ISTITUTI TECNICI E
PROFESSIONALI
IL RIORDINO
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1
LE COMPETENZE:
dalle discipline alle competenze
• I nuovi ordinamenti della secondaria si inquadrano in un
processo europeo finalizzato a promuovere la mobilità delle
risorse umane, anche grazie alla trasparenza e alla
confrontabilità dei titoli di studio, in linea con il riferimento
condiviso del Quadro europeo dei titoli e delle qualifiche
• European qualification framework *
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2
Impegno europeo
Germania
German Qualifications Frammework
for
Lifelong Learning
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3
LE COMPETENZE:
il quadro europeo delle competenze (EQF)
I LIVELLI DI RIFERIMENTO DELL’EQF
1
2


LICENZA
DIPLOMA
3

4
5
6
7
8

BIENNIO QUALIFICA
Sc. Media
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4
IL NUOVO MODELLO FORMATIVO
e il quadro europeo delle competenze (EQF)
Competenze
Abilità
Conoscenze
nel EQF la
competenza è descritta
in termini di
RESPONSABILITÀ e
AUTONOMIA.
nel EQF abilità sono
descritte come
COGNITIVE (uso del
pensiero logico,
intuitivo e creativo) e
PRATICHE (che
implicano la destrezza
manuale e l'uso di
metodi, materiali,
attrezzature e
strumenti)
nel EQF le
conoscenze sono
descritte come
TEORICHE e/o
PRATICHE
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Discipline
5
COMPETENZE
ABILITA’
CONOSCENZE
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6
LIVELLI
CONOSCENZE
ABILITA’
COMPETENZE
III
C. DI FATTI , PRINCIPI,
PROCESSI E CONCETTI
GENERALI, IN AMBITO di
STUDIO O di LAVORO
UNA GAMMA di ABILITA’
COGNITIVE E PRATICHE
NECESSARIE A SVOLGERE
COMPITI E RISOLVERE
PROBLEMI SCEGLIENDO ED
APPLICANDO METODI di
BASE, STRUMENTI,
MATERIALI ED
INFORMAZIONI
ASSUMERE LA RESPONSABILITA’
di PORTARE A TERMINE COMPITI
NELL’AMBITO DEL LAVORO O
DELLO STUDIO;
UNA GAMMA di ABILITA’
COGNITIVE E PRATICHE
NECESSARIE A RISOLVERE
PROBLEMI SPECIFICI IN UN
CAMPO di LAVORO O di
STUDIO
SAPERSI GESTIRE
AUTONOMAMENTE, NEL
QUADRO DELLE ISTRUZIONI IN
UN CONTESTO di LAVORO O di
STUDIO, di SOLITO PREVEDIBILI,
MA SOGGETTI A CAMBIAMENTI;
IV
C. PRATICA E TEORICA IN
AMPI CONTESTI IN UN
AMBITO di LAVORO O di
STUDIO
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ADEGUARE IL PROPRIO
COMPORTAMENTO ALLE
CIRCOSTANZE NELLA SOLUZIONE
di PROBLEMI
SORVEGLIARE IL LAVORO DI
ROUTINE DI ALTRI, ASSUMENDO
UNA CERTA RESPONSABILITA’
PER LA VALUTAZIONE ED IL
MIGLIORAMENTO di ATTIVITA’
LAVORATIVE O di STUDIO 7
TRIENNIO
BIENNIO+ MONO ENNIO di
QUALIFICA
BIENNIO di POST QUALIFICA-
IMPOSTAZIONE PER
DISCIPLINE
STRUTTURA
DELL’ISTRUZIONE
PROFESSIONALE
PRIMA DEL RIORDINO
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8
PERCORSO QUINQUENNALE
-I BIENNIO , II BIENNIO,
-QUINTO ANNOIMPOSTAZIONE PER COMPETENZE
LA STRUTTURA dell’Istruzione
Professionale
DOPO LA RIORDINO
NELL’I.P.
