ECONOMIA DEI MERCATI E
DELLA
REGOLAMENTAZIONE
EQUILIBRIO PARZIALE VS
EQUILIBRIO GENERALE
• Un’analisi economica si dice di equilibrio
parziale se considera un singolo mercato
in particolare, come se gli altri non
esistessero.
• La
teoria
dell’equilibrio
economico
generale analizza contemporaneamente
le condizioni di equilibrio su tutti i mercati
del sistema economico.
EQUILIBRIO GENERALE
 Interdipendenza dei mercati:
« in ogni mercato le Q domandate e offerte
dipendono anche dai prezzi degli altri
mercati.»
 Condizioni simultanee di equilibrio:
« un equilibrio economico generale esiste
quando la domanda eguaglia l’offerta in
tutti i mercati in corrispondenza di un prezzo
positivo».
EQUILIBRIO GENERALE
D=S
Soluzione:
IN TUTTI I MERCATI
n Q* e
n-1 P*
relativi
L’equilibrio puo’ aversi solo
simultaneamente in tutti i mercati
ARROW & DEBREU (1954)
Una soluzione di equilibrio
economico
generale
esiste
solo
in
mercati
perfettamente concorrenziali e sotto le
ipotesi di:
1. Rendimenti decrescenti nella produzione
Data la funzione di produzione y= f (K,L)
Se y’= f (2K,2L)  2y
rendimenti di scala
decrescenti
2.
Indivisibilità nel consumo.
ECONOMIA DEL BENESSERE
L’economia del benessere è quel ramo
della scienza economica che studia come
valutare e ordinare le allocazioni delle
risorse nell’economia, ovvero si occupa di
come configurare un sistema economico
per raggiungere il massimo benessere
collettivo.
• Individuare le condizioni di EFFICIENZA
ECONOMICA (Pareto efficienza)
EFFICIENZA PARETIANA
• «Una situazione in cui, attraverso una
riallocazione delle risorse, non è possibile
migliorare il benessere di un individuo
senza diminuire quello di un qualcun
altro»
• Ogni riallocazione che aumenti il
benessere
di
un
individuo
senza
peggiorare quello di nessun altro è
desiderabile (perché è un miglioramento
paretiano della situazione di partenza)
EFFICIENZA PARETIANA IN
EQUILIBRIO ECONOMICO
GENERALE
Quali sono le condizioni di ottimalità paretiana in un
sistema economico?
• condizioni di efficienza paretiana nello scambio
• condizioni di efficienza paretiana nella produzione
• condizioni di efficienza paretiana complessiva (per
l’economia nel suo complesso)
Il sistema economico raggiunge un’ allocazione
Pareto
efficiente
quando
si
verifica
contemporaneamente efficienza nella produzione e
nello scambio.
EFFICIENZA NELLO SCAMBIO
• Si ha una situazione di efficienza nello
scambio quando il saggio marginale di
sostituzione per ogni coppia di beni è
uguale per ogni coppia di consumatori
 2 consumatori: A,B
 2 beni privati: X,Y
 Economia di puro scambio
𝐴
𝐵
𝑆𝑀𝑆𝑥,𝑦
=𝑆𝑀𝑆𝑥,𝑦
EFFICIENZA NELLA PRODUZIONE
• Un’allocazione di fattori produttivi è
pareto-ottimale quando i saggi
marginali di sostituzione tecnica sono
uguali nella produzione di ogni coppia
di beni
- 2 imprese X,Y
- 2 fattori produttivi K,L
𝑋
𝑌
𝑆𝑀𝑆𝑇𝐾,𝐿
=𝑆𝑀𝑆𝑇𝐾,𝐿
EFFICIENZA GENERALE
• Un’allocazione delle risorse è paretoottimale quando per ogni coppia di
beni il saggio marginale di sostituzione
è uguale al saggio marginale di
trasformazione fra i beni stessi.
𝐴
𝐵
𝑆𝑀𝑆𝑋,𝑌
=𝑆𝑀𝑆𝑋,𝑌
= 𝑆𝑀𝑇𝑋,𝑌
FRONTIERA DELLE UTILITA’
(individua i punti di ottimo paretiano)
FUNZIONE DEL BENESSERE
SOCIALE
W= w (𝑈1 , 𝑈2 )
Dove W (welfare) indica il benessere sociale
• Considera il benessere della collettività in
funzione delle utilità dei singoli individui
che la compongono.
