ECONOMIA DEI MERCATI E DELLA REGOLAMENTAZIONE EQUILIBRIO PARZIALE VS EQUILIBRIO GENERALE • Un’analisi economica si dice di equilibrio parziale se considera un singolo mercato in particolare, come se gli altri non esistessero. • La teoria dell’equilibrio economico generale analizza contemporaneamente le condizioni di equilibrio su tutti i mercati del sistema economico. EQUILIBRIO GENERALE Interdipendenza dei mercati: « in ogni mercato le Q domandate e offerte dipendono anche dai prezzi degli altri mercati.» Condizioni simultanee di equilibrio: « un equilibrio economico generale esiste quando la domanda eguaglia l’offerta in tutti i mercati in corrispondenza di un prezzo positivo». EQUILIBRIO GENERALE D=S Soluzione: IN TUTTI I MERCATI n Q* e n-1 P* relativi L’equilibrio puo’ aversi solo simultaneamente in tutti i mercati ARROW & DEBREU (1954) Una soluzione di equilibrio economico generale esiste solo in mercati perfettamente concorrenziali e sotto le ipotesi di: 1. Rendimenti decrescenti nella produzione Data la funzione di produzione y= f (K,L) Se y’= f (2K,2L) 2y rendimenti di scala decrescenti 2. Indivisibilità nel consumo. ECONOMIA DEL BENESSERE L’economia del benessere è quel ramo della scienza economica che studia come valutare e ordinare le allocazioni delle risorse nell’economia, ovvero si occupa di come configurare un sistema economico per raggiungere il massimo benessere collettivo. • Individuare le condizioni di EFFICIENZA ECONOMICA (Pareto efficienza) EFFICIENZA PARETIANA • «Una situazione in cui, attraverso una riallocazione delle risorse, non è possibile migliorare il benessere di un individuo senza diminuire quello di un qualcun altro» • Ogni riallocazione che aumenti il benessere di un individuo senza peggiorare quello di nessun altro è desiderabile (perché è un miglioramento paretiano della situazione di partenza) EFFICIENZA PARETIANA IN EQUILIBRIO ECONOMICO GENERALE Quali sono le condizioni di ottimalità paretiana in un sistema economico? • condizioni di efficienza paretiana nello scambio • condizioni di efficienza paretiana nella produzione • condizioni di efficienza paretiana complessiva (per l’economia nel suo complesso) Il sistema economico raggiunge un’ allocazione Pareto efficiente quando si verifica contemporaneamente efficienza nella produzione e nello scambio. EFFICIENZA NELLO SCAMBIO • Si ha una situazione di efficienza nello scambio quando il saggio marginale di sostituzione per ogni coppia di beni è uguale per ogni coppia di consumatori 2 consumatori: A,B 2 beni privati: X,Y Economia di puro scambio 𝐴 𝐵 𝑆𝑀𝑆𝑥,𝑦 =𝑆𝑀𝑆𝑥,𝑦 EFFICIENZA NELLA PRODUZIONE • Un’allocazione di fattori produttivi è pareto-ottimale quando i saggi marginali di sostituzione tecnica sono uguali nella produzione di ogni coppia di beni - 2 imprese X,Y - 2 fattori produttivi K,L 𝑋 𝑌 𝑆𝑀𝑆𝑇𝐾,𝐿 =𝑆𝑀𝑆𝑇𝐾,𝐿 EFFICIENZA GENERALE • Un’allocazione delle risorse è paretoottimale quando per ogni coppia di beni il saggio marginale di sostituzione è uguale al saggio marginale di trasformazione fra i beni stessi. 