Liceo classico statale «T. Tasso» Salerno
A cura di:
Romano Colucci
Giuseppe Sibilio
Pietro Squizzato
Giovanni Pepe
•Bronzo rinascimentale di Eschilo,
Museo archeologico nazionale di
Firenze, autore sconosciuto.
Eschilo è considerato l'iniziatore della tragedia greca nella sua forma
matura ed è il primo dei poeti tragici dell'antica Grecia di cui ci siano
pervenute opere per intero.
LA VITA
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Nato a Eleusi (un demo di Atene) intorno al 525 a.C., di famiglia nobile, fu testimone della
fine della tirannia dei Pisistratidi ad Atene nel 510 a.C. Combatté contro i Persiani nelle
battaglie di Maratona (490 a.C.), di Salamina (480 a.C.) e di Platea (479 a.C.).
Battaglia di cui il poeta dà
il resoconto ne I Persiani.
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Dopo la rappresentazione dei Persiani, si recò a Siracusa, rispondendo all'invito del
tiranno Gerone, dove fece rappresentare I Persiani e scrisse le Etnee per celebrare la
fondazione della città di Aitna (attuale Catania).
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Eschilo fu forse iniziato ai misteri eleusini e, secondo alcune leggende,
sarebbe stato persino processato per empietà, dopo averne rivelato il
contenuto, questa sarebbe la causa del suo secondo esilio a Gela, in Sicilia.
Ottenne il suo ultimo grande successo nel 458 a.C. con l'Orestea (l’unica
trilogia tragica conservata integralmente). Poco tempo dopo partì
per Gela, dove morì nel 456 a.C.
L’intera produzione eschilea comprendeva tra le settanta e le novanta opere,
fra tragedie e drammi satireschi, prodotte tra il 499 e il 458 a.C.
Di queste ne restano soltanto sette:
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Persiani (Πέρσαι, 472 a.C.)
Sette contro Tebe (Ἑπτὰ ἐπὶ Θήβας, 467 a.C.)
Supplici (Ἱκέτιδες, 463 a.C.)
Prometeo incatenato (Προμηθεύς δεσμώτης, 460 a.C.)
Agamennone (Αγαμέμνων, 458 a.C.)
Coefore (Χοηφόροι, 458 a.C.)
Eumenidi (Ευμενίδες, 448 a.C.)
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L’interazione tra l’azione umana e la giustizia divina è al centro della
tematica eschilea.
Themis
Dike
Giustizia
naturale
Giustizia
dialettica
Πάθος
(sofferenza)
μάθος
(conoscenza)
πάθει μάθος
(conoscenza tramite sofferenza)
’άτη
“accecamento”
Serse
è accecato dal demone infido e travestito che “dapprima
scodinzolando benevolo, spinge poi l’uomo in una rete ben tesa”.
‘ύβρις
“tracotanza”
Eschilo raffigura il concetto di ὕβϱις descrivendo l’attraversamento del Bosforo
su un ponte di barche; in questa scena si materializza l’idea dell’oltraggio al
confine sacro, in quanto il braccio di mare è un limite imposto dagli dei ai
Persiani e superarlo significa calpestare la volontà divina.
•Veduta odierna dello
stretto del Bosforo.
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Propensione per nessi asindetici, espressioni aforistiche e concise
(πάθει μάθος).
Un tratto di arcaismo è l’uso frequente dell’anafora (per rafforzare
un concetto).
A differenza della poesia epica, uso ridotto delle similitudini; si
afferma invece l’uso della metafora.
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Questa tragedia, insieme a “La presa di Mileto” e “Le Fenicie” di
Frinico, a differenza delle altre, trae spunto da argomenti storici e
non dal mito.
Siamo nel periodo della guerra contro i Persiani. In particolare
l’argomento è la disfatta dei Medi nella battaglia navale di
Salamina.
Prima del combattimento vi è la strenua difesa dei Trecento alle
Termopili che aveva rallentato l’avanzata dei Persiani, infondendo
coraggio ai Greci pronti a sacrificarsi per la patria.
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Conflitto greco-persiano:
LA BATTAGLIA DI SALAMINA
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Temistocle dopo la battaglia delle Termopili schierò una linea di difesa
lungo l’istmo di Corinto e condusse lì la sua flotta e, i Persiani, avendo
seguito i Greci con le loro ingombranti navi nello stretto di Salamina, si
trovarono in difficoltà logistiche e furono sconfitti amaramente.
Per importanza la battaglia di Salamina si può paragonare alla battaglia
di Poitiers del 732 quando, i francesi di Carlo Martello, fermarono
l’avanzata musulmana in Europa e cosi la diffusione della cultura
islamica in Occidente.
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Anno di rappresentazione: 472 a.C. (replica a
Siracusa nel 470 a.C.).
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Tetralogia: Fineo, Persiani, Glauco di Potniai,
Prometeo (incendiario?).
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Corego: Pericle.
Classifica: vittoria di Eschilo.
•Busto di Pericle.
Marmo, copia
romana di un
originale greco
del 430 a.C. circa
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Atossa, madre di Serse.
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Spettro di Dario, padre di Serse.
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Serse, sovrano di Persia.
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Messaggero.
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Coro di anziani consiglieri di Serse.
•Rilievo di Serse sulla porta del suo
palazzo aPersepoli.
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Parodo: entra in scena il coro costituito dagli anziani che
sorvegliano la reggia di Susa (una delle capitali dell’impero
persiano) e rievoca la partenza dell’armata cantando la gloria ma
anche la paura dei Persiani; esprime inoltre la nostalgia attraverso
i sentimenti dei parenti dei guerrieri lontani e annuncia l’uscita
della regina dal palazzo.
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Primo episodio: mentre la regina è a colloquio con gli anziani,
giunge un messaggero che annuncia la disfatta dei Persiani a
Salamina e la rassicura sulla sorte del figlio. In seguito la regina
rientra nel palazzo.
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Primo stasimo: il coro intona un canto in cui piange la disfatta e
il dolore di tutta l’Asia.
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Secondo episodio: rientra in scena la regina che vuole evocare
il fantasma di Dario e chiede al coro di intonare un canto per
accompagnare i suoi gesti rituali.
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Secondo stasimo: il coro intona un canto per celebrare Dario e
il suo fantasma emerge dal tumulo.
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Terzo episodio: il fantasma avendo appreso la notizia dalla
regina imputa la disfatta alla “ὕβρις”di Serse e preannuncia la
sconfitta di Platea, raccomanda quindi agli anziani di consigliare
in futuro Serse nel modo migliore; Dario si ritira nell’Ade e la
regina accoglie il figlio ed in seguito esce definitivamente dalla
scena.
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Terzo stasimo: il coro rievoca la potenza dei Persiani durante il
regno felice di Dario, contrapposto alla follia e alla disgrazia di
Serse.
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Esodo: entra in scena Serse, dialoga con il coro presentando la
sconfitta, si unisce a loro in un canto di dolore e insieme si
dirigono verso la reggia.
•Diluvio universale.
(Michelangelo 1508)
•Dedalo e Icaro.
(Ludovico Lana)
•Agamennone.
(lekanis attico a figure
rosse della cerchia del
Pittore dei Meidei,
ca. 410-400 a.C.)
•Odisseo e le sirene.
Decorazione di un vaso
ateniese, tardo VIIprimo V secolo a.C
•Ritratto di Dario su
un vaso greco
(Darius-Vase )
1888
•“La battaglia di Salamina”.
Wilhelm Von Kaulbach.
FINE
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