3°CONVEGNO CONGIUNTO DELLE SOCIETA’ LOMBARDA E TRIVENETA DI CHIRURGIA L’INNOVAZIONE NELL’ORGANIZZAZIONE E NELL’ASSISTENZA IN CHIRURGIA Aula Magna - Ospedale di Desenzano, 11 maggio 2012 IL NUOVO OSPEDALE UNICO PER ACUTI DELL’AZIENDA ULSS 17 Dr. Ennio Cardone Direttore Sanitario Azienda Ulss17 Regione Veneto Regione Veneto - Azienda Ulss17 Attività di ricovero Presidio Ospedaliero anno 2011 Attività di ricovero ordinario e diurno: 19.259 dimissioni • 2.602 dimissioni u.o. Chirurgia Generale (13,51% del totale) • 16.657 dimissioni altre unità operative • 8,4 giornate di degenza media ordinaria Prestazioni ambulatoriali: 2.515.335 Interventi chirurgici trasferiti in regime ambulatoriale: • 1.453 - Inserzione di cristallino artificiale intraoculare • 270 - Liberazione del tunnel carpale • 85 - Legatura e stripping di vene • 11 - Riparazione monolaterale di ernia AZIENDA ULSS 17 U.O. CHIRURGIA GENERALE Attività ricovero anno 2011 Dimissioni Ordinarie e Diurne di cui per residenti 2.602 2.383 (92%) Dimissioni Ordinarie • degenza media • dimissioni con degenza <5 giorni • dimissioni con degenza <3 giorni 1.497 (58%) 6,6 652 (44%) 335 (22%) Ricoveri provenienti dal Pronto Soccorso Dimissioni Diurne 788 (53%) 1.105 (42%) AZIENDA ULSS 17 U.O. CHIRURGIA GENERALE Attività specialistica ambulatoriale Prestazioni ambulatoriali u.o. di CHIRURGIA GEN. anno 2011 9.452 di cui passate da ricovero ad ambulatoriale: • Legatura e stripping di vene 85 • Riparazione monolaterale di ernia inguinale 11 Prestazioni ambulatoriali di CHIRURGIA PLASTICA 6.295 Prestazioni / Consulenze in Pronto Soccorso 1.902 Ospedalizzazione Ordinaria e Diurna di residenti in Ulss 17 Anni 2008 – 2011 160 156,6 155 151,9 149,0 150 146,5 145 140 139,7 140.0 Ulss 17 2011 obiettivo 2011 Raggiunto l’obiettivo regionale 2011 135 130 Ulss 17 2008 Ulss 17 2009 Ulss 17 2010 Tasso di ospedalizzazione grezzo Ricovero ordinario Ricovero diurno Totale tasso grezzo Tasso standardizzato veneto 2010 2008 105,3 51,3 156,6 153,7 2009 100,1 48,9 149,0 146,9 2010 99,9 46,6 146,5 144,5 N.B.: Sono escluse le dimissioni con DRG 391 “neonato sano” e sono comprese le dimissioni extraregione (stimate dalla Regione per il 2011 pari al 2010 – Fonte tassi standardizzati: Direzione Controlli e Governo SSR - Regione del Veneto). 2011 96,1 43,6 139,7 Perché un ospedale organizzato per “Intensità di cure”? - Ricerca spinta di efficienza: raggiungere l’efficienza significa incrementare la produttività; - Ottimizzare il “setting” della risposta assistenziale al bisogno di salute. principi ispiratori del cambiamento Analisi dei processi produttivi e di tutta l’organizzazione al fine di individuare la riconversione operativa delle unità operative ospedaliere e individuare i margini di miglioramento tramite: - Revisione dei processi: eliminazione delle attività che rappresentano sprechi e analisi di fattibilità; - Individuazione degli sprechi di processo, focalizzando attività nate da routine quotidiane che generano un costo senza valore per l’organizzazione; - Analisi costi benefici al fine di comprendere e valutare le alternative nelle scelte di erogazione del servizio e nell’adozione di tecnologie; - Definizione di standard di riferimento verso i quali tendere nella revisione del sistema produttivo dell’azienda. setting assistenziale ed efficienza superficie dell’area interessata circa 250.000 mq superficie coperta totale circa 37.500 mq superficie complessiva fabbricati circa 75.000 mq volume complessivo circa 370.000 mc superficie a verde circa 90.000 mq parcheggi per il pubblico e per il personale circa 1.850 posti auto dimensioni del progetto 18.200 mq circa per area degenze ordinarie 2.200 mq circa per area degenze diurne 33.000 mq circa per area servizi (ambulatori, radiologia, sale operatorie, gruppo parto, area emergenza, degenze terapia intensiva, dialisi, sterilizzazione, prelievi, studi medici, ecc.) 2.500 mq circa per mensa e spogliatoi 12.100 mq circa per locali tecnici e distributivi 2.500 mq circa per la hall principale con i servizi commerciali 4.000 mq circa per il polo tecnologico centrali tecniche 750 mq circa per la foresteria suddivisione aree - dati 447 posti letto, di cui: - 342 per posti letto ordinari * 148 area medica * 144 area chirurgica * 50 area materno infantile - 72 per attività diurna * 42 area medica * 24 area chirurgica * 6 area materno infantile - 33 per terapia intensiva e