in collaborazione con Tavola rotonda: Cure simultanee: l’evoluzione delle esperienze nel 2014 Niguarda in oncoematologia Il paziente fragile affetto da linfoma a Niguarda: la chemioterapia tra casa e ospedale Sonia Ribera Cure simultanee in oncologia 2014: l’evoluzione delle esperienze in Lombardia 14 Novembre 2014 1 in collaborazione con Utenza del servizio OED di Niguarda Pazienti in carico alle SS.CC. di Ematologia presenti sul territorio di Milano I pazienti in carico a livello domiciliare possono essere: pazienti preterminali: in terapia di contenimento e palliativa, medio e alta intensità di cura pazienti in dimissione protetta: in trattamento chemioterapico eradicante, alta intensità di cura pazienti cronici gestiti nell’ambito di un ambulatorio dedicato con possibilità di reperibilità telefonica 2 in collaborazione con Il modello dell’Ospedalizzazione Ematologica Domiciliare Costituisce un modello assistenziale alternativo a quelli garantiti dalla struttura ospedaliera E’ dedicato a pazienti terminali e in trattamento chemioterapico affetti da disabilità e comorbidità invalidanti (pazienti fragili) Garantisce la continuità assistenziale Rapporto diretto coi MMG Umanizza i percorsi assistenziali riducendo i tempi di ricovero Rialloca le risorse verso l’opzione migliore per tipologia di paziente: migliora l’appropriatezza delle prestazioni erogate Espande il livello assistenziale territoriale ad alto contenuto specialistico 3 in collaborazione con Vantaggi della gestione domiciliare Mantenimento del timing dei trattamenti Gestione delle complicanze a domicilio Riduzione di ricoveri impropri e del tempo di ospedalizzazione Passaggio in diversi piani assistenziali Limita l’overtreatment Assistenza nella terminalità Approccio olistico e globale Favorire il recupero delle capacità residue di autonomia e di relazione Presa in carico di pz UNFIT e FRAIL per trattamento chemioterapico 4 in collaborazione con Simultaneità delle cure nella fase avanzata della malattia ematologica OED e le cure Palliative Collaborazione con la SSD CP Niguarda Modifica dell’approccio culturale al paziente oncologico fragile Acquisizione nuove competenze tra gli ematologi Partecipazione a tavoli tecnici per la messa in rete dei servizi OED e i servizi in patient ed out patient ospedalieri OED e il MMG (ambulatorio pazienti cronici) 5 in collaborazione con Utilità di un approccio globale ● per il paziente in fase avanzata di malattia progressione con diffusione della malattia complicanze iatrogene compromissione d’organo ● per il paziente fragile età avanzata contesto sociale patologie psichiatriche ● orienta le scelte terapeutiche il livello assistenziale 6 in collaborazione con Approccio globale al paziente ● Valutazione delle copatologie indipendenti dalla malattia ematologica complicanze della neoplasia ● Valutazione del contesto sociale barriere culturali, economiche, linguistiche ● Valutazione del bisogno clinico: terapie malattia di base e terapie di supporto presidi domiciliari supporto alla persona di tipo sociale 7 in collaborazione con Modalità di gestione ● Multi professionale multipatologie trattamento del dolore ● Multidisciplinare bisogno sociale percorsi di riabilitazione ● Su più livelli assistenziali dimissione protetta dalla degenza ordinaria presa in carico dal DH per complessità clinica passaggio dall’ambulatorio OED per progressione di malattia riaffido alla degenza o al DH per cure a più alta intensità Ricovero temporaneo per complicanze ad alto rischio (infettive) 8 in collaborazione con La valutazione della comorbidità ● Scala CIRSS vantaggi: strumento che oggettivizza la valutazione, validato, permette confronti tra pazienti, nel singolo paziente limiti: attribuisce un determinato peso in base al grado di compromissione d’organo, non all’organo coinvolto. ● Impatto delle comorbidità nel percorso di cura del pz ematologico correlato all’organo coinvolto, dipende dalla tossicità attesa in base alla CHT proposta condiziona la compliance (patologia psichiatrica in paziente candidato a TX) 9 in collaborazione con Il ruolo del livello assistenziale OED I pazienti identificati come FRAIL sono stati avviati a schemi di trattamento effettuabili in regime domiciliare ● trattamento effettuato in ambiente protetto ● garanzia di una gestione continuativa (medesimi operatori, accessi frequenti, reperibilità telefonica) ● facilità di gestione delle complicanze e delle copatologie I pazienti sono stati stratificati in base alle copatologie e contestualmente collocati in un determinato livello assistenziale (DO vs DH vs OED) 10 in collaborazione con L’esperienza di Niguarda Condotta in collaborazione tra gli ematologi del servizio OED e del Gruppo Linfomi Caratterizzata da: ● La valutazione congiunta del paziente fragile ● La valutazione delle comorbidità ● La condivisione del programma terapeutico: tra professionisti, col paziente ed i care giver ● L’allocazione nel livello assistenziale più appropriato ● La flessibilità tra livelli assistenziali 11 in collaborazione con Casistica trattata ● Pazienti seguiti dal 1/2012 al 6/2014 ● 33 pz, 15 M e 18 F (età media 76, range 40-91) ● 17 DLBCL, 5 FL, 3 MCL, 3 HL, 2 LNH T per., 2 LNH marg., 1 LNH NK ● CHT somministrate: 6 CHOP, 6 Bendamustine, 3 Lenalidomide, 7 VP/EDX o EDX, 4DMZ, 3 altro ● Complicanze: 2 FUO, 1 sepsi, 1 polmonite, 2 tossicità cutanea da Benda., 1 pielonefrite, 1 EPA, 1 FA+ ictus, 2 SCC, 1 riacutizzazione BPCO, 1 esofagite erpetica ● Gestione complicanze: 3 ricoveri in DO, 1 ricovero in Hospice, ● Outcome clinico: 17 pazienti in progressione (11 palliazione), 11 risposte (8 RC, 3 RP), 2 in valutazione, 3 NV Dr. M. Caramella - Dr. C. Rusconi 12 in collaborazione con Prospettive ● Strutturare questa esperienza per tutti i pazienti che possono giovarsi di trattamenti CHT in regime domiciliare ● Perfezionare metodi di valutazione delle comorbidità per pazienti affetti da patologie onco ematologiche ● Coinvolgere con un ruolo più attivo i servizi sociali per superare gli ostacoli al trattamento determinati dal contesto sociale ● Identificare protocolli di trattamento adatti a pazienti unfit da validare nel corso dei prossimi anni 13 in collaborazione con Vantaggi dell’esperienza condotta ● Perfezionare la qualità delle cure offerte grazie ad una maggior personalizzazione dei percorsi ● Favorire l’appropriatezza delle cure sia in termini organizzativi (livello assistenziale più adeguato) sia in termini clinici (trattamento più indicato per lo specifico paziente) ● Umanizzazione dei percorsi di cura grazie alla valutazione globale del bisogno ed alla deospedalizzazione del trattamento 14 in collaborazione con ere to care 15