Dalla Patria alla Matria : è la Lingua che ci ha fatto Italiani L'espressione corrente in Italia per designare la propria identità è " Il mio Paese". La frase suona diretta, sincera, autentica, affettuosa ed anche ambigua Status del cittadino e rapporto giuridico fra il cittadino e lo stato stesso. Ma a cosa allude effettivamente l’idea di Patria? Pessoa: “la mia Patria è la lingua portoghese. Anche noi possiamo affermare : La mia Patria è la lingua Italiana. •È cosa meno esclusiva del sangue e della religione •È dinamica, disponibile a nuove acquisizioni, ha una capacità impositiva incalcolabile. •Ha la fortuna di ricondurre l’uomo al suo rapporto primario con le cose, con le idee, è l’universo in cui entriamo alla nascita e che viviamo poi durante tutta la vita. •È dentro di te, è bonaria, ti veste e ti tiene fra le sue braccia. Quindi cosa può permetterti di sentirti parte di una patria più della Lingua? [..] « Sono arrivata in Italia tre anni fa. Il problema della lingua è stato il più duro da superare: non riuscivo a capire le spiegazioni dei professori, le parole dei compagni di classe… Oggi posso affermare che, grazie alla scuola, sono in grado di comunicare con gli altri… Continuo comunque a praticare la lingua spagnola con i miei familiari... Mai smetterò di sentirmi argentina, ma è stata la lingua italiana che mi ha fatto sentire a modo mio finalmente parte di questo stato » [..] (Florencia Verdicchio, Argentina) [..] Sono venuta in Italia quando avevo solo 10 anni. Ho dovuto imparare una lingua totalmente diversa dalla mia. Ciò che mi spaventava di più era il fatto di non capire le parole dei miei insegnanti e dei miei compagni di classe. Le cose sono cominciate a cambiare dal momento che ho iniziato a farmi capire e a comprendere l’Italiano. Nonostante le diverse origini e abitudini ci rendano tutti diversi, la lingua ha la capacità di renderci tutti uguali, sullo stesso piano , capaci di comunicare e ridere insieme.[..]’’ ( Hazar Ayari, Tunisia) A questo punto, cerchiamo di partire dalle origini per capire come si è sviluppata nei secoli la lingua Italiana. « Ex linguis gentes, non ex gentibus linguae exortae sunt » : sono le lingue che fanno i popoli, non i popoli già costituiti che fanno le lingue. Non è stata una Nazione in Italia a produrre una letteratura, ma una letteratura a prefigurare il progetto di una nazione. Foscolo esordì dicendo : “amate palesemente e generosamente le lettere e la vostra nazione, e potrete alfine conoscervi fra di Voi.” Dante nel De Vulgari Eloquetia vede l’Italia come lo spazio geografico su cui una lingua letteraria ha da diffondersi. Bembo additava per il volgare i buoni libri degni di imitazione : i classici fiorentini dell’aureo Trecento. Diverse parole italiane affondano le radici nei classici letti a scuola. Dante stesso ha fornito al parlare varie terminologie ancora oggi vive : “Natio loco”, “Le dolenti note”, “senza infamia e senza lode”. De Mauro : «quando Dante comincia a scrivere la Commedia il vocabolario fondamentale è già costituito al 60%. » « alla fine del Trecento il vocabolario fondamentale italiano è configurato e completo al 90% .» L’elaborazione letteraria trecentesca ha fornito alla nostra lingua le strutture fondamentali con i grandissimi testi delle « Tre corone », Dante, Petrarca, Boccaccio. Le due soluzioni alla questione della lingua sono state date da : Manzoni : Urgenza di un vocabolario di base fiorentina. Ascoli : Integrazioni delle culture diverse. Cattaneo sosteneva che : « il patrimonio della lingua deve raccogliersi da tutti i libri, da tutti i labbri, senza distinzioni di secoli e province. » Ai non toscani l’Italiano appariva una lingua talvolta quasi “Straniera”, da impararsi sui libri. L’Italiano era una lingua « morta », come il sanscritto. Ciò che mancava era una lingua della conversazione, usata per le occorrenze quotidiane: una lingua media. Soltanto dopo l’unità d’Italia la lingua è riuscita a raggiungere una maggiore compattezza e sviluppo. Questa unità noi rifacciamo ogni giorno anche nel parlare quotidiano, lo sostiene anche Raffaele La Capria «Ogni volta che compongo una frase chiara e precisa nella bella lingua che abito, mi sembra di rifare l'unità d'Italia. » Al