subintensiva 12 posti per osservazione prolungata 20 culle 12 posti dializzati dotazione di posti letto 10 sale operatorie (più 4 sale operatorie per chirurgia diurna e 4 sale operatorie per ambulatori chirurgici) 3.600 mq circa per attività Radiologiche con 3 sale TAC, 2 sale RM (Risonanza Magnetica), 2 sale per Radiologia Interventistica, 7 sale per Diagnostica Radiologica, 12 sale per Ecografia, di cui 1 per Ecografia Interventistica, 2 sale per Mammografia 4.500 mq circa per attività poliambulatoriali con 64 ambulatori 11 camere alberghiere per foresteria principali caratteristiche del Nuovo Ospedale polo tecnologico; 5,3% foresteria; 1,0% hall di ingresso; 3,3% degenze ordinarie; 24,2% locali tecnici e corridoi; 16,1% degenze diurne; 2,9% mensa / spogliatoi; 3,3% servizi; 43,9% suddivisione aree - grafico vista generale sud vista generale nord ingresso principale ingresso pronto soccorso 1 - SEVERITA’ CLINICA 2 - COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE La configurazione della organizzazione dell’ospedale dipenderà dal grado di severità clinica del paziente che indirizzerà lo stesso in un preciso livello di cure; L’ulteriore determinante, dato il grado di intensità di cure richiesto, è legata alla parte assistenziale che deve essere sufficientemente flessibile per adattarsi alle specificità richieste; fondamenti del nuovo modello organizzativo LIVELLO DI CURE RICHIESTO • Quadro clinico (stabilità/instabilità) • Complessità assistenziale (medica/infermieristica) LIVELLO DI INTESITA’ DI CURA DA ASSEGNARE • Tecnologia disponibile • Competenze professionali • Quantità e qualità del personale presente determinanti per definire il livello di intensità di cure Definizione di intensità di cura: - livello di cura richiesto dal caso conseguente ad una valutazione di instabilità clinica (associata a alterazioni dei parametri vitali) e di complessità assistenziale (medica ed infermieristica) Strumenti per la determinazione della complessità clinica del paziente: - score clinici, con alcuni parametri guida (es. frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, temperatura, livello di coscienza, pH, PA); - scale di valutazione di autosufficienza del paziente (es. respirazione, alimentazione , idratazione, igiene, movimento, etc. ) valutazione intensità di cura “ l’ospedale deve essere visto come una risorsa estrema da usare solo quando è indispensabile e per il tempo strettamente necessario e deve essere ideato ed organizzato ponendo al centro il paziente, con la sua esigenza di cura ed i suoi bisogni d’assistenza ” Mauri Maurizio – Progetto di Ricerca finalizzata (rapporto conclusivo) – Principi guida tecnici, organizzativi e gestionali per la realizzazione e gestione di Ospedali ad alta tecnologia, supp. Monitor n. 6, 2003, ASSR Roma visione dell’ospedale Degenze organizzate in modo flessibile rispetto ai bisogni assistenziali, differenziate non più per funzioni cliniche ma per l’intensità assistenziale richiesta dalle condizioni del paziente (Terapia Intensiva, Alto, Medio e Basso grado di Assistenza, Degenze Diurne). Attività diurne sia mediche che chirurgiche, sia ambulatoriali che di degenza, concentrate in un’unica area appropriatezza, efficacia ed efficienza organizzativa planimetria generale pianta piano terra pianta piano primo pianta piano secondo emodialisi e attività chirurgica diurna - piano terra L’unità di Day Surgery posta in un’area e con percorsi completamente dedicati è scelta strategica di rilievo. L’organizzazione ospedaliera è pensata in modo da considerare la Day Surgery, e non più la chirurgia in ricovero ordinario, come una regola per la chirurgia di elezione. La progettazione dell’ospedale non è più incentrata su «una struttura che eroga ricoveri» ma piuttosto come «struttura che eroga per quanto possibile servizi». Pertanto, non ci si dovrà più chiedere se «il paziente è adatto alla Day Surgery» ma se «ci sono motivi validi per ricoverarlo in degenza ordinaria». attività diurne e scelte strategiche degenze ordinarie - piano secondo camera degenza tipo ORGANIZZAZIONE PER INTENSITA’ DI CURE L’OSPEDALE sarà quindi suddiviso in aree di intensità di cura ben differenziate e fortemente influenzate: A - DAL GRADO DI COMPLESSITA’ DELLE ATTIVITA’ ASSISTENZIALI B - DAL REGIME E DALLA DURATA DEL RICOVERO NE’ CONSEGUE CHE: 1. L’articolazione delle unità operative differenziate in discipline specialistiche