CRITERI PARTICOLARI DI VALUTAZIONE Art. 2426 del Codice Civile Impianto normativo contenuto nel codice civile: Aspetti sostanziali Aspetti formali Aspetti collaterali Aspetti sostanziali: Fanno riferimento al fine del bilancio (art.2423), ai principi generali di redazione (art.2423-bis) e ai principi particolari di valutazione (art. 2426) e sono tra loro strettamente correlati Art. 2423 Codice Civile: CLAUSOLA GENERALE “Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio”. Art. 2423 Codice Civile: Principi generali di redazione: 1) Prudenza (commi 1, 2, 4, 5) 2) Prevalenza della sostanza sulla forma (comma 1) 3) Continuità della gestione (comma 1) 4) Competenza (comma 3) 5) Separatezza valutativa (comma 5) 6) Costanza dei criteri di valutazione (comma 6) CLAUSOLA GENERALE Carattere dominante, il suo rispetto deve essere sempre garantito È obbligatorio fornire informazioni complementari È obbligatorio derogare alle disposizioni normative in “casi eccezionali” Anche la validità dei criteri di valutazione è subordinata al rispetto di tale clausola MATRIOSCA DELLE REGOLE CONTABILI DAL FINE Dipendono i: PRINCIPI GENERALI DI VALUTAZIONE PRINCIPI PARTICOLARI art. 2426 PRINCIPI GENERALI art. 2423-bis FINE art.2423 DAI PRINCIPI GENERALI DI VALUTAZIONE Dipendono i: PRINCIPI PARTICOLARI DI VALUTAZIONE COSA SONO I CRITERI PARTICOLARI DI VALUTAZIONE? Regole applicative, criteri da adottare nella valutazione delle singole poste dello Stato Patrimoniale, come disposto all’art. 2426 del c.c. Hanno dunque una funzione strumentale: la loro validità è subordinata al raggiungimento del fine generale della chiarezza, verità e correttezza Valutazione delle immobilizzazioni materiali Fattori produttivi destinati ad essere durevolmente utilizzati per lo svolgimento dell’attività aziendale Non sono quindi destinati alla vendita, ma partecipano alla produzione del reddito per più esercizi Es: Terreni, fabbricati, impianti, macchinari, ecc. Valutazione delle immobilizzazioni materiali art. 2426 comma 1 Sono iscritte in bilancio al costo storico determinato dal costo di acquisto o di produzione, al netto degli ammortamenti e delle rettifiche. In ogni caso tale valore non può eccedere il valore recuperabile tramite l’uso. Valutazione delle immobilizzazioni materiali art. 2426 comma 1 Il costo di acquisto è rappresentato dal prezzo di acquisto desumibile dalla fattura Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori Costi accessori: necessari per mettere il bene in condizioni di effettivo funzionamento (es. trasporto, montaggio, installazione, collaudo, le spese notarili per la redazione dell’atto, le tasse di registrazione dell’atto ecc.) Valutazione delle immobilizzazioni materiali art. 2426 comma 1 Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili e altri costi ragionevolmente imputabili, relativi al periodo di fabbricazione, il quale deve ritenersi concluso quando il bene risulta oggettivamente utilizzabile Valutazione delle immobilizzazioni materiali Costi direttamente imputabili: materie prime dirette, manodopera diretta, ecc. Costi indiretti: es. spese generali di fabbricazione tipo: spese di manutenzione, spese per le utenze, ecc. Valutazione delle immobilizzazioni materiali: capitalizzazione degli oneri finanziari Limiti: Devono essere di costi di competenza, quindi devono essere interessi maturati durante il periodo di fabbricazione (ovvero dal momento dell’esborso dei fondi al fornitore al momento in cui le immobilizzazioni risultano pronte all’uso) Gli interessi derivano da finanziamento specificatamente ottenuto per l’acquisizione dell’immobilizzazione Il valore del cespite, inclusi gli interessi, non può eccedere il valore recuperabile tramite l’uso Valore d’uso Valore d’uso di una immobilizzazione = Valore attuale dei flussi di ricavo futuri attesi dal bene medesimo Art. 2426 comma 2. Ammortamento Il costo delle immobilizzazioni la cui utilizzazione è limitata nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la residua possibilità di utilizzazione (durata fisica, durata economica) Sistematicamente: in conformità a piani