglese dei primi decenni dell'ottocento, il narratore e saggista Thomas de Quincey, dalla fantasia accesa e visionaria, anticipatore di correnti estetiche inquadrabili nel decadentismo europeo della seconda metà del secolo. Esponenti molto importanti del Romanticismo inglese furono i pittori John Constable e William Turner, appartenenti alla corrente naturalista, nonché il già citato William Blake, con la sua particolare pittura onirica. James Joice Wilde totally adopted “ the aesthetic ideal”. He lived in the double role of rebel and dandy. The Wildean dandy is an aristocratic whose elegance is a symbol of the superiority of his spirit; he uses hih wit shock, and is an individualist who demands absolute freedom. CALLIMACO Amante della ricerca erudita e del labor limae ovvero la curata elaborazione formale, influenzò la poesia ellenistica e quella romana. Senza di lui, infatti, non sarebbero nati carmi di Catullo, di Virgilio, di Tibullo, di Properzio. Callimaco si eleva tra i contemporanei per l'efficace brevità e concisione dei suoi carmi nonché per la levigatezza formale. Pratica con sistematicità la polueideia (in greco πολυὲιδεια, la commistione di generi) e la poikilia (in greco ποικῖλία, la contaminazione di generi, in latino contaminatio). Nel giambo XII afferma, per esempio, che non esiste nulla che obblighi il poeta a seguire un solo genere letterario. D'altra parte spesso sente la necessità di giustificarsi per le sue scelte e per la sua metaletteratura perché consapevole di essere incredibilmente sperimentale e innovatore. Il filosofo deve badare alla sostanza, non alle parole ricercate ed elaborate, che sono giustificate solo se, in virtù della loro efficacia espressiva, contribuiscono a fissare nella memoria e nello spirito un precetto o una norma morale. La prosa filosofica di Seneca è elaborata e complessa ma in particolare nei dialoghi l'autore si serve di un linguaggio colloquiale, caratterizzata dalla ricerca dell'effetto e dell'espressione concisamente epigrammatica. Seneca rifiuta la compatta architettura classica del periodo ciceroniano, che, nella sua disposizione ipotattica, organizza anche la gerarchia logica interna, e sviluppa uno stile eminentemente paratattico, che, nell'intento di riprodurre la lingua parlata, frantuma l'impianto del pensiero in un susseguirsi di frasi penetranti e sentenziose, il cui collegamento è affidato soprattutto all'antitesi e alla ripetizione. Tale prosa antitetica all'armonioso periodare ciceroniano, rivoluzionaria sul piano del gusto e destinata a esercitare grande influsso sulla prosa d'arte europea, affonda le sue radici nella retorica asiana procedendo con un ricercato gioco di parallelismi, opposizioni, ripetizioni, in un succedersi di brevi frasi nervose e staccate, realizzando uno stile penetrante, drammatico, ma che non sa evitare una certa teatralità. ROOSEVELT HITLER Il successo di Hitler si basava sulla conquista della classe media, colpita duramente dall'inflazione degli anni '20 e dalla disoccupazione portata dalla Depressione. Contadini e veterani di guerra costituivano altri gruppi che supportavano i nazisti, influenzati dai mistici richiami dell'ideologia Volk (popolo) al mito del sangue e della terra. La classe operaia urbana, invece, in genere ignorava gli appelli di Hitler; Berlino e le città della regione della Ruhr gli erano particolarmente ostili; infatti in queste città il Partito Comunista era ancora forte, ma si opponeva anch'esso al governo democratico, ragion per cui si rifiutò di cooperare con gli altri partiti per bloccare l'ascesa di Hitler. Un discorso per il quale Roosevelt è famoso fu il Discorso sullo stato dell'Unione nel 1941. Questo discorso è anche conosciuto come il discorso delle Quattro Libertà. Il suo messaggio al Congresso e alla nazione l'8 dicembre 1941 dopo l'attacco di Pearl Harbor entrò nella storia con la frase: "Il 7 dicembre 1941 – una data che vivrà nell'infamia". A seguito di questo discorso, gli USA entrarono nella Seconda guerra mondiale a fianco degli Alleati. Roosevelt fu il primo presidente a rivolgersi regolarmente al pubblico americano attraverso la radio. Istituì la tradizione di discorsi settimanali alla radio, che chiamò le “chiacchierate al caminetto” (fireside chats).