La sostenibilità: globale, temporale ed ambientale Seminario: La misura del benessere e del progresso economico e sociale Docente responsabile: Prof. Jacopo Di Cocco Facoltà di Economia, A.A.2010-2011 Lo sviluppo sostenibile e l’ambiente • La Commissione propone di distinguere nettamente la la problematica della ricerca d’indicatori dello sviluppo permanente, con un approccio rigoroso di questo concetto dai lavori che mirano a misurare la qualità della vita presente o mirano a misurare le relazioni attuali tra economia e ambiente. • La dimensione prospettica dello sviluppo permanente richiede dei lavori di lunga durata e dei modelli di estrema complessità e delle inevitabili scelte disciplinari di notevole peso. La sostenibilità dello sviluppo 2 Lo sviluppo permanente • Un mondo di uguali: – Convergere verso l’alto – Convergere verso la media • È credibile una decrescita senza dittature e guerre? Quali sarebbero i costi della decrescita felice? (S. Latousche) • Un mondo di uguali in quanto tempo? • Per i ricchi è possibile rinunciare allo sviluppo economico, anche se contenuto? • Ci sono limiti allo sviluppo: desiderabilità, produttività? • Sviluppo e demografia • Quali indicatori di sostenibilità per lo sviluppo permanente? • Sviluppo nazionale e sviluppo globale: il primo è solo un aspetto del secondo? La sostenibilità dello sviluppo 3 Sviluppo ed ambiente • Popolazione, economia ed ambiente • Pil, consumi e uso dell’ambiente: usura, riciclo, rigenerazione • Ricerca e tecnologie che risparmino le risorse ambientali • Conti ed indicatori ambientali • Utilizzi netti e nuovi strumenti di rilevazione e misura • La separazione delle cause in serie storiche adeguate (modelli interpretativi delle osservazioni) • Intelligenza e saggezza per politiche lontane dal fanatismo • Gli indicatori suggeriti dalla Commissione La sostenibilità dello sviluppo 4 Le posizioni teoriche • Nordhaus e Tobin 1970s “Sustainable measure of economic welfare” e il Club di Roma (Peccei) su “I limiti dello sviluppo” • Il Brundtland Report del 1987 (a cura dell’ONU) • La ripresa dell’attenzione negli anni ’90 Vertice di Rio ed oltre • Difficile lavoro della Commissione sull’argomento • Rilevanza delle risorse trasmesse alle generazioni future (patrimonio) e non solo dei flussi in particolare degli investimenti nelle diverse forme di capitale: reale, umano, sociale ed ambientale La sostenibilità dello sviluppo 5 L’integrazione degli indicatori delle tre classi: la proposta europea • Un “cruscotto” di indicatori, indici composti, indicatori che correlano il PIL con l’uso dell’ambiente • Il progetto europeo (OECD e Eurostat) di cruscotti a tre livelli: – Primo: 11 indicatori – Secondo: 33 indicatori – Terzo: 78 indicatori • Impatto condiviso decrescente degli indicatori • Sostenibilità economica (ad es. pensioni) e sostenibilità ambientale. • Sostenibilità: debole o forte (alcuni indicatori chiave o modelli complessi ed integrati) La sostenibilità dello sviluppo 6 Gli indicatori europei essenziali La sostenibilità dello sviluppo 7 Gli indici compositi • Danno una misura sintetica, ma coem numeri puri non sempre comprensi dai non esperti • Osberg e Sharpe Index of Economic Well-Being, pag. 64 • ESI (76 variabili) e EPI (sintesi di ESI con 16 indicatori di risultati) • Questi indici ed analoghi non sono esenti da perplessità • Troppa attenzione alla CO2 che non è un inquinante (come tutti gli elementi naturali richiede proporzioni ben definite), rispetto agli inquinanti • Sono indicatori non monetari, rifuggono dalle valutazioni di mercato, ma soffrono di pesi arbitrari La sostenibilità dello sviluppo 8 Il PIL corretto & Ca. • Indicatori monetari partendo dal PIL corretto (+ e -) con voci non considerate nelle definizioni attuali, ma rilevanti per la sostenibilità • Per il la misura del benessere economico SMEW che integra il MEW di Nordhause e Tobin; da questi nascono diversi indici ad es. il GPI (Genuine Progress Indicator) che però perdono talvolta il vincolo di coerenza e alcuni sono eccessivamente parziali (conti satelliti) per costituire strumenti di valutazione generale e largamente condivisi. • Proposte ufficiali di CN: il SEEA, NAMEA ed EPEA La sostenibilità dello sviluppo 9 Gli indicatori concentrati sui sopraconsumi e/o i sotto-investimenti • Il risparmio netto corretto: diverse le voci di correzione; per esempi e dati si vede il WDI della banca mondiale: attenzione aciò che si computa ed a quali prezzi di conto • La valutazione del risparmio corretto comporta una inversa correzione dei consumi • Anche il risparmio netto corretto (ANS) si deve tramutare in investimenti che potrebbero così risultate insufficienti a ricostituire il capitale utilizzato da chi paga un prezzo che non copre tutti i costi • L’impronta ecologica umana (ecological footprints) misura quanto l’uso ecceda la capacita di rigenerazione della biosfera e quanta sia la superficie del pianeta utilizzata pro capite (ha bio-produttivi). Alcuni limiti ad es. non si tiene conto delle variazioni di produttività per ha quindi un indicatore al momento, ma non valido per il futuro • Ci sono indicatori specifici come l’impronta per i derivati del carbonio sempre incentrati sulla loro capacità di assorbimento biologica. • Hanno la funzione di indicare la sovra-utilizzazione di risorse bilogiche La sostenibilità dello