La nascita degli Stati Uniti
a cura della prof.ssa Daniela Melone
Il periodo delle grandi trasformazioni.
• La borghesia era divenuta la forza motrice dello sviluppo
economico e civile.
•La politica di riforme attuata dai sovrani “illuminati” non
risolse i problemi determinati dalla permanenza dei residui
feudali e dell’assolutismo.
• Il rovesciamento dell’assolutismo e dell’antico regime avvenne
attraverso un processo rivoluzionario che si svolse
sul
versante politico- sociale (Rivoluzione francese) ed economico
(Rivoluzione industriale).
• La Rivoluzione francese e la nascita dell’industria moderna
furono precedute dalla rivoluzione per l’indipendenza delle
colonie americane.
La rivoluzione americana:
• si verifica alla fine del ‘700;
• ebbe le sue radici ideali nell’Illuminismo, nei principi di eguaglianza,
libertà e nelle esigenze di sviluppo economico;
• fu un esempio molto avanzato rispetto alle strutture politiche
europee del periodo: mentre in Europa c’è la crisi dell’assolutismo qui
nasce una Repubblica.
Possedimenti europei in Nord America
Le colonie
Erano tra di loro molto disunite. Avevano, infatti, economie ben
diverse.
1. nel Nord, dove i coloni inglesi erano la maggioranza, l’economia
era di tipo europeo, con industrie, città e commerci;
2. nel Centro, dove gli Inglesi costituivano una minoranza, si
esportavano grano e legname,
3. nel Sud, c’erano le colonie più ricche e popolate; esse
esportavano tabacco, cotone, riso e indaco; qui la presenza
degli schiavi neri era massiccia. Il Sud dipendeva
esclusivamente dal commercio con la madrepatria e rompere
con l’Inghilterra sarebbe stato un disastro economico.
Politicamente erano più unite:
1. tutte le colonie avevano ordinamenti simili con un governatore
nominato dal re di Inghilterra ed erano sottoposte alle leggi
inglesi;
2. Erano obbligate a non fare concorrenza alla madrepatria, anzi a
comprare e vendere ciò che interessava alla Gran Bretagna.
La guerra dei sette anni
Scoppiata in Europa tra il 1754 e il 1763 per motivi commerciali è
da alcuni considerata la prima vera guerra mondiale.
Infatti si estese anche in America dove Gran Bretagna e Francia
avevano colonie i cui interessi economici si scontrarono.
Nel 1763 la Francia perse e cedette le sue colonie (chiamate
Louisiana) alla Gran Bretagna e alla Spagna.
Gli Inglesi portarono i loro confini all’interno fino al Mississippi.,
proibendo, tuttavia, gli insediamenti in queste terre.
I contrasti tra l’Inghilterra e le colonie
L’Inghilterra aveva ostacolato i tentativi delle colonie americane di avviare
un’attività produttiva indipendente, basata sul libero commercio e sulla
lavorazione delle materie prime disponibili.
Nonostante le restrizioni, l’attività economica si era notevolmente sviluppata
nelle colonie.
La Gran Bretagna, per far fronte alle ingenti spese che la guerra dei sette
anni aveva comportato, aumentò la pressione fiscale sulle colonie.
Il movimento di resistenza dichiarò illegali le imposte approvate dal
parlamento inglese, nel quale i coloni non erano rappresentati.
Fu organizzato il boicottaggio delle merci tassate (cioè i coloni si rifiutarono
di acquistare le merci inglesi).
Lo scontro con l’Inghilterra
Nel 1770 il governo inglese abolì tutte le tasse ad eccezione di quella sul tè.
Nel 1773 il governo inglese diede alla compagnia delle Indie il monopolio del
commercio del tè, escludendone i mercanti americani.
Il 16 dicembre 1773 un carico di tè fu gettato in mare nel porto di Boston.
Questo episodio, passato alla storia come il “Boston tea Party” segnò l’inizio
di uno scontro sempre più aperto con l’Inghilterra.
A Filadelfia un congresso di rappresentanti delle colonie manifestò il
proprio dissenso, dichiarò obbedienza al re e chiese che le leggi
riguardanti le colonie fossero fatte in America.
Il re Giorgio III si schierò, invece, dalla parte del parlamento, non
accettò le richieste dei coloni, che dichiarò ribelli, e decise di inviare
un esercito in America.
Le colonie risposero creando un esercito (Filadelfia, 1775) e ne
affidarono il comando ad un latifondista della Virginia: George
Washington.
La Dichiarazione di indipendenza
Il congresso di Filadelfia preparò un documento unitario che fu
promulgato il 4 luglio 1776.
Esso affermava il diritto per ogni uomo alla vita, alla libertà, alla ricerca
della felicità.
Proclamava che le colonie unite “erano e dovevano essere di diritto Stati
liberi e indipendenti …. E che tutti i legami politici con la Gran Bretagna
dovevano essere spezzati”.
Lo scontro
Lo scontro con la Gran Bretagna era
ora inevitabile.
In soccorso delle colonie
giunsero
aiuti dalla Francia e dalla Spagna.
1781: vittoria decisiva di Washington a
Yorktown.
3 settembre 1783: si conclusero le
trattative di pace a Versailles. Fu
riconosciuta l’indipendenza degli Stati
Uniti.
Gli Stati Uniti d’America
Nel 1787 fu varata la Costituzione.
I 13 Stati si unirono a formare una repubblica federale.
L’ordinamento costituzionale si ispirava ai principi di
Montesquieu:
• il potere legislativo fu affidato al Congresso, formato dalla
Camera dei rappresentanti e un Senato;
• il potere esecutivo fu affidato ad un Governo guidato da un
presidente eletto ogni quattro anni;
• il potere giudiziario fu dato alla Corte suprema.
La camera dei rappresentanti era eletta a suffragio popolare, il
diritto di voto si basava sul censo.
George Washington, eletto il 4 marzo 1789, fu il primo
presidente degli Stati Uniti.
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Indipendenza americana