• La funzione di benessere sociale permette
di individuare un punto di ottimo sociale
sulla frontiera delle utilità
FUNZIONE DEL BENESSERE
SOCIALE
Per trovare l’ottimo sociale, bisogna cercare l’allocazione in cui la
frontiera delle utilità è tangente alla più elevata curva di indifferenza
sociale raggiungibile.
TEOREMA FONDAMENTALE
DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE
• In un sistema economico di concorrenza
perfetta, con mercati completi, un
equilibrio concorrenziale, se esiste, e un
ottimo paretiano.
• La concorrenza porta ad un’allocazione
pareto efficiente in tutti i mercati:
status quo nel quale non è possibile
migliorare il benessere di un consumatore
senza peggiorare quello di qualcun altro
CONCORRENZA PERFETTA (1/8)
Un mercato per essere definito di concorrenza
perfetta
deve
essere
dotato
di
alcune
caratteristiche:
• Libertà di ingresso e di uscita dal mercato
• Trasparenza di mercato (informazione perfetta e
completa)
• Omogeneità del prodotto
• Polverizzazione o atomicità del mercato
Price taking
I singoli acquirenti e venditori in un mercato di CP
non sono in grado di influenzare il prezzo di
mercato.
CONCORRENZA PERFETTA (2/8)
Equilibrio di mercato
CONCORRENZA PERFETTA (3/8)
La curva di domanda della singola impresa è una retta
orizzontale tracciata in corrispondenza del livello del
prezzo di mercato.
CONCORRENZA PERFETTA (4/8)
La massimizzazione del profitto
• In concorrenza perfetta l’impresa massimizza il
profitto
Max  = RT –CT
 = P q – C(q)
regola di massimizzazione: porre uguale a zero la
derivata della funzione del profitto rispetto a Q
Poiché la derivata del costo totale rispetto a Q non è
altro che il costo marginale (Cmg):
P = c’
L’impresa produrrà la quantità di bene tale che:
Il ricavo marginale (il ricavo ottenuto vendendo l’ultima unità di bene)
uguagli il costo marginale (costo affrontato nel produrre l’ultima unità)
CONCORRENZA PERFETTA (5/8)
La massimizzazione del profitto
P,c
C’
P*
q1
q2
q
Quale quantità massimizza il profitto?
CONCORRENZA PERFETTA (6/8)
curva d’offerta di un’impresa concorrenziale
La curva di offerta di un’impresa concorrenziale coincide con il
tratto della curva dei costi marginali superiore alla curva dei costi
variabili medi. Per prezzi inferiori al costo variabile medio minimo
l’impresa non produce nulla.
CONCORRENZA PERFETTA (7/8)
condizione di sopravvivenza nel breve periodo
L’impresa opera sul mercato solo se il prezzo è uguale o superiore
al minimo dei costi medi variabili, altrimenti cessa la produzione.
p2
p1
Punto di
fuga
CONCORRENZA PERFETTA (8/8)
condizione di sopravvivenza nel lungo periodo
Nel lungo periodo il prezzo di mercato coincide con il costo medio minimo:
• L’output è prodotto al costo unitario più basso possibile
• Al venditore è pagato solo il costo di produzione
• Il profitto economico è nullo per tutte le imprese
 = 0 poiché RT=CT
I FALLIMENTI DI MERCATO
Viene chiamata fallimento di mercato
quella situazione nella quale l’allocazione
dei beni lasciata al libero arbitrio non è
efficiente
•
•
•
•
Beni pubblici
Esternalità
Asimmetrie informative
Mercati non perfettamente concorrenziali
BENI PUBBLICI
Beni il cui consumo non è rivale e non è
escludibile
FALLIMENTO DI MERCATO
INDUCONO A COMPORTAMENTI FREE-RIDER
ESTERNALITA’ (1/4)
• Quando l’attività di produzione o di
consumo un soggetto economico
influisce sul benessere di un altro
soggetto direttamente, ossia non
mediante variazioni dei prezzi di
mercato, l’effetto viene definito
esternalità
NEGATIVE POSITIVE
ESTERNALITA’ (2/4)
FALLIMENTO DI MERCATO
IL MERCATO NON RIESCE DA SOLO A
GARANTIRE UN’ALLOCAZIONE
OTTIMALE DELLE RISORSE
ESTERNALITA’ (3/4)
…un esempio di esternalità negativa…
ESTERNALITA’(4/4)
… i possibili interventi …
•
•
•
•
Imposte a la Pigou
Sussidi per output non prodotti
Assegnazione di diritti di proprietà
Sistemi di regolamentazione
ASIMMETRIA INFORMATIVA (1/4)
• Vi è informazione asimmetrica quando i
soggetti partecipanti ad una
transazione non dispongono di uno
stesso set di informazioni:
• AGENTE : parte più informata
PRINCIPALI: parte meno informata
SELEZIONE
AVVERSA
AZZARDO
MORALE
ASIMMETRIA INFORMATIVA (2/4)
SELEZIONE AVVERSA
FALLIMENTO DI MERCATO
La parte meno informata non riesce
a selezionare la propria clientela e
ciò conduce all’uscita dal mercato
dei soggetti di qualità migliore
ASIMMETRIA INFORMATIVA (3/4)
AZZARDO MORALE
FALLIMENTO DI MERCATO
il principale non è in grado di
controllare i comportamenti
dell’agente
ASIMMETRIA INFORMATIVA (4/4)
…i possibili interventi...
