Gruppo Bergamo
5 agosto 2015
La preghiera
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.
Là pose una tenda per il sole
che esce come sposo dalla stanza nuziale:
esulta come un prode che percorre la via.
Sorge da un estremo del cielo
e la sua orbita raggiunge l’altro estremo
nulla si sottrae al suo calore.
Grazie
Per l'accoglienza
Per la confidenza
Per la testimonianza
Grazie
I volti, le storie, l'ispirazione: i vostri cuori
La missione ha bisogno di cuore, ha bisogno di amore
Prospettive
L'orizzonte
Il cambiamento
Il cambiamento generazionale, tra memoria e generatività
Il cambiamento ecclesiale: dalla conservazione alla propositività
La profezia
La necessaria e permanente conversione al Vangelo
Il perché e il come delle cose
La novità
L'unità del messaggio con il messaggero
La dimensione spirituale della vita
LE TRE DIMENSIONI SONO SINERGICHE
Prospettive
Le strade
La testimonianza del Vangelo vivo
La testimonianza della ricerca, della fede, della vita, della fraternità: mai soli
La condivisione
Il cammino condiviso con i boliviani: vescovi e preti, consacrate e laici
La promozione
La soggettività della Chiesa locale e il servizio alla sua promozione. Il riconoscimento della Chiesa locale e del suo
vescovo. La discrezione come stile. La disponibilità formativa
Il segno
Le opere sociali, le strutture pastorali, le iniziative connotate dal criterio del segno e da quello della significatività
L'evangelizzazione
La missione come annuncio della novità del Vangelo, a partire da un ritorno al Vangelo. La forza della profezia.
Prospettive
Le presenze
12 preti: continuità e modalità di servizio
Ciudad, Comunità di Tarija, Seminario di Cochabamba, Seminario di La Paz e
formazione preti, parrocchia di Villoco, di Munaypata (2), di Condebamba, di
Eterasama, di Santa Maria degli Angeli, di San Silvestro, Vicariato apostolico
di Aiquile
Le prospettive formative, che esigono un radicamento significativo in Bolivia
La convinta preparazione del passaggio ai preti boliviani delle strutture
pastorali attuali, attraverso la disponibilità ad condividere concretamente il
percorso con loro
La disponibilità a servire su nuove frontiere
Prospettive
Le presenze
Le suore il prezioso servizio e l'invecchiamento. L'introduzione di suore boliviane
e la contrazione vocazionale in Bolivia e in Occidente
I laici: i padri, la loro storia, il loro radicamento in questo paese, la formazione di
una famiglia, l'esercizio di professionalità con forte connotazione sociale, la
dimensione della fede, il rapporto con la Diocesi di Bergamo. I fratelli maggiori, le
modalità di partenza, la forma del "progetto", la continuazione, la trasformazione
e la conclusione dei progetti iniziali e le nuove collocazioni e il rapporto con la
Diocesi; la dimensione della fede e l'inserimento nella Chiesa locale e la
collaborazione con laici boliviani. I giovani partiti in questi anni come laici
missionari: la dimensione della fede, la collocazione ecclesiale, il servizio
pastorale e la collaborazione con i presbiteri, l'inserimento nella Chiesa locale, la
definizione dei compiti in termini pastorali e professionali, il rapporto con la
Diocesi e la convenzione CEI. L'esperienza della famiglia missionaria. Il ruolo dei
presbiteri, di don Andrea, di don Basilio, di don Giambattista e del Vescovo.
Il magistero del Papa in bolivia
Sono lieto di trovarmi in questo Paese di singolare bellezza, benedetto da Dio nelle sue diverse zone:
l’altopiano, le valli, le terre amazzoniche, i deserti, gli incomparabili laghi; il preambolo della sua Costituzione lo
ha sigillato in modo poetico: «In tempi immemorabili si eressero montagne, si dispiegarono fiumi, si formarono
laghi. La nostra Amazzonia, il nostro Chaco, il nostro altipiano, le nostre pianure e le valli si coprirono di piante
e di fiori», e questo mi ricorda che «il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero
gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode» (Enc. Laudato si’, 12). Ma soprattutto è una terra
benedetta nelle sue genti, con la sua variegata realtà culturale ed etnica, che costituisce una grande ricchezza
e un appello permanente al mutuo rispetto e al dialogo: popoli originari millenari e popoli originari
contemporanei; quanta gioia ci dà sapere che il castellano portato in queste terre oggi convive con 36 idiomi
originari, amalgamandosi – come fanno nei fiori nazionali di kantuta e patujú il rosso e il giallo – per dare
bellezza e unità nella differenza. In questa terra e in questo popolo si è radicato con forza l’annuncio del
Vangelo, che lungo gli anni è andato illuminando la convivenza, contribuendo allo sviluppo del popolo e
promuovendo la cultura.
Come ospite e pellegrino, vengo per confermare la fede dei credenti in Gesù Cristo risorto, perché quanti
crediamo in Lui, mentre siamo pellegrini in questa vita, siamo testimoni del suo amore, fermento di un mondo
migliore, e collaboriamo alla costruzione di una società più giusta e solidale.
Il magistero del Papa in Bolivia
In questi giorni mi piacerebbe incoraggiare la vocazione dei discepoli di Cristo a
comunicare la gioia del Vangelo, ad essere sale della terra e luce del mondo. La voce
dei Pastori, che dev’essere profetica, parla alla società in nome della madre Chiesa –
perché la Chiesa è madre – e parla a partire dalla sua opzione preferenziale ed
evangelica per gli ultimi, per gli scartati, per gli esclusi: questa è l’opzione preferenziale
della Chiesa. La carità fraterna, espressione viva del comandamento nuovo di Gesù, si
esprime in programmi, opere e istituzioni che cercano la promozione integrale della
persona, così come la cura e la protezione dei più vulnerabili. Non si può credere in Dio
Padre senza vedere un fratello in ogni persona, e non si può seguire Gesù senza dare la
vita per quelli per i quali Egli è morto sulla croce.
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