Università degli Studi di Pavia
Dipartimenti di Scienze Politiche e Sociali,
Studi Umanistici, Giurisprudenza,
Ingegneria Industriale e dell’Informazione,
Scienze Economiche e Sociali
Corso di Laurea Interdipartimentale in
Comunicazione, Innovazione, Multimedialità
Il caso editoriale di “Se questo è un uomo”
Claudia Giglio
a.a. 2013/2014
Primo Levi
Primo Levi scrisse Se questo è un
uomo in tredici mesi, tra
dicembre 1945 e gennaio 1947
un po’ romanzo, un
po’ saggio, un po’
diario
il libro necessario
che qualcuno doveva
scrivere
il testimone e lo scrittore
Ferdinando Camon
narra le vicende dei
rifiuti a “Se questo è un
uomo” da parte
dell’editoria europea e
internazionale
Ferdinando Camon
1947: è stata l’amica Natalia Ginzburg a comunicare il
parere negativo a Levi. Einaudi ha bocciato il suo
manoscritto.
“Ricordo perfettamente il giudizio di Cesare Pavese”
Natalia Ginzburg
“La responsabilità di non pubblicare il libro ricade
in toto sulla casa editrice”
“La pubblicazione da parte nostra di una nuova
edizione non avrebbe molte probabilità di successo”
G. Einaudi
Silvio Ortona
Silvio Ortona fa uscire alcuni capitoli sul settimanale L’Amico
del Popolo, organo della Federazione comunista vercellese,
con una tiratura di 10.000 copie
comunicazione letteraria che passa prima per i canali
appartati, ma vivi, delle riviste di partito
Alla fine del 1946 il libro
arriva negli uffici di Franco
Antonicelli, editore classico
e gobettiano
uomo di lettere e grande
figura dell’antifascismo
torinese
vi dirige la casa
editrice “Francesco
De Silva”
impegnata sul
terreno storicopolitico e di
indirizzo
democratico
11 ottobre 1947: Se questo è un uomo è
finalmente in libreria
sulla sua copertina si staglia
“L’esecuzione del 3 maggio” di
Francisco Goya
nella quarta promozionale,
Antonicelli parla di “rivelazione di
uno scrittore nuovo”
l’accoglienza è fredda
“È uno struzzo, quello di Einaudi, che non
ha mai messo la testa sotto la sabbia.”
Norberto Bobbio
Novembre 1933: Giulio
Einaudi ed altri giovani
torinesi fondano la casa
editrice Einaudi
Giulio Einaudi è
l’anima
imprenditoriale:
primo inter pares,
comandante in
mezzo alla tempesta,
direttore d’orchestra
Leone Ginzburg diviene il primo
direttore editoriale
persegue la “religione
della libertà” di stampo
crociano e gobettiano
uno dei primi veri
antifascisti, verrà
torturato ed ucciso dai
nazisti nel ‘44
Cesare Pavese
assume il ruolo di
guida della Casa
dopo Ginzburg
apertura alla narrativa
italiana e straniera
“la sua laconicità e
insocievolezza erano
difesa del suo fare e
del suo essere”
Italo Calvino:
creatività che si
combina con una
scrupolosa serietà
burocratica
si occupava della
redazione
letteraria e di
tutte le altre
attività editoriali.
invenzione di
titoli, redazione
di risvolti e
quarte di
copertina,
fascette, testi
pubblicitari
familiarità e
occhio sicuro per
le immagini: era
all’occorrenza un
ottimo
copertinista.
Giulio Bollati fu condirettore prima e
direttore generale poi, coordina l'insieme
delle proposte saggistiche e le collane di
classici
la sua eleganza era simmetrica e
speculare a quella di Giulio Einaudi: i
due “Giulii”, come li chiamavano in
Einaudi
le sue capacità diplomatiche erano il
contraltare di certi gesti estremi
dell’editore
all'inizio degli anni ‘50, Primo
Levi cominciò a collaborare con
l'Einaudi come consulente
scientifico
nel giugno 1958, esce
l’edizione Einaudi di Se
questo è un uomo, inserito
nella collana Saggi
la copertina astratta è
del maestro della
grafica Bruno Munari
la nuova edizione è il
risultato di intensi anni
di revisione
“presentatore e commentatore di me stesso”
appendice a Se questo è un uomo
diffusione a livello scolastico
30 traduzioni in lingue straniere
la traduzione inglese del ‘59 ancora oggi viene
letta in Inghilterra e Stati Uniti;
Stuart Woolf lavorò con Primo Levi per quasi
un anno
nel ‘59 la casa editrice tedesca
Fischer Verlag acquista i diritti
dell’opera
il traduttore è Heinz Riedt, con cui
Levi instaura un ottimo rapporto
Primo Levi muore l’11 aprile 1987
“Il sopravvivere senza aver rinunciato
a nulla del proprio mondo morale, a
meno di potenti e diretti interventi
della fortuna, non è stato concesso
che a pochissimi individui superiori,
della stoffa dei martiri e dei santi”
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Claudia Giglio