𝐴 𝐵 𝑆𝑀𝑆𝑋,𝑌 =𝑆𝑀𝑆𝑋,𝑌 = 𝑆𝑀𝑇𝑋,𝑌 FRONTIERA DELLE UTILITA’ (individua i punti di ottimo paretiano) FUNZIONE DEL BENESSERE SOCIALE W= w (𝑈1 , 𝑈2 ) Dove W (welfare) indica il benessere sociale • Considera il benessere della collettività in funzione delle utilità dei singoli individui che la compongono. • La funzione di benessere sociale permette di individuare un punto di ottimo sociale sulla frontiera delle utilità FUNZIONE DEL BENESSERE SOCIALE Per trovare l’ottimo sociale, bisogna cercare l’allocazione in cui la frontiera delle utilità è tangente alla più elevata curva di indifferenza sociale raggiungibile. TEOREMA FONDAMENTALE DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE • In un sistema economico di concorrenza perfetta, con mercati completi, un equilibrio concorrenziale, se esiste, e un ottimo paretiano. • La concorrenza porta ad un’allocazione pareto efficiente in tutti i mercati: status quo nel quale non è possibile migliorare il benessere di un consumatore senza peggiorare quello di qualcun altro CONCORRENZA PERFETTA (1/8) Un mercato per essere definito di concorrenza perfetta deve essere dotato di alcune caratteristiche: • Libertà di ingresso e di uscita dal mercato • Trasparenza di mercato (informazione perfetta e completa) • Omogeneità del prodotto • Polverizzazione o atomicità del mercato Price taking I singoli acquirenti e venditori in un mercato di CP non sono in grado di influenzare il prezzo di mercato. CONCORRENZA PERFETTA (2/8) Equilibrio di mercato CONCORRENZA PERFETTA (3/8) La curva di domanda della singola impresa è una retta orizzontale tracciata in corrispondenza del livello del prezzo di mercato. CONCORRENZA PERFETTA (4/8) La massimizzazione del profitto • In concorrenza perfetta l’impresa massimizza il profitto Max = RT –CT = P q – C(q) regola di massimizzazione: porre uguale a zero la derivata della funzione del profitto rispetto a Q Poiché la derivata del costo totale rispetto a Q non è altro che il costo marginale (Cmg): P = c’ L’impresa produrrà la quantità di bene tale che: Il ricavo marginale (il ricavo ottenuto vendendo l’ultima unità di bene) uguagli il costo marginale (costo affrontato nel produrre l’ultima unità) CONCORRENZA PERFETTA (5/8) La massimizzazione del profitto P,c C’ P* q1 q2 q Quale quantità massimizza il profitto? CONCORRENZA PERFETTA (6/8) curva d’offerta di un’impresa concorrenziale La curva di offerta di un’impresa concorrenziale coincide con il tratto della curva dei costi marginali superiore alla curva dei costi variabili medi. Per prezzi inferiori al costo variabile medio minimo l’impresa non produce nulla. CONCORRENZA PERFETTA (7/8) condizione di sopravvivenza nel breve periodo L’impresa opera sul mercato solo se il prezzo è uguale o superiore al minimo dei costi medi variabili, altrimenti cessa la produzione. p2 p1 Punto di fuga CONCORRENZA PERFETTA (8/8) condizione di sopravvivenza nel lungo periodo Nel lungo periodo il prezzo di mercato coincide con il costo medio minimo: • L’output è prodotto al costo unitario più basso possibile • Al venditore è pagato solo il costo di produzione • Il profitto economico è nullo per tutte le imprese = 0 poiché RT=CT I FALLIMENTI DI MERCATO Viene chiamata fallimento di mercato quella situazione nella quale l’allocazione dei beni lasciata al libero arbitrio non è efficiente • • • • Beni pubblici Esternalità Asimmetrie informative Mercati non perfettamente concorrenziali BENI PUBBLICI Beni il cui consumo non è rivale e non è escludibile FALLIMENTO DI MERCATO INDUCONO A COMPORTAMENTI FREE-RIDER ESTERNALITA’ (1/4) • Quando l’attività di produzione o di consumo un soggetto economico influisce sul benessere di un altro soggetto direttamente, ossia non mediante variazioni dei prezzi di mercato, l’effetto viene definito esternalità NEGATIVE POSITIVE ESTERNALITA’ (2/4) FALLIMENTO DI MERCATO IL MERCATO NON RIESCE DA SOLO A GARANTIRE UN’ALLOCAZIONE OTTIMALE DELLE RISORSE ESTERNALITA’ (3/4) …un esempio di esternalità negativa… ESTERNALITA’(4/4) … i possibili interventi … • • • • Imposte