E’così chiamato in quanto fu un susseguirsi di imperatori :
GALBA
OTONE
VITELLIO
VESPASIANO
Galba: governatore della Spagna Terraconense; scoprì che
Nerone
voleva metterlo a morte, così marcio in armi a Roma.
Non aveva il consenso di:
Popolo ed esercito  a casa dei suoi modi
Pretoriani (scorta armata dell’imperatore formata dai
migliori soldati) perché non aveva dato loro del denaro.
A causa della sua età avanzata fu la marionetta dei suoi
favoriti.
Nominò come suo successore Pisone (per placare una
rivolta delle legioni Germaniche desiderose di un nuovo
imperatore).
Otone, governatore della Lusitania e sostenitore di Galba
indispettito per non essere stato scelto come successore si
alleò con i pretoriani e Galba fu ucciso.
Otone fu eletto imperatore dal Senato per timore dei pretoriani.
• Accettò di farsi chiamare “Nerone” per avere il consenso del
popolo che lo rimpiangeva.
• Di nuovo installate le statue di Nerone.
• Richiamati i liberti.
• Intenzione di restaurare la Domus Aurea.
A Roma arrivò la notizia che Vitellio, divenuto imperatore delle legioni
della Germania stava avanzando verso l’Italia.
Otone partì verso nord per riuscire a bloccare le truppe, ma riuscì a
spingerle solo fino a Cremona.
La battaglia decisiva fu quella di Bedriaco dove Otone venne
sconfitto.
Vitellio, uomo autoindulgente, pigro, amante del cibo e del bere.
Dovette l’ascesa al trono a Cecina Alieno e Fabio Valente
comandanti di due legioni del Reno che compirono un colpo di
stato militare.
Durante il suo breve regno fu completamente sotto l’influenza dei
due comandanti che lo condussero una politica di eccessi.
Roma divenne lo scenario di rivolte e massacri, spettacoli di
gladiatori e fasti stravaganti.
Appena si sparse la voce che gli eserciti dell‘Est, Dalmazia e Illiria
avevano acclamato Vespasiano, Vitellio, abbandonato da molti
dei suoi sostenitori, avrebbe voluto rinunciare al titolo di
imperatore.
Le truppe di Vespasiano arrivarono a Roma e Vitellio fu gettato nel
Tevere tra gli insulti del popolo.
Vespasiano ( 69-79 d.C.)
-
Restaurò la disciplina nell’esercito trascurata da Vitellio.
-
Rimpolpò finanze dello stato con il recupero di terreni privati e con
nuove tasse.
-
Emanò un provvedimento: Lex de imperio Vespasiani dove si diceva
che il principe è svincolato dalle leggi, quanto piace ad esso ha
valore di legge .
Grazie a questa legge gli imperatori successivi non si affidarono più
al potere divino ma alla legittimazione giuridica.
-
Riformò Senato e ordine equestre rimuovendo membri inadatti.
-
Arruolò solo italici nella guardia pretoriana.
-
Mandò il figlio Tito a placare una rivolta in Palestina e ottene
Gerusalemme.
-
Attraverso l’esempio della sua semplice vita ridusse la mania dello
- Vespasiano come soldato non fu eccellente, ma dimostrò forza di
carattere e abilità. Egli non ebbe le caratteristiche attese in un
imperatore, ma questo fu apprezzato da tutti.
- Fu il fautore di un ristabilimento economico e sociale in tutto l'Impero
che godette di una pax che rimarrà proverbiale. Fu uno degli
imperatori più amati della storia romana.
A Vespasiano successe il figlio Tito (79-81d.C.)
il cui operato non lasciò tracce significative perché morì per cause
naturali dopo soli 2 anni di governo.
Si guadagnò il soprannome di “delizia del genere umano” per la
generosità dimostrata nell’aiutare le popolazioni di Pompei ed
Ercolano colpite dall’eruzione del Vesuvio nel 79d.C.
A Tito successe il fratello Domiziano (81-96d.C.)
• Intraprese alcune campagne militari con lo scopo di
rafforzare i confini.
• Instaurò MONARCHIA ASSOLUTA.
• Aveva una tendenza autocratica voleva essere
considerato un Dio.
• Espulse gli elementi dal Senato a lui sfavorevoli ciò
determinò una serie di congiure verso di lui che
smascherò e punì con la morte.
Una congiura pose fine alla sua vita.
Gli venne inflitta la damnatio memoriaedemolizione di
ogni sua rappresentazione.
Con la morte di Domiziano si concluse la dinastia flavia.
La dinastia flavia detenne il potere del 69d.C. al 96d.C.
I Flavi Vespasiani erano una famiglia della classe media,
d’origine modesta, giunta all’ordine equestre grazie alla
militanza nell’esercito.
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