ECONOMIA AZIENDALE E GESTIONE DELLE IMPRESE
LEZIONE VII
ORGANIZZAZIONE E RISORSE UMANE
LUCIO DEL BIANCO
ANNO ACCADEMICO 2012 - 2013
DEFINIZIONE SINTETICA DI ORGANIZZAZIONE


LE ORGANIZZAZIONI SONO UNITÀ SOCIALI DELIBERATAMENTE COSTRUITE
(E RICOSTRUITE) DOTATE DI UNA STRUTTURA DI RUOLI DIFFERENZIATI E
DI UNA GERARCHIA DI AUTORITÀ, FUNZIONALI AL PERSEGUIMENTO DI
DETERMINATI FINI
IN EVIDENZA:




LO SCOPO
LA DIVISIONE DEI COMPITI
IL COORDINAMENTO ATTRAVERSO LA GERARCHIA
L ’ ORGANIZZAZIONE È UNA FORMA DI AZIONE COLLETTIVA REITERATA,
BASATA SU PROCESSI DI DIFFERENZIAZIONE E DI INTEGRAZIONE
TENDENZIALMENTE STABILI E INTENZIONALI
2
APPROCCI ALLO STUDIO DELLE ORGANIZZAZIONI
L’ORGANIZZAZIONE
COME
SISTEMA RAZIONALE
L’ORGANIZZAZIONE
COME
SISTEMA SOCIALE
L’ORGANIZZAZIONE
COME
SISTEMA APERTO
DIFFERENZE E COMPLEMENTARIETÀ TRA I DIVERSI APPROCCI
3
ORGANIZZAZIONE COME SISTEMA RAZIONALE
I CONTRIBUTI DELLO SCIENTIFIC MANAGEMENT (F.W.TAYLOR)
E DELLA TEORIA DELLA BUROCRAZIA (M.WEBER)




L’ORGANIZZAZIONE PUÒ ESSERE OTTIMIZZATA IN BASE A PRINCIPI E
CRITERI VALIDI UNIVERSALMENTE
SPECIALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DETTAGLIATA DEI COMPITI
CONSENTONO DI ELIMINARE RIDONDANZE E DISCREZIONALITÀ
LA GERARCHIA DI AUTORITÀ È SUFFICIENTE A GARANTIRE IL
COORDINAMENTO E IL CONTROLLO
EFFICIENZA ED EFFICACIA DIPENDONO DAL GRADO DI ANALITICITÀ E
SPECIALIZZAZIONE DEI COMPITI E DELLE FUNZIONI
4
ORGANIZZAZIONE COME SISTEMA RAZIONALE
CONDIZIONI IMPLICITE ALL’APPROCCIO DEL SISTEMA RAZIONALE



L’ORGANIZZAZIONE PUÒ ESSERE ASSIMILATA AD UNA MACCHINA
(MECCANICA)
L’UOMO È ESSENZIALMENTE RAZIONALE (ORIENTATO ALLO SCOPO E
MOSSO DA INTERESSE ECONOMICO)
L’ORGANIZZAZIONE OPERA IN CONDIZIONI DI PREVALENTE STABILITÀ
AMBIENTALE E RIPETITIVITÀ OPERATIVA
5
L’ORGANIZZAZIONE COME SISTEMA SOCIALE
LA SCUOLA DELLE RELAZIONI UMANE
(E. MAYO)

L’UOMO NON È RAZIONALE E NON È ISOLATO NEL SUO AMBIENTE DI
LAVORO

OGNI GRUPPO PROFESSIONALE ELABORA UN SUO SISTEMA DI VALORI

L’INSIEME DEI GRUPPI COSTITUISCE L’ORGANIZZAZIONE INFORMALE

L’EFFICACIA E L’EFFICIENZA ORGANIZZATIVE RISULTANO FORTEMENTE
INFLUENZATE DALL’ORGANIZZAZIONE INFORMALE
6
L’ORGANIZZAZIONE COME SISTEMA SOCIALE
…… E I SUOI SVILUPPI SUCCESSIVI HANNO SOTTOLINEATO LA NECESSITÀ DI
CONSIDERARE UN NUOVO INSIEME DI VARIABILI ORGANIZZATIVE