a la Pigou Sussidi per output non prodotti Assegnazione di diritti di proprietà Sistemi di regolamentazione ASIMMETRIA INFORMATIVA (1/4) • Vi è informazione asimmetrica quando i soggetti partecipanti ad una transazione non dispongono di uno stesso set di informazioni: • AGENTE : parte più informata PRINCIPALI: parte meno informata SELEZIONE AVVERSA AZZARDO MORALE ASIMMETRIA INFORMATIVA (2/4) SELEZIONE AVVERSA FALLIMENTO DI MERCATO La parte meno informata non riesce a selezionare la propria clientela e ciò conduce all’uscita dal mercato dei soggetti di qualità migliore ASIMMETRIA INFORMATIVA (3/4) AZZARDO MORALE FALLIMENTO DI MERCATO il principale non è in grado di controllare i comportamenti dell’agente ASIMMETRIA INFORMATIVA (4/4) …i possibili interventi... • CONTRATTI INCENTIVANTI il principale disegna mediante un contratto uno schema di incentivi per indurre l’agente ad adottare comportamenti in linea con i propri interessi (azzardo morale) e/o a svelare l’informazione in suo possesso (selezione avversa) MERCATI NON PERFETTAMENTE CONCORRENZIALI: MONOPOLIO (1/6) • Forma di mercato nella quale esiste una sola impresa che produce un bene per il quale non esistono sostituti stretti. MONOPOLIO (2/6) la massimizzazione del profitto MONOPOLIO (3/6) come fallimento di mercato MONOPOLIO NATURALE (4/6) • Nel monopolio naturale sono le condizioni della tecnologia a fare in modo che sia una sola impresa a sopravvivere sul mercato ECONOMIE DI SCALA: diminunuzione dei costi unitari o del costo medio al crescere della produzione sotto l’ipotesi che i prezzi dei fattori produttivi siano costanti MONOPOLIO NATURALE (5/6) • FUNZIONE DEI COSTI SUB ADDITIVA il costo della produzione di una quantità di beni è minore se tale quantità è prodotta da una sola impresa rispetto alla produzione della stessa quantità di beni da parte di più imprese MONOPOLIO NATURALE (6/6) funzione di costo sub additiva COSTO SINGOLA IMPRESA: DCOQd COSTO DUE IMPRESE: ABOQA+EFOQe REGOLAMENTAZIONE Imposizione di limiti alla discrezionalità delle scelte di individui e organizzazioni, sostenuta dalla minaccia di sanzioni Rende necessario il controllo delle attività di valore per la collettività REGOLAMENTAZIONE REGOLAMENTAZIONE DELLA DOMANDA DELL’OFFERTA (tetto massimo all’incremento dei prezzi, standard di qualità, barriere all’entrata, disponibilità informazioni, allocazione risorse scarse) REGOLAMENTAZIONE ECONOMICA Definizione di limiti al comportamento del monopolista Obiettivi: P=C’ Qualità servizi offerti alla collettività Disponibilità servizi alla totalità della collettività CONTROLLO DELLE AUTORITÀ PUBBLICHE ANTITRUST Mira a prevenire la concentrazione per garantire la concorrenza REGOLAMENTAZIONE Limita il comportamento delle imprese per ridurre inefficienze e distorsioni, in un mercato con elevata concentrazione REGOLAMENTAZIONE ECONOMICA monopolio naturale EFFICIENZA ECONOMICA (PRODUTTIVA) EFFICIENZA ALLOCATIVA Interventi: Controllo del prezzo legato ai costi di produzione Meccanismi incentivanti SOGGETTI DELLA REGOLAMENTAZIONE Governo: dipartimenti ministeriali Autorità indipendenti Autoregolamentazione (istituzioni di autogoverno dei soggetti regolamentati) Autorità di regolamentazione in Italia: AGCM, AGCOM, CONSOB, ISVAP, AEEG, COOVIP TEORIA DELLA REGOLAMENTAZIONE 1. Teoria Dell’Interesse Pubblico 2. Teoria Economica Della Regolamentazione 3. Economia Istituzionale Della Regolamentazione 4. Nuova Economia Pubblica APPROCCIO POSITIVO APPROCCIO NORMATIVO TEORIA DELL’INTERESSE PUBBLICO (Pigou) L’obiettivo