Approfondimento della teoria degli stakeholder • Per approfondire cosa intendiamo parlando di teoria degli stakeholder è utile guardare alle principali critiche alla teoria e rispondere a esse e guardare alle principali interpretazioni errate della teoria stessa. (Phillips, Freeman e Wicks 2003) Fantocci e geni maligni Travisamenti: fantocci e geni maligni La teoria degli stakeholder è una giustificazione per l’opportunismo manageriale (Jensen 2000, Marcoux 2000, Sternberg 2000) La teoria degli stakeholder non è in grado di fornire una funzione obiettivo sufficientemente specifica per l’impresa (Jensen 2000) La teoria degli stakeholder riguarda principalmente la distribuzione dei rendimenti finanziari (Marcoux 2000) Tutti gli stakeholder devono essere trattati equamente (Gioia 1999, Sternberg 2000) La teoria degli stakeholder è una giustificazione per l’opportunismo manageriale • La possibilità di giustificarsi dicendo che si sta agendo in nome di uno stakeholder anziché di un altro darebbe ai manager opportunisti la possibilità di agire per il proprio tornaconto La teoria dell’agenzia • La distinzione tra proprietà e controllo e i problemi di agenzia (cui si fa meglio fronte, secondo chi critica la teoria degli stk in quest’ottica, con i doversi fiduciari esclusivi verso una parte) • Un individuo (il principale) incarica un altro specifico individuo (l’agente) di svolgere per proprio conto e nel proprio interesse un determinato compito\attività a fronte di un corrispettivo La teoria dell’agenzia • Oggetto della relazione di agenzia è il risultato di comportamenti non prevedibili e osservabili direttamente dal principale • Esistono quindi problemi di osservabilità dei comportamenti e di ASIMMETRIE INFORMATIVE La teoria dell’agenzia • Spesso, quindi, non essendo possibili contratti basati sulle azioni si stabiliscono contratti basati sui risultati (che possono implicare una serie di strutture di incentivi per allineare gli obiettivi dell’agente a quello del principale (stock options?) Risposte 1. Il manager sarà agente non solo degli azionisti, ma è agente dell’organizzazione in quanto tale, che è composta di più stakeholder (l’impresa è una entità a se dai suoi azionisti, fa contratti ecc.) 2. Innumerevoli comportamenti opportunistici dei manager vengono messi in atto anche quando l’obiettivo è unicamente quello della massimizzazione del profitto (caso Parmalat) 3. Se aumenta il numero di soggetti rispetto ai quali si hanno doveri “aumenta il numero di controllori” La teoria degli stakeholder non è in grado di fornire una funzione obiettivo sufficientemente specifica per l’impresa • Secondo questa critica non sarebbe più possibile, se si dovessero bilanciare gli interessi di tutti gli stakeholder, avere un preciso riferimento rispetto al quale valutare l’azione dell’impresa e dei suoi manager Risposte • E’ possibile calcolarla, anche se complesso • Esistono comunque infiniti modi anche di perseguire la massimizzazione del profitto (e diversi modi per misurare il profitto). La massimizzazione del profitto può essere qualche cosa più semplice da misurare ex post rispetto alla valutazione della massimizzazione del benessere di tutti gli stakeholder, ma nulla ci dice ex ante o durante le azioni se queste siano quelle che stanno effettivamente max il valore per quell’impresa in quel contesto. Infatti esistono infiniti modi per rispettare l’obbligo di massimizzazione del profitto • Forse, ex post, prendere come funzione obiettivo dell’organizzazione la max del valore di mercato, può portare a misurazioni di successo più precise rispetto all’ottimizzazione del benessere dei molteplici stakeholder Risposte • Inoltre, il semplice fatto della massimizzazione del valore non mette in conflitto le due teorie (degli stakeholder e quella della considerazione dei soli azionisti). Il “conflitto emerge se si fa coincidere il valore con il valore delle azioni, e, caso mai, il conflitto emerge in fase di distribuzione (anche una impresa gestita in ottica multi-stakeholder massimizza un valore). La teoria degli stakeholder riguarda principalmente la distribuzione dei rendimenti finanziari (cioè aspetto monetario) • In realtà, nell’approccio di Freeman (1984) è stata riconosciuta l’importanza dell’aspetto procedurale. Chi prende e quanto prende dei risultati di un’impresa è importante, ma è anche rilevante chi ha voce in capitolo nel definire la composizione del totale da distribuirsi • La teoria degli stk riguarda chi a voce nel processo decisionale e chi beneficia dei risultati derivanti da queste decisioni. La procedura è importante per la teoria