ECONOMIA & FINANZA PUBBLICA
Il criterio di ‘compensazione’
Per superare le difficoltà dell’ottimo di Pareto, giudicato criterio ‘conservatore’ che tende a mantenere
uno status quo difficile da mdificare, e per giudicare politiche di intervento pubblico redistributivo si è
fatto ricorso al criterio di compensazione (o di efficienza) di Kaldor-Hicks.
Con tale criterio una modifica nell'allocazione delle risorse da P a Q è efficiente se l’aumento di
utilità ottenuto da alcuni componenti in Q permette di compensare le perdite di utilità di altri.
L’utilità guadagnata e l’utilità perduta possono essere valutate trasformando l’utilità in moneta: Tizio
potrà valutare il proprio guadagno di utilità esprimendola in moneta, mentre Caio valuterà in moneta
la propria perdita di utilità. Alla fine ci si troverà a confrontare due valori monetari, omogenei, partendo
da utilità non omogenee, ed un valore positivo potrà ridurre o compensare del tutto quello negativo.
Chi soffre una perdita di benessere/utilità deve essere esattamente compensato da chi guadagna
dalla modifica, in modo da restare nella stessa situazione di utilità precedente.
La compensazione può essere puramente potenziale nel valutare il passaggio da P a Q.
Tuttavia non deve essere possibile, come ha osservato Scitovsky, ritornare da Q a P con una
compensazione inversa (chi ha perso ed è stato compensato potrebbe usare l’indennizzo per tornare da
Q a P). In pratica il guadagno monetizzato di Tizio non deve essere uguale al danno monetizzato di Caio.
Pertanto un intervento redistributivo è accettabile socialmente se chi guadagna deve non solo compensare
chi perde, ma avere un guadagno residuo: se Tizio è danneggiato di 50 euro Caio deve guadagnare più di 50,
ad es. 60 euro. Se Caio guadagnasse 50 Tizio ricevendo i 50 di compensazione potrebbe convincere Caio a
ritornare alla situazione di partenza P restituendo l’indennizzo ricevuto.
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Il criterio di `compensazione`