• CONTRATTI INCENTIVANTI
il principale disegna mediante un
contratto uno schema di incentivi per
indurre l’agente ad adottare
comportamenti in linea con i propri
interessi (azzardo morale) e/o a svelare
l’informazione in suo possesso (selezione
avversa)
MERCATI NON PERFETTAMENTE
CONCORRENZIALI: MONOPOLIO
(1/6)
• Forma di mercato nella quale esiste una
sola impresa che produce un bene per il
quale non esistono sostituti stretti.
MONOPOLIO (2/6)
la massimizzazione del profitto
MONOPOLIO (3/6)
come fallimento di mercato
MONOPOLIO NATURALE (4/6)
• Nel monopolio naturale sono le condizioni
della tecnologia a fare in modo che sia
una sola impresa a sopravvivere sul
mercato
ECONOMIE DI SCALA: diminunuzione dei
costi unitari o del costo medio al crescere
della produzione sotto l’ipotesi che i
prezzi dei fattori produttivi siano costanti
MONOPOLIO NATURALE (5/6)
• FUNZIONE DEI COSTI SUB ADDITIVA
il costo della produzione di una
quantità di beni è minore se tale
quantità è prodotta da una sola
impresa rispetto alla produzione della
stessa quantità di beni da parte di più
imprese
MONOPOLIO NATURALE (6/6)
funzione di costo sub additiva
COSTO SINGOLA IMPRESA: DCOQd
COSTO DUE IMPRESE: ABOQA+EFOQe
REGOLAMENTAZIONE
Imposizione di limiti alla discrezionalità
delle scelte di individui e organizzazioni,
sostenuta dalla minaccia di sanzioni
Rende necessario il controllo delle attività
di valore per la collettività
REGOLAMENTAZIONE REGOLAMENTAZIONE
DELLA DOMANDA
DELL’OFFERTA
(tetto massimo all’incremento dei prezzi, standard di
qualità, barriere all’entrata, disponibilità
informazioni, allocazione risorse scarse)
REGOLAMENTAZIONE
ECONOMICA
Definizione di limiti al comportamento del
monopolista
Obiettivi:
 P=C’
 Qualità servizi offerti alla collettività
 Disponibilità servizi alla totalità della
collettività
CONTROLLO DELLE AUTORITÀ
PUBBLICHE
ANTITRUST
Mira a prevenire la
concentrazione per
garantire la
concorrenza
REGOLAMENTAZIONE
Limita il
comportamento delle
imprese per ridurre
inefficienze e
distorsioni, in un
mercato con elevata
concentrazione
REGOLAMENTAZIONE ECONOMICA
 monopolio naturale
EFFICIENZA
ECONOMICA
(PRODUTTIVA)
EFFICIENZA
ALLOCATIVA
Interventi:
 Controllo del prezzo legato ai costi di
produzione
 Meccanismi incentivanti
SOGGETTI DELLA
REGOLAMENTAZIONE
 Governo: dipartimenti ministeriali
 Autorità indipendenti
 Autoregolamentazione (istituzioni di
autogoverno dei soggetti
regolamentati)
Autorità di regolamentazione in Italia:
AGCM, AGCOM, CONSOB, ISVAP, AEEG,
COOVIP
TEORIA DELLA
REGOLAMENTAZIONE
1. Teoria Dell’Interesse Pubblico
2. Teoria Economica Della
Regolamentazione
3. Economia Istituzionale Della
Regolamentazione
4. Nuova Economia Pubblica
APPROCCIO
POSITIVO
APPROCCIO
NORMATIVO
TEORIA DELL’INTERESSE
PUBBLICO (Pigou)
L’obiettivo della regolamentazione è
correggere i fallimenti del mercato
Il<Pianificatore Benevolente> è insensibile
alle pressioni di gruppi di interesse, alle
gratificazioni e alla corruzione; NON si
occupa della ridistribuzione delle risorse.
