Giacomo Leopardi
in una Lettera a Pietro Giordani
Leopardi scrive:
“Qui, amabilissimo Signore mio, tutto è
morte, tutto è insensataggine e stupidità….
Che parla Ella di divertimenti? Unico
divertimento in Recanati è lo studio: unico
divertimento è quello che mi ammazza:
tutto il resto è noia.”
Produzione lett. dal 1810 al 1823
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60
poesia
prosa filosof.
filologia
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anni 1810- anni 1816- anni 1818- anni 20-23
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I FASE
• IL COSIDDETTO PESSIMISMO STORICO: IL
SISTEMA DELLA NATURA E DELLE ILLUSIONI
(definizione di Walter Binni)
ANTITESI
• NATURA benefica
perchè consente le
illusioni
• RAGIONE nefasta
perchè distrugge le
illusioni e produce
l'infelicità dei moderni
• la felicità sarebbe possibile se si potessero
mantenere per tutta la vita le illusioni, cioè gli
inganni dell’immaginazione: amicizia, amore,
lealtà, bellezza, patria
la ragione mostra il carattere illusorio di tali
valori e produce disinganno e infelicità
Operette morali
I moderni che non hanno più illusioni,
in quanto sempre più “razionali”sono
più infelici degli antichi
Il passaggio alla concezione materialistica nel
1824, occupato per intero dalla stesura delle
Operette Morali
• Convenzionalmente si indica nel "Dialogo della Natura e
di un Islandese" (redatta circa a metà anno) il passaggio
ad un sistema di pessimismo materialistico (perché
fondato sulla costatazione che la fonte dell’infelicità
sono i mali fisici) integrale (perché nessun vivente è
escluso da questa infelicità).
I mali reali sono di due tipi
• Accidentali: cataclismi, malattie … ;
possono o meno intervenire
nell'esistenza di ogni vivente
• Destinati: vecchiaia, morte … ; a questi
sono destinati dalla natura a tutti i
viventi
Dunque la Natura è fondata
sulla sofferenza degli esseri
che la compongono; il male è
necessario alla sua
sopravvivenza: concezione
non finalistica ma
meccanicistica
La sofferenza psicologica aumenta
l’infelicità ma non la determina.
Dialogo della Natura e di un Islandese
Cantico del gallo Silvestre
II FASE
• Cosiddetto pessimismo cosmico: l’infelicità
non è più legata ad una condizione storica e
relativa dell’uomo, ma ad una CONDIZIONE
ASSOLUTA.
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Giacomo Leopardi - Quelli della quinta elle