La teoria dell’attaccamento
Perché iniziamo dalla teoria
dell’attaccamento?
 A seconda dalle relazioni che i bambini instaurano nell’infanzia
saranno in grado di essere adulti più o meno socievoli.
I comportamenti, le reazioni emotive ed i modelli mentali che descrive
guidano la vita psichica dell’individuo durante l’intero ciclo di vita.
(anche i comportamenti devianti)

Col concetto di deprivazione materna è come se
Bowlby stesse simultaneamente rimproverando e
idealizzando la propria madre negligente, la
quale da piccolo lo ha affidato alle cure delle
balie per poi mandarlo al college.
“Non ci sono dubbi che la deprivazione prolungata di cure
materne subita da un bambino può avere effetti gravi e
prolungati sul suo carattere e in tal modo su tutta la vita
futura”

Infine si coglie l’assenza della figura paterna,
così come il padre è stato pressoché assente
nella vita reale di Bowlby.


Nel 1950L’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS) si rivolse a
Bowlby, conosciuto per i suoi interessi e per gli articoli pubblicati,per
affidargli la direzione di una ricerca su bambini che avevano perso la
propria famiglia.
Il rapporto, redatto nel 1951con il titolo “Maternal Care and Mental
Health”, era imperniato su due concetti: quello dell’insufficienza di
cure materne e quello di mancanza di cure materne
L’articolo per l’OMS aveva le sue fondamenta sulla privazione e la carenza
totale di cure materne: Bowlby dimostra che, se un bambino vive questo tipo
di esperienza, la sua crescita fisica, cognitiva ed emotiva, rimane segnata
anche nell’età adulta; uno sviluppo appropriato dell’Io si verifica solo se i
legami relazionali si caratterizzano con soddisfacimento, stabilità e
durevolezza, poiché lo sviluppo dell'Io è funzionalmente legato alla natura
delle prime relazioni significative del bambino.

La psicoanalisi offriva due descrizioni del rapporto madre-bambino:
 la teoria pulsionale
 la teoria delle relazioni oggettuali.
Per Freud, infatti, il bambino vive una sorta di narcisismo primario
secondo un bisogno di nutrimento per mezzo del seno materno. Se tale
desiderio non venisse soddisfatto, allora, subentrerebbe lo stato
angoscioso nel bambino; al contrario, nutrendolo, si ridurrebbe la
tensione del bambino.
Attaccamento come frutto di un istinto derivato dalla nutrizione o
dalla sessualità infantile e non come un legame psicologico a sé
stante.
Il piccolo si attacca alla madre perché lo nutre (S. Freud).
Bowlby ha contrapposto la propria teoria al punto di vista allora
dominante, da lui chiamato <<Teoria dell’amore interessato>>
portata avanti dai comportamentisti: il legame tra i bambini e la
madre e, più in generale, le relazioni tra persone derivano dal
fatto che per il loro tramite vengono soddisfatti dei bisogni che in
origine non sono sociali.
Il valore di rinforzo assunto dalle persone fa sorgere
la motivazione alla dipendenza.

A favore della teoria di Bowlby c’è: (etologia)

Il fatto che anche molti piccoli che già subito dopo la
nascita sono in grado di nutrirsi da sé seguono le loro
madri.
Bowlby osservando il comportamento delle piccole oche
notò in loro dei segni d’angoscia quando venivano separate
dalla madre
Studi sulle scimmie antrofomorfe diretti da Harry Harlow
che hanno messo in evidenza la tendenza a cercare il
contatto con un oggetto morbido piuttosto che con quello
che fornisce il cibo.


Quindi esiste un sistema comportamentale, indipendente
da quelli del sesso e dell’alimentazione, rivolto al
mantenimento della vicinanza che è all’origine dei legami
affettivi e delle intense emozioni che accompagnano le
loro vicissitudini.
La capacità di stringere legami emotivi intimi con altri è
considerata una delle caratteristiche principali di un
funzionamento efficace della personalità e della salute
mentale.
"L'uomo e' un animale sociale" affermava
Aristotele e come tale puo' stringere, allentare, a
volte spezzare legami.
Ma della societa', degli altri, degli amici non
possiamo fare a meno, anche se a volte ci culliamo
nell'illusione di poterlo fare.
“ Si ritiene essenziale per la salute mentale che
l'infante e il bambino sperimentino un rapporto caldo,
intimo, ininterrotto con la madre (o con un sostituto
materno permanente) nel quale entrambi possano
trovare soddisfazione e godimento ”.
“ Nel bambino piccolo la fame dell’amore
e della presenza materna non è meno
grande della fame di cibo ”.
La teoria dell’attaccamento
L’attaccamento è definito come un legame emotivo
duraturo con un certo individuo.
L’attaccamento è:
 selettivo verso persone
specifiche
 è persistente e non transitorio
 implica la ricerca di vicinanza
fisica con la figura di
attaccamento
 fornisce benessere e sicurezza
 produce ansia da separazione
quando la vicinanza non
possibile
13
La teoria dell’attaccamento
“Il comportamento di attaccamento è quella forma di comportamento che si
manifesta in una persona che consegue o mantiene una prossimità nei confronti
di un’altra persona, chiaramente identificata, ritenuta in grado di affrontare il
mondo in modo adeguato. Questo comportamento diventa molto evidente ogni
volta che la persona è spaventata, affaticata o malata, e si attenua quando si
ricevono conforto e cure. Altre volte il comportamento è meno evidente.
Nondimeno, per una persona, il fatto di sapere che una figura d’attaccamento è
disponibile e pronta a rispondere è un fatto che fornisce un forte e pervasivo
senso di sicurezza, e incoraggia a dare valore alla relazione e a continuarla.
Lo sviluppo dell’esperienza di
attaccamento
0-3 mesi:



