AVA: parole senza
qualità?
«L’arbitrarietà del segno ci fa capire meglio perché soltanto il fatto
sociale può creare un sistema linguistico. La collettività è necessaria per
stabilire dei valori la cui unica ragione d’essere è nell’uso e nel consenso
generale; l’individuo da solo è incapace di fissarne alcuno»
(F. de Saussure)
AVA: «vaste programme»…
Il sistema AVA (Autovalutazione,
Valutazione periodica,
Accreditamento),
e il potenziamento del sistema di
autovalutazione della qualità e
dell’efficacia delle attività
didattiche e di ricerca delle
università.
costituisce l’insieme delle attività
dell’Agenzia in attuazione delle
disposizioni della legge
20/12/2010, n. 240 e del decreto
legislativo 27/01/2012, n. 19,
dell’efficienza e dei risultati
conseguiti dagli atenei
le quali prevedono l’introduzione
del sistema di accreditamento
iniziale e periodico dei corsi di
studio e delle sedi universitarie,
della valutazione periodica della
qualità,
Tre domande all’ANVUR. E non solo…
L’umiliazione della didattica è il presupposto della
qualità del sistema universitario?
Il darwinismo accademico è il presupposto delle
«magnifiche sorti e progressive» della scienza?
Il supplizio burocratico è il presupposto dell’efficienza?
L’umiliazione della didattica - I
Saper insegnare
(e volerlo fare)
non serve per
diventare
professori.
L’abilitazione scientifica nazionale
viene attribuita «con motivato giudizio
fondato sulla valutazione analitica dei titoli
e delle pubblicazioni scientifiche, previa
sintetica descrizione del contributo
individuale alle attività di ricerca e
sviluppo svolte, ed espresso sulla base di
criteri e parametri differenziati per funzioni
e per area disciplinare, definiti con
decreto del Ministro». (Legge 30 dicembre
2010, n. 240, art. 16, comma 3, lettera a)
L’umiliazione della didattica - II
Saper insegnare
non è inutile
soltanto prima. Lo
è anche dopo.
Le politiche di reclutamento del
personale sono valutate innanzitutto in
relazione alla «produzione scientifica dei
professori e dei ricercatori elaborata in
data successiva alla presa di servizio
presso l’ateneo ovvero al passaggio a
diverso ruolo o fascia nell’ateneo». La
qualità dell’insegnamento non è neppure
citata. (Decreto legislativo 29 marzo
2012, n. 49, art. 9)
L’umiliazione della didattica - III
La buona università si costruisce con l’impact factor. E i
«premi» si distribuiscono di conseguenza.
• «La CRUI, inoltre, sottolinea che i risultati della VQR, utilizzati per
ripartire l’85% della quota competitiva, si riferiscono a un periodo (20042010) ormai assai remoto anche rispetto ai cambiamenti intervenuti nel
sistema e chiede che si proceda velocemente all'attuazione della nuova
VQR. La CRUI prende atto con favore dell’incremento del peso
assegnato alla didattica, di cui sottolinea la necessità di valutarne anche
la qualità e l'efficacia. Rileva, tuttavia, come, la riduzione rispetto allo
scorso anno del parametro di internazionalizzazione vada contro le linee
strategiche ribadite a più riprese dal MIUR, le strategie e gli investimenti
adottati dagli Atenei nel corso dell’ultimo anno e la coerenza che
richiede la stabilità dei parametri. Il parere della CRUI su questo punto è
negativo. Si chiede per l'internazionalizzazione il ripristino della quota
dello scorso anno o, almeno, il ripristino dell’investimento in termini
assoluti».(Parere CRUI sullo schema del decreto di riparto del Fondo di
Finanziamento Ordinario per l’anno 2015)
La didattica umiliata diventa facilmente una
didattica senza vergogna
«Temi sopra ogni cosa un danno alla tua fama se
vuoi essere utile a te stesso e anche agli altri. Gli
errori già commessi portano a credere a nuovi
errori e la vita che è stata attesta la vita che
sarà».(Pietro Abelardo, Monita ad Astralabium)
La didattica umiliata diventa facilmente una
didattica con «quel che c’è»
Numero dei
corsi di
laurea
triennali:
2.687
Numero dei
corsi di
laurea
magistrali:
2.087
Totale:
4.774 (dati
2012)
Totale docenti al 31/12/2012: 57.307 (PO, PA, Ric)
Numero minimo dei docenti
per il DM 30/01/2013, n. 47:
12 + 8
ma 11 mesi
dopo 9 + 6
Il darwinismo accademico - I
Lo vuole l’ANVUR (insieme alla politica e a molti
professori)…
Obiettivi della
VQR:
“presentare al paese una valutazione imparziale e rigorosa della ricerca”
nelle diverse istituzioni nelle quali essa viene svolta, per facilitare e rendere
più consapevoli le scelte degli organi di governo delle diverse strutture,
delle famiglie, dei giovani ricercatori, delle industrie e degli enti pubblici;
determinare una graduatoria per area scientifica e per struttura “che
costituisca uno degli elementi su cui basare la distribuzione della quota
premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario delle università”;
offrire agli atenei e agli enti di ricerca informazioni utili ad orientare “la
distribuzione interna delle risorse acquisite” fra i loro dipartimenti e
sottostrutture;
“consentire un confronto della qualità della ricerca nazionale con quella dei
principali paesi industrializzati”.