TEST DI FALLIMENTO DEL MERCATO:
• Verificare l’esistenza di inefficienze
• Valutare la fattibilità dell’intervento pubblico
• Dimostrare : Benefici > Costi della regolamentazione
(relativi alla creazione e al funzionamento dell’agenzia
di regolamentazione)
TEORIA POLITICA DELLA
REGOLAMENTAZIONE(Stigler) 1/3
La regolamentazione è uno strumento di
redistribuzione del surplus tra i gruppi sociali,
senza impatto alcuno sul livello di efficienza.
Non esiste il pianificatore benevolente ma
solo la classe politica, la cui funzione obiettivo
è la rielezione.
Le grandi imprese sono in una posizione di
vantaggio perché sono in grado di:
• Organizzare l’azione collettiva
• Limitare il free riding
TEORIA POLITICA DELLA
REGOLAMENTAZIONE(Stigler) 2/3
<Cattura del regolatore>, il regolatore è
controllato dalle imprese che regolamenta.
Funzione obiettivo: max supporto politico
𝑀 = 𝑃, 𝜋
• All’aumentare di P si riduce il supporto
politico dei consumatori
• All’aumentare di π si incrementa il supporto
politico delle imprese
TEORIA POLITICA DELLA
REGOLAMENTAZIONE(Stigler) 3/3
ECONOMIA ISTITUZIONALE DELLA
REGOLAMENTAZIONE(Coase)
Valutazione dei COSTI DI TRANSAZIONE, costi
di negoziazione sostenuti per scrivere i
contratti e organizzare gli agenti.
Analisi comparativa  i costi di transazione
devono essere confrontati con:
• Costi di soluzioni alternative
• Benefici della regolamentazione
NUOVA ECONOMIA PUBBLICA
(Laffont – Tirole)
Applicazione della teoria dei contratti alla
regolamentazione.
Individuazione e correzione dei fallimenti.
Hp: asimmetria informativa
Il regolatore deve scrivere i contratti con le
imprese in modo da raggiungere le
condizioni di efficienza, allocativa e
produttiva.
TARIFFAZIONE OTTIMALE (1/3)
Problema del regolatore:
max 𝑊 = 𝑆 𝑝 + 𝛼𝜋
0≤𝛼≤1
𝑑𝑎𝑡𝑜 𝜋 ≥ 0
• INFORMAZIONE PERFETTA E COMPLETA
• IL REGOLATORE MASSIMIZZA LA FUNZIONE
DI WELFARE
• LA PRODUZIONE PUÒ ESSERE PUBBLICA O
PRIVATA
Le ipotesi servono a determinare il prezzo!
TARIFFAZIONE OTTIMALE (2/3)
HP: INFORMAZIONE PERFETTA E COMPLETA
tariffazione con sussidio al monopolista
Condizione di first best: P=C’
Imposta Lump Sum
tariffazione con domanda variabile
Ore non di punta: P=C’ (first best)
Ore di punta: P>C’
TARIFFAZIONE OTTIMALE (3/3)
HP: ASIMMETRIA INFORMATIVA
tariffe lineari, costanti al variare della
quantità
P si allontana da C’ tanto più la domanda è
anaelastica. Si tassano in misura superiore i
beni di prima necessità: tariffe inique!
