Dal magistero di Benedetto XVI Non possiamo accettare che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta (Mt 5,13 – 16). Anche l’ uomo di oggi può sentire di nuovo il bisogno di recarsi come la samaritana al pozzo per ascoltare Gesù, che invita a credere in Lui e ad attingere alla sua sorgente, zampillante di acqua viva (Gv 4, 14). Dobbiamo ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele, e del Pane della vita, offerto a sostegno di quanti sono suoi discepoli (Gv 6, 51). Credere in Gesù Cristo è la via per poter giungere in modo definitivo alla salvezza. (Porta fidei N.3) In quei giorni, nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine». Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. (Es 16, 2-4) “Mosè, Mosè!”. È la meraviglia di essere conosciuto e chiamato per nome: chi si riteneva un fallito, ora ha avvertito che qualcuno si interessava proprio a lui. Mosè ha avvertito che era giunto un momento decisivo per la sua vita; perciò era pieno di timore. “Togliti i sandali!” E’ un gesto di umiltà di chi si presenta davanti a Dio in punta di piedi, in silenzio. Per fare esperienza di Dio bisogna liberarsi da ogni presunzione: si è solo un povero strumento, spesso inadeguato, di cui Dio si serve. L’ educatore è un chiamato e sa che pregare vuol dire accettare di essere amato. Anche se vive in una situazione di aridità e in un ambiente indifferente o ostile, egli è certo che non esiste un luogo in cui Dio sia presente. Aprire gli occhi Mosè ha aperto gli occhi alla sua gente e ha fatto sorgere in tanti il desiderio di un di più di vita, che solo l’ esperienza di fede può dare Consolare La paura è il contrario della fede; la prima invita alla fuga, la seconda incita ad affrontare il mare dei giunchi e la distesa del deserto Fedeltà , stabilità , fortezza Mosè è stato l’ intermediario tra Dio e il popolo, la guida autorevole, il riferimento per tutti. è partito dall’ accettazione della realtà e delle persone, impegnandosi a portarle alla fedeltà di Dio. Mosè ha iniziato un cammino di liberazione con il suo popolo, consumando la cena pasquale “con i sandali ai piedi e il bastone in mano” (Es 12, 11) Dio fa prendere coscienza a Mosè dei piccoli mezzi che ha già a disposizione e che possono diventare preziosi. Il bastone è un piccolo strumento con cui ha lottato contro il male per liberare il popolo di Dio. •L’ operatore pastorale sceglie la fatica di essere “uno” con gli altri membri della sua comunità. Egli non è sopra i ragazzi, né davanti ad essi, ma si fa loro accompagnatore, in cordata (significa dare il cuore) con loro. •All’ operatore pastorale non compete uno stile da ragioniere della fede, che calcola il punto di partenza, i tempi di movimento, i risultati a breve e a lunga scadenza, le variabili … •La coscienza del proprio limite è una potatura che sollecita il desiderio di germogli nuovi, apre all’ apporto altrui, educa allo stupore per l’ opera di Dio negli altri e non per la nostra azione. Gli eremiti avevano l’ abitudine di andare, una volta all’ anno, a fare visita al Beato Antonio nel deserto. Due gli facevano domande sui suoi pensieri e sulla salvezza dell’ anima. Il terzo non parlava mai. Dopo molto tempo, il Beato Antonio gli disse: “è da tanti anni che vieni qui e non mi chiedi mai niente! “L’ eremita gli rispose : “mi basta solo vederti, padre! Le parole sono dei nani, gli esempi sono giganti. Ciò che sei parla più forte di ciò che dici.” •Gesù è davvero il tuo “roveto ardente” davanti al quale sostare per ripartire con più calore nel cuore? •Hai trovato il giusto equilibrio fra azione e contemplazione, o l’ attivismo non ti lascia tempo per l’ adorazione? •La vera notte del mondo non è nell’ assenza di Dio, ma nel fatto che gli uomini non soffrono più di questa mancanza. Nella tua vita è presente Dio? Verifica il tuo rapporto di ascolto e di fedeltà al Papa e al suo magistero. Impegnati a meditare i suggerimenti e le indicazioni del tuo Vescovo, per educare a camminare con tutta la Chiesa locale. Riconosci l’ autorità del tuo parroco col quale sei chiamato a collaborare con sincerità di cuore Dio dei nostri padri, Dio dell’ Esodo e della promessa, che ci chiami ogni istante a partire dal presente per andare verso il futuro, e ci inviti alla libertà creatrice dell’ avvenire, fa che come Abramo e Mosè e i profeti siamo pronti a lasciare le nostre certezze per la tua Parola , i nostri possessi per la tua povertà, il nostro culto inefficace per l’ adorazione vera, i nostri sogni per la tua speranza. Venga così nei nostri giorni il tuo Cristo: Messia di Parola e di giudizio, di sovranità e di Gloria, compimento della tua promessa, promessa del nuovo e definitivo compimento. (Bruno Forte)