Il gruppo quotidiano dei pazienti ricoverati tenuto dagli infermieri del S.P.D.C. Ugo Corrieri, responsabile S.P.D.C. D.S.M. Asl 9 Grosseto Giovanna Sgaragli, Referente Infermieristico Roberto Piccinetti, Infermiere Professionale Il gruppo quotidiano dei pazienti ricoverati tenuto dagli infermieri del S.P.D.C. • Inizia nel 2005 su iniziativa del prof. Morosini (I.S.S.), che ne propose la sperimentazione in numerosi S.P.D.C. italiani. • Il modello di base è quello de “L’intervento cognitivocomportamentale di gruppo nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura” (Vendittelli,Veltro, Oricchio, Bazzoni, Rosicarelli, Polidori, Morosini: Centro Scientifico Editore, Torino, 2003). • Prevede gruppi mattutini dei pazienti ricoverati, condotti da un conduttore (medico o psicologo) e un co-conduttore (medico, psicologo o infermiere). • Si basa su 3 pilastri: approccio bio-psico-sociale - applicazione di tecniche cognitivo-comportamentali - approccio dimensionale e non categoriale ai disturbi psichici. 2 3 I vantaggi dei gruppi in SPDC • Facili e piacevoli da imparare e da ripetere nella routine del reparto. • Occasione di maggior coinvolgimento e gratificazione professionale per noi infermieri. • Permettono nuovi tipi di interazioni in S.P.D.C. • Riducono l'isolamento dei pazienti mediante la condivisione tra loro delle esperienze di malattia, anche quelle psicotiche. • Tendono ad aumentare l'adesione alla terapia farmacologica. • Tendono a “insegnare” ai pazienti come riconoscere e gestire i segni precoci di crisi, chiedendo aiuto per tempo. 4 I vantaggi dei gruppi in SPDC - II • Rendono il ricovero più accettabile e interessante per i pazienti, vedendolo come momento di riflessione e approfondimento. • Favoriscono nei pazienti una concezione positiva e rassicurante degli operatori e degli altri ricoverati, come risorse e sostegno cui si può attingere. • Facilitano l’acquisizione di capacità per fronteggiare eventi e situazioni stressanti verso i quali i pazienti sono particolarmente vulnerabili, iniziando subito (sin da un momento di acuzie) un processo che tenda a vedere come traguardo realistico il benessere. 5 I vantaggi dei gruppi in SPDC -III • Poter crescere assieme nelle interazioni di gruppo (operatori e pazienti). • Migliorare il clima emotivo del reparto e la soddisfazione dei pazienti, delle loro famiglie e degli operatori. • Creare un clima di accettazione e collaborazione, con diminuzione dei comportamenti aggressivi. • Tendere a diminuire le riammissioni in SPDC, specialmente in TSO. 6 Il modello dei gruppi di Grosseto • Abbiamo mantenuto l’impostazione di base… • …introducendovi elementi sistemico-relazionali: centralità del lavoro sulla relazione - attenzione al contesto ed al feedback dai pazienti - importanza fondamentale dell’analogico; del “joining”; di sviluppare un “clima emotivo” positivo gustando, in gruppo, la condivisione dell’esperienza tecniche relazionali nella comunicazione (evitare l’uso controproducente della negazione; la “disseminazione” ericksoniana) - il lavoro su più livelli - flessibilità nei dettagli dei contenuti cognitivi… • …cercando di evitare rischi di atteggiamenti troppo manipolatori e di imporre rigidi contenuti ideologici precostituiti (pur mantenendo costanti i temi fondamentali). 7 Il modello dei gruppi di Grosseto - II • Abbiamo deciso di valorizzare la nuova professionalità infermieristica formandoci e rendendoci autonomi nella realizzazione dei gruppi dei pazienti ricoverati. 8 Aspetti di base dei gruppi • I gruppi si effettuano per circa un’ora (10,30-11,30), dal lunedì al venerdì. • Due infermieri: il conduttore sta seduto in cerchio coi pazienti; il coconduttore scrive con pennarelli sulla lavagna a fogli di carta girevoli. • I pazienti vengono invitati individualmente a partecipare dagli infermieri. • Semplici regole (parlare tutti, uno per volta; non sono permessi comportamenti aggressivi ecc.). • Si usano varie tecniche: rinforzo positivo e feed back positivo; abilità comunicative; approccio “socratico” (far uscire le cose dai pazienti); “normalizzare” le esperienze psicotiche (approccio dimensionale ai disturbi psichici), altre tecniche relazionali di base. • Facciamo periodiche verifiche. 9 4 MODULI COSTANTI 1) 2) 3) 4) COSA È ACCADUTO PRIMA DEL RICOVERO MODELLO STRESS-VULNERABILITÀ PSICOFARMACI SEGNI PRECOCI DI CRISI (Per i dettagli dei singoli moduli si rinvia al libro citato) 10 9 MODULI OPZIONALI 1. 2. 3. 4. 5. 