momento della sua proclamazione, il Regno d’Italia era una nazione composta da : Analfabeti . Gli impedimenti erano dovuti a : La precarietà delle condizioni di vita del popolo 10% era in grado di parlare Italiano La precarietà delle strutture scolastiche La Predicazione La letteratura per l’infanzia e di viaggio La pubblicazione di diversi generi di romanzo L’invenzione del cinema, della radio e della televisione La nascita dei fumetti ed i giornali La musica leggera Il Melodramma Si propose come religione della parola ed incoraggiò l’istruzione per permettere ai fedeli di raccontare il proprio cammino di fede. Utilizza una lingua chiara a tutti e ciò spinse i più grandi religiosi a discutere sulla lingua da adottare: Il latino classico : la lingua ufficiale della Chiesa Il volgare: per l’insegnamento elementare del Cristianesimo D’altro canto si usò: Il dialetto : nelle famiglie ed anche nelle poesie. Il Latino : viene abbandonato come lingua liturgica in favore delle lingue moderne nel 1965 , con il Concilio Vaticano. Romanzo storico ( Walter Scott) Romanzi popolari francesi (Balzac, Dumas) Romanzo realistico ( linguaggio letterario ricco di tecnicismo) La letteratura di consumo (genere autonomo basato su storie analoghe) Compaiono i primi resoconti di viaggio scritti in Latino Con “letteratura di viaggio” ci si riferisce a testi di epoche diverse, apparteneti a generi distanti tra loro ed uniti dal comune desiderio di descrivere : paesi lontani, città, luoghi utili per il commercio Nel ‘700 la letteratura di viaggio fu legata alla moda del Grand Tour. • Si diffonde nel ‘700; • “Cuore” e “Pinocchio” sono i testi di maggiore importanza; •Un linguaggio rapido e educativo; •Un genere importante del ‘900; •È caratterizzato da una sequenza di disegni e nuvolette con le parole; •L’uso di una fraseologia colloquiale, incompleta ed onomatopeica; •Oggi troviamo espressioni come “chiudere il becco” o “accidenti”; • Nasce nel tardo Cinquecento • è caratterizzato dalla presentazione di drammi in musica • In ogni ambiente culturale cittadino tendevano a modellarsi sui gusti degli abitanti • Il primo vero momento di gloria arriva con Pietro Metastasio • Nell’Ottocento conosce un notevolissimo successo, soprattutto grazie alle opere verdiane • Sarà destinato ad arrestarsi già con l’Unità. •La lingua dei giornali rimase ancorata a quella letteraria •Agli inizi del ‘900 diventa un genere di scrittura rapida, espositiva, autonoma. La nascita del cinema e della radio : •A partire dal 1930, ha cambiato le abitudini linguistiche degli italiani, poiché sono stati posti a diretto contatto con la lingua italiana; •All’inizio Il linguaggio usato era aulico e formale; •Più tardi si realizzano commedie basate su vicende quotidiane e su linguaggio più vicino al popolo; •Primo periodo : Italiano medio •Successivamente : tendenze sbilanciate verso la quotidianità e un parlato spontaneo •Grazie alla varietà degli argomenti trattati , la presenza di immagini ed un prezzo accessibile diventa motivo di coinvolgimento della società •Programma televisivo : “non è mai troppo tardi” di Alberto Manzi Musica : •Partendo dalle prime canzonette esotiche degli anni Venti, si giunge alle canzoni di protesta degli anni ’70 ispirate dall’ attualità. Massimo Arcangeli : “L’italiano è cambiato moltissimo, anche per effetto delle trasformazioni prodotte dai mezzi di comunicazione di massa. I vocaboli nel tempo sono mutati per effetto di importanti processi: non solo grazie alla televisione, la radio e carta stampata, ma anche alla rivoluzione dei mezzi di trasporto, alle innovazioni tecnologiche e al gergo utilizzato dai giovani” Il Web e in particolari i social Network hanno cambiato il linguaggio. •Facebook •Chat I Social Network ci affascinano e ci permettono di risparmiare sulle telefonate e sui messaggi. Facebook sta lentamente sostituendo i dizionari della lingua italiana tra i giovani. Uso di molti termini stranieri ed errori di grammatica a cui nessuno fa più caso Traduttori, insegnanti di lingua e di letteratura italiana sostengono che: “i Social Network sono più deleteri di una malattia terminale”. Costringono la lingua italiana a sprofondare nel baratro per mano dei suoi stessi parlanti.