Giotto
Vespignano, 1267 – Firenze, 1337
• Le notizie sulla giovinezza e la formazione di Giotto sono molto poche,
sappiamo che nacque da una famiglia di contadini, nel 1267 circa, a Colle
di Vespignano non lontano da Firenze.
E' noto che il suo maestro fu Cimabue, con il quale Giotto collaborò in
alcune sue opere, anche se il racconto, secondo cui, Cimabue si accorse
dell'abilità di Giotto vedendolo disegnare su un sasso una delle pecore che
portava al pascolo, è inverosimile.
Altrettanto importante per la sua formazione fu il viaggio a Roma che
intraprese prima di entrare a far parte del cantiere di Assisi. A Roma si
sviluppava a quel tempo un'importante scuola pittorica, quella di cui
facevano parte Pietro Cavallini, Jacopo Torriti e Filippo Rusuti, i quali
rappresentano in pittura la tipica monumentalità dell'arte classica.
Chiesa Superiore della Basilica di San Francesco, Assisi.
•Dopo quest'esperienza Giotto
lavorò al cantiere di Assisi. La
basilica di San Francesco d'Assisi
è costituita da 2 chiese
sovrapposte, la basilica inferiore
ha una pianta articolata e
presenta una serie di cappelle
affrescate da diversi artisti, mentre
la chiesa superiore ha un
programma iconografico unitario e
chiaramente leggibile: le Storie
dell'antico e del nuovo testamento
San Francesco che dona il mantello al povero cavaliere, ca 1292-96, affresco,
270 x 230 cm. Assisi, Chiesa Superiore della Basilica di San Francesco
Il paesaggio è naturalistico, anche i
chiaroscuri, soprattutto quelli del
mantello, sono naturalistici conferendo
un carattere reale agli oggetti e ai
personaggi. San Francesco è il
personaggio principale dell’affresco.
Esso infatti si trova al centro della scena
e costituisce il fulcro del paesaggio. Sulla
sua testa confluiscono infatti le linee
delle due colline che gli stanno dietro.
Il naturalismo però non appare ancora
completo in quanto gli alberi inseriti sulla
sinistra non sono raffigurati nella giusta
scala grafica e i piedi del santo non sono
ben poggiati a terra, sembrano sollevarsi.
Da notare l’azzurro del cielo che ritorna
nei vari affreschi sostituendo il dorato
bizantino.
• Giotto, che collaborò con
Cimabue in gioventù, è colui
che ha portato nella pittura
italiana importanti novità:
• Verosimiglianza nella
raffigurazione dei
personaggi.
• Risalto alle emozioni.
• Chiaroscuro.
• Profondità spaziale.
• Spazio naturale.
La Rinuncia dei beni
•
La scena è organizzata secondo uno
schema molto efficace di due fasce
verticali intervallate dallo sfondo neutro: a
sinistra il padre di san Francesco,
Bernardone, infuriato, dalla notevole
espressività, viene trattenuto da un uomo;
dietro di lui cittadini borghesi; dall'altra
parte il figlio, spogliato, con il vescovo che
copre la sua nudità e altri religiosi che lo
seguono. Notevole è la resa anatomica
del corpo del Poverello, grazie a chiare
lumeggiature che definiscono il volume
della muscolatura con sorprendente
modernità. Le scenografie architettoniche
dell’affresco sono particolarmente
sviluppate in altezza e creano complessi
volumi con vuoti e pieni.
1290 1295 Assisi, basilica di San Francesco, chiesa
superiore
•
•
Nel cielo appare la mano
benedicente di Dio padre, verso il
quale è rivolta la preghiera di San
Francesco: questa richiama la ragione
ultima della scelta del Santo. Il
significato simbolico è confermato
dalla linea che idealmente congiunge
le mani, riportando ad unità le due
parti della scena.
Le architetture pur rese in maniera
realistica presentano però delle parti
rese in prospettiva errata (scala di
sinistra).
Crocifisso, ca 1285-90, tempera su tavola, 578 x 406 cm.
Firenze, Basilica di Santa Maria Novella
• Il Cristo dipinto da
Giotto è pieno di
umanità, apparendo
molto sofferente e
realistico.
• La sua testa cade in
avanti e le braccia sono
tese, facendo apparire il
corpo pesante.
Confronto tra i due Crocifissi
Cimabue: Crocifisso di San Domenico
Arezzo chiesa di San Domenico
Giotto: Crocifisso di Santa Maria Novella
Firenze
•
•
Le proporzioni: nei crocifissi di Cimabue il
corpo è allungato e misura all'incirca 7
volte la lunghezza della testa. In quelli di
Giotto invece le proporzioni sono più
naturali e la testa sta all'incirca 6 volte nel
corpo.
Giotto dipinge un uomo crocifisso, il
corpo di Cristo è ripreso dal vero, i muscoli
sono disegnati in modo realistico, mentre
il Cristo di Cimabue è più stilizzato. Per
esempio guarda i muscoli addominali: non
sono ripresi dal vero ma sono frutto di una
convenzione
•
•
Il viso: quello del Cristo di Cimabue è
contratto in una smorfia di dolore, è una
rappresentazione molto forte, che
trasmette emozione, ma è poco realistica.
Quello di Giotto è più realistico, ma spinge
meno sul tasto della rappresentazione del
dolore.
In tutti i dipinti di Cimabue il corpo di
Cristo disegna un arco che accentua la
sensazione dello spasmo e della tensione
ma anche in questo caso non è molto
veritiero. In Giotto il corpo di Cristo tende
verso il basso e mostra la pensantezza del
corpo morto.
MAESTA’ DI GIOTTO
•
La Madonna e il Bambino hanno un
volume solido, ben sviluppato in plasticità,
dal netto contrasto tra ombre e
lumeggiature. Raffinati sono i colori, come
il bianco madreperlaceo della veste, il blu
di lapislazzuli del manto, il rosso intenso
della fodera. Maria è una matrona che, in
maniera del tutto originale, accenna quasi
un sorriso, dischiudendo appena le labbra
e mostrando da uno spiraglio i denti
bianchi. Maria siede su un trono
riccamente decorato le cui forme
ricordano il fronte di una chiesa gotica.
Originalissima è poi la disposizione dei
due santi nell'ultima fila, visibili solo
attraverso il traforo del trono, che
assomiglia a un trittico richiuso o a
un ciborio ornato di incrostazioni
marmoree.
Giotto Maestà di Ognissanti, tempera e oro su tavola
Uffizi Firenze 1310
• Tutti gli sguardi degli angeli
convergono verso il centro del
dipinto, con l'innovativa
rappresentazione di profilo di
alcuni di essi, una posizione
riservata solo alle figure sinistre,
essi hanno in mano doni per la
Madonna: una corona, un
cofanetto prezioso e vasi con gigli
e rose. A differenza delle opere
più antiche, Giotto ricava uno
spazio pittorico nel quale dispone
con verosimiglianza gli angeli e i
santi: essi sono ancora
rigidamente simmetrici.
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Giotto prima - Conto anch`io