I FABBISOGNI STANDARD
IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO - 1
FEDERALISMO FISCALE:
LEGGE N°42/2009
Delega al Governo in materia di
Federalismo Fiscale
Superamento del
sistema di
finanza derivata
Maggiore
autonomia di
entrata e di spesa
D. LGS N°216/2010
Disposizioni in materia di
determinazione dei costi e dei
fabbisogni standard di province, città
metropolitane e comuni
Superamento
criterio
“SPESA STORICA “
“FABBISOGNI
STANDARD” per
province e comuni
IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO - 2
 D. LGS. N°216/2010:
FINALITA’
Disciplinare la determinazione dei
fabbisogni standard per province e
comuni al fine di assicurare un
graduale e definitivo superamento
del criterio della spesa storica nei
meccanismi di allocazione delle
risorse tra i diversi enti.
Ammodernare le relazioni
finanziarie intergovernative e di
“efficientamento” delle spese
degli enti locali.
OPPORTUNITA’
Progettare un nuovo sistema perequativo non più legato al criterio della spesa storica,
fonte di iniquità nella distribuzione delle risorse e causa di inefficienza nella gestione
della spesa da parte dei governi locali.
IL RUOLO DI SOSE
Il D.lgs. 216/10 assegna il compito di elaborare le metodologie di determinazione
dei fabbisogni standard alla SOSE Soluzioni per il Sistema Economico S.p.A.
 predispone le metodologie per l’individuazione
dei fabbisogni standard e ne determina i valori
con tecniche statistiche;
 provvede al monitoraggio e alla revisione dei
fabbisogni standard;
 predispone dei questionari funzionali a
raccogliere dati contabili e strutturali dagli enti
locali.
 analisi e studi in materia di contabilità e finanza
locale;
 predisposizione
dei
questionari
e
somministrazione agli enti locali;
 valutazione dell'adeguatezza delle stime
prodotte;
 analisi dei risultati;
 monitoraggio del processo di attuazione dei
fabbisogni standard.
Commissione tecnica
paritetica per
l’attuazione del
federalismo fiscale
approva le
metodologie,
segue il monitoraggio
e l’aggiornamento
delle elaborazioni.
LE FUNZIONI FONDAMENTALI DEI COMUNI
Con riferimento ai comuni, il D.lgs. 216/2010 prevede che siano calcolati i
fabbisogni standard relativamente alle seguenti funzioni fondamentali:
FUNZIONI GENERALI DI
AMMINISTRAZIONE, DI
GESTIONE E DI CONTROLLO
FUNZIONI DI
POLIZIA LOCALE
FUNZIONI NEL
FUNZIONI
CAMPO DELLA
RIGUARDANTI LA
VIABILITÀ E DEI
TRASPORTI
GESTIONE DEL
TERRITORIO E
DELL’AMBIENTE
Servizio di Gestione
delle Entrate Tributarie
e dei Servizi Fiscali
Servizi di Ufficio Tecnico
Servizi di Anagrafe,
Stato Civile, Elettorale,
Leva e Servizio
Statistico
Altri Servizi Generali
FUNZIONI NEL
SETTORE SOCIALE
FUNZIONI DI
ISTRUZIONE
PUBBLICA
Funzioni nel campo
della Viabilità
Funzioni riguardanti la
gestione del territorio
Funzioni per il servizio
del trasporto pubblico
locale e servizi
connessi (TPL)
Funzioni riguardanti la
gestione del territorio
e dell’ambiente Servizio smaltimento
rifiuti
Funzioni nel Settore
Sociale al netto del
servizio di asili nido
Servizio di Asili Nido
LE FASI METODOLOGICHE
Il D.lgs. 216/2010 prescrive che i fabbisogni standard, per ciascuna funzione
fondamentale e i relativi servizi, siano determinati attraverso le seguenti fasi
metodologiche:
Banche dati
ufficiali e
questionari
Modelli
organizzativi e
livelli quantitativi
delle prestazioni
Analisi dei costi
Modello di stima del Fabbisogno
Standard
IL CONTESTO METODOLOGICO DI RIFERIMENTO - 1
Il calcolo dei fabbisogni standard poggia sull’idea che le necessità finanziarie di
un ente locale sono espressione dei servizi offerti, delle caratteristiche territoriali
e degli aspetti sociali, economici e demografici della popolazione residente.