tariffe non lineari, composte da una quota
fissa e una quota variabile
Si avvicinano alla condizioni first best se il
canone fisso copre i CF e P=C’
MODELLO DI BARON-MYERSON (1/3)
Adverse selection  Il monopolista ha la
rendita informativa
Obiettivo del regolatore  estrarre la rendita
attraverso contratti incentivanti
Ipotesi: - take it or leave it
- rispetto del contratto
- menù composto da una serie di p e di T
MODELLO DI BARON-MYERSON (2/3)
2 livelli di costo: c1 e c2
c1<c2 quindi
se c=c1 il monopolista è più efficiente
Il menù di contratti deve rispettare i vincoli:
- IC (vincolo di compatibilità degli incentivi): induce a
dichiarare il costo vero in quanto conveniente
∏ (verità) ≥ ∏ (menzogna)
- IR (vincolo di partecipazione): induce il monopolista a
partecipare al contratto
∏ᵢ ≥ 0
per ogni i= 1,2
MODELLO DI BARON-MYERSON (3/3)
Il regolatore massimizza il Welfare dati i
vincoli operativi IC e IR
Se
c = c1
allora p = c1
↓
Efficienza
allocativa!
T₁ > 0
Se
c =c2
allora p > c2
T₂ < 0
↓
Disincentivo
MODELLO DI LAFFONT-TIROLE (1/3)
Adverse selection + Moral azard
 il monopolista non è incentivato a minimizzare i
costi
 INEFFICIENZA PRODUTTIVA
Il monopolista può ridurre il costo attraverso l’effort:
c= Ө-e
Dove
Ө : -condizioni della tecnologia
-variabile di adverse selection
-non dipende dal monopolista
-è nota al monopolista
e : -indica l’effort
-variabile di moral azard
-dipende dal monopolista
MODELLO DI LAFFONT-TIROLE (2/3)
A differenza del modello di Baron-Myerson, nel
modello di Laffont-Tirole il regolatore conosce il costo,
ma non conosce la sua composizione (i valori di Ө;e)
Si ipotizzano 2 valori della tecnologia Ө1 e Ө2 con Ө1<
Ө2
quindi se Ө= Ө1 la tecnologia sarà più efficiente
Obiettivo del regolatore:
- spingere il monopolista a dichiarare il suo tipo, cioè Ө.
- spingere il monopolista a minimizzare i costi
MODELLO DI LAFFONT-TIROLE (3/3)
Il regolatore massimizza il Welfare dati i
vincoli operativi IC e IR
-Se
Ө= Ө1
allora p=c1  Efficienza allocativa
Costo marginale di e = ricavo marginale
↓
Efficienza produttiva
-Se
Ө= Ө2
allora p= c2  Efficienza allocativa
costo marginale di e < ricavo marginale
T₁=costo di e + X
T₂= costo di e
RB-ROR (RATE BASE - RATE OF
RETURN)
Pone un limite al saggio di rendimento sul capitale
investito in modo da garantire al monopolista un
profitto equo
(RT-wL)/k ≤ s
∏ ≤ (s-r) k
LIMITI:
- Inefficienza produttiva
- Sovrainvestimento di capitale (k>k*)
- Elevati costi di controllo
PRICE-CAP (1/3)
Pone un tetto alla crescita annua dei prezzi di un
paniere di servizi, per un periodo fissato, legandola
alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le
famiglie al netto del fattore di correzione X che tiene
conto dei guadagni futuri di efficienza dell’impresa.
dove
X= fattore di correzione
(esogeno):saggio dell’efficienza
dell’impresa stimata dal regolatore
RPI =indice dei prezzi al consumo,
proxy del
costo del settore TLC
t = 1….t° nel lungo periodo i fattori
vengono riconsiderati
PRICE-CAP (2/3)
…i vantaggi…
- Parziale superamento asimmetrie informative.
- Riduzione costi del controllo tariffario.
- Efficienza produttiva
scelta del fattore
X volto a trasferire al consumatore parte dei
guadagni che l’impresa acquisisce dagli
aumenti di produttività. Tutti i miglioramenti
maggiori di X si traducono in una crescita del
profitto per il monopolista.
- discrezionalità sui prezzi dei singoli servizi.
PRICE CAP (3/3)
…gli svantaggi…
- Discrezionalità sui prezzi
il monopolista
max ∏ attraverso prezzi elevati sui beni a
bassa elasticità:
trade-off tra eff. allocativa e equità
subcap.
- Comportamenti anticompetitivi e
comportamenti strategici.
- Perdita benefici in caso di continua revisione
della X per estrarre la rendita.
IL SETTORE ELETTRICO (1/3)
Prima del decreto Bersani il mercato elettrico nelle
sue diverse componenti (generazione, trasmissione,
dispacciamento, distribuzione e vendita) era
concentrato in un solo operatore integrato, l’ ENEL.
