Corso di Sistemi organizzativi complessi Prof. Renato Fontana [email protected] Le strutture organizzative Dall’organigramma gerarchico -funzionale all’impresa-rete Struttura organizzativa: • Disegno dei ruoli e delle loro interdipendenze • Meccanismi di differenziazione/integrazione Relativizzazione del modello unico: contingenze e pluralità di logiche organizzative • Il taylorismo aveva ipotizzato l’esistenza di un modello universale e ottimale di organizzazione (one best way) • La struttura di un’impresa non è fissa ma varia in funzione di diverse contingenze (variabili) che corrispondono a diversi modelli organizzativi Le strutture organizzative possono essere diverse • “Le variabili o gli elementi dell’organizzazione devono essere scelti in modo da raggiungere un’armonia o una coerenza interna, ed al contempo anche una coerenza di fondo con la situazione dell’azienda” • Le forme organizzative non possono essere scelte in modo libero e arbitrario, ma “la scelta deve obbedire ad una logica sistematica e rigorosa basata proprio sulle ricerca della coerenza tra le varie parti” I modelli puri di organizzazione • Ansoff e Brandenburg (1971) teorizzano l’esistenza di quattro modelli puri organizzativi, attraverso cui l’impresa compie la sua evoluzione: – – – – Funzionale Divisionale Progetto Matrice Strutture con complessità crescente Relazione tra strutture, condizioni primarie e situazione Situazione Condizioni d’efficienza Modello organizzativo Stabilità Economia di scala Direzione funzionale Elasticità operativa Tempi brevi di trasferimento tra le unità produttive Direzione divisionale Elasticità strategica Ricerca e sviluppo nuovi prodotti Direzione per progetto Elasticità strutturale Processi continui di cambiamento Direzione per matrice Struttura funzionale (1) Direttore Generale Funzione A Funzione B Funzione C Criterio di suddivisione del lavoro: omogeneità delle competenze e delle tecniche raggruppate in funzioni. Struttura funzionale (2) Punti di forza: • poter disporre di una sofisticazione delle competenze tecnico-specialistiche • sfruttare potenziali economie di scala Punti di debolezza: • scarsa integrazione tra le diverse funzioni visione locale del processo produttivo Struttura divisionale (1) Direttore Generale Divisione A Fun. A Fun. B Divisione B Fun. A Fun. B Divisione C Fun. A Fun. B Criterio di suddivisione del lavoro:si raggruppano le varie attività in base alla linea dei prodotti. Struttura divisionale (2) Punti di forza: • maggiore elasticità nel produrre e gestire linee diversificate di prodotti in sedi produttive geograficamente distanti • decentramento del potere di gestione a livello di singola divisione (alto potere di delega) Punti di debolezza: • necessità di ridefinire i rapporti tra i diversi dirigenti e le relazioni tra linea e staff Struttura per progetto (1) Progetto A Fun. 1 Fun. 2 Fun. 1 Direttore Generale Progetto B Fun. 2 Progetto C Fun. 1 Fun. 2 Criterio di suddivisione del lavoro: progetti da realizzare Struttura per progetto (2) Punti di forza: • per ogni progetto si creano di gruppo di lavoro altamente integrati • canalizza gli sforzi dei singoli e del gruppo in direzione dell’obiettivo Punti di debolezza: • scarso coordinamento tra i vari progetti • duplicazione delle funzioni all’interno di ogni progetto Struttura a matrice (1) Direzione Generale Funzione A Funzione B Progetto 1 Progetto 2 Progetto 3 Incrocio di strutture Funzione C Struttura a matrice (2) forma “ibrida” che eredita dall’organizzazione funzionale: • la specializzazione e • l’alta professionalizzazione dei gruppi funzionali dall’organizzazione per progetti: • la capacità di realizzare prodotti innovativi in ambiti multidisciplinari altamente integrati Forma organizzativa intermedia posta tra la struttura funzionale e la struttura per progetti Struttura a matrice: peculiarità • Flessibilità: elevata mobilità interna delle risorse professionali • Comunicazione laterale: il coordinamento è garantito dall’aumento, dalla qualità e dalla frequenza delle comunicazioni • Istituzionalizzazione del conflitto: si viola il principio classico dell’“unità del comando” • Ambiguità: associata a condizioni di vera e propria indeterminatezza del contesto e dei comportamenti Reti di organizzazioni e Organizzazione rete Reti di organizzazioni. Organizzazione rete • transazioni stabili • cooperazione tra i nodi in vista di uno scopo • nuovo attore collettivo Componenti della rete: • attori individuali/collettivi • relazioni: deboli e variabili per frequenza, intensità, natura della risorsa scambiata QUALI FORME ORGANIZZATIVE? • Una progettazione organizzativa efficace richiede una coerenza fra il complesso dei parametri di progettazione e il complesso dei fattori contingenti •Pluralità delle forme organizzative •Necessità di scoprire un ordine generale regolatore dei processi di progettazione organizzativa Mintzberg tentativo più organico e ambizioso di formulare un modello che indichi le logiche e i vincoli da rispettare quando si intende progettare le strutture interne di organizzazioni complesse