Superamento
della spesa storica:
i vantaggi
EQUITA’
- erogare i trasferimenti in base alle
reali necessità di ogni territorio;
- fornire servizi locali uniformi
EFFICIENZA
responsabilizzare gli
amministratori locali
IL CONTESTO METODOLOGICO DI RIFERIMENTO - 2
Regression Cost Base Approach (RCA) in base al quale il fabbisogno standard di ogni
ente viene valutato come valore atteso di una funzione di costo minimo (ovvero
legato a un comportamento efficiente del governo locale) stimata utilizzando la
tecnica econometrica della regressione multipla.
MODELLO TEORICO
alla base della RCA
Domanda di servizio
pubblico
Offerta di servizio
g e  d (Q, R, y)
y  s ( g s , g e , p, A)
pubblico
Funzione di spesa
y  f (Q, R, p, A, g s )
Il modello econometrico corrisponde, nella maggior parte dei casi, ad una funzione di spesa
(forma ridotta del modello strutturale di domanda e offerta di servizio pubblico locale) che ha
come variabili indipendenti solo variabili esogene.
LA METODOLOGIA PER LA DETERMINAZIONE DEI
FABBISOGNI STANDARD - 1
Considerata l’eterogeneità e la complessità dei comuni, la
metodologia di determinazione dei fabbisogni standard che si è
ritenuta più adatta è il Regression Cost Base Approach (RCA):
- sia nella sua forma pura (stima di una funzione di costo)
- sia in quella basata sulla stima di una funzione di spesa
L’approccio RCA viene tarato alle caratteristiche specifiche di ogni
funzione adottando modelli di stima differenti.
La scelta del modello specifico da utilizzare per la stima, dipende dalle
caratteristiche delle variabili di output disponibili per misurare il
livello di servizio pubblico erogato nell’ambito di ogni funzione.
LA METODOLOGIA PER LA DETERMINAZIONE DEI
FABBISOGNI STANDARD: IL PESO DELLE DETERMINANTI
Livello dei servizi locali erogati
poco misurabile
FUNZIONE DI SPESA:
relazione spesa storica con le
variabili di contesto della
domanda dei servizi locali.
Le determinanti principali del
fabbisogno sono le variabili di
contesto che spiegano la
domanda del servizio
pubblico.




Livello dei servizi locali
erogati misurabile
FUNZIONE DI COSTO:
la spesa storica è messa
direttamente in relazione al
livello dei servizi.
Le determinanti principali
del fabbisogno sono le
variabili che misurano il
livello dei servizi offerti.
Altre determinanti dei fabbisogni standard:
i prezzi dei fattori produttivi;
le variabili di contesto dell’offerta;
i fattori esogeni di carico;
scelte organizzative non direttamente modificabili nel bp e/o per le
quali sono presenti standard di riferimento.
LA METODOLOGIA SOSE PER LA
DETERMINAZIONE DEI FABBISOGNI STANDARD - 1
Il calcolo dei fabbisogni standard può essere realizzato seguendo strade
diverse. La molteplicità degli approcci esistenti ha reso necessarie scelte
metodologiche preliminari guidate da quattro principi:
Correttezza e rigore
scientifico
Fattibilità in
sede di
applicazione
Principi
guida
Semplicità in fase di
comunicazione
Rappresentatività
LA METODOLOGIA SOSE PER LA
DETERMINAZIONE DEI FABBISOGNI STANDARD - 2
La metodologia utilizzata dalla società SOSE si fonda su quattro pilastri:
BANCA DATI INNOVATIVA
sull’attività degli enti locali
attraverso l’ elaborazione e l’invio ai
comuni di questionari con cui
raccogliere le informazioni
EFICIENTAMENTO
DELLA SPESA
attraverso l’inserimento di
variabili “obiettivo” nella stima del
fabbisogno standard che introducono
elementi di premialità in favore degli
enti virtuosi
CALCOLO FABBISOGNI
STANDARD e dei livelli
quantitativi delle prestazioni
attraverso l’utilizzo di tecniche
statistiche ed econometriche
MODELLI DI BUSSINES
INTELLIGENCE
fornire gli enti locali di uno
strumento informativo-gestionale
online per il monitoraggio della propria
performance e la propria attività in
relazione a quella degli enti simili o
limitrofi
IL PRIMO PILASTRO: I DATI - 1
CARENZA
INFORMATIVA
Punto debole del
meccanismo
di calcolo dei
fabbisogni standard
BANCHE DATI UFFICIALI
QUESTIONARI SPECIFICI
PER
OGNI FUNZIONE:
BANCA DATI:
Innovazione del modello
italiano a livello
internazionale
Province
e Comuni
IL PRIMO PILASTRO: I DATI - 2
Portale dei
Fabbisogni
Standard
Enti interessati:
6702 Comuni
291 Unioni di Comuni
86 Province
CONTROLLO DI
QUALITA’
Correzioni di
anomalie relative a
gravi incoerenze
riscontrate nei dati
Fonti dati Ufficiali
Dati Ministero dell’Interno
Bilanci EE.LL.