Dal decreto deriva:
- Separazione contabile delle imprese che svolgono
più fasi
- Liberalizzazione parziale della fase di
generazione
- Progressiva apertura del mercato finale
- Garanzia dell’accesso alla rete
- Reciprocità nell’apertura dei mercati nazionali
dell’energia tra i vari stati membri
IL SETTORE ELETTRICO (2/3)
Indicazioni relative alle specifiche fasi di
GENERAZIONE:
- soglia del 50%
-vendita capacità di produzione
TRASMISSIONE:regime di monopolio
DISTRIBUZIONE: monopolio locale
VENDITA:
-contratti bilaterali
- contratti nella Borsa Elettrica
SISTEMA ELETTRICO (3/3)
… POST liberalizzazione:
LIBERO
MERCATO
GENERAZIONE E
IMPORTAZIONE
DISPACCIAMENTO
MONOPOLIO
REGOLAMENTATO
TRASMISSIONE
DISTRIBUZIONE*
IN
CONCESSIONE
MONOPOLIO
REGOLAMENTATO
IN
CONCESSIONE
MISURA
VENDITA
LIBERO
MERCATO
IL SETTORE DELLE
TELECOMUNICAZIONI (1/5)
-Storicamente caratterizzato come un monopolio naturale
-Rilevanti economie di scala e di scopo (costi fissi per la
realizzazione della rete, molteplicità di servizi)
-Presenza di esternalità di rete: il valore di avere la
connessione telefonica per un utente dipende dal numero
di altri utenti che possono essere contattati o da cui si può
essere contattati
Il monopolio naturale non permane necessariamente
infatti la crescita sostenuta della domanda e la saturazione
del mercato possono portare rispettivamente
all’esaurimento delle economie di scala e delle esternalità
di rete.Questi elementi unitamente allo sviluppo
tecnologico hanno spinto lo sviluppo della concorrenza a
diversi livelli.
IL SETTORE DELLE
TELECOMUNICAZIONI (2/5)
Attività potenzialmente concorrenziali la cui realizzazione
dipende dalla possibilità di accesso ad una attrezzatura
essenziale
↓
Necessità di regolamentare
Obiettivi principali della regolamentazione:
- eliminare la capacità dell'operatore dominante di esercitare
un indesiderato potere di mercato;
- garantire l’efficienza dei servizi erogati;
- tutelare i consumatori tramite l'obbligo imposto alle imprese
regolamentate di fornire un servizio di elevata qualità;
- stimolare gli operatori ad investire in tecnologie innovative;
- assicurare il servizio universale.
IL SETTORE DELLE
TELECOMUNICAZIONI (3/5)
Una duplice regolamentazione
A MONTE
Presenza di un monopolio
naturale che riguarda il
servizio di interconnessione
alla rete
A VALLE
Presenza di una forma
di scarso oligopolio per
il servizio finale offerto
al consumatore
IL SETTORE DELLE
TELECOMUNICAZIONI (4/5)
Per quanto concerne l’interconnessione, la regolamentazione prevede
che gli operatori devono:
a) osservare il principio di non discriminazione, applicando condizioni
analoghe a coloro che si interconnettono e forniscono servizi simili;
b) garantire la stessa qualità che caratterizza i propri servizi o quelli delle
loro affiliate;
c) su richiesta dei soggetti che desiderano interconnettersi, rendere
disponibili tutte le informazioni e le tecniche necessarie;
e) disaggregare le condizioni di interconnessione per servizi e per
componenti in funzione delle esigenze di mercato, evitando che il
richiedente debba sostenere oneri non strettamente attinenti al servizio
richiesto;
f ) adottare una contabilità separata per le attività di interconnessione e
per gli altri servizi di telecomunicazioni offerti all’utenza.
IL SETTORE DELLE
TELECOMUNICAZIONI (5/5)
La regolamentazione a valle avviene mediante il price-cap;
l’Autorità ha definito il paniere di servizi di fonia vocale al
quale applicare il vincolo generale di price-cap:
- Attivazione e trasloco linea
- Abbonamento al servizio telefonico
- Telefonia urbana e interurbana
- Telefonia internazionale
Per limitare la discrezionalità dell’incumbent sono aggiunti tre
sub-cap relativamente ai:
- Servizi del paniere consumati dalla clientela residenziale
- Canoni e contributi di attivazione e trasloco della linea
- Servizi telefonici urbani
FINE
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE
Scarica

Document