L’AMBIENTE DI LAVORO IN SENSO LATO

IL CLIMA ORGANIZZATIVO

LA MOTIVAZIONE

IL MORALE DEL GRUPPO

IL RUOLO DEL CAPO

IL CONTRATTO PSICOLOGICO

LA CULTURA PREVALENTE
7
L’ORGANIZZAZIONE COME SISTEMA APERTO
IL CONTRIBUTO DELLA TEORIA DELLE CONTINGENZE
(P.R.LAWRENCE E J.W.LORSH)




NEL PERSEGUIRE I SUOI SCOPI L’ORGANIZZAZIONE DEVE MANTENERE
RELAZIONI CONTINUE E OPERATIVE CON IL SUO AMBIENTE
IL GRADO DI TURBOLENZA DELL’AMBIENTE CONDIZIONA L’EQUILIBRIO
DEI PROCESSI DI DIFFERENZIAZIONE E INTEGRAZIONE ORGANIZZATIVA
SE IN CONDIZIONI DI STABILITÀ LA GERARCHIA È SUFFICIENTE A
GARANTIRE IL COORDINAMENTO, IN SITUAZIONI FORTEMENTE
DINAMICHE OCCORRONO ANCHE ALTRI STRUMENTI DI INTEGRAZIONE
LE ORGANIZZAZIONI OPERANO ABITUALMENTE IN CONDIZIONI DI
INCERTEZZA
8
L’ORGANIZZAZIONE COME SISTEMA APERTO
CONSEGUENZE DELL’APPROCCIO DEL SISTEMA APERTO



L’ORGANIZZAZIONE PIÙ CHE A UNA MACCHINA, SOMIGLIA AD UN
ORGANISMO ADATTIVO, SEDE DI PROCESSI CONTINUI DI
APPRENDIMENTO
LA PROFESSIONALITÀ E LE COMPETENZE INDIVIDUALI E COLLETTIVE
DEVONO PROGRESSIVAMENTE MUTARE DA TECNICO-SPECIALISTICHE A
GESTIONALI, ORIENTATE AL RISULTATO
EFFICACIA ED EFFICIENZA DIPENDONO DAL GRADO DI COERENZA TRA
LE CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE E QUELLE
DELL’ORGANIZZAZIONE. DUNQUE NON PUÒ ESISTERE UN MODELLO
UNICO DI ORGANIZZAZIONE APPLICABILE A CONTESTI DIVERSI TRA
LORO.
9
L’ORGANIZZAZIONE COME SISTEMA COMPLESSO, APERTO,
DINAMICO
10
UN MODELLO DI ANALISI ORGANIZZATIVA
PRINCIPIO DI COERENZA
NELLE ORGANIZZAZIONI I LIVELLI DI EFFICACIA ED EFFICIENZA
CONSEGUITI DIPENDONO DAL GRADO DI COERENZA ESISTENTE TRA
IL SISTEMA DELLE ATTESE ESPRESSO DAL CONTESTO AMBIENTALE E
ED I SOTTOSISTEMI ORGANIZZATIVI STRATEGIA, STRUTTURA E
CULTURA
11
LA STRATEGIA
NEL RISPETTO DELLA MISSION ORGANIZZATIVA E SULLA BASE SIA
DELLE INFORMAZIONI E DELLE PERCEZIONI RELATIVE ALLE
CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE ESTERNO, SIA DELLE
CONOSCENZE SULLA SITUAZIONE ORGANIZZATIVA INTERNA, (SWOT
ANALYSIS), STABILISCE GLI OBIETTIVI GENERALI E SETTORIALI,
QUANTITATIVI E QUALITATIVI CHE L’ORGANIZZAZIONE INTENDE
PERSEGUIRE
12
LA STRUTTURA
DEFINISCE IL SISTEMA DEI RUOLI ORGANIZZATIVI E DUNQUE
STABILISCE CHI FA CHE COSA E COME ALL’INTERNO
DELL’ORGANIZZAZIONE.
COMPRENDE GLI ELEMENTI TANGIBILI (HARD) DELL’ORGANIZZAZIONE,
ESPLICITI ED IMMEDIATAMENTE COMUNICABILI ATTRAVERSO
ORGANIGRAMMI, DESCRIZIONE DEI COMPITI E DELLE FUNZIONI,
NORME E PROCEDURE, SISTEMA DI PROGRAMMAZIONE E
CONTROLLO, SISTEMA INFORMATICO, …….
13
LA CULTURA
COMPRENDE L’INSIEME DELLE VARIABILI “SOFT” CHE
CARATTERIZZANO UN’ORGANIZZAZIONE, VARIABILI SPESSO
IMPLICITE E NON FACILMENTE ANALIZZABILI: LO STILE DI
DIREZIONE, LE MOTIVAZIONI PREVALENTI, IL QUADRO DEI VALORI
ESISTENTE, IL CLIMA ORGANIZZATIVO, …..
TUTTE QUESTE VARIABILI SONO PROFONDAMENTE CONNESSE CON IL
COMPORTAMENTO DEI SINGOLI E DEI GRUPPI PROFESSIONALI E
DUNQUE POSSONO INCIDERE IN MODO SIGNIFICATIVO SULLA
PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
14
IL CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO
15
IL CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO


L’EVOLUZIONE PIÙ O MENO TURBOLENTA DELL’AMBIENTE IMPONE
ALL’ORGANIZZAZIONE (SIA IN CHIAVE ADATTIVA CHE PROATTIVA)
LA REVISIONE CONTINUA DEGLI EQUILIBRI ORGANIZZATIVI
ESISTENTI, AL FINE DI EVITARE PERDITE CONSISTENTI DI
EFFICACIA ED EFFICIENZA
PER QUESTI MOTIVI NELLE ORGANIZZAZIONI MODERNE LA SFIDA
PIÙ SIGNIFICATIVA È RAPPRESENTATA DAL GOVERNO DEL
CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO , ED IN PARTICOLARE DAL
CAMBIAMENTO CULTURALE
16
CONSEGUENZE DELLA DINAMICA ORGANIZZATIVA

DIFFICOLTÀ A REALIZZARE LA COERENZA IN CONDIZIONI DINAMICHE

NECESSITÀ DI ESPLICITAZIONE DELLA STRATEGIA

VALORE DEL CONFRONTO CON ALTRE ORGANIZZAZIONI

RILEVANZA DEL SISTEMA DI PIANIFICAZIONE-CONTROLLO

IMPORTANZA DEI PROCESSI DI INFORMAZIONE, COMUNICAZIONE E FORMAZIONE

NUOVA ATTENZIONE ALL’EMPOWERMENT DELLE RISORSE UMANE

SVILUPPO DI PROCESSI DI INTEGRAZIONE ORIZZONTALE E SOCIALE (LA SQUADRA)

DINAMICITÀ E PROPOSITIVITÀ COME COMPETENZE NECESSARIE DELLA
PROFESSIONALITÀ
17
IL PROCESSO DI FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
MISSION
AMBIENTE
ESTERNO
SITUAZIONE
INTERNA
STRATEGIA
OBIETTIVI E AZIONI
(INDICATORI DI PERFORMANCE)
18
CARATTERISTICHE DEL PROCESSO

INTENZIONALITÀ

ATTITUDINE ALLA PROGRAMMAZIONE DI MEDIO TERMINE

CONOSCENZA E CONCRETEZZA: UTILIZZO DI INDICATORI DI
PERFORMANCE ADEGUATI

INTEGRAZIONE DEL VERTICE ORGANIZZATIVO

COMUNICAZIONE DELLA STRATEGIA
19
STRATEGIA E COMPORTAMENTO ORGANIZZATIVO
ALTO
STRATEGIA
PER IL
CONSENSO
STRATEGIA
PER LO SVILUPPO
INTEGRATO
STRATEGIA
INERZIALE
STRATEGIA
PER
L’INNOVAZIONE
INTEGRAZIONE
E
COMUNICAZIONE
BASSO
BASSO
ALTO
CONCRETEZZA E MEDIO TERMINE
20
MODELLI DI STRUTTURA ORGANIZZATIVA



LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEFINISCE IL SISTEMA DEI RUOLI
ORGANIZZATIVI, ATTRIBUENDO A CIASCUNO DI QUESTI UN
DETERMINATO INSIEME DI COMPITI E SPECIFICHE RESPONSABILITÀ
IN ALTRI TERMINI LA STRUTTURA STABILISCE LE MODALITÀ CON LE
QUALI L’ORGANIZZAZIONE GESTISCE I PROCESSI DI DIFFERENZIAZIONE
E INTEGRAZIONE
LA SCELTA DEL MODELLO STRUTTURALE È FONDAMENTALE AI FINI
DELLA PERFORMANCE AZIENDALE. PERTANTO DEVE AVVENIRE IN
COERENZA CON I CONTENUTI E GLI ORIENTAMENTI DELLA STRATEGIA
21
MODELLI DI STRUTTURA ORGANIZZATIVA
LA PLURALITÀ DI STRUTTURE ORGANIZZATIVE ESISTENTI PUÒ ESSERE ANALIZZATA
ATTRAVERSO TRE “IDEALTIPI” ORGANIZZATIVI, CUI RICONDURRE LE
ORGANIZZAZIONI REALI

