FOCUS CLINICI TURNOVER PROTEICO E BILANCIO DI AZOTO Il contenuto proteico del corpo umano è pari al 19% circa del peso corporeo; per un soggetto di 65 kg il contenuto proteico è quindi di circa 12 kg. Tutte le proteine corporee vanno incontro a un processo di demolizione (“catabolismo”) e di sintesi (“anabolismo”). Questo processo, denominato turnover proteico, interessa giornalmente una quantità di proteine (circa 250 g) superiore di oltre il doppio alla quantità solitamente ingerita con l’alimentazione. Gli aminoacidi liberati dai processi catabolici insieme a quelli di provenienza alimentare entrano a far parte del cosiddetto pool degli aminoacidi dal quale i diversi tessuti attingono secondo i rispettivi bisogni per la sintesi di nuove proteine. In questo processo di continuo rinnovamento delle diverse proteine corporee sono utilizzati sia gli aminoacidi di provenienza alimentare che quelli provenienti dal catabolismo delle proteine corporee. Questa riutilizzazione di aminoacidi, sotto controllo di fattori metabolici e ormonali, è molto efficiente in certe condizioni quando è richiesta una rapida sintesi di proteine (fase di crescita, recupero dopo traumi o infezioni ecc.). Tuttavia, anche nelle condizioni di massima efficienza, l’utilizzazione a scopi plastici di questa quota di aminoacidi non è mai completa e una parte di essi va incontro a processi ossidativi con liberazione di energia e produzione di prodotti azotati. segue Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. Noè Copyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. I prodotti azotati del catabolismo, quali urea (quantitativamente il più importante), creatinina, acido urico e altri composti azotati, sono escreti con le urine (principale via di escrezione), le feci, il sudore e la pelle. Con le feci vengono anche eliminate le proteine non digerite e non assorbite dall’intestino, sia di origine alimentare o esogena (<5% della quota ingerita), che endogena, derivanti cioè dalla flora microbica intestinale, dalle secrezioni pancreatica, biliare ed enterica, dall’esfoliazione delle cellule della mucosa intestinale (massa di proteine endogene di entità non trascurabile, da 20 a 80 g/giorno). Altre perdite di azoto si verificano attraverso secrezioni del corpo, desquamazione della pelle e crescita delle unghie e dei capelli. Queste perdite azotate, che costituiscono la voce uscite del bilancio di N, sono piuttosto contenute nel soggetto in buone condizioni di salute con apporti alimentari adeguati. Il Bilancio di N è quindi in pareggio o in equilibrio quando le entrate di N (alimenti) sono eguali alle uscite (si ammette una differenza di ± 5% al massimo). Le sostanze proteiche ingerite sono utilizzate per sostituire quelle perdute nei normali processi di “mantenimento” e di riparazione dei tessuti. Questa è la situazione comunemente osservata nell’adulto in “normali” condizioni di nutrizione (che mantiene il proprio peso e composizione corporea). Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. Noè Copyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. FOCUS CLINICI CONDIZIONI FISIOLOGICHE E CLINICHE CARATTERIZZATE DA VARIAZIONI DEL BILANCIO PROTEICO In alcune condizioni fisiologiche e/o patologiche il bilancio di N non è in equilibrio, ma può diventare: • positivo, quando le entrate sono superiori alle uscite: l’organismo trattiene N. Le proteine alimentari sono utilizzate oltre che per i normali processi di mantenimento, anche per sintetizzare nuovo materiale proteico necessario a formare nuovi tessuti. Ciò si verifica durante l’accrescimento corporeo (infanzia, adolescenza), in gravidanza e nella fase di convalescenza dopo traumi, interventi chirurgici, infezioni, durante la quale predominano i processi riparativi (fase anabolica); segue Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. Noè Copyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. • negativo, quando le entrate sono inferiori alle uscite: l’organismo perde N (si impoverisce di N). Si osserva quando l’apporto proteico è quantitativamente e/o qualitativamente insufficiente per consentire la sintesi di proteine corporee. Ciò può verificarsi in condizioni non patologiche, per inadeguatezza degli apporti proteici alimentari. Sintesi e demolizione delle proteine continuano anche con una dieta completamente priva di proteine; in queste condizioni si innescano però meccanismi di “adattamento” che tendono a rendere più efficiente l’utilizzazione degli aminoacidi, riducendo il catabolismo proteico. Seppur ridotta, continua comunque la produzione di prodotti azotati (“scorie azotate”) e l’eliminazione di N con le urine, le feci e la cute (la cosiddetta “perdita obbligatoria di azoto”). Durante le fasi acute (iniziali) di processi patologici “aggressivi”, quali traumi accidentali e chirurgici, fratture multiple, ustioni, infezioni, i processi catabolici prevalgono e le perdite di N aumentano sensibilmente. Spesso, in questa fase, pur mantenendo o anche incrementando l’assunzione di proteine, non è possibile raggiungere l’equilibrio del bilancio di N. Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. Noè Copyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l.