(Premessa al Rapporto finale sull’esercizio di valutazione dei risultati della ricerca (VQR) per il periodo 2004-2010)
Il darwinismo accademico - II
… ma non l’Europa
«Decisions made on the basis of research assessment exercises
can also be complex. While it might be appropriate to allocate
resources to researchers or universities which have performed
best, the alternative could also be appropriate, in other words,
to allocate resources to weaker universities in order to build up
their capacity. Or, rather than using resource assessment to
drive differentiation, it might be more useful to encourage
university self‐profiling».
(Assessing Europe’s University-Based Research, Brussels, European Commission:
Directorate Generale for Research, 2010, pp. 56-57).
Il darwinismo accademico - III
E forse neppure il Governatore della Banca d’Italia
I risultati di «una valutazione sistematica e approfondita
dei servizi offerti e delle conoscenze acquisite» devono
essere utilizzati per «migliorare i programmi di
insegnamento, accrescerne la qualità e indirizzare le
risorse dove sono più necessarie».
(Considerazioni finali lette all’Assemblea Ordinaria del 26 maggio 2015)
La ricetta funziona. I «deboli» stanno già morendo
Immatricolazioni Totali in Italia
2004/2005
335,907
2009/2010
297,098
2014/2015
269,200
% Immatricolati sul totale Nazionale Corsi Triennali e C.U.
2004/2005
2009/2010
2014/2015
35.35%
33.33%
29.98%
Sud
Centro
Nord
24.25%
23.88%
23.97%
40.40%
42.79%
46.05%
Fonte dati: MIUR-Anagrafe nazionale studenti. Dati provvisori per il 2014/2015
Il supplizio burocratico - I
Requisito AQ 1 – L’Ateneo stabilisce, dichiara ed effettivamente persegue
adeguate politiche volte a realizzare la propria visione della qualità della
formazione.
COME?
«Politiche e procedure rendono evidenti i ruoli, le responsabilità e le interazioni che
si determinano tra Organi di Governo, CdS, Dipartimenti, Strutture di Raccordo o
altre articolazioni interne dell’Ateneo, strutture tecniche di supporto, Presidio
Qualità, Commissioni paritetiche docenti-studenti, Nucleo di valutazione. Tali
elementi possono trovare formalizzazione, oltre che nello Statuto e nei regolamenti
degli Atenei, in documenti di programmazione approvati dagli Organi di Governo e
in delibere di Organi che, pur se non direttamente finalizzate alla programmazione,
contengono indirizzi rilevanti a questo scopo».
(ANVUR, documento su Finalità e procedure per l’accreditamento periodico delle sedi e dei corsi di studio,
pp. 5-6).
Il supplizio burocratico - II
Requisito AQ 4 – L’Ateneo possiede un’effettiva organizzazione con poteri di
decisione e di sorveglianza sulla qualità dei CdS, della formazione da loro
messa a disposizione degli studenti e della ricerca.
COME?