IL SECONDO PILASTRO: IL MODELLO PER LA STIMA DEI
FABBISOGNI STANDARD
Il secondo pilastro è costituito dallo sviluppo delle metodologie per la
valutazione dei fabbisogni standard e per la stima dei livelli quantitativi
delle prestazioni.
Funzione di spesa, fabbisogni
standard definiti attraverso il riparto
di
un
fondo
determinato
esogenamente in
relazione alle
compatibilità macrofinanziarie.
Funzione di costo, fabbisogni
standard determinati attraverso il
prodotto tra livelli delle prestazioni
per costo unitario di produzione, il
controllo macrofinanziario avverrà
attraverso la fissazione dei LEP.
Fabbisogno standard teorico (FST) di ogni Ente, valore atteso di un modello
econometrico stimato con la tecnica della regressione multipla.
Coefficiente di riparto (FST_Cri) rappresenta il risultato finale della procedura
prevista per la stima dei fabbisogni standard.
IL SECONDO PILASTRO: IL MODELLO PER LA STIMA DEI LIVELLI
QUANTITATIVI DELLE PRESTAIONI
L’analisi congiunta dei differenziali tra spesa storica e fabbisogno standard e tra livello dei servizi
effettivo (storico) e livelli quantitativi delle prestazioni stimati (standard o teorico).
LIVELLO DEI SERVIZI
(storico – teorico)
QUADRANTE VI
VIRTUOSI
Erogazione dei servizi
superiore allo standard
Spesa storica inferiore
allo standard
QUADRANTE I
SOPRA LIVELLO
Erogazione dei servizi
superiore allo standard
Spesa storica superiore
allo standard
LIVELLO DI SPESA
(storica – fabbisogno)
QUADRANTE III
QUADRANTE II
SOTTO LIVELLO
NON VIRTUOSI
Erogazione dei servizi
inferiore allo standard
Erogazione dei servizi
inferiore allo standard
Spesa storica inferiore
allo standard
Spesa storica superiore
allo standard
IL TERZO PILASTRO: EFFICIENTAMENTO DELLA SPESA LOCALE
Il terzo pilastro della metodologia SOSE comprende l’elaborazione di tecniche di
efficientamento della spesa locale complessiva che, in relazione alle indicazioni del
decisore politico, possono avere impatto diretto sulla determinazione dei fabbisogni
standard e quindi sulla ripartizione dei trasferimenti perequativi.
FABBISOGNO STANDARD
OBIETTIVO (FSO)
In sede calcolo dei valori attesi,
vengono sostituiti ai valori effettivi di
alcune variabili dei valori obiettivo
(solitamente pari a medie nazionali o
di aree geografiche più ristrette).
Hanno l’obiettivo di premiare gli enti locali che si distinguono per una gestione
efficiente della spesa e per l’offerta di elevati livelli di servizio.
IL QUARTO PILASTRO: COSTRUZIONE DI VARI MODELLI DI
BUSINESS INTELLIGENCE
Rendere disponibili degli appositi strumenti gestionali online per consentire
agli enti locali di monitorare e rendere più efficienti i servizi erogati.
Monitorare la composizione del proprio
fabbisogno per singola funzione/servizio
Valutare
il
posizionamento
rispetto ad altri enti, con
particolare attenzione a quelli
simili per modello organizzativo,
classe dimensionale o enti
limitrofi favorendo così la
confronto fra gli enti
Business Intelligence
OPENCIVITAS
Monitorare la performance
per singola funzione/servizio
in relazione ad indicatori
statistici
Utilizzare le informazioni disponibili per
una più attività partecipazione dei
cittadini e degli amministratori locali
Attraverso la pubblicazione di tali dati, quindi, si vuole porre le basi per una revisione della
spesa locale da basso favorendo la partecipazione civica e stimolando così la responsabilità
degli amministratori locali
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Presentazione fabbisogni