IL SECONDO BIENNIO è ARTICOLATO
IN DUE DISTINTE ANNUALITA’
AL FINE di CONSENTIRE UN
RACCORDO CON I PERCORSI di
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
PROFESSIONALE
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9
GLI ISTITUTI PROFESSIONALI
In regime sussidiario
• sulla base di specifiche
intese, nel rispetto delle
competenze esclusive delle
regioni, possono svolgere
un ruolo integrativo e
complementare rispetto al
sistema di istruzione e
formazione professionale
In regime surrogatorio
• Ai fini di assicurare la
continuità dell’offerta
formativa, in caso di mancata
adozione della normativa
prevista ed in assenza di intese
gli Istituti Professionali- nei
limiti degli ordinamenti e delle
consistenze di organico previsti
dal presente regolamento possono continuare a
realizzare i corsi triennali
previgenti per il
conseguimento della qualifica
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10
L’IDENTITA’ DEGLI
ISTITUTI
PROFESSIONALI
E’ CONNOTATA DALL’INTEGRAZIONE TRA UNA SOLIDA BASE di
ISTRUZIONE GENERALE E LA CULTURA PROFESSIONALE CHE
CONSENTE AGLI STUDENTI di SVILUPPARE I SAPERI E LE
COMPETENZE NECESSARI AD ASSUMERE RUOLI TECNICI
OPERATIVI NEI SETTORI PRODUTTIVI E di SERVIZIO di
RIFERIMENTO, CONSIDERATI NELLA LORO DIMENSIONE
SISTEMICA
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11
BIENNIO
+
TRIENNIO
STRUTTURA
ATTUALE
ISTITUTI TECNICI
IMPOSTAZIONE PER
DISCIPLINE
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12
STRUTTURA
DELL’ISTRUZIONE
TECNICA DOPO IL
RIORDINO
PRIMO BIENNIO
SECONDO BIENNIO
V ANNO
IMPOSTAZIONE PER COMPETENZE
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13
GLI ISTITUTI TECNICI E PROFESSIONALI
APPARTENGONO AD UN’AREA TECNICO
PROFESSIONALE UNITARIA
GLI ISTITUTI TECNICI
FILIERE TECNOLOGICHE
GLI ISTITUTI PROFESSIONALI
FILIERE PRODUTTIVE
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14
L’IDENTITA’
DEGLI ISTITUTI
TECNICI
 E’ CONNOTATA DA UNA SOLIDA CULTURA di BASE A
CARATTERE SCIENTIFICO TECNOLOGICO SOSTENUTA
DALL’UTILIZZO di LINGUAGGI di
SETTORE
E
METODOLOGIE di CARATTRERE GENERALE E
SPECIFICO
 E’ ESPRESSA DA UN LIMITATO NUMERO di AMPI
INDIRIZZI CORRELATI A SETTORI FONDAMENTALI PER
LO SVILUPPO ECONOMICO E PRODUTTIVO MUMERO
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15
IL NUOVO MODELLO FORMATIVO
gli istituti tecnici
• Percorsi fortemente strutturati con la definizione degli indirizzi e, nella
maggior parte dei casi, delle articolazioni
• Flessibilità con valore di
arricchimento professionale e tecnologico,
supporto all’orientamento
nella definizione del percorso post
secondario terziario o accademico
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16
IL NUOVO MODELLO FORMATIVO
ISTRUZIONE PROFESSIONALE
 L’impianto del percorso di base è poco strutturato ed è riferito
a macro aree
 La flessibilità ha un valore fondante per
 recepire le indicazioni del territorio
 individuare nuovi spazi occupazionali
 promuovere l’innovazione dell’offerta formativa
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1.1.25
17
IL NUOVO MODELLO FORMATIVO
I riferimenti strategici
AUTONOMIA
•IL DPR N.275/99 consente alle istituzione
scolastiche di disporre di spazi di
autonomia didattica e organizzativa, di
ricerca, sperimentazione e sviluppo, sia
come singole istituzioni scolastiche che
come reti di scuole
•Le istituzioni scolastiche possono
modificare il monte ore annuale di tutte le
discipline per una quota oraria non
superiore al 20 - nell’ambito degli indirizzi
definiti dalle regioni ed in coerenza con il
profilo educativo culturale e professionale
•L’Istituzione scolastica può usufruire di un
contingente organico attribuito alle singole
scuole e/o disponibile attraverso accordi di
rete (art7 DPR n. 275 del 99)
FLESSIBILITA’
•E’ riferita solo all’area di indirizzo e incide con
percentuali diverse sull’orario del percorso
quinquennale .
•E’ intesa come possibilità di articolare in opzioni le
aree di indirizzo (allegati B-C)
•E’ funzionale alle esigenze degli studenti, del
territorio, del mondo del lavoro, della ricerca e delle
professioni
•E’ funzionale al ruolo integrativo e complementare
svolto dall’istruzione professionale rispetto al sistema
dell’istruzione e della formazione professionale
regionale
NOTA
L’utilizzo degli spazi di flessibilità è consentita nei
limiti delle consistenze di organico senza esuberi di
personale
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1.1.13
18
Nell’ambito dell’autonomia didattica, organizzativa e di ricerca , senza maggiori
oneri per la finanza pubblica, possono essere costituiti
DIPARTIMENTI
ARTICOLAZIONI FUNZIONALI DEL COLLEGIO DEI DOCENTI PER IL
SOSTEGNO ALLA DIDATTICA ED ALLA PROGETTAZIONE FORMATIVA
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19
NELL’AMBITO DELL ’AUTONOMIA DIDATTICA ED ORGANIZZATIVA,
SENZA MAGGIORI ONERI PER LA FINANZA PUBBLICA
COMITATO TECNICO
SCIENTIFICO
COMPOSTO DA DOCENTI, ESPERTI
DEL MONDO DEL LAVORO, DELLE
PROFESSIONI E DELLA RICERCA
SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
CON FUNZIONI CONSULTIVE E di
PROPOSTA PER
L’ORGANIZZAZIONE DELL’AREA di
INDIRIZZO E L’UTILIZZAZIONE
DEGLI SPAZI di FLESSIBILITA’ ED
AUTONOMIA
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20
IL NUOVO MODELLO FORMATIVO:
flessibilità
SECONDO BIENNIO
30%
ISTRUZIONE
TECNICA
ISTRUZIONE
PROFESSIONALE
25%
Primo biennio
QUINTO ANNO
35%
Terzo anno 35%
40%
Quarto anno 35%
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21
Flessibilità :Tecnici e Professionali
Gli spazi di flessibilità possono consentire di
• articolare le aree di indirizzo in un numero
limitato di opzioni- incluse in un apposito
elenco nazionale
• ri-articolare - in funzione del progetto
formativo - le ore di compresenza degli
insegnanti tecnico pratici
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22
ISTRUZIONE TECNICA
GLI SPAZI di FLESSIBILITA’ SONO FUNZIONALI A:
- ESIGENZE POSTE DALL’INNOVAZIONE
TECNOLOGICA E DAI FABBISOGNI ESPRESSI
DAL MONDO DEL LAVORO.