aziendali prestabiliti che consentono di individuare la residua vita utile del bene DURATA ECONOMICA: Periodo di tempo entro il quale si considera il cespite idoneo a produrre benefici reddituali all’impresa che ne dispone. Dipende dai seguenti fattori: • Obsolescenza tecnologica del cespite o del prodotto per il quale il cespite viene utilizzato • Piani aziendali per la sostituzione dei cespiti • Fattori ambientali I piani di ammortamento debbono quindi essere periodicamente ricontrollati ed adeguati (Impairment test) Valutazione delle immobilizzazioni materiali Svalutazioni Se alla data di chiusura dell’esercizio l’immobilizzazione risulti di valore durevolmente inferiore rispetto al costo storico rettificato dall’ammortamento, deve essere iscritta a tale minore valore. È vietato mantenere in bilancio svalutazioni se sono venuti meno i motivi che le avevano determinate. Valutazione delle immobilizzazioni materiali Svalutazioni Possibili cause di perdita durevole di valore: Obsolescenza di prodotto o processo Errori di progetto Danneggiamenti Cambiamenti nei piani aziendali Generano una riduzione del grado di utilità delle immobilizzazioni, con la conseguenza che i flussi di ricavi attesi risulteranno insufficienti a coprire tutti i costi incluso l’ammortamento In ottemperanza al principio di prudenza art. 2423 c.c. Esempio, determinare il valore da attribuire all’impianto al termine dell’esercizio n: 1. Impianto: E’ stato acquistato 7 anni fa ad un costo di € 1.500.000,00 più oneri di trasporto pari ad € 50.000 Per metterlo in funzione sono state sostenute spese di installazione per € 150.000 Il periodo di ammortamento è di 10 anni Il valore di mercato degli impianti al 31/12/200n è pari a € 1.300.000,00 Soluzione: Costo storico Impianto: € 1.500.000 + oneri accessori 1.500.000 + 50.000 + 150.000 = € 1.700.000 2. Determinazione valore netto contabile Quota ammortamento (1.700.000/10)= 170.000 € Valore contabile degli impianti al 31/12/200n: (1.700.000- (170.000*7))= € 510.000 1. Immobilizzazioni immateriali Comprendono le poste che possono essere classificate nel seguente modo: Costi pluriennali: capitalizzazione di oneri che non costituiscono l’acquisto o la produzione interna di beni o diritti, ma che non esauriscono la loro utilità nell’esercizio in cui sono sostenuti. Avviamento: capacità dell’azienda di conseguire redditi medi prospettici in misura superiore a quella ritenuta normale. Beni immateriali veri e propri quali diritti di brevetto, concessioni, licenze, marchi, ecc. Valutazione delle immobilizzazioni immateriali Come le materiali partecipano all’attività produttiva per più esercizi e concorrono alla formazione del risultato economico dell’esercizio attraverso le quote di ammortamento Complessità: è difficile valutare il valore nonché la possibilità di iscrizione in bilancio soprattutto per gli oneri pluriennali; presentano un elevato grado di aleatorietà, molto incerta è la presunta vita utile. Oneri pluriennali: costi di impianto, di ampliamento, di ricerca, di sviluppo e di pubblicità Per la loro iscrizione occorre il consenso del collegio sindacale Devono essere ammortizzati entro un periodo non superiore a 5 anni Fino al completamento dell’ammortamento si possono distribuire dividendi solo se residuano riserve disponibili sufficienti a coprire il costo non ammortizzato Indicare in nota integrativa composizione, ragione di iscrizione e criteri di ammortamento. Oneri pluriennali: costi di impianto e di ampliamento, di ricerca, di sviluppo e di pubblicità Valutazione sulla base del loro valore d’uso ovvero l’utilità che gli stessi saranno in grado di generare attraverso il futuro svolgimento della gestione Per essere capitalizzati devono avere come corrispettivo futuri flussi di ricavo Avviamento E’ il complesso delle condizioni immateriali che influiscono sulla redditività aziendale Valore economico>valore del capitale di funzionamento in base alla valutazione analitica dei singoli elementi patrimoniali Es. di condizioni immateriali: ubicazione, clientela, organizzazione, esperienza, … Avviamento Iscrivibile solo se