ECONOMIA INDUSTRIALE (MERCATO, CONCORRENZA, REGOLE) LEZ 8 Augusto Ninni Università di Parma a.a. 2010-2011 1 Relazioni verticali 2 • Spesso rapporti fra produttori e distribuzione, più che tra produzione e consumatori finali • Differenze forti prod distr cons prod cons variabili di controllo controllo limitato: prezzi dett fatti da distr controllo diretto conc a valle distr in conc tra loro cons non in conc 3 • Vertical restraints (per controllare impresa a valle), se la componente a monte della filiera “comanda” • Spesso il successo di un prodotto presso il consumatore finale dipende non solo dalle caratteristiche del produttore a monte ma anche dalle caratteristiche (dalle strategie) del fornitore a valle • Negli ultimi vent’anni profondo cambiamento nell’economia industriale, con maggiore importanza dei grandi distributori (capovolgimento della filiera) 4 Doppia marginalizzazione L’integrazione verticale può essere positiva 5 6 PMd PMg 7 PMd PMg D G O due operatori possono restare distinti, con il grossista a monte che stipula un contratto 8 non lineare di franchising: il dettagliante fissando un prezzo OD paga una componente fissa, pari a OG, mentre lo spazio DG è spazio di contrattazione • Quindi se il dettagliante paga OG come prezzo all’ingrosso, lo considera suo costo e automaticamente per massimizzare il profitto pone il prezzo al dettaglio a OD • Il guadagno del monopolista consiste nella sola tassa di franchising, compresa nello spazio fra OD e OG, mentre vende al dettagliante ad un prezzo pari ai propri costi 9 • Questo se ambedue sono monopoliste, ovvero non c’è concorrenza né tra dettaglianti né tra produttori-grossisti • Altro meccanismo per raggiungere gli effetti di prima: imposizione al dettagliante di un prezzo massimo al dettaglio pari a OD (che è quello che assicura al produttore il massimo profitto) imponendo contemporaneamente al dettagliante un prezzo all’ingrosso vicino a OG 10 Concorrenza fra dettaglianti • Se però c’è concorrenza fra i dettaglianti, e il produttore rimane monopolista, nessuno dei dettaglianti può porre un prezzo al dettaglio pari al prezzo di monopolio • Al limite, se vale Bertrand, allora il loro prezzo al dettaglio sarà uguale al prezzo all’ingrosso (OG, il suo costo), con profitto 0 11 •Ma se anche il produttore aveva posto il prezzo all’ingrosso pari ai suoi costi marginale, il risultato è che nessuno ottiene profitti •Quindi in questo caso la soluzione ottimale per il monopolista-grossista è porre un prezzo all’ingrosso pari a OD (cioè Pm) 12 •In generale, se il produttore è monopolista e i dettaglianti sono in concorrenza, il prezzo all’ingrosso sarà alto (e il prezzo al dettaglio sarà ugualmente alto) • PER IL CONSUMATORE QUINDI CONTA NON SOLO LA CONCORRENZA FRA DETTAGLIANTI MA ANCHE LA CONCORRENZA FRA PRODUTTORI •E’ importante la struttura del mercato non solo diretta ma anche indiretta (I-O per l’Antitrust) 13 Prezzo minimo imposto • E’ imposto dal produttore per incentivare la fornitura di servizi di vendita (che accrescono le vendite) da parte di un dettagliante impedendo che di queste esternalità si appropri (come free rider) un altro dettagliante che pratichi una concorrenza di prezzo (che viene così impedita) • Questo vale ovviamente quando la fornitura di servizi di vendita è una componente rilevante della domanda (hardware o elettrodomestici in negozi specializzati) 14 • Un altro motivo per il prezzo minimo imposto è l’importanza degli investimenti promozionali (condotti dai dettaglianti) • Hp: domanda dipende da prezzo + spese promozionali • L’ammontare di spese promozionali dipende dal margine di profitto ottenibile grazie ad esse (prezzo al dettaglio – prezzo all’ingrosso) 15 •Ma in regime di concorrenza i dettaglianti praticano un prezzo al dettaglio uguale al costo marginale, per cui non investirebbero in pubblicità •Se il produttore fissa un prezzo minimo per il dettaglio pari eventualmente al prezzo che praticherebbe se fosse verticalmente integrato, e mantiene il prezzo all’ingrosso pari al costo marginale, riconosce un profitto ai dettaglianti e questo spinge loro a investire in spese promozionali, necessarie per le vendite, senza farsi concorrenza di prezzo 16 • Gli stessi effetti possono essere raggiunti se il produttore individua dei territori in esclusiva per i dettaglianti 17 Concorrenza fra i produttori • Potere di mercato dei dettaglianti (esposizione sullo scaffale: slotting allowances, pagamento di un fee da parte dei produttori perché il loro prodotto sia esposto ed esposto “ad altezza d’uomo”) • Imposizione di clausole di esclusiva (il dettagliante può trattare con un solo produttore) (efficienza contro esternalità, ma anche potere di mercato) 18 Restrizioni verticali e Antitrust • Motivi di efficienza vs motivi di potere di mercato • In Europa (Italia) formalmente abusi di posizione dominante oppure intese, ma attenuazione nel tempo • Ammessi i contratti di franchising, e in taluni casi territori esclusivi e clausole di esclusiva, no al prezzo minimo imposto (prezzo consigliato) 19