Husserl e la fenomenologia 2. I problemi fondamentali: coscienza, intenzionalità, epochè Lezioni d'Autore L’analisi del rapporto coscienza-mondo La coscienza è coscienza del mondo così come il mondo esiste per la coscienza. Intenzionalità: la coscienza è sempre coscienza di qualcosa, è ciò attraverso cui le cose sono date, significano qualcosa. Che cosa significa significare? L’atto puro di significare costituisce il centro stesso dell’intenzionalità. Il movimento e il fine della coscienza fenomenologica è di ritrovare l’unità di senso che permette di descrivere il flusso di apparizione delle cose. La relazione intenzionale Nella relazione intenzionale la coscienza e il mondo non sono due poli, esistenti prima del loro relazionarsi, ma il senso determina la presenza nella misura in cui la presenza riempie il senso: → costituzione dell’io e costituzione del mondo sono intrinsecamente legate. → La visione fenomenologica si sbarazza della tradizionale alternativa tra realismo e idealismo. La percezione come il luogo privilegiato di datità del mondo Idee per una fenomenologia pura e una filosofia fenomenologica (1913): il terreno della costituzione del senso e della presenza diviene la percezione e il mondo diviene “mondo-percepito-nella-vitariflessiva”. La relazione percettiva nella scissione interna al mondo stesso tra il suo essere in sé e il suo apparire puro, “il suo adombrarsi come serie noematica”. La riduzione trascendentale La nozione d’intenzionalità deve essere collegata a quella di riduzione (epochè). Occorre sospendere temporaneamente il giudizio al fine di far apparire i fili intenzionali che ci collegano al mondo per vedere cosa si nasconde dietro le certezze del senso comune. Lo stupore di fronte al mondo Andare oltre “l’atteggiamento naturale”, “l’ovvietà delle cose”, sospendere il mondo stesso, metterlo tra parentesi o fuori gioco. La riduzione trascendentale è stupore di fronte al mondo: la ricerca dello scaturire originario del mondo attraverso la necessaria sospensione della nostra ovvia familiarità e complicità con esso. Il rapporto originario con il mondo Per descrivere il nostro rapporto originario con il mondo, l’Io trascendentale deve sospendere ogni relazione data, tentare di attingere alla vita irriflessa, far apparire il mondo prima di qualsiasi immanenza di quest’ultimo alla coscienza: per far trionfare “il vedere” fenomenologico sulla semplice e ininterrotta “presenza” del mondo. La fenomenologia come metodo Il mondo fenomenologico, insieme ridotto e intenzionato, non spiega la presenza del mondo, ma risale alla sua fondazione di senso. Gli adombramenti del mondo attendono di venire costituiti in un senso (cose, valori, persone ecc.), ma a sua volta ogni adombramento sembra rinviare a un senso preliminare. È quello che Husserl chiama il “meraviglioso” della coscienza. FINE Lezioni d'Autore