della regolamentazione è correggere i fallimenti del mercato Il<Pianificatore Benevolente> è insensibile alle pressioni di gruppi di interesse, alle gratificazioni e alla corruzione; NON si occupa della ridistribuzione delle risorse. TEST DI FALLIMENTO DEL MERCATO: • Verificare l’esistenza di inefficienze • Valutare la fattibilità dell’intervento pubblico • Dimostrare : Benefici > Costi della regolamentazione (relativi alla creazione e al funzionamento dell’agenzia di regolamentazione) TEORIA POLITICA DELLA REGOLAMENTAZIONE(Stigler) 1/3 La regolamentazione è uno strumento di redistribuzione del surplus tra i gruppi sociali, senza impatto alcuno sul livello di efficienza. Non esiste il pianificatore benevolente ma solo la classe politica, la cui funzione obiettivo è la rielezione. Le grandi imprese sono in una posizione di vantaggio perché sono in grado di: • Organizzare l’azione collettiva • Limitare il free riding TEORIA POLITICA DELLA REGOLAMENTAZIONE(Stigler) 2/3 <Cattura del regolatore>, il regolatore è controllato dalle imprese che regolamenta. Funzione obiettivo: max supporto politico 𝑀 = 𝑃, 𝜋 • All’aumentare di P si riduce il supporto politico dei consumatori • All’aumentare di π si incrementa il supporto politico delle imprese TEORIA POLITICA DELLA REGOLAMENTAZIONE(Stigler) 3/3 ECONOMIA ISTITUZIONALE DELLA REGOLAMENTAZIONE(Coase) Valutazione dei COSTI DI TRANSAZIONE, costi di negoziazione sostenuti per scrivere i contratti e organizzare gli agenti. Analisi comparativa i costi di transazione devono essere confrontati con: • Costi di soluzioni alternative • Benefici della regolamentazione NUOVA ECONOMIA PUBBLICA (Laffont – Tirole) Applicazione della teoria dei contratti alla regolamentazione. Individuazione e correzione dei fallimenti. Hp: asimmetria informativa Il regolatore deve scrivere i contratti con le imprese in modo da raggiungere le condizioni di efficienza, allocativa e produttiva. TARIFFAZIONE OTTIMALE (1/3) Problema del regolatore: max 𝑊 = 𝑆 𝑝 + 𝛼𝜋 0≤𝛼≤1 𝑑𝑎𝑡𝑜 𝜋 ≥ 0 • INFORMAZIONE PERFETTA E COMPLETA • IL REGOLATORE MASSIMIZZA LA FUNZIONE DI WELFARE • LA PRODUZIONE PUÒ ESSERE PUBBLICA O PRIVATA Le ipotesi servono a determinare il prezzo! TARIFFAZIONE OTTIMALE (2/3) HP: INFORMAZIONE PERFETTA E COMPLETA tariffazione con sussidio al monopolista Condizione di first best: P=C’ Imposta Lump Sum tariffazione con domanda variabile Ore non di punta: P=C’ (first best) Ore di punta: P>C’ TARIFFAZIONE OTTIMALE (3/3) HP: ASIMMETRIA INFORMATIVA tariffe lineari, costanti al variare della quantità P si allontana da C’ tanto più la domanda è anaelastica. Si tassano in misura superiore i beni di prima necessità: tariffe inique! tariffe non lineari, composte da una quota fissa e una quota variabile Si avvicinano alla condizioni first best se il canone fisso copre i CF e P=C’ MODELLO DI BARON-MYERSON (1/3) Adverse selection Il monopolista ha la rendita informativa Obiettivo del regolatore estrarre la rendita attraverso contratti incentivanti Ipotesi: - take it or leave it - rispetto del contratto - menù composto da una serie di p e di T MODELLO DI BARON-MYERSON (2/3) 2 livelli di costo: c1 e c2 c1<c2 quindi se c=c1 il monopolista è più efficiente Il menù di contratti deve rispettare i vincoli: - IC (vincolo di compatibilità degli incentivi): induce a dichiarare il costo vero in quanto conveniente ∏ (verità) ≥ ∏ (menzogna) - IR (vincolo di partecipazione): induce il monopolista a partecipare al contratto ∏ᵢ ≥ 0 per ogni i= 1,2 MODELLO DI BARON-MYERSON (3/3) Il regolatore