Si dovrà
osservare:
se il Presidio Qualità “affianchi le strutture coinvolte (Dipartimenti o Strutture di Raccordo,
Commissioni paritetiche docenti-studenti e CdS) in tutte le fasi della AQ
se il Nucleo di Valutazione e le Commissioni paritetiche docenti-studenti svolgano
un’adeguata e documentata attività annuale di controllo e di indirizzo dell’AQ, da cui risultino
pareri, raccomandazioni e indicazioni indirizzate al Presidio Qualità e agli Organi di Governo
dell’Ateneo
se il Presidio Qualità e gli Organi di Governo dell’Ateneo siano a conoscenza dei pareri,
delle raccomandazioni e delle indicazioni che il Nucleo di Valutazione e le Commissioni
paritetiche docenti-studenti producono e sulla base di esse comunichino e mettano in atto
adeguate misure migliorative”.
La relativa documentazione dovrà mettere le Commissioni di Esperti della
Valutazione “nella condizione di comprendere agevolmente quale ripartizione di ruoli
e responsabilità sia prevista tra i diversi soggetti”
Usi obbedir, ma almeno non tacendo…
«Il Collegio ritiene che la metodologia, i principi e le finalità delle
valutazioni decise finora dal MIUR e dall'ANVUR siano ampiamente
criticabili ed abbiano esercitato effetti potenzialmente distruttivi nei
confronti della fragile organizzazione della ricerca italiana. Ritiene di
conseguenza che sia opportuno manifestare nelle sedi opportune (MIUR,
ANVUR, CRUI e CUN) una motivata opposizione alle valutazioni ANVUR,
onde esplicitare che l'acquiescenza dei Dipartimenti di Sapienza Università
di Roma alle norme decise dall'ANVUR è esclusivamente motivata dal
desiderio di evitare l'ulteriore penalizzazione della struttura di
appartenenza e dell'Università italiana nel suo complesso».
(Lettera del Collegio dei Direttori di Dipartimento di Sapienza Università di Roma al Magnifico Rettore
Eugenio Gaudio, 3 novembre 2014).
Quanto conteranno queste domande?
Gli orari di svolgimento di lezioni, esercitazioni e altre eventuali attività didattiche
sono rispettati?
Il docente stimola / motiva l’interesse verso la disciplina?
Il docente espone gli argomenti in modo chiaro?
Le attività didattiche integrative (esercitazioni, tutorati, laboratori, etc...), ove esistenti,
sono utili all’apprendimento della materia?
L’insegnamento è stato svolto in maniera coerente con quanto dichiarato sul sito Web
del corso di studio?
Il docente è reperibile per chiarimenti e spiegazioni?
(Modello di questionario per la raccolta dell’opinione degli studenti sulla didattica, proposta ANVUR)
Troppi nomi (e stipendi) diversi per lo stesso mestiere?
Nello stesso Corso di studi (laurea triennale), in tre università diverse, i CFU
previsti dal piano di studi, con l’esclusione di quelli relativi alle lingue
straniere, sono garantiti:
Professori Ordinari ed Associati
Ricercatori
15%
22%
15%
63%
53%
A
B
32%
Contrattisti
6%
25%
69%
C
Non ci sono
problemi?
Quanti studenti per ogni docente?
Per la stessa «facoltà», in tre università diverse, il rapporto fra il
numero dei docenti e quello degli studenti, nell’anno accademico
2012/2013, era approssimativamente il seguente:
Rapporto fra docenti e
studenti
A
B
C
1:37
1:62
1:88
È la stessa cosa?
Conclusione
AVA
«Occupazioni che tolgono spazio al nostro vero lavoro e ci trasformano in passacarte
che non hanno più tempo e voglia neppure di parlare con gli studenti (e ancor meno
fra di noi); adempimenti che sono, per ammissione universale, perfettamente inutili e
inducono a continui falsi ideologici, consistendo, in buona parte, nelle redazione di
documenti in cui si parla di riunioni immaginarie con discussioni immaginarie su
argomenti immaginari; una mentalità che è la filigrana di queste normative e che rivela
una sistematica sfiducia nei confronti delle Università, presentate all’opinione pubblica
come istituzioni che devono continuamente dimostrare di non essere associazioni a
delinquere dedite alla circonvenzione di incapaci; la mortificazione dell’autonomia
universitaria tramite una regolamentazione nevrotico-ossessiva che rende sempre più
difficile l’invenzione, la sperimentazione, l’interdisciplinarità, non per ultimo per
l’anticipo spropositato con cui ogni sia pur minima novità va programmata».
(G. Salmeri e S. Semplici, L’università che uccide se stessa, 29 aprile 2014).
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AVA: parole senza qualità?