acquisito a titolo oneroso Iscrivibile nei limiti del costo per esso sostenuto Parere del Collegio Sindacale Ammortamento entro 5 anni: anche superiore, ma motivato in nota integrativa e non superiore al periodo di utilizzo di tale posta Valutazione delle attività finanziarie Nell’ambito di tale categoria sono ricompresi sia i titoli quali: titoli di stato, obbligazioni, certificati di deposito che le partecipazioni (azioni o quote). Attività finanziarie: titoli e partecipazioni Possono essere collocate: Nelle immobilizzazioni finanziarie Nell’attivo circolante In base alla destinazione economica loro attribuita Titoli immobilizzati: Titoli: il criterio di valutazione è il criterio del costo specifico, come previsto al punto 1) dell’art 2426. Cioè al costo di acquisto + oneri accessori Tale valore dovrà essere svalutato solo se si verificano condizioni che comportano una durevole riduzione di valore: “ragioni economiche gravi che abbiano carattere di permanenza temporale” OIC 20. Alternativamente al criterio del costo specifico, solo per i titoli fungibili (in caso di elevati volumi transattivi) si può usare il criterio del costo ponderato, LIFO, FIFO. Titoli immobilizzati Le riduzioni di valore dei titoli immobilizzati rispetto al costo dovrà essere iscritta nel Conto Economico nel gruppo D) Rettifiche di valore di attività finanziarie, punto 19) “svalutazioni”, voce b) “di immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni”. L’eventuale ripristino di valore dovrà essere iscritto al punto 18) rivalutazioni. Partecipazioni Una partecipazione rappresenta una cointeressenza al risultato d’esercizio ed alla consistenza patrimoniale di un’altra impresa, ed è costituita da azioni o quote sociali. Attraverso la sottoscrizione di azioni o quote si conferisce capitale di rischio nell’impresa partecipata Le partecipazioni come i titoli posso essere collocati o tra le Immobilizzazioni finanziarie o tra le Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni nell’ambito dell’attivo circolante. Partecipazioni Immobilizzate Società controllata: Quando un’altra società dispone della maggioranza dei voti in assemblea Quando un’altra società dispone di voci sufficienti per esercitare un’influenza dominante Quando l’influenza dominante è esercitata in virtù di vincoli contrattuali Società collegata: Quando un’altra società detiene almeno un quinto dei voti in assemblea ordinaria (influenza notevole) Partecipazioni Immobilizzate Criterio di valutazione: 1. Criterio del costo d’acquisto (come per le altre immobilizzazioni, no ammortamento) 2. Per le partecipazioni in imprese controllate e collegate è possibile utilizzare il Metodo del patrimonio netto Consiste nell’iscrizione della partecipazione in base alla corrispondente frazione di patrimonio netto della società partecipata come risulta dall’ultimo bilancio approvato, detratti i dividendi e operate le rettifiche richieste. Partecipazioni Immobilizzate Calcolo del patrimonio netto della partecipata: 1. Patrimonio Netto contabile 2. - Dividendi 3. +/- Rettifiche da bilancio consolidato 4. +/- Rettifiche richieste dalla rappresentazione veritiera e corretta art. 2423 e 2423-bis 5. = Valore del patrimonio netto rettificato 6. Applicazione della % di partecipazione posseduta 7. = Valore della partecipazione da iscrivere in bilancio Esempio: valutazione partecipazioni 1. In data 1/1/200n la società X acquista una partecipazione del 65% nella società Y al prezzo di € 17.000. Che criterio di valutazione posso utilizzare? Trattasi di una partecipazione in una società che diventa controllata, quindi posso utilizzare il metodo del PATRIMONIO NETTO. 