massimizza il Welfare dati i vincoli operativi IC e IR Se c = c1 allora p = c1 ↓ Efficienza allocativa! T₁ > 0 Se c =c2 allora p > c2 T₂ < 0 ↓ Disincentivo MODELLO DI LAFFONT-TIROLE (1/3) Adverse selection + Moral azard il monopolista non è incentivato a minimizzare i costi INEFFICIENZA PRODUTTIVA Il monopolista può ridurre il costo attraverso l’effort: c= Ө-e Dove Ө : -condizioni della tecnologia -variabile di adverse selection -non dipende dal monopolista -è nota al monopolista e : -indica l’effort -variabile di moral azard -dipende dal monopolista MODELLO DI LAFFONT-TIROLE (2/3) A differenza del modello di Baron-Myerson, nel modello di Laffont-Tirole il regolatore conosce il costo, ma non conosce la sua composizione (i valori di Ө;e) Si ipotizzano 2 valori della tecnologia Ө1 e Ө2 con Ө1< Ө2 quindi se Ө= Ө1 la tecnologia sarà più efficiente Obiettivo del regolatore: - spingere il monopolista a dichiarare il suo tipo, cioè Ө. - spingere il monopolista a minimizzare i costi MODELLO DI LAFFONT-TIROLE (3/3) Il regolatore massimizza il Welfare dati i vincoli operativi IC e IR -Se Ө= Ө1 allora p=c1 Efficienza allocativa Costo marginale di e = ricavo marginale ↓ Efficienza produttiva -Se Ө= Ө2 allora p= c2 Efficienza allocativa costo marginale di e < ricavo marginale T₁=costo di e + X T₂= costo di e RB-ROR (RATE BASE - RATE OF RETURN) Pone un limite al saggio di rendimento sul capitale investito in modo da garantire al monopolista un profitto equo (RT-wL)/k ≤ s ∏ ≤ (s-r) k LIMITI: - Inefficienza produttiva - Sovrainvestimento di capitale (k>k*) - Elevati costi di controllo PRICE-CAP (1/3) Pone un tetto alla crescita annua dei prezzi di un paniere di servizi, per un periodo fissato, legandola alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie al netto del fattore di correzione X che tiene conto dei guadagni futuri di efficienza dell’impresa. dove X= fattore di correzione (esogeno):saggio dell’efficienza dell’impresa stimata dal regolatore RPI =indice dei prezzi al consumo, proxy del costo del settore TLC t = 1….t° nel lungo periodo i fattori vengono riconsiderati PRICE-CAP (2/3) …i vantaggi… - Parziale superamento asimmetrie informative. - Riduzione costi del controllo tariffario. - Efficienza produttiva scelta del fattore X volto a trasferire al consumatore parte dei guadagni che l’impresa acquisisce dagli aumenti di produttività. Tutti i miglioramenti maggiori di X si traducono in una crescita del profitto per il monopolista. - discrezionalità sui prezzi dei singoli servizi. PRICE CAP (3/3) …gli svantaggi… - Discrezionalità sui prezzi il monopolista max ∏ attraverso prezzi elevati sui beni a bassa elasticità: trade-off tra eff. allocativa e equità subcap. - Comportamenti anticompetitivi e comportamenti strategici. - Perdita benefici in caso di continua revisione della X per estrarre la rendita. IL SETTORE ELETTRICO (1/3) Prima del decreto Bersani il mercato elettrico nelle sue diverse componenti (generazione, trasmissione, dispacciamento, distribuzione e vendita) era concentrato in un solo operatore integrato, l’ ENEL. Dal decreto deriva: - Separazione contabile delle imprese che svolgono più fasi - Liberalizzazione parziale della fase di generazione - Progressiva apertura del mercato finale - Garanzia dell’accesso alla rete - Reciprocità nell’apertura dei mercati nazionali dell’energia tra i vari stati membri IL SETTORE ELETTRICO (2/3) Indicazioni relative alle specifiche fasi di GENERAZIONE: - soglia del 50% -vendita capacità di produzione TRASMISSIONE:regime di monopolio