Il bambino si orienta verso qualunque persona e
produce i segnali di cui e’ dotato quali il pianto,
il sorriso, le vocalizzazioni allo scopo di indurre
l’avvicinamento, la prossimità e il contatto di
qualunque essere umano, senza distinzione;
Si tratta di comportamenti che hanno la
funzione biologica di assicurare benessere,
sicurezza e protezione poiché rappresentano
dei richiami che soddisfano il bisogno di cure e
di vicinanza;
Successivamente, il bambino comincia a
riconoscere non solo sulla base di indizi
olfattivi, ma anche visivamente, le persone che
si occupano di lui.
3-8 mesi:



Persiste un atteggiamento amichevole verso tutte le persone
Il bambino comincia a distinguere coloro che si prendono cura
di lui da tutti gli altri (capacità di discriminazione)

il bambino appare sempre più in grado di discriminare tra
figure familiari e persone sconosciute;

comincia a orientarsi verso le figure familiari e, in
particolare, verso quella che si prende cura di lui.
L’orientamento e la produzione di segnali verso una o più
persone discriminate è sempre più evidente (reazioni
differenziate nei confronti di una o più figure preferenziali)

Il bambino sorride più frequentemente e più
specificamente alla vista della madre piuttosto che a quella
di altre persone oppure cessa di piangere solo quando viene
preso in braccio dalla madre e non da un’altra persona
8 mesi – 2 anni:




Il bambino impara a camminare e amplia notevolmente il
proprio repertorio comportamentale;
Prendere l’iniziativa del contatto fisico e mantiene un
contatto preferenziale con la figura di attaccamento,
mentre le altre persone familiari diventano figure di
attaccamento secondarie;
In questa fase si manifestano l’ansia da separazione e la
paura dell’estraneo che indicano il timore di essere
lasciato solo e segnalano capacità del bambino di
riconoscere e di preferire la propria figura di
attaccamento;
I comportamenti si organizzano intorno ad una figura
specifica e si struttura il legame di attaccamento vero e
proprio, orientato e preferenziale.

Il set goal in questa fase è: mantenersi “abbastanza vicino” alla
madre, usarla come base sicura per le esplorazioni quando la
minaccia ambientale è al minimo ed esibire proteste per la
separazione o segnali di pericolo quando è necessario.
2 anni in poi:




Si stabilisce un rapporto reciproco, non più
unidirezionale, fra il bambino e la madre;
Il bambino ora può cominciare a pensare ai
genitori come persone separate, con propri scopi
e progetti, ed escogitare modi di influenzarli;
Dopo i 3 anni la maggior parte dei bambini
diventa sempre più capace di sentirsi sicuro in
ambiente estraneo e con figure di attaccamento
secondarie.
Questa capacità stabilisce le basi sulla quali la
diade madre-bambino può costituire un rapporto
reciproco più complesso
Sebbene la figura che offre sicurezza venga
indicata prevalentemente nella persona
della madre, studi successivi hanno
mostrato capacità di sensibilità e sintonia
nei padri tali da renderli interscambiabili
con la madre, pur con le dovute differenze:


La madre ha maggiori possibilità di fungere da
“guscio” all’attività del bambino;

Il padre agisce più intensamente e per periodi
più brevi, nei quali è possibile rintracciare
l’inizio del gioco organizzato.
Uno o più attaccamenti?
Una delle critiche più importanti alla teoria classica
dell ’ attaccamento riguarda il monotropismo, tendenza del
bambino ad avere una figura di attaccamento privilegiata,
probabilmente la madre.
Oggi si ritiene che i bambini sviluppano legami di attaccamento
nei confronti di più persone significative (gerarchia).
Un giorno potrò camminare con le mie gambe
e decidere quanto andare lontano,
conoscerò tutte le parole
e saprò dirti GRAZIE.
Avrò molti ricordi,
ma tu resterai il primo.
Avrò anche io un figlio,
e vorrei che avesse il tuo naso,
un giorno saprò dirti perchè mi sento così
felice.
LA FELICITA’ E’ UN VIAGGIO CHE INIZIA DA
PICCOLI
La Strange Situation

