Io e i
numeri
Storia di un amore non
corrisposto
•
L’infanzia
La mia frequentazione dell’asilo è stata
un po’ particolare. Dopo una brutta
esperienza mia madre mi ha tenuta a
casa un anno e ho frequentato per intero
solo l’ultimo, all’età di 5 anni. I primi
approcci con la matematica qui si
limitavano a contare i maschietti e le
femminucce presenti in classe, per
determinare quale genere vinceva in
ogni giornata. Ricordo la presenza dei
regoli e del pallottoliere, ma nessuno ci
ha mai spiegato a cosa servissero
perciò, io e i miei compagni ci
costruivamo i recinti per gli animali o
giocavamo a far scorrere le palline
•
Le scuole
Una volta
raggiunto
il
traguardo
della
elementari
prima elementare ho avuto occasione di
capire davvero cosa volesse dire
MATEMATICA. La mia maestra, Maria
Letizia, ci spiegò che questa materia
ama tutti, è un po’ difficile, ma lei vuole
bene a ogni bambino e se ci si pone in
modo attendo si instaurerà un ottimo
rapporto. E’ stato a questo punto che ho
capito che era un amore non
corrisposto, lei poteva amarmi quanto
voleva, ma a me non piaceva per niente!
evitare di frequentarla.Le lezioni di
matematica erano una vera tortura;
abbiamo prima imparato a contare e
abbiamo scoperto che dopo ogni
numero ce n’è un altro, senza fine. Poi
abbiamo saputo che con le cifre si
possono fare delle operazioni, e con
queste abbiamo cominciato a riempire
pagine e pagine. Per aiutarci in questo
difficile momento, la maestra ha pensato
di farci imparare a memoria ore di
tabelline, cosi da riuscire a fare i famosi
“calcoli veloci”. Emblematico della mia
esperienza, direi, è il fatto che una volta
giunta in 4°elementare è stata mia
sorella minore di due anni ad insegnarmi
a fare le divisioni senza la sottrazione.
•
Che smacco!!!
•
Una volta arrivata alla scuola
secondaria di primo grado non
si può dire che avessi una
base solidissima su cui
maturare studi più
approfonditi. A questo va
sommato il fatto che ho
cambiato professoressa alla
fine del 1° anno e la nuova
venuta era espertissima di
scienze, ma non altrettanto di
matematica.
Le scuole medie
•
Nonostante questo le mie
capacità sono migliorate.Mi
sono affacciata alle
espressioni, alle incognite e
persino alla geometrica (che
ho preferito da subito). Non
sono mai riuscita a restare al
passo con la classe però.
•
•
Fare una scelta tra i vari
indirizzi liceali non è stato
facile. Alla fine hanno prevalso
l’indifferenza verso il greco e
l’abilità nel disegno
geometrico; cosi ho scelto
l’indirizzo scientifico.
Non mi sono mai veramente
pentita, ma data la mia ferrea
posizione nei riguardi della
matematica, l’ho patito
decisamente.
Il liceo
paziente, ma è stato chiaro sin
dall’inizio che da sola non ce
l’avrei mai fatta. Sono cosi
entrata nel frequentatissimo
mondo delle ripetizioni. Sono
stata seguita da diverse
insegnanti ma il momento più
rappresentativo è
decisamente stato quando
l’ultima di loro ha telefonato a
casa e ha informato mia
madre che ero un caso perso
e che non se la sentiva di
della maturità, la mia amata
professoressa è stata
sostituita dal più “tosto” della
scuola. Il professor Corsi,
questo è il suo nome, ci ha
spiegato che fare matematica
è come fare una casa: se
mancano le fondamenta,
crolla tutto. Io ero davvero in
crisi allora. Mi ha indirizzata
da un’altra professoressa di
ripetizioni e con il loro aiuto
combinato sono riuscita a
prendere la sufficienza nel
•
L’università
Dato il mio percorso non sono
ovviamente stata portata a
scegliere una facoltà
scientifica, anzi questo è stato
il principale fattore per cui ho
operato delle esclusioni. Dopo
aver guardato bene in giro ho
scelto lettere moderne; qui
trovavo tutta la letteratura che
volevo, l’inglese, un pochino di
filosofia e di arte. Soprattutto:
niente numeri.
•
•
Una volta entrata però nel
mondo della scuola
dell’infanzia ho trovato la mia
strada e ho scelto di cambiare
facoltà il più rapidamente
possibile, in modo da non
perdere altro tempo.
Contemporaneamente a
questo ho cominciato a dare
io stessa ripetizioni di tutte le
materie a bambini delle
elementari che avevano
bisogno di un aiuto a
problemi da me ormai
dimenticati, le tabelline, le
operazioni in colonna e tutta
l’allegra compagnia.
Seguendo poi gli stessi
ragazzi durante i passaggi di
cicli scolastici mi ritrovo oggi
sulle espressioni di 2° media,
le incognite e la geometria
piana. E’ stata una notevole
sorpresa, per me, rendermi
conto di ricordare bene le
formiule, le regole, le
L’unico momento della mia
vita in cui la matematica è
sempre stata presente è lo
sport. Da quando ho 7 anni
infatti gioco a golf e qui i
numero sono decisamente
importanti. Non perdere il
conto dei propri colpi,
calcolare le eventuali penalità
da aggiungere e l’handicup da
sottrarre e fare il corretto
calcolo alla fine è
La matematica e lo
sport
•
•
Oggi
Oggi il mio rapporto con la
matematica resta difficile, ma
sono sicura che lo è solo
perchè l’ho trascurata in
passato. Io ho imparato a
pormi con più simpatia nei
suoi confronti e i risultati che
ottengono i bambini che aiuto
riempiono me di fiducia nelle
mie capacita scientifiche.
•
Confesso comunque che
portando avanti io questi studi
per indirizzarmi alla scuola
dell’infanzia spero di non
dover mai insegnare questa
materia ad un livello che
superi questa età; anche
perchè non ne sarei
assolutamente in grado.
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