DISTRIBUZIONE: monopolio locale VENDITA: -contratti bilaterali - contratti nella Borsa Elettrica SISTEMA ELETTRICO (3/3) … POST liberalizzazione: LIBERO MERCATO GENERAZIONE E IMPORTAZIONE DISPACCIAMENTO MONOPOLIO REGOLAMENTATO TRASMISSIONE DISTRIBUZIONE* IN CONCESSIONE MONOPOLIO REGOLAMENTATO IN CONCESSIONE MISURA VENDITA LIBERO MERCATO IL SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI (1/5) -Storicamente caratterizzato come un monopolio naturale -Rilevanti economie di scala e di scopo (costi fissi per la realizzazione della rete, molteplicità di servizi) -Presenza di esternalità di rete: il valore di avere la connessione telefonica per un utente dipende dal numero di altri utenti che possono essere contattati o da cui si può essere contattati Il monopolio naturale non permane necessariamente infatti la crescita sostenuta della domanda e la saturazione del mercato possono portare rispettivamente all’esaurimento delle economie di scala e delle esternalità di rete.Questi elementi unitamente allo sviluppo tecnologico hanno spinto lo sviluppo della concorrenza a diversi livelli. IL SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI (2/5) Attività potenzialmente concorrenziali la cui realizzazione dipende dalla possibilità di accesso ad una attrezzatura essenziale ↓ Necessità di regolamentare Obiettivi principali della regolamentazione: - eliminare la capacità dell'operatore dominante di esercitare un indesiderato potere di mercato; - garantire l’efficienza dei servizi erogati; - tutelare i consumatori tramite l'obbligo imposto alle imprese regolamentate di fornire un servizio di elevata qualità; - stimolare gli operatori ad investire in tecnologie innovative; - assicurare il servizio universale. IL SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI (3/5) Una duplice regolamentazione A MONTE Presenza di un monopolio naturale che riguarda il servizio di interconnessione alla rete A VALLE Presenza di una forma di scarso oligopolio per il servizio finale offerto al consumatore IL SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI (4/5) Per quanto concerne l’interconnessione, la regolamentazione prevede che gli operatori devono: a) osservare il principio di non discriminazione, applicando condizioni analoghe a coloro che si interconnettono e forniscono servizi simili; b) garantire la stessa qualità che caratterizza i propri servizi o quelli delle loro affiliate; c) su richiesta dei soggetti che desiderano interconnettersi, rendere disponibili tutte le informazioni e le tecniche necessarie; e) disaggregare le condizioni di interconnessione per servizi e per componenti in funzione delle esigenze di mercato, evitando che il richiedente debba sostenere oneri non strettamente attinenti al servizio richiesto; f ) adottare una contabilità separata per le attività di interconnessione e per gli altri servizi di telecomunicazioni offerti all’utenza. IL SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI (5/5) La regolamentazione a valle avviene mediante il price-cap; l’Autorità ha definito il paniere di servizi di fonia vocale al quale applicare il vincolo generale di price-cap: - Attivazione e trasloco linea - Abbonamento al servizio telefonico - Telefonia urbana e interurbana - Telefonia internazionale Per limitare la discrezionalità dell’incumbent sono aggiunti tre sub-cap relativamente ai: - Servizi del paniere consumati dalla clientela residenziale - Canoni e contributi di attivazione e trasloco della linea - Servizi telefonici urbani FINE GRAZIE PER L’ATTENZIONE