degli stk quanto la distribuzione finale • In questo caso è quindi fondamentale la distinzione fra giustizia procedurale e giustizia distributiva. Giustizia procedurale e distributiva Dagli studi di psicologia è chiaramente emerso che le persone hanno un interesse non solo verso i risultati finali di un processo distributivo, ma anche verso le procedure con cui tale distribuzione viene decisa - I risultati vengono maggiormente accettati quando la procedura è considerata equa - Fra ciò che caratterizza la percezione di equità vi è, in particolare, il grado di controllo esercitato dall’interno del processo (sono ritenute più eque le procedure in cui si è resi partecipi) La teoria degli stakeholder in tale ottica: • Fra le prescrizioni della teoria degli stakeholder esiste quella che dice che gli stakeholder rilevanti devono partecipare al processo decisionale. Sia per ragioni strumentali (soggetti più coinvolti danno di più), sia per ragioni morali (è “eticamente” giusto) • Il punto caso mai è come implementare questo aspetto? (stakeholder nel CDA, incontri informali ecc.?) Quindi • Ridurre la teoria degli stakeholder alla distribuzione dei rendimenti finanziari significa sminuirne l’importanza e il significato in modo significativo • In primo luogo la teoria degli stakeholder specificamente prescrive l’attenzione alla procedura e non solo alla distribuzione • In secondo luogo, la teoria degli stk è attenta ad altri aspetti che non al semplice aspetto finanziario • I beni tangibili non sono l’unica cosa a che i soggetti desiderano conseguire. • Importanza decisiva (anche in parte in modo collegato all’idea di equità) viene data alla diffusione dell’informazione e ai beni non tangibili (appunto aspetti di coinvolgimento e riconoscimento procedurale) che è un altro punto chiave della teoria degli stakeholder Stakeholder management significa che tutti gli stakeholder devono essere trattati equamente • Spesso si afferma che: la teoria degli stakeholder implica che tutti gli stakeholder debbano essere trattati in modo uguale indipendentemente dal fatto che alcuni contribuiscano più di altri all’organizzazione o che nell’asserire che tutti gli stakeholder hanno la stessa importanza per un’impresa e che l’impresa deve rispondere a tutti nello stesso modo, la teoria degli stakeholder confonde l’impresa con il governo (Sternberg 2000) Affermazioni derivate dall’idea di bilanciamento equo fra gli stakeholder Esempi citati per sostenere queste posizioni • Il surplus, secondo la teoria degli stakeholder, andrebbe diviso considerando un criterio quale: 1. Equità a la Rawls 2. Eguaglianza come quote uguali fra tutti gli stakeholder 3. Conseguenzialismo di Pareto – migliorare almeno le condizioni di uno senza peggiorare quelle di nessuno TUTTAVIA • Nulla vieta di accompagnare e/o sostituire uno di questi criteri a criteri ad esempio meritocratici, che distribuiscano agli stakeholder, ad esempio, sulla base dei rispettivi contributi, costi e rischi. • Questo permetterebbe di “retribuire” i diversi stakeholder in modo diverso, considerando, ad esempio, l’importanza e il rischio collegati al conferimento di capitale ecc. Interpretazioni “favorevoli” ma errate della teoria degli stakeholder La teoria degli stakeholder richiede modifiche della legge attuale (Hendry 2001, Van Buren 2001) La teoria degli stakeholder si applica solamente alla grande impresa (Donaldson e Preston 1995) La teoria degli stakeholder richiede modifiche della legge attuale -I • L’attuale legislazione non sancisce in modo dominante il fatto che è illegale gestire l’impresa a favore di tutti gli stakeholder e non solo gli azionisti. • Anzi, nella maggior parte dei casi si sottolinea che gestire in funzione degli stakeholder è di fatto il modo più efficace per guidare un’impresa a favore di tutti gli stakeholder. La teoria degli stakeholder richiede modifiche della legge attuale - II • Non sarebbero quindi necessarie modifiche alla legislazione attuale, anche se non è detto che queste non siano opportune. • Ad esempio in riferimento all’inserimento di rappresentanti degli stakeholder nel CDA che non è previsto attualmente, ma potrebbe agevolare la teoria degli stakeholder secondo alcuni sostenitori La teoria degli stakeholder si applica solamente alla grande impresa • Ciò può sembrare appropriato se la teoria degli stakeholder viene contrapposta alla prospettiva di massimizzazione del profitto degli azionisti • Tuttavia, la teoria degli stakeholder, se vuole essere una teoria del management strategico e dell’etica dell’organizzazione ha bisogno di essere applicata a tutte le imprese