2. Individuiamo il valore del patrimonio netto della società Y alla data di acquisto: Capitale sociale € 20.500 Riserva legale € 2.000 Riserva statutaria € 500 Utile dell’esercizio precedente € 1.000 TOTALE PN: 20.500 + 2.000 + 500 + 1.000 = 24.000 € 3. Calcolare il valore della partecipazione al 31/12/200n sapendo che: La società Y ha nel proprio patrimonio un fabbricato il cui valore corrente è superiore di € 1.000 rispetto al VC. Nell’esercizio n ha conseguito un utile di € 1.000 Ed ha distribuito dividendi per € 400 4. Il prezzo pagato può essere così scomposto: € 15.600 dato da 65% del Patrimonio Netto € 24.000 € 650 dato dal 65% del maggiore valore attribuito al fabbricato industriale € 750 avviamento = 17.000 – 15.600 650 5. Determinazione del capitale netto al 31/12/200n: Patrimonio Netto iniziale € 24.000 Più Utile Meno dividendi € 400 24.000 + 1000 - 400 = 24.600 Quota di pertinenza di X: 65% di 24.600 = 15.990 6. Determinazione del valore del fabbricato al 31/12/200n: Ammortamento calcolato sul maggior valore € 1.000 / 10 = 100 Maggior valore del fabbricato al netto del fondo 1.000 – 100 = € 900 Quota di pertinenza di X: 65% di 900 = 585 7. Determinazione del valore dell’avviamento al 31/12/200n: Ammortamento calcolato sull’avviamento 750/5 = 150 Valore avviamento al 31/12/200n 750150 = 600 € 8. Determinazione del valore della partecipazione con il metodo del PATRIMONIO NETTO al 31/12/200n: 15.990 + 585 + 600= 17.175 € Esempio: valutazione partecipazioni In data 1/1/200n la società X acquista una partecipazione del 40% della società Y al prezzo di € 600.000. 1. Il patrimonio netto contabile di Y alla data di acquisto è di € 900.000. 2. Nel corso dell’esercizio n Y consegue un utile di € 100.000 di cui € 50.000 derivanti da operazioni infragruppo. Patrimonio netto di Y al 31/12/200n: Patrimonio netto all’1/1/200n 900.000€ + Utile esercizio €100.000 -Utile infragruppo € 50.000 = 950.000 Avviamento: 600.000-360.000 = 240.000€ Valore della partecipazione in base al valore netto contabile di Y al 31/12/200n 40% 950.000 = 380.000 Quota ammortamento avviamento 240.000/5= 48.000 € Calcolo avviamento al netto della quota ammortamento = 240.000-48.000= 192.000 € Valore della partecipazione al 31/12/200n = 380.000+192.000= 572.000 € Titoli e partecipazioni non immobilizzati, rimanenze di magazzino Le rimanenze di magazzino si espongono nella sottoclasse I della classe C “Attivo circolante” dello S.P. e sono costituite da: 1. Materie prime, sussidiarie e di consumo, 2. Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati, 3. Lavori in corso su ordinazione, 4. Prodotti finiti e merci, 5. Acconti. Valutazione dei titoli, delle partecipazioni non immobilizzate e rimanenze Sono collocati nell’Attivo Circolante e sono valutati in maniera unitaria con le disposizioni previste al punto 9) dell’art. 2426: Al minore tra il costo d’acquisto o di produzione e il valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato. In virtù dell’applicazione del principio di prudenza Titoli e partecipazioni non immobilizzati, rimanenze di magazzino Le configurazioni di costo utilizzabili sono: il costo specifico, così come previsto per le immobilizzazioni, punto 1) art. 2426 Oppure per i titoli e le rimanenze fungibili altre configurazioni di costo quali: 1. Media ponderata (adatto per beni omogeneii) 2. LIFO (Last in First out) 3. FIFO (First in First out) Titoli e partecipazioni non immobilizzate, rimanenze di magazzino Media ponderata: si effettua una media dei costi d’ acquisto ponderati per le quantità acquistate. LIFO (Last in first out) : si ipotizza che i prelievi di magazzino vengono effettuati prima utilizzando la merce entrata più recentemente. FIFO (First in first out): si ipotizza che i prelievi di magazzino vengono effettuati prima utilizzando la merce più vecchia. Titoli e partecipazioni non immobilizzate, rimanenze di magazzino 1. 2. Valore di realizzazione desumibile dall’andamento di mercato: Per i Titoli e Partecipazioni: si fa riferimento alla quotazione (se quotati in mercati regolamentati) o alla quotazione di titoli e partecipazioni similari. Oppure si fa un’analisi delle caratteristiche del titolo. Per le rimanenze di magazzino: Costo di sostituzione o riproduzione: per materie prime, sussidiarie, semilavorati è il costo al quale tali prodotti posso essere riacquistati o riprodotti Valore netto di realizzo: per prodotti finiti e semilavorati, è il prezzo di vendita in condizioni normali di tali prodotti al netto dei costi di completamento e di vendita. Esempio, valutazione titoli