Si tratta di un classico esempio di osservazione controllata in laboratorio
ideata da M. Ainsworth e coll. (1978). Questa tecnica standardizzata
permette di valutare l’equilibrio tra l’attaccamento del bambino alla madre
e la sua capacità di esplorare l’ambiente in modo autonomo.

La procedura si svolge in una stanza da gioco all’interno del laboratorio e
prevede una sequenza di 8 episodi in cui il bambino - di età compresa tra i
12 e i 18 mesi- sperimenta alcune separazioni e successive riunificazioni
con la madre.
Sulla base dei dati rilevati tramite l’osservazione è possibile
classificare lo stile di attaccamento del bambino come sicuro o
insicuro, utilizzando i seguenti indicatori:
a) ansia da separazione: il disagio più o meno grave espresso dal
bambino quando la figura di attaccamento si allontana;
b) esplorazione: la capacità di entrare in contatto con l’ambiente e
con i giocattoli;
c) la paura dell’estraneo: la reazione alla persona sconosciuta
quando la madre è presente o assente;
d) il ricongiungimento alla madre: la accoglie, la respinge, la
evita.
È
applicabile solo a soggetti di una
specifica fascia di età (12-24 mesi)
 Non è replicabile a breve distanza
 Artificiosità della situazione (non è facile
applicarla al di fuori del laboratorio)
 Ampiezza limitata di comportamenti
osservabili e delle figure che possono
essere coinvolte
 Interpretazione culturale dei
comportamenti osservati
La teoria dell’attaccamento
STILI o TIPOLOGIE dell’ATTACCAMENTO
Madre
Bambino
Stile d’attaccamento
Comportamento di
accudimento
Risposte in presenza/assenza
della madre
Risposte alla riunione con la
madre
SICURO (B)
Sensibile e responsiva ai
segnali e alle richieste del
bambino. Supportiva in
episodi di stress.
(Atteggiamento libero - Free)
Esplora l’ambiente
attivamente. In assenza della
madre può dare segnali di
sconforto e piangere.
Si avvicina alla madre e la
saluta. Se ha sofferto durante
la separazione si lascia
calmare e riprende a giocare.
INSICURO
ANSIOSO
AMBIVALENTE (C)
Imprevedibile nelle risposte;
comportamento molto affettivo
o rifiutante scollegato dalle
esigenze del bambino.
(Atteggiamento preoccupato –
Enmeshed)
Si mantiene in stretto contatto
fisico. In assenza della madre
mostra segni intensi di
sconforto e non esplora
l’ambiente.
Si avvicina alla madre per farsi
consolare, ma la allontana e la
rifiuta quando lei è disposta al
contatto. Mostra segni di
rabbia e non si lascia calmare.
INSICURO
ANSIOSO
EVITANTE (A)
Rifiuta il contatto fisico anche
in situazioni di stress del
bambino. (Atteggiamento
distaccato – Dismissing)
Indifferente alla presenza o
assenza della madre e anche
alla separazione.
Non si avvicina alla madre,
non la cerca o si allontana
attivamente da lei.
INSICURO
DISORGANIZZATO
(D)
Abusa, maltratta, spaventa il
bambino. (Atteggiamento
irrisolto - Unresolved)
Cautela e paura. Esplora in
assenza della mare. Richiesta
di conforto all’estraneo.
Evitamento e resistenza al
contatto. Si aggrappa e si
dispera.
Nota: la descrizione delle categorie A, B, C è tratta da Ainsworthe et al. (1978) e quella della categoria D da
Main e Solomon (1990).
SICURO
Figlia: “Mamma, mamma non mi riesce chiudere
la casa delle bambole! Uffa!”
Madre: “Dai provaci ancora! Vedrai che ti riesce!”
Figlia: “ Ohhh! Finalmente!”
Madre: “Brava! Bravissima
INSICURO
Madre: “Cosa vuoi! Mi chiami in continuazione!
C’ho da fare!”
La madre arriva sbuffando nella stanza dove la
figlia gioca
Madre: “Che c’è?”
Figlia: “Mamma, mamma non mi riesce chiudere
la casa delle bambole! Uffa!”
Madre: “Fammi vedere!”
La madre chiude nervosamente il gioco facendogli
fare uno scatto
Madre: “Hai visto! Che ci voleva! Ora non mi
scocciare più che devo continuare a fare le mie
faccende!”
Modelli Operativi Interni
L’influenza delle prime relazioni di attaccamento su quelle
successive e sulla serenità e la sicurezza di una persona è
mediata dal fatto che esse vengono codificate
precocemente in rappresentazioni mentali che perdurano
nel tempo e orientano il comportamento, e nelle quali la
figura di attaccamento, il Sé e la relazione di
attaccamento sono intrecciati.
Bowlby per designare queste
rappresentazioni usa il termine
<<working models>>= tradotto
come modelli operativi.
“modello operativo interno”
“il pensiero modella la realtà, o corre
parallelamente ad essa (…) l’organismo
porta all’interno della testa un “modello su
piccola scala” della realtà esterna e delle
proprie possibili azioni che lo mette in
grado di reagire in modo più pieno, più
sicuro e più competente alle situazioni di
emergenza in cui si imbatte”
 Il “modello operativo interno”; (M.O.I.):