sviluppo 10 Misurare la sostenibilità: gli ostacoli principali • La misura della sostenibilità del benessere attuale (si possono usare dati rilevati sino ad oggi) • Quale sviluppo futuro è sostenibile? Si devono fare simulazioni sulla base di modelli teorici che tengano conto anche delle evoluzioni tecnologiche (durabilità dello sviluppo) • Ancora una volta tre soluzioni: – Un paniere di indicatori (monetari o meno), possibilmente contenuto – Indicatori compositi con pesi inevitabilmente arbitrari delle componenti – Misure monetarie di un sostenibile standard di vita come il PIL verde (green GDP) (ma possono coesistere due PIL) • È necessario affiancare agli indicatori di produzione quelle di ricchezza estesa W, la sua variazione dalla Commissione è indicato con dW o dWi se gli indici di variazioni sono negativi vuol dire che il patrimonio esteso viene usurato e quindi il livello attuale non è sostenibile • Bisogna prestare attenzione ai diversi rilievi degli ambientalisti nei confronti del PIL, ma vi sono modalità contabili che superano queste obiezioni La sostenibilità dello sviluppo 11 Un solo numero per misurare la sostenibilità? • Il calcolo di dW come indicatore di sostenibilità non è privo di difficoltà • Vi sono componenti monetarie e non monetarie da sintetizzare, incluso il capitale umano • I valori utilizzati per tradurre in moneta il patrimonio esteso sarebbero più corretti non rifacendosi al mercato, ma piuttosto a valori di conto ottenuti con ben definiti e accettati modelli risultanti da nuove ricerche • I modelli dovranno essere ben fondati e dare risultati consistenti e solidi questo consiglia di partire da soluzioni alternative disponibili anche se meno soddisfacenti La sostenibilità dello sviluppo 12 Le incertezze tecnologiche suggeriscono un approccio ibrido • Misurare la sostenibilità con dW funziona solo accettando due ipotesi forti: 1. 2. • • • Gli sviluppi futuri “eco-ambientali” possono essere esattamente previsti Conosciamo perfettamente come questi sviluppi influiranno sul benessere La realtà è diversa e in tema di ambiente e dell’interazione tra le due sfere conosciamo poco e siamo dominati dall’incertezza Le misure monetarie risultano approssimative, quelle fisiche risultano spesso unilaterali non considerando spesso la capacità della natura di reagire ad alcune variazioni ambientali Quindi misure fisiche necessariamente affiancheranno quelle economiche il che dimostra che non conosciamo ancora le vere interdipendenze tra ambiente ed economia La sostenibilità dello sviluppo 13 L’incertezza è anche “normativa” • Nella CN attuale i prezzi sono definiti dal mercato ed assunti come rappresentativi delle preferenze delle popolazioni se si adottano prezzi di conto • Questi sono definiti tramite regole assunte per scelte: – tecniche influenzate da quelle soggettive degli operatori che organizzano le rilevazioni – politiche influenzate dagli obiettivi che i decisori fanno propri con riferimento alle diverse opinioni dei propri sostenitori (quindi variabili secondo chi prevale) • Nelle previsioni future si perde la possibilità di riferimento al mercato che ci sarà per le prossime generazioni e quindi inevitabili assunzioni “normative” La sostenibilità dello sviluppo 14 La dimensione globale, fonte aggiuntiva di complessità • La globalizzazione sta rapidamente modificando i rapporti tra poveri e ricchi e pertanto vengono messi in discussione indicatori definiti sul passato come l’ANS per ridistribuire contabilmente tra i paesi i redditi • È evidente che spesso i mercati siano inefficienti e quindi vi siano soprastime e sottostime tra i paesi • Gli inquinamenti spesso non vengono calcolati in particolare quando ricadono in altri paesi; è il paese inquinatore che deve modificare la propria tecnologia per risolvere problemi globali • È quindi necessario adottare strumenti che consentano stime globali piuttosto che nazionali La sostenibilità dello sviluppo 15 Le raccomandazioni finali • Raccomandazione 1: La valutazione della sostenibilità richiede un ben identificato sotto-cruscotto degli indicatori globali che deve essere suggerito dalla Commissione • Raccomandazione 2: La caratteristica di tutti i componenti di questo sotto-cruscotto deve essere quello di informare sulle variazioni di quegli “stock” (patrimoni) che sottostanno al benessere umano • Raccomandazione 3: Un indice monetario di sostenibilità ha il suo ruolo in questo sotto-cruscotto, ma nello stato dell’arte attuale deve rimanere centrato sugli aspetti economici della sostenibilità • Raccomandazione 4: Gli aspetti ambientali della sostenibilità meritano un separato seguito basato su un ben selezionato insieme di indicatori in termini fisici La sostenibilità dello sviluppo 16 Indicatori fisici ed altri non monetari: quali scegliere • Gli indicatori fisici richiesti dalla raccomandazione 4 potranno essere scelti solo a seguito delle nuove ricerche e sperimentazioni tuttavia ci sono delle prime indicazioni che possono essere utilmente seguite sin d’ora. • La tabella seguente mostra un insieme sintetico definito congiuntamente da OCSE, UNECE (United Nations Economic Commission for Europe) e Eurostat sia relativamente ai fondi (patrimoni) sia ai flussi (variazioni, emissioni, investimenti, impoverimenti) La sostenibilità dello sviluppo 17 La sostenibilità dello sviluppo 18