IO E IL
COMPUTER
Cesaron Novella
• Quest’anno il filo conduttore
dei lavori individuali e di
gruppo è l’informatica. Mi sono
fermata in questi giorni a
riflettere sul rapporto esistente
tra tecnologia/informatica e
didattica…
Come insegnante,
credo non si possa
prescindere dalla
consapevolezza che i
nostri alunni sono
portatori di una serie
di esperienze
extrascolastiche che
hanno compiuto nel
mondo multimediale.
Tali vissuti vanno ripresi,
integrati, rielaborati per
aiutare i bambini a
comprendere il complesso
mondo delle tecnologie. Sul
piano metodologico va
aggiunto che l’informatica
può dare un significativo
contributo alla didattica
delle altre discipline.
Come insegnante di
sostegno, inoltre mi
preme sottolineare il
ruolo di supporto
dell'informatica per gli
alunni disabili. E'
indubbio l'effetto
positivo dell'uso del
PC per alunni con
difficoltà motorie, per i
non vedenti, per
bambini con ritardo
mentale o disturbi
specifici
dell'apprendimento.
IO E LA TECNOLOGIA…
Ho sempre avuto fiducia nella
tecnologia, fin da piccola mi sono
sempre interessato di come
funzionano le cose, e ancora oggi
cerco di conoscere e capire come
usare e sfruttare al meglio le nuove
tecnologie, anche se non sempre
mi risulta di facile comprensione il
loro utilizzo.
Persino i 60enni
e i 70enni si
stanno
adeguando a
questi nuovi stili
di vita, mentre i
bambini già dalle
scuole elementari
apprendono l’uso
dei sistemi
informatici e delle
lingue estere, al
pari della
grammatica, della
geografia e della
matematica.
Quando ero io bambina gli
elaboratori di dati non erano
ancora così sfruttati in
ambito didattico ma, si
sapeva che un giorno tutto
sarebbe ruotato attorno a
quegli apparecchi.
Il sistema operativo informatico più diffuso
al mondo, prima dell’uscita sul mercato di
Windows 95, era l’MS-DOS: al suo
confronto gli elaboratori a cui siamo abituati
noi sembrano giocattoli per bambini, perché
bisognava scrivere delle parole comando
per compiere tutte le operazioni e si doveva
avere buona memoria
Un tempo i computer più diffusi erano i
Commodore 64, mio fratello, più grande, lo
aveva e io mi intrufolavo nella sua camera
per provarlo e per capire che cos’era quello
strano schermo tanto simile ad un tv, anche
perché a scuola non usavamo i computer.
In particolare mio fratello lo usava per
giocare, ma si potevano anche compiere
piccole operazioni di elaborazioni dati a
livello base. Il Commodore andava
collegato ad un qualsiasi televisore, le
cassette dei giochi si caricavano ad una
sorta di registratore, e poi c’erano i joystick
Il mio primo personale
computer è arrivato alla fine
della terza media per motivi di
studio, utilizzavo le funzioni
basilari per scrivere ricerche o
compiti assegnati in cui era
richiesto l’uso del computer.
Poi alle superiori ho iniziato ad
usarlo in maniera più assidua
utilizzando anche internet…
… fino a quando
all’università ho conseguito
la Patente Europea di
Informatica, corso in cui
ho appreso le nozioni
sull’uso basilare del PC
e dei suoi programmi più
comuni: elaborazione testi
(Word) e foglio elettronico
(Excel), insomma l’italiano e
la matematica del
computer…
Così ho iniziato a usare
l’elaboratore in maniera
sistematica e quasi
quotidiana anche a
casa per questo
decidemmo di
installare in casa
l’allaccio alle reti
informatiche (internet)
e creammo una casella
di posta elettronica…
La facilità d’uso e l’enorme utilità,
per ricerche e varie ci ha spinto ad
installare l’internet veloce, la linea
adsl, che permette di visionare
filmati in rete e di aprire
velocemente le pagine con sopra
molte immagini, senza che il
telefono di casa sia occupato
quando si naviga, anche
24 ore su 24 volendo,
senza che la bolletta
telefonica arrivi salata
Il nuovo modo di comunicare e di
archiviare i dati, al posto del
cartaceo, mosse i passi anche in
casa nostra, entrando nelle nostre
quotidiane abitudini. insomma alla
fine è facile come un gioco
apprendere l’uso del Computer e
più si impara, più ci si diverte.
Credo sia lecito pensare che se
potessimo viaggiare nel tempo e
portare qui Albert Einstein, egli
crederebbe di sognare tante e tali sono
le meraviglie che con gli anni l'ingegno
umano ha prodotto. Non parliamo poi
di cosa potrebbe pensare un qualunque
personaggio di epoche ancora più
remote come il medioevo o l'età
classica. Nessuno credo possa negare
l'importanza cruciale che la tecnologia
ha rivestito negli anni.
Ora, con il passare degli anni ho
attraversato una fase di sempre
crescente fiducia nella tecnologia
stessa che era diventata un po' come
una sorta di credo in cui riporre le
speranze di un mondo migliore. Poi,
improvvisamente ho capito che stavo
rincorrendo un'illusione: se la
tecnologia è un mezzo, come può darci
un mondo migliore?
La risposta è che siamo noi ad
utilizzarla e pertanto è solo
nostra la responsabilità. La
tecnologia in sé non risolve
nessun problema, si limita a
spostarlo.
La tecnologia non ci dice proprio
niente….
Si limita ad attendere i nostri ordini.
La tecnologia in sè non è buona ne
cattiva, dipende dall'uso che ne viene
fatto. Sono mezzi, utili a raggiungere
un fine. Ed è proprio questo fine che
dobbiamo cercare dentro di noi.
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