LA RIABILITAZIONE POST-ACUTA NELLE AMPUTAZIONI DELL’ARTO INFERIORE: PRESENTAZIONE DI UN PROTOCOLLO CLINICO EPIDEMIOLOGIA (USA, CANADA) 70% MALATTIE VASCOLARI ED INFETTIVE (61-70 anni) 22% TRAUMI (21-30 anni) 5% TUMORI (11-20 anni) 3% DEFORMAZIONI CONGENITE RAPPORTO MASCHI : FEMMINE MALATTIA TRAUMA TUMORE DEFORMAZIONI CONGENITE 1,5:1 2,1:1 7,2:1 1,3:1 RAPPORTO AMPUTAZIONI ARTO INFERIORE :SUPERIORE 11:1 EPIDEMIOLOGIA (ITALIA) Amputazioni di arto inferiore 1996 1997 1998 Amputazioni non specificate 1667 1139 1466 Amputazioni dita 3565 3207 2948 Amputazione piede 1060 819 735 Amputazione caviglia 24 13 23 Amputazione transmalleolare 62 57 69 940 899 808 30 37 22 3811 3522 3137 Disarticolazione di anca 52 50 53 Emipelvectomia 77 74 103 10788 9817 9364 Amputazione transtibiale Disarticolazione di ginocchio Amputazione transfemorale Totale Dati forniti dal Ministero della Sanità sul numero annuo di amputazioni di arto inferiore in Italia AMPUTAZIONI NON TRAUMATICHE DEGLI ARTI INFERIORI NEI PAZIENTI DIABETICI IN UMBRIA NEGLI ANNI 1991-1998 (L. Scionti, G. Di Matteo e altri) Età diabetici n. < 50 50/59 60/69 70/79 >80 12 48 113 218 117 % 2.4 9.4 22.2 42.9 23.1 Livello Coscia Gamba Piede Avampiede Dita Non diabetici n. 4 20 85 160 196 diabetici n. 204 111 6 43 144 % 40.2% 21.9 1.1 8.5 28.3 % 0.9 4.3 18.3 34.4 42.1 non diabetici n. 279 69 3 24 90 % 60.0 14.8 0.6 5.2 19.4 CAUSE DI AMPUTAZIONE DI ARTO INFERIORE (paesi occidentali) Vascolari, neoplastiche, infiammatorie 75% Traumatiche 22% Correzioni di malformazioni congenite 3% AMPUTAZIONI DA CAUSE VASCOLARI Arteriosclerosi Diabete LA RIABILITAZIONE DEL PAZIENTE AMPUTATO NECESSITADI UN APPROCCIO RIABILITATIVO INTERDISCIPLINARE Chirurgo Ortopedico, Fisiatra, Internista Psicologo Tecnico ortopedico Terapista Occupazionale Fisioterapista L’EQUIPE DEVE SAPER COMUNICARE CHE L’AMPUTAZIONE • • • Non è un momento fallimentare della terapia medica Non significa perdere autonomia Non è la fine di qualcosa DEVE ESSERE INVECE CONSIDERATA COME UN INTERVENTO RICOSTRUTTIVO CHE RIMUOVE UNA SORGENTE DI DOLORE E DI DISABILITA’ DEL PAZIENTE PRESENTAZIONE DELLA CASISTICA DELL’ISTITUTO PROSPERIUS TIBERINO PAZIENTI N° 18: 14 maschi 4 femmine Età media 65 aa (min. 34 aa- max. 78) Ricoverati tra settembre 2004 e febbraio 2007 TIPO DI AMPUTAZIONE 12 amputati di coscia 6 amputati di gamba CAUSA DI AMPUTAZIONE 10 causa vascolare (di cui 8 con malattia diabetica) 8 causa traumatica DURATA MEDIA DEGENZA 41.6 ± 23.5 giorni. FASI DELLA RIABILITAZIONE Pre-operatoria Ricostruzione dell’amputazione Post-operatoria immediata Pre-protesica Fabbricazione della protesi Allenamento alla protesi Reinserimento nella società Reinserimento professionale Follow up FASE PRE-OPERATORIA per paziente candidato a procedura chirurgica d’elezione Raccolta dati anamnestici e valutazione in chiave riabilitativa delle eventuali patologie concomitanti Valutazione del grado di autonomia precedente all’amputazione Istruzione al paziente tese a facilitare la successiva riabilitazione ed il controllo del dolore LIVELLI DI AMPUTAZIONE ARTO INFERIORE 1. 2. 3. 4. 5. disarcolazione dell’anca ed emipelvectomia amputazioni di coscia disarcolazione di ginocchio amputazioni di gamba amputazioni di piede NELLA RIABILITAZIONE DELL’ AMPUTATO ASSUME IMPORTANZA PRIMARIA la valutazione cardiovascolare e respiratoria LA RIABILITAZIONE DELL’ AMPUTATO INIZIA DALLE INDICAZIONI FORNITE DA: • • • • • VALUTAZIONE DELLA FUNZIONE CARDIACA DELLE PATOLOGIE OSTEO-ARTICOLARI DELLE AFFEZIONI DEL SISTEMA NERVOSO DELLE TURBE DEL SISTEMA RESPIRATORI PRESENZA DI EVENTUALI ALTRE VARIABILI SPESSO L’INIZIO DELLA RIABILITAZIONE COINCIDE CON EPISODI ISCHEMICI E/O FENOMENI ARITMICI DETERMINATI DAL CONSUMO DI OSSIGENO CHE AUMENTA CONSIDEREVOLMENTE NELL’AMPUTATO DI ARTO INFERIORE FASE POST-OPERATORIA IMMEDIATA: esercizi terapeutici MOBILIZZAZIONE PASSIVA E ATTIVA ESERCIZI ISOMETRICI ESERCIZI CONTRO RESISTENZA MANUALE RINFORZO GRADUALE ESERCIZI RESPIRATORI GESTIRE IL DOLORE ACUTO