La società Alfa ha effettuato i seguenti acquisti di titoli della società beta quotata in borsa: Quantità Prezzo Unitario Giacenze all’1/1 2.500 € 1.000 Primo acquisto 2.000 € 900 Secondo acquisto 1.500 € 1.300 Terzo acquisto 1.000 € 1.200 Giacenza al 31/12 3.000 Al 31/12 il valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato è € 1.000 1. Valutazione sulla base del criterio del costo ponderato: Il costo storico viene calcolato come media ponderata degli acquisti successivi: = ((2.500 * 1.000) + (2.000*900) + (1.500*1.300)+ (1.000*1.200))/7.000= 1.064 € 2. Valutazione sulla base del metodo del FIFO (First in first out): Il costo storico viene calcolato prendendo in considerazione il prezzo dei titoli ultimi entrati: = (1.000 * 1.200) + (1.500*1.300) + (500*900)= 3.600.000 3.600.000/3.000 = 1200 € 3. Valutazione sulla base del metodo del LIFO (Last in first out): Il costo storico viene calcolato prendendo in considerazione il prezzo dei titoli entrati per primi: = (2.500 * 1.000) + (500*900)= 2.950.000 2.950.000/3.000 = 983 € L’art 2426 afferma che la valutazione deve essere effettuata al minore tra il valore di presumibile realizzazione e l’applicazione del criterio del costo. Se il costo viene determinato con l’applicazione del metodo del FIFO o Costo medio ponderato, allora i titoli devono essere valutati al valore di realizzazione desumibile dal mercato, quindi ad € 1.000. Se invece il costo viene calcolato con il metodo del LIFO allora la valutazione sarebbe pari ad € 983. Esercizio. Valutazione delle rimanenze Esercizio: La società Alfa ha effettuato i seguenti acquisti di materie prime, nel corso dell’esercizio ne ha vendute 3.000 unità. Data Quantità Prezzo Unitario 10 gennaio 1.000 € 1.000 25 maggio 2.000 € 900 10 ottobre 1.500 € 1.300 3 novembre 1.000 € 1.200 Vendite nell’esercizio 3.000 Il metodo LIFO (Last in first out):contrappone ricavi recenti a costi recenti, ciò comporta una riduzione degli utili in periodi di inflazione ed un aumento quando c’è una riduzione dei prezzi. Inoltre tale metodo rischia di non dare una rappresentazione veritiera e corretta delle consistenze di magazzino. Il metodo FIFO (First in first out): contrappone ricavi recenti a costi più remoti, ciò comporta un aumento di utili in periodo di inflazione e una diminuzione quando i prezzi diminuiscono. Esempio, valutazione rimanenze prodotti finiti Esercizio: La società Alfa ha scorte di prodotto finito pari ad 100 unità, determinare il loro valore nella redazione del bilancio al 31/12 Data Prezzi Costo primo Costo di produzione Costo complessivo Prezzo di mercato al 30/11 Prezzo di mercato al 31/12 Prezzo praticato dal miglior concorrente € 250 € 288 € 320 € 400 € 410 € 425 Esempio, valutazione rimanenze prodotti finiti La valutazione deve essere effettuata al costo di produzione o al valore di mercato se minore. Il costo di produzione < del costo di mercato, 288 < 410 Il valore da inserire in bilancio = 288 * 150 = = 43.300 € Lavori in corso su ordinazione Lavori realizzati su commessa per i quali al termine dell’esercizio non si è concluso il processo produttivo. Elemento caratterizzante: esistenza di un contratto Esistono due criteri di contabilizzazione: 1. Criterio della percentuale di completamento (o stato di avanzamento) 2. Criterio della commessa completata Lavori in corso su ordinazione, criterio della percentuale di completamento RICAVI, COSTI E MARGINE DI COMMESSA VENGONO IMPUTATI IN BILANCIO, IN BASE ALLO STATO DI AVANZAMENTO DEI LAVORI. CONSENTE IL RISPETTO DEL PRINCIPIO DI COMPETENZA, NON QUELLO DI PRUDENZA 1. 2. 