6. ALCOL ALLUCINAZIONE ANSIA E PAURA DELIRIO E PENSIERO PSICOTICO DISTURBI DELL’UMORE: TRISTEZZA E GIOIA DISTURBI DI PERSONALITA’ CLUSTER B: RABBIA 7. DISTURBI DI PERSONALITA’ CLUSTER B: VANTAGGIO SECONDARIO 8. IDEE DI SUICIDIO 9. T.S.O. (Per i dettagli dei singoli moduli si rinvia al libro citato) 11 Schema generale di ogni incontro 1) Preparazione Infermieri e pazienti si siedono in semicerchio; il co-conduttore va alla lavagna, il conduttore si siede tra loro. 2) Introduzione Il conduttore inizia (“ come ogni mattina ci riuniamo in gruppo per conoscere meglio voi e i vostri problemi e cercare insieme di trovare soluzioni... ") . Gli operatori si presentano e invitano tutti pazienti a presentarsi. Il conduttore può anche ricordare le regole (parlare a turno; attenersi al tema; ci si può allontanare e rientrare ecc.). Durata: qualche minuto. 3) Nuovi pazienti (Se non vi sono, si passa al punto successivo) Il conduttore invita un nuovo paziente a raccontare cosa è successo prima del ricovero. Si mettono in evidenza gli aspetti comuni, per favorire un clima di condivisione. Durata: qualche minuto. 12 Schema generale di ogni incontro - II 4) Lavori del pomeriggio precedente Si domanda come è andato il pomeriggio del giorno precedente, in base a quello che era stato deciso di fare. Noi non strutturiamo rigidamente la giornata, ma offriamo occasioni di approfondire i temi trattati ed evitare la noia che spesso i pz. lamentano. Durata: qualche minuto. 5) Ricapitolazione dell'incontro precedente Il conduttore invita un paziente a riassumere il modulo del giorno precedente. Gli altri sono invitati ad aiutarlo. Durata: qualche minuto. 6) Tema del giorno Se ve ne sono le condizioni, si esegue il modulo opzionale; altrimenti si prosegue con la serie dei moduli costanti. Durata: 40-50 minuti. 7) Chiusura Il conduttore riassume i punti principali, ringrazia tutti i partecipanti e invita i pazienti ad accordarsi sul pomeriggio. Durata: qualche minuto. 13 Le impressioni degli operatori su se stessi 1. Approfondimento del rapporto con i pazienti e della loro conoscenza. 2. Maggiore gratificazione da parte del personale infermieristico; gli infermieri si sentono partecipi in modo attivo del processo terapeutico. 3. Percezione del “clima” di reparto più disteso dopo ogni incontro. 4. Gli operatori scoprono di sviluppare le loro potenzialità nella comunicazione e nel gestire gruppi. 14 Le impressioni degli operatori sui pazienti 1. 2. 3. 4. L’utente si sente accolto nei suoi bisogni, soprattutto quelli inerenti alla sua patologia psichiatrica. I pazienti mostrano una maggiore collaborazione (compliance) durante il ricovero. I pazienti partecipano molto volentieri ai gruppi; chi ripete il ricovero ricorda bene i gruppi come esperienza positiva e li chiede di nuovo. Le relazioni tra i ricoverati vengono favorite e “funzionano meglio”, diminuendo in ognuno il senso di estraneità ed aumentando il senso di condivisione delle loro problematiche (a volte i pazienti vanno via assieme, parlando e proseguendo la loro interazione anche dopo la fine del gruppo). 15 Un esempio impegnativo: il modulo opzionale TSO • Le rarissime volte (media 2002-2004: 11 TSO/anno) nelle quali è stato fatto, ha mostrato una sua specifica utilità. • In una recente occasione, con due pazienti in TSO, una di loro, ricoverata da 3 giorni, alla domanda finale “cosa poter fare in futuro per evitare il TSO?”, ha risposto come avrebbe affrontato la situazione in modo più adeguato. • In generale, pare offrire l’occasione di fornire molte informazioni ai pazienti in TSO, che accettano di partecipare al gruppo e lo fanno in modo anche accalorato ma fondamentalmente collaborativo, ponendo domande e chiedendo molti chiarimenti. 16 Gruppi in SPDC e Governance • “Governance”: governo clinico partecipato e condiviso dal basso, per migliorare di continuo la qualità e l’efficacia di ciò che facciamo • Concetto analogo alla “oggettività tra parentesi” (Maturana), in cui scompare l’Esperto che imponeva la sua verità al paziente, ordinandogli di obbedire, a favore di una realtà costruita assieme da tutti noi umani, parimenti esperti e democraticamente protagonisti • Questo richiede l’ingresso di molteplici protagonisti (compresi utenti, famiglie, associazioni di volontariato) nei meccanismi di controllo e gestione del potere (decisionale, economico, valutativo): in modo non confusivo, ognuno con la sua identita’ e responsabilità • I gruppi in SPDC condotti dagli infermieri permettono, proprio nel momento dell’acuzie, una ridistribuzione del potere: ai pazienti (non più protagonisti solo passivi del trattamento) ed agli infermieri (non più semplici esecutori assistenziali) 17 Grazie per l’attenzione!