Dall’Inferno di Dante Alighieri, canto V Inzialmente troviamo Minosse, il giudice infernale: fa tanti giri di coda quanti sono i cerchi in cui deve andare il dannato. Così lo raffigura Michelangelo nella Cappella Sistina in Vaticano In questo caso: due giri di coda > secondo cerchio Lussuriosi sono tutti coloro che hanno peccato con il sesso: Adulteri Frequentatori di prostitute Incestuosi, ecc. Sono puniti con la bufera infernale che li agita nell’aria come la passione li agitò in vita Tra loro Dante nota delle anime che volano in fila e due che volano abbracciate. Sono le anime di coloro che furono uccisi per amore, e tra loro ci sono Paolo e Francesca. Giovanni Malatesta detto Gianciotto, signore di Rimini, sposò Francesca da Polenta, il cui padre era signore di Ravenna, nel 1275. Il fratello di Gianciotto, Paolo Malatesta, già sposato dal 1269, si innamorò di Francesca, ma Gianciotto li scoprì e li uccise nel 1283 o 1284. Secondo la leggenda, Gianciotto era sciancato e volgare, mentre Paolo era bello e gentile "O animal grazïoso e benigno Essere umano, dotato di anima che visitando vai per l’aere perso 90 noi che tignemmo il mondo di sanguigno, L’aria buia dell’inferno Con il nostro sangue se fosse amico il re de l’universo, noi pregheremmo lui de la tua pace, 93 poi c’hai pietà del nostro mal perverso. Di quel che udire e che parlar vi piace, noi udiremo e parleremo a voi, 96 mentre che ’l vento, come fa, si tace. Siede la terra dove nata fui su la marina dove ’l Po discende 99 per aver pace co’ seguaci sui. Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona 102 che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, 105 che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense". 108 Queste parole da lor ci fuor porte. Dante ha pietà, ma non nega che l’adulterio sia un male La bufera si calma per un attimo affinché Francesca possa parlare con Dante Alla foce del Po: è Ravenna L’Amore risiede nel cuo gentile: concetto stilnovista. L’amore non permette che nessuna persona amata non ami a sua volta A morire insieme La Caina si trova nel nono cerchio ed accoglie i traditori dei parenti Dante si commuove e chiede a Francesca altre spiegazioni Quand’io intesi quell’anime offense, china’ il viso e tanto il tenni basso, 111 fin che ’l poeta mi disse: "Che pense?". Quando rispuosi, cominciai: "Oh lasso, quanti dolci pensier, quanto disio 114 menò costoro al doloroso passo!". Poi mi rivolsi a loro e parla’ io, e cominciai: "Francesca, i tuoi martìri 117 a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri, a che e come concedette Amore 120 che conosceste i dubbiosi disiri?". Ahimè Desiderio All’adulterio e alla morte Ho pietà delle tue soffferenze e mi fanno piangere “sospirare” è un termine proprio della poesia stilnovista e significa “rivolgere il proprio animo verso una donna, vista come un essere superiore” “dubbiosi” perché non si sa se l’amore sarà corrisposto E quella a me: "Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice Nel dolore 123 Virgilio lo sa perché ha scritto nell’Eneide che quando Enea fu invitato da Didone, regina di Cartagine, a raccontare le sue avventure, provò un dolore simile a quello di Francesca L’origine Noi leggiavamo un giorno per diletto Per svago di Lancialotto come amor lo strinse; Lancillotto si innamorò, corrisposto, della regina Ginevra, moglie di re Artù Per più fïate li occhi ci sospinse Senza sospettare ciò che sarebbe successo quella lettura, e scolorocci il viso; Più volte quella lettura ci spinse a guardarci negli occhi. RICORDATE: l’amore nasce dall’incontro degli sguardi e raggiunge il cuore attraverso gli occhi (amore cortese) esser basciato da cotanto amante, Riso = sorriso = bocca sorridente (metonimia) 135 Sarà Galeotto o Galahult è l’autore presunto della storia di Lancillotto ed anche, nella storia, colui che fa incontrare il cavaliere e Ginevra Perché fummo uccisi ne la miseria; e ciò sa ’l tuo dottore. Ma s’a conoscer la prima radice del nostro amor tu hai cotanto affetto, 126 129 132 dirò come colui che piange e dice. soli eravamo e sanza alcun sospetto. ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disïato riso questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: 138 quel giorno più non vi leggemmo avante". Mentre che l’uno spirto questo disse, l’altro piangëa; sì che di pietade 141 io venni men così com’io morisse. E caddi come corpo morto cade.