LA STRUTTURA FUNZIONALE


LA STRUTTURA DIVISIONALE


ORIENTATA ALLA FUNZIONE OVVERO ALLA SPECIALIZZAZIONE, CHE
PRIVILEGIA
IL
MOMENTO
DELLA
DIFFERENZIAZIONE.
LA
PROFESSIONALITÀ PREVALENTE È QUELLA SPECIALISTICA
ORIENTATA AL RISULTATO, CHE RISPONDE AI PROBLEMI TIPICI DELLE
ORGANIZZAZIONI
MULTIPRODOTTO
E
MULTISERVIZIO.
LA
PROFESSIONALITÀ PREVALENTE È DI TIPO GESTIONALE
LA STRUTTURA A MATRICE

CHE CERCA DI COMBINARE LE DUE OTTICHE PRECEDENTI
22
FORMALIZZAZIONE DELLA STRUTTURA


LA FORMALIZZAZIONE DELLA STRUTTURA CONSISTE NELLE MODALITÀ CON
LE QUALI SI PORTANO A CONOSCENZA DEI MEMBRI DELL’ORGANIZZAZIONE
I CRITERI DI DIFFERENZIAZIONE (DIVISIONE DEI COMPITI) E DI
INTEGRAZIONE ADOTTATI
LO STRUMENTO PIÙ COMUNE DI RAPPRESENTAZIONE DELLA
STRUTTURA È L’ORGANIGRAMMA. IN ESSO SONO RIPORTATI:

GLI ORGANI (LINE E STAFF)

LE RELAZIONI TRA GLI ORGANI (DIPENDENZA FUNZIONALE E
GERARCHICA)


LO SVILUPPO VERTICALE (LIVELLI GERARCHICI)

LO SVILUPPO ORIZZONTALE (AMPIEZZA DEL CONTROLLO)
L’ORGANIGRAMMA VIENE SOLITAMENTE COMPLETATO E SPIEGATO DA UN
FUNZIONIGRAMMA O MANUALE ORGANIZZATIVO
23
ESEMPIO DI STRUTTURA FUNZIONALE
DIREZIONE GENERALE
PROGRAMMAZIONE
RICERCA E SVILUPPO
MARKETING
PRODUZIONE
STABILIMENTO A
VENDITE
AMMINISTRAZIONE
E FINANZA
STABILIMENTO B
24
ESEMPIO DI STRUTTURA DIVISIONALE
DIREZIONE GENERALE
RICERCA E SVILUPPO
AMMINISTRAZIONE
E FINANZA
MARKETING
DIVISIONE
PRODOTTI 1
DIVISIONE
PRODOTTI 2
PROG. E CONTROLLO
STABILIMENTO A
PERSONALE
DIVISIONE
PRODOTTI 3
VENDITE
PERSONALE
STABILIMENTO B
25
ESEMPIO DI STRUTTURA A MATRICE
DIREZIONE
GENERALE
RICERCA E
SVILUPPO
MARKETING
E VENDITE
PRODUZIONE
AMMINISTRAZIONE
E FINANZA
PROGETTO 1
PROGETTO 2
PROGETTO N
26
LE PRINCIPALI FUNZIONI AZIENDALI


IL NUMERO E L‘ ESTENSIONE DELLE FUNZIONI AZIENDALI DIPENDE IN
BUONA MISURA DALLE DIMENSIONI DELL’AZIENDA E DAL TIPO DI SCELTE
DI DIFFERENZIAZIONE E INTEGRAZIONE ADOTTATE.
NELLE STRUTTURE ORGANIZZATIVE MENO COMPLESSE ALCUNE DELLE
FUNZIONI POSSONO NON APPARIRE NELL’ORGANIGRAMMA AZIENDALE. CIÒ
NON SIGNIFICA CHE ESSE NON VENGANO SVOLTE, MA PIUTTOSTO CHE
SONO SVOLTE IN MANIERA IMPLICITA









PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
RICERCA E SVILUPPO NUOVI PRODOTTI
MARKETING E ORGANIZZAZIONE COMMERCIALE
INGEGNERIZZAZIONE PRODOTTI E METODI PRODUTTIVI
APPROVVIGIONAMENTI E SPEDIZIONI
PRODUZIONE E GESTIONE MAGAZZINI
AMMINISTRAZIONE E FINANZA
ORGANIZZAZIONE E RISORSE UMANE
SISTEMI INFORMATICI
27
LA CULTURA ORGANIZZATIVA
LA CULTURA ORGANIZZATIVA È L’INSIEME DI ASSUNTI FONDAMENTALI
CHE UN DATO GRUPPO HA INVENTATO, SCOPERTO O SVILUPPATO,
IMPARANDO AD AFFRONTARE I SUOI PROBLEMI DI ADATTAMENTO
ESTERNO E INTEGRAZIONE INTERNA, E CHE HANNO FUNZIONATO
SUFFICIENTEMENTE BENE DA POTER ESSERE RITENUTI VALIDI, E
PERCIÒ TALI DA ESSERE INSEGNATI AI NUOVI MEMBRI COME IL
MODO CORRETTO DI PERCEPIRE, PENSARE E SENTIRE IN RELAZIONE
AI PROBLEMI
(E.Shein)
28
CULTURA E ORGANIZZAZIONE



LE ORGANIZZAZIONI SONO ENTITÀ SOCIALI PRODUTTRICI DI UNA
PROPRIA CULTURA SPECIFICA, INTESA COME SISTEMA SOCIOCULTURALE
LA CULTURA È INCORPORATA NEI VALORI, NELLE NORME DI
COMPORTAMENTO E NEGLI STILI DI RELAZIONE ORIZZONTALI E
VERTICALI PROPRI DI UNA CERTA ORGANIZZAZIONE
LA CULTURA COSTITUISCE L ’ IDENTITÀ SPECIFICA DI UNA
ORGANIZZAZIONE E PRODUCE SENSO DI APPARTENENZA
29
CULTURA COME FATTORE D’INTEGRAZIONE



LA CULTURA SODDISFA IL BISOGNO DI INTEGRAZIONE, PROPRIO DI
TUTTE LE ORGANIZZAZIONI, MEDIANTE IL PROCESSO DI
CONDIVISIONE E INTERIORIZZAZIONE DEI VALORI E DELLE NORME
DA PARTE DEI MEMBRI
NELL’AMBITO DI UN’ORGANIZZAZIONE POSSONO CONVIVERE PIÙ
SUBCULTURE, PROPRIE DEI SETTORI E DEI GRUPPI PRESENTI AL
SUO INTERNO, SPESSO IN CONFLITTO TRA LORO
L ’ INTEGRAZIONE ORGANIZZATIVA È
PROBLEMA DI INTEGRAZIONE CULTURALE
PRINCIPALMENTE
UN
30
LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE

SONO DETTE
VARIABILI ORGANIZZATIVE IN QUANTO
INFLUENZANO IL COMPORTAMENTO PROFESSIONALE DEI SINGOLI E
DEI GRUPPI ALL ’ INTERNO DELL ’ ORGANIZZAZIONE E QUINDI
INCIDONO SULLA PERFORMANCE AZIENDALE









DIVISIONE DEI COMPITI
GERARCHIA DI AUTORITÀ, MECCANISMI DI INTEGRAZIONE
NORME E PROCEDURE
TECNOLOGIA
SISTEMI OPERATIVI
SELEZIONE E SOCIALIZZAZIONE
PROCESSI DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE
SISTEMA PREMIANTE
CULTURA
31
SINTESI DELLA LEZIONE VII

DEFINIZIONE DI ORGANIZZAZIONE

LE PRINCIPALI VARIABILI ORGANIZZATIVE

I PRINCIPALI APPROCCI ALLO STUDIO DELLE ORGANIZZAZIONI

IL MODELLO STRATEGIA, STRUTTURA E CULTURA

LA STRATEGIA ORGANIZZATIVE

LE PRINCIPALI STRUTTURE ORGANIZZATIVE

LA CULTURA ORGANIZZATIVA
32
INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE

G. Balestri - MANUALE DI ECONOMIA E GESTIONE AZIENDALE (Hoepli)

M. Ferrante; S. Zan – IL FENOMENO ORGANIZZATIVO (Nis)

G.Alberti – SOCIETÀ E ORGANIZZAZIONE – (Editrice Compositori Bologna)

G.Bonazzi- STORIA DEL PENSIERO ORGANIZZATIVO- F. Angeli
33
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la cultura organizzativa