Incontro:
Oltre la didattica
Tema di questo incontro è come evitare che a
scuola ci sia troppa didattica che allunga il
percorso di apprendimento.
La didattica è il sapere intermedio che poi si butta
via.
Nella vita, risparmiando energie, ognuno vuole
imparare subito a usare il computer, a guidare
l’auto, a suonare il pianoforte ecc.
Metodo analogico
Il metodo analogico è il ritorno alla normalità in
cui il mondo interno è speculare a quello
esterno. Non è un mondo di concetti senza
forma.
E’ il sistema operativo dei bambini
Il modo più giusto e naturale di
essere attenti e di imparare
Il modo infantile di apprendere,
Pura istantaneità è il contrario della parcellizzazione
e della concettualizzazione.
Rispetto a dos si impara subito
senza istruzioni
Spariscono i simboli sostituiti dalle icone.
Non serve più un apprendistato da informatici per usare
il computer come non serve un apprendistato da
intellettuali per imparare la matematica perché è già
dentro di noi precedendo il linguaggio.
Sparisce la tastiera
Si può anche essere analfabeti perché la tastiera
alfabetica è sostituita dal mouse che è come un
dito. Tutto è sullo schermo come nella realtà.
Sparisce anche il mouse
Tutto si avvicina alle operazioni della vita in cui
si opera direttamente con le mani
Gradualità concentrica
senza didattica
Gradualità concentrica e non lineare,
significa che allarghi la pupilla per
mettere a fuoco il tutto.
L’immagine diventa sempre più nitida.
Ti arrangi da solo.
Il tutto costante:
sintesi permanente
La mente è leggera perché le
immagini sono fuori .
Ti occupi solo di muoverti nello
schermo cioè sul mondo già fatto,
come quando cammini o giochi .
Apprendimento scolastico?
E’ il posto in cui il linguaggio viene prima della visione.
Tutta comprensione
La didattica è
comprensione che
sostituisce il
riconoscimento.
E’ parcellizzazione .
E’ un film a puntate .
E’ diventato il luogo che giustifica la presenza di noi
insegnanti a scuola. I bambini preferirebbero capire
subito.
Insiemistica
Per cominciare il percorso, in classe prima, si
insegna come funziona il nostro processore
mentale, cioè per insiemi gerarchizzati.
Topologia
In topologia si vuole spiegare ai bambini come
funziona il nostro software della visione, cioè per
concetti, come se dovessimo insegnar loro a vedere.
Prerequisiti (Piaget)
Si spiegano i prerequisiti: ordinazione, seriazione,
classificazione, corrispondenza biunivoca come
se fossero materia di acquisizione verso i quattro o
cinque anni.
Tutto è dalla nascita
Invece tutto è pronto dalla nascita
e non c’è nulla da spiegare
B. Butterworth, S. Dehaene
e abbiamo tutto pronto.
E’ giusto quindi cominciare subito così:
presentando subito palline definite come punti “ dotz” .
Ma non così in disordine …
Abbiamo bisogno di ordine.
… Ma così ! Ci basta vedere
l’ultima pallina per capire che sono
sei.
Non così
Qui le palline sono disposte in infiniti assi di simmetria.
Non va bene.
Ma così
Così leggiamo istantaneamente che si tratta di dodici palline.
Ci basta vedere le ultime due.
Non così
Ma così
Qui riconosciamo istantaneamente che sono 29 palline
perché ne manca una.
Agisce la regola del subitizing : percezione a colpo
d’occhio.
Questo bambino non ascolta
l’insegnante.
Pensa alle palline così disposte:
così si salva !!!
Questo bambino ascolta l’insegnante.
Vede solo numeri
Pensa ai numeri
Ha i numeri grafici che girano per la testa.
GUARIRE DALL’ OSSESSIONE
DELLA SCRITTURA
Dobbiamo disinquinarci dalla
moderna contaminazione ideologica
che è il culto della scrittura:
valore posizionale, decine, unità, il
cambio, la storia della scrittura, il
mondo della disciplina ecc.
LA MONTAGNA DELLA MATEMATICA
Cosa sono i numeri ?
Cos’è la scrittura di numeri ?
Cos’è la matematica ?
Ci può essere di aiuto in questo lavoro di chiarimento, il
modello di spiegazione del metodo analogico costituito dalla
Metafora della Montagna.
I nomi
Le quantità
Il percorso di ogni bambino è simile a quello dell’umanità.
Incontra ai piedi della montagna le quantità, cioè le palline e più sopra i
nomi delle quantità.
Tutto ciò è sufficiente per calcolare a mente. La matematica è tutta qui.
E’ stato così per millenni.
I simboli scritti
I nomi
7
Sette
Le quantità
Sopra la montagna da pochi secoli è stato costruito il tempio della scrittura
indo-arabica che non ci serve per il calcolo mentale. Nel calcolo mentale la
scrittura dei numeri ci è indifferente.
La nostra scrittura è
l’introduzione nella storia
del calcolo scritto…
Questo tempio della scrittura e della relativa disciplina ci serve solo per il
calcolo scritto , cioè per le quattro operazioni che ci permettono di eseguire
calcoli difficilissimi con estrema facilità.
Come un gioco
Grazie a questi algoritmi anche un bambino di sette anni che sa le tabelline,
può fare calcoli stratosferici come un gioco, senza una visione strategica delle
quantità. Per questo può essere definito calcolo cieco.
Nel calcolo mentale
tutto è come prima
Transcodificazioni solo dal basso
A scuola ogni bambino deve partire dal basso della
montagna: prima le palline, poi i nomi che si imparano
come una filastrocca, infine i numeri scritti se servono.
Transcodificazione dall’alto
Disegna 6 palline
In questo esercizio invece il percorso è al contrario. Prima vedi il
simbolo, poi cerchi il nome corrispondente, poi ti formi l’immagine.
Transcodificazione dal basso
Quante sono le palline?
Qui il percorso va bene. Qui è perfetto.
Qui è tutta la sostanza del metodo.
Transcodificazioni dall’alto
Disegna 68 palline
Qui è la deformazione scolastica
in cui tutto diventa verifica invece di apprendimento.
Transcodificazioni dal basso
Quante sono le palline?
Qui è la gioia, la normalità.
Disegna 103 palline
Qui l’insegnante deve spiegare per un anno unità
decine e centinaia e pretendere la comprensione
di “ zero decine” .
Quante sono le palline?
Qui è rilassamento, e riconoscimento immediato di
immagini , è gioia.
Transcodificazioni inverse
Disegna 1000 palline
Qui bisogna spiegare ancora per più anni
parlando di zero unità , zero decine e zero
centinaia e di cambio.
Quante palline ?
Qui è immediata la comprensione.
Mille sono dieci armadi di palline
Non c’è mai il cambio
nella mente
Il cambio è solo nella scrittura.
Come i fotogrammi che sono nella pellicola
non ci devono distrarre dalla visione.
Non introdurre nuovi simboli
K
h
da
u
Si introduce una scrittura più difficile per spiegare una
più semplice.
La scrittura va usata
non investigata
Non serve sapere come funziona internamente un
cellulare per fare una chiamata.
La scrittura è
un discorso interno alla scrittura
Non si può più parlare di palline per spiegare i numeri.
E’ una transcodificazione inversa come pretendere di
trasformare il pane già cotto in farina ed acqua.
Tutto ciò è per dire che
il calcolo mentale non è materia di
concettualizzazione,
e quando la via è quella giusta
non serve molta didattica.
Ritrovare la via
Per conoscerla, come insegnanti, abbiamo bisogno solo
di recuperare le nostre emozioni infantili.
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