3. Condizioni: Esistenza di un contratto vincolante tra leparti che definisca le obbligazioni reciproche È possibile effettuare stime ragionevoli dei ricavi e dei costi di commessa Sono ridotti al minimo elementi di aleatorietà Lavori in corso su ordinazione, criterio della commessa completata RICAVI, E MARGINE DI COMMESSA VENGONO IMPUTATI IN BILANCIO, solo quando gli obblighi contrattuali sono intermante adempiuti, i COSTI imputati alla fine dell’esercizio in base a quelli effettivamente sostenuti. CONSENTE IL RISPETTO DEL PRINCIPIO DI PRUDENZA, NON QUELLO DI COMPETENZA, NON QUELLO DELLA PREVALENZA DELLA SOSTANZA SULLA FORMA. E’ PREFERIBILE L’APPLICAZIONE SU COMMESSE BREVI Crediti Devono essere iscritti secondo il valore presumibile di realizzazione, punto 8) art. 2426 Apportare al valore nominale le rettifiche necessarie per tener conto di perdite di esigibilità e di altri elementi che possono ridurre l’importo realizzabile Valore presumibile di realizzazione = Valore nominale – costi per presunte perdite di insolvenza – oneri da sostenere fino all’effettivo realizzo dei crediti (es. spese giudiziali) compresi sconti e abbuoni concessi al pagamento Crediti Occorre distinguere i crediti tra: parzialmente o totalmente inesigibili e altri crediti normalmente esigibili Crediti parzialmente o totalmente inesigibili = Voce dell’attivo-rettifiche (deduzione diretta) Si stralciano i crediti e si rileva perdita (C.E.) Crediti normalmente esigibili = Si costituisce Fondo Svalutazione Crediti Valore dei crediti indirettamente rettificato Crediti Fondo svalutazione crediti: fondo rischi costituito a fronte di ipotesi di presunte insolvenze future da parte dei clienti Consente di rilevare componenti economici negativi di competenza: condizioni di inesigibilità manifestatesi nell’esercizio Perdite devono essere imputate al Conto Economico del periodo in cui hanno avuto origine o si sono rese prevedibili Esempio, valutazione crediti Valore nominale dei crediti è pari ad € 500.000 I costi per presunte perdite di insolvenze sono di € 100.000 Gli oneri che sono sostenuti per l’incasso dei crediti sono di € 10.000 Valore dei crediti in bilancio = 500.000- 100.000 - 10.000 = = 390.000 € Operazioni di leasing 1. 2. Contratto atipico mediante il quale un’azienda concede in locazione ad un’altra azienda un determinato bene mobile o immobile dietro il corrispettivo di un certo numero di canoni periodici. Leasing finanziario Leasing operativo Operazioni di leasing, Leasing finanziario 1. 2. 3. 4. 5. 6. E’ un’operazione di locazione finanziaria di beni mobili o immobili, acquistati o fatti costruire dal locatore su scelta e su indicazione del conduttore-locatario, che ne assume tutti i rischi e i benefici, e che ha la facoltà di diventare proprietario del bene del bene al termine del periodo di locazione dietro il pagamento di un prezzo prestabilito, “prezzo di riscatto”. Il concedente trasferisce all’utilizzatore o locatario per un tempo prefissato, l’uso di un bene, dietro il pagamento di un canone periodico. Il bene è acquistato dal locatore su indicazione dell’utilizzatore-locatario Il locatore deve esser un intermediario finanziario abilitato La durata del leasing è in genere prossima alla vita utile del bene Il locatario acquisisce tutti i rischi e i benefici del bene come se fosse proprietario anche se non lo è Al termine del periodo è in genere prevista l’opzione del riscatto. Operazioni di leasing, Leasing operativo 1. 2. 3. 4. 5. E’ assimilabile ad un contratto di affitto o noleggio I canoni periodici sono commisurati in relazione alla effettiva utilizzazione del bene Il bene è acquistato dal locatore su indicazione dell’utilizzatore-locatario La durata del contratto è in genere breve I rischi della proprietà del bene rimangono in capo al proprietario Al termine del periodo può essere prevista l’opzione del riscatto ad un valore pari a quello di mercato. Operazioni di leasing,metodi di contabilizzazione Metodo patrimoniale Metodo finanziario Il codice civile prevede solo il metodo patrimoniale, privilegia gli aspetti giuridici- formali Operazioni di leasing,metodi patrimoniale 1. 2. 3. 4. 5. Metodo patrimoniale: I beni rimangono nel bilancio della società concedente tra le attività dello Stato Patrimoniale L’ammortamento di tali beni viene dunque fatto dal locatore L’utilizzatore li iscriverà in bilancio solo se eserciterà l’opzione di acquisto I canoni periodici, verranno contabilizzati come costi seguendo il principio di competenza alla voce B)8) costi per godimento di beni di terzi. L’utilizzatore dovrà iscrivere sui conti d’ordine i canoni ancora da pagare