Il multiculturalismo: i termini della
questione
Quando, nel mondo occidentale, la differenza
diventa un problema: la caduta del muro di
Berlino e la fine dei blocchi come evento
simbolico (1989).
I confini si sono aperti e la differenza non può
più essere proiettata in un ‘altrove’. La
differenza vive con noi.
• Il multiculturalismo diventa, nei decenni
recenti, una categoria che organizza il
dibattito, un problema sociale e, insieme,
si riferisce alle soluzioni al problema (le
politiche multiculturali) (Melucci,
Multiculturalismo in Parole chiave, 2000)
• Fenomeni diversi sono compresi in questa
categoria:
1. la situazione di minoranze interne
marginalizzate nel contesto di uno stato
nazionale
2. nuove domande di riconoscimento delle
diversità in seguito ai processi di integrazione
economica e politica in spazi sovranazionali
3. i problemi legati all’emigrazione, rapporti tra
sud e nord del mondo, dalla periferia verso il
centro
4. la relazione fra popolazioni autoctone e l’etnia
maggioritaria, a sua volta in posizione di
deprivazione relativa rispetto allo stato centrale
(il caso del Quebec)
Le questioni sollevate dal dibattito intorno al
multiculturalismo:
• Le differenze e le diseguaglianze
• Le identità e il riconoscimento
• La cittadinanza
• Il difficile rapporto tra diritti delle donne e
multiculturalismo
• ‘Svolta culturale’ ( a sua volta legata al
riconoscimento delle differenze) e prospettiva
multiculturalista sono strettamente connesse. I
diritti multiculturali e le politiche sociali sono
legate a questa centralità (Piccone Stella,
Esperienze multiculturali, 2003).
• L’universalismo proposto dall’Illuminismo nega
l’esistenza della differenza. Impossibile
rivendicare diritti legati all’appartenenza
culturale, di gruppo.
Contro questa visione si chiede che i diritti
individuali vengano integrati da diritti collettivi
a carattere culturale.
• Che cos’è la ‘cittadinanza multiculturale’ (o
differenziata): contro il paradigma illuminista a
carattere universalistico e astratto. Riconoscere
poteri e diritti non solo ai singoli, ma ad entità
collettive come i gruppi culturali. Obiettivo:
valorizzare la dimensione sociale, culturale e
religiosa. Oltre lo spazio pubblico in senso
stretto. La questione del riconoscimento.
• Si può essere un ‘buon cittadino’ con più
appartenenze? Contro l’idea di cittadinanza
multiculturale prende posizione ad esempio
l’ideologia nazionalista.
• La cittadinanza multiculturale deve prendere in
considerazione i diritti collettivi dei gruppi
culturali (Kimlicka, La cittadinanza
multiculturale, 1999). Contro il liberalismo
classico, per il quale solo il singolo può essere
titolare di diritti.
• I ‘diritti polietnici’ sono legati alle minoranze
culturali (ad esempio negli USA) ed esprimono il
loro rifiuto del principio dell’assimilazione.
Oggi occorre dunque “navigare tra la Scilla
dell’ugualitarismo e la Cariddi del
differenzialismo” (Wieviorka). L’equilibrio
difficile. Le circostanze storiche delle nuove
ondate migratorie modificano il quadro
tradizionale dei problemi della cittadinanza.
• Secondo alcuni studiosi delle problematiche
multiculturali (ad es. Castles) occorre
trasformare la cittadinanza formale in
cittadinanza sostanziale basata su:
• 1. rappresentanza di gruppo
• 2. trattamento differenziato per gruppi di
persone con differenti valori, interessi e bisogni
• Il rispetto della dichiarazione dei diritti umani
del 1948 (Nazioni Unite) non è sufficiente.
Esempi:
• Diritto di parola (in quale lingua?)
• Diritto alla mobilità (quale mobilità se si parla di
migranti?)
• Diritto di voto
• Che cosa sono le ‘capabilità’ (capabilities: fusione
di capacity e ability) proposte dal premio Nobel
Amartya Sen, finalizzate al rispetto della dignità
umana.
• Analisi non solo delle opportunità
oggettivamente esistenti ma anche delle
possibilità soggettive di fronteggiare le
situazioni di svantaggio, a seconda delle
circostanze di tempo e di luogo.
• Analisi della disponibilità di risorse oggettive
(economiche, sociali, culturali) e soggettive
(identità, riconoscimento) per far fronte alle
situazioni reali.
• In sintesi, per Sen, è fondamentale – attraverso
l’approccio delle capabilities – trasformare i diritti
formali in libertà di vivere la propria vita come
meglio si desidera.
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Multiculturalismo I