Il bambino in fase di sviluppo costruisce una serie di
modelli di se stesso e degli altri basati su modelli
ripetuti di esperienze operative;
Queste rappresentazioni delle interazioni vengono
generalizzate e formano dei modelli
rappresentazionali relativamente fissi attraverso i
quali in bambino interpreta gli eventi, dirige ed
orienta la percezione e l’interpretazione degli
avvenimenti;
L’operatività del modello risiede nel fatto che esso
non è un qualcosa di statico ma viene utilizzato per
assimilare le esperienze relative al sé ed al mondo
degli oggetti, essi funzionano continuamente ed in
maniera automatica, senza che il soggetto ne sia
consapevole.

Forniscono regole che guidano il
comportamento ed i sentimenti
dell’individuo in relazione a persone
significative.

Mettono in grado di prevedere ed
interpretare il comportamento degli altri e
dunque pianificare il proprio
comportamento.
I MOI degli individui i cui tentativi di ricerca di vicinanza
sono stati frequentemente accettati differiscono da quelli
dei soggetti rifiutati, bloccati o accettati solo talvolta
Un bambino con attaccamento sicuro:
immagazzina un “modello operativo interno”
di una persona che si prende cura di lui,
armoniosa, affidabile;
Un bambino con attaccamento insicuro:
può vedere il mondo come un posto pericoloso
nel quale le persone devono essere trattate con
precauzione;
I modelli mentali dell’attaccamento
Gli individui evitanti (A) formano un modello mentale del sé come di persona
non degna di affetto e che deve far conto solo su se stessa. Il modello della
figura di attaccamento e degli altri mostra assenza in caso di necessità, ostilità e
rigidità.
Gli individui ambivalenti (C) costruiscono un’immagine di se stessi come di
persone intermittentemente amabile, vulnerabile, non in grado di affrontare da
sola le difficoltà. Il modelle della figura di attaccamento e della realtà esterna
come imprevedibile, minacciosa e subdolamente ostile, alla quale chiedere aiuto
ma dalla quale doversi difendere.
Gli individui disorganizzati (D) hanno modelli del sé e degli altri multipli e
incoerenti in cui ciascuno è minaccioso e pauroso e contemporaneamente
impotente e vulnerabile.
I MOI tendono ad essere stabili dopo il primo
anno di vita e influiscono sulla formazione del
concetto di sé (degno/indegno) e degli altri
(disponibili/ostili).
Sebbene,però, possano ancora essere
influenzati da esperienze successive:
Eventi significativi (positivi o negativi)
Il modello dei percorsi di sviluppo afferma che alla nascita il neonato ha davanti a
sé una gamma di possibili percorsi, e quello su cui procederà verrà determinato in
ogni istante dall’interazione dell’individuo, com’è in quel momento, con
l’ambiente in cui gli capita di essere.
Su quale particolare percorso il neonato procederà, verrà determinato dall’ambiente
che lo circonda, specialmente dal modo con cui i suoi genitori (o sostituti parentali)
lo tratterranno, e da come il bambino risponderà a loro.
Dato che il corso dello sviluppo successivo non è fissato, cambiamenti nel modo in
cui un bambino viene trattato possono far deviare il suo percorso in una direzione
più favorevole o in una più sfavorevole.
Sebbene la capacità di mutare il corso dello sviluppo diminuisca con l’età, i
cambiamenti continuano per tutta la vita così che sono sempre possibili
cambiamenti in meglio o in peggio.
…..Questo potenziale continuo di cambiamento
indica che in nessuna età della vita una persona è
invulnerabile di fronte alle possibili avversità e
anche che in nessuna età della vita una persona è
impermeabile a un’influenza favorevole. E’ questo
persistente potenziale di cambiamento che dà
l’opportunità di fare una terapia efficace.
(Bowlby, 1989).
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