INFIAMMATORIO SEMPRE PRESENTE IN QUESTA FASE E CHE TENDE A SCOMPARIRE ENTRO ALCUNE SETTIMANE EDUCARE IL PAZIENTE SULLE POSIZIONI DA ASSUMERE E DA EVITARE DOPO L’INTERVENTO FASE POST-OPERATORIA IMMEDIATA: esercizi terapeutici FASE POST-OPERATORIA IMMEDIATA: esercizi terapeutici FASE PRE PROTESICA Bendaggio contenitivo del moncone e trattamento delle eventuali complicanze Kinesiterapia locale e generale Esercizi di rinforzo muscolare Esercizi aerobici progressivi atti a migliorare la resistenza generale Addestramento all’utilizzo della protesi temporanea Idrochinesiterapia Esercizi respiratori COMPLICANZE DEL MONCONE difetti di cicatrizzazione per insufficiente irrorazione, possibili aderenze, invaginazioni, cheloidi, fistole, dermatiti, follicoliti, eccesso o scarsità di tessuti molli Edema Difetti di lunghezza del moncone,, comparsa di esostosi, atteggiamenti viziati per contratture, retrazioni capsulari o alterazioni della struttura articolare dolori ischemici legati a turbe trofiche e circolatorie, dolori d’alterazione del segmento osse, da patologie cutanee, da cicatrici, dolori neurogeni: parestesie, neuromi, arto fantasma TRATTAMENTO E PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE RIDUZIONE EDEMA ATTRAVERSO POSIZIONAMENTI ED UTILIZZO POMPA MUSCOLARE E RESPIRATORIA BENDAGGIO ELASTICO “BIFLEX” O CAPPUCCI ELASTICI COMPRESSIVI COPRIMONCONE MASSAGGIO CICATRIZIALE TERAPIA FISICA ANTALGICA IGIENE POSTURALE E CORRETTO BILANCIO MUSCOLARE DEL MONCONE TECNICHE DI PROTESIZZAZIONE IMMEDIATA (intra-operatoria) Creazione, direttamente in sala operatoria, di un calco in gesso per la confezione della protesi provvisoria PRECOCE (post-operatoria) A 10-12 giorni dall’intervento, si effettuano le prime misurazioni ed, entro 1 settimana viene effettuata la prova dell’invaso della protesi provvisoria Dopo 6 o 8 settimane dall’intervento, può essere applicata la protesi definitiva. Dopo 4-6 mesi,con il raggiungimento della stabilizzazione del moncone, verrà fornita al paziente la protesi definitiva. FASE DELLA PROTESIZZAZIONE OBIETTIVI ADATTAMENTO MONCONE/PROTESI TOLLERANZA DEL CARICO SUI PUNTI DI APPOGGIO ADATTAMENTO MUSCOLARE E CARDIOVASCOLARE ALLO SFORZO OTTIMALE UTILIZZAZIONE DELLA PROTESI CONTROLLO DELL’EQUILIBRIO DINAMICO RIDURRE GLI EFFETTI DELLA DEAFFERENTAZIONE PREVENZIONE, NEL PAZIENTE VASCOLARE, DELL’ARTERIOPATIA DELL’ARTO SUPERSTITE ESERCIZIO TERAPEUTICO NELLA FASE PROTESICA PARTE DALLA CORRETTA VALUTAZIONE DELLE CONTROINDICAZIONI ASSOLUTE E RELATIVE ALL’ESERCIZIO FISICO “ALLENANTE” CONTROINDICAZIONI ASSOLUTE • Scompenso cardiaco • Angina • Aritmia non controllata dalla terapia • Infezioni acute Tromboflebite CONTROINDICAZIONI RELATIVE • Malattie metaboliche • Cardiomegalia • Marcata obesità • Affezioni neuromuscoloscheletriche limitanti l’attività fisica ESERCIZIO TERAPEUTICO NELLA FASE PROTESICA Kinesiterapia locale e generale Esercizi di rinforzo muscolare Esercizi aerobici progressivi atti a migliorare la resistenza generale Addestramento all’utilizzo della protesi definitiva Esercizi per il controllo dell’equilibrio dinamico e per lo svincolo dei cingoli Attività a tappeto Idrochinesiterapia Esercizi respiratori Terapia occupazionale FASE DI PROTESIZZAZIONE FASE DI PROTESIZZAZIONE FASE POST PROTESICA Ricostruzione dello schema corporeo Terapia Occupazionale Reinserimento nella società Reinserimento professionale Follow up FASE DEL CAMMINO FASE DEL CAMMINO FASE DEL CAMMINO CONCLUSIONI Con l’evolversi delle tecniche chirurgiche, il costante miglioramento dei materiali e delle metodiche di costruzione delle protesi, queste ultime, oggi, sia dal punto di vista funzionale che cosmetico, appaiono in grado di integrarsi efficacemente nello schema corporeo; CONCLUSIONI ..la corretta gestione della riabilitazione con approccio interdisciplinare può consentire il recupero dell’autonomia compromessa a causa dell’evento invalidante e quindi favorire il reinserimento dell’amputato nell’ambiente familiare, sociale e lavorativo.