non sarà più idonea a gestire il paziente nel suo percorso clinico-assistenziale; 2. Necessiterà distinguere le responsabilità di carattere clinico, assistenziale e gestionale; 3. Necessiterà una forte standardizzazione degli strumenti informativi e delle modalità organizzative imperniate sui PDTA. DAY SURGERY DAY HOSPITAL – DAY SERVICE AREA AMBULATORIALE SCHIAVONIA PIANO 1 1 1 PT 1 1 1 AREA B1 B1 B1 B3 B1 B1 B1 1 1 1 1 1 1 C1 C2 C3 C1 C2 C3 C1 C2 C3 C1 C2 C3 C1 C2 C3 C1 C2 C3 2 2 2 2 2 1 PT C1 C2 C3 C1 C2 C3 C1 C2 C3 C1 C2 C3 C1 C2 C3 B3 B3 PT PT PT PT PT PT A1 A1 A1 A1 A1 A1 1 1 1 1 1 1 1 PT A1 A1 A1 A1 A1 A1 B3 B3 8 8 STRUTTURE DI ATTIVITA' Cardiologia Ucic Rianimazione intensiva Cardiologia subintensiva Patologia neonatale Stroke unit Terapia subintensiva area chirurgica Terapia subintensiva area medica TOTALE AREA ALTA IC Chirurgia generale Oculistica Ortopedia Ginecologia Otorinolaringoiatria Urologia TOTALE AREA CHIRURGICA MEDIA IC Cardiologia degenze Geriatria Medicina generale Nefrologia Neurologia Ostetricia Pediatria TOTALE AREA MEDICA MEDIA IC TOTALE AREA MEDIA INTENSITA' DI CURA Chirurgia generale Oculistica Ortopedia Ginecologia Otorinolaringoiatria Urologia TOTALE AREA CHIRURGICA BASSA IC Cardiologia degenze Geriatria Medicina fisica e riabilitazione Medicina generale Nefrologia Neurologia Ostetricia Pediatria TOTALE AREA MEDICA BASSA IC TOTALE AREA BASSA INTENSITA' DI CURA AREA PSICHIATRICA TOTALE GENERALE AZIENDA INTENSITA' DI CURA 1A 1A 2A 2A 2A 2A 2A SEZIONE DI CURA M M M M M M M M M M M M M B B B B B B cure g. cure g. cure g. cure g. cure g. cure g. B B B B B B B B cure g. cure g. cure g. cure g. cure g. cure g. cure g. cure g. pl ord 6 14 4 4 2 4 3 37 48 2 50 10 20 20 150 10 20 103 8 18 18 11 188 pl dh/ds 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 pl tot 6 14 4 4 2 4 3 37 48 2 50 10 20 20 150 10 20 103 8 18 18 11 188 338 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6 2 6 2 2 2 20 2 2 0 4 1 1 2 2 14 338 6 2 6 2 2 2 20 2 2 0 4 1 1 2 2 14 0 15 34 10 34 25 390 44 434 Suddivisione per intensità di cure aree ospedaliere Il nuovo modello di ospedale si fonda sulla “presa in carico globale del paziente”, non più sulla “cura della fase di malattia” che caratterizza oggi i comportamenti ospedalieri sia scientifici (forte specializzazione delle cure) sia organizzativi (unità operative). snodi del modello organizzativo – presa in carico del paziente COME SVILUPPARE IL CAMBIAMENTO? Organizzare un nuovo modello di ospedale vuole dire ripensare la formazione dei suoi attori che dovranno orientare i loro sforzi per: - condividere procedure e metodiche assistenziali; - operare con modalità che si imperniano su forme di consultazione ed organizzazione multidisciplinare e multiprofessionale della attività diagnostica, terapeutica e riabilitativa. CON QUALE STRUMENTO? - PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) che consentono l’integrazione delle competenze professionali, l’uniformità e la standardizzazione dei processi di cura secondo evidenze cliniche. snodi del modello organizzativo – sviluppo del cambiamento Se il nuovo modello di ospedale si fonda sulla “presa in carico globale del paziente”, il sistema di erogazione dell’assistenza più appropriato da seguire sembra quello del “case management”. I relativamente “nuovi” ruoli professionali da realizzare sono quelli del medico referente e dell’infermiere referente. snodi del modello organizzativo – Case Management MEDICO REFERENTE prende in carico il paziente, redige il piano clinico e si fa carico del complessivo percorso diagnostico-terapeutico; si interfaccia con l’infermiere referente per il paziente per affidargli la responsabilità del percorso assistenziale; si interfaccia con i colleghi ospedalieri per completare le cure e, soprattutto, con il Medico di Medicina Generale e con i familiari del paziente; snodi del modello organizzativo – ruoli professionali INFERMIERE REFERENTE garantisce l’assistenza personalizzata al paziente affidatogli; è responsabile del risultato del progetto assistenziale; svolge il suo ruolo affiancato da colleghi che collaborano nella assistenza del paziente. snodi del modello organizzativo – ruoli professionali area di degenza 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Infermiere referente Medico referente Infermiere referente modulo di assistenza giornate di degenza fasi del ricovero chirurgico