- APPROFONDIMENTO DELLA DIMENSIONE
POLITECNICA DELLE DISCIPLINE DELL’AREA DI
INDIRIZZO
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23
ISTRUZIONE PROFESSIONALE
GLI SPAZI di FLESSIBILITA’ PROMUOVONO
• L’APPROFONDIMENTO di PROCEDURE OPERATIVE
FUNZIONALI A REALI SITUAZIONI di LAVORO
• LA PERSONALIZZAZIONE DEI PERCORSI ANCHE AL
FINE DEL RILASCIO DELLA QUALIFICA
PROFESSIONALE AL TERZO ANNO
• L’APPRENDIMENTO IN CONTESTI FORMALI NON
FORMALI ED INFORMALI
• LE MODALITA’ di APPRENDIMENTO IN
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
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24
Nuovo assetto orario
Istituti professionali
• Avvio della riorganizzazione
Anno scolastico 2010-2011
Classi funzionanti
Anno scolastico 2011/2012
Articolazione
• Prime classi secondo le
norme del regolamento
• Classi seconde e terze
secondo i piani di studio
previgenti con orario
complessivo 1122 /34 ore
settimanali
• Classi III orario complessivo
1056/32 ore settimanali
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25
AREA di PROFESSIONALIZZAZIONE
• Dall’anno scolastico a 2010-2011
-Sino alla messa a regime dell’ordinamento del
regolamento che riorganizza l’IPE’ sostituita nelle classi IV e V Con 132 ore di
alternanza scuola lavoro( i finanziamenti si
collocano nella stessa area)
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26
Cooperazione intersistemica
Possono essere concordate specifiche intese
tra il MIUR, il MEF e le singole Regioni per
sperimentare nuovi modelli organizzativi e di
gestione riferiti a istituti professionali e
percorsi di istruzione e formazione
professionale
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27
Nuovo assetto orario
Istituti tecnici
Articolazione
Anno scolastico 2010-2011
• Prime classi secondo le
norme del regolamento
Anno scolastico 2010/2011
• Classi seconde - terze –
quarte - secondo i piani di
studio previgenti
con orario complessivo
1056/32 ore settimanali
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28
IL NUOVO MODELLO FORMATIVO
gli elementi strategici
• Passaggio dall’apprendimento per discipline
all’apprendimento per competenze
• Connessione dell’istituzione scolastica con il territorio e gli
Stake Holders
• Flessibilità dell’impianto formativo e funzionalità dei contenuti
di tutte le discipline generali e di indirizzo alle competenze da
conseguire
• Integrazione dei saperi scientifici e tecnologici con i saperi
linguistici e storico sociali nel quadro degli assi culturali e delle
competenze di cittadinanza
• Dimensione laboratoriale
• Governance dell’istituzione scolastica
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29
MODELLO PER DISCIPLINE
MODELLO PER COMPETENZE
•
Per ogni singola disciplina è
costruisce un percorso che
inizia dal primo anno
e
prosegue fino al termine
•
•
L’elemento prevalente è la
valorizzazione della disciplina
•
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Definizione dei risultati di
apprendimento alla fine del percorso
quinquennale
Descrizione dei risultati di
apprendimento in termini di
Competenze Abilità Conoscenze
Definizione dei percorsi di
apprendimento, dopo aver condiviso
le integrazioni tra le diverse
conoscenze, in funzione delle
competenze da conseguire
La singola conoscenza è un tassello
della competenza
30
LE COMPETENZE
I risultati di apprendimento
QUINTO ANNO
SECONDO BIENNIO
PRIMO BIENNIO
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31
competenze
Selezione dei contenuti secondo principi di
essenzialità
Condivisione del percorso e coinvolgimento del
consiglio di classe
Riferimento al contesto operativo
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32
Le competenze (EQF)
indicano comprovata capacità di usare
Conoscenze e abilità
Capacità personali
Sociali e/o
metodologiche
In situazioni di lavoro o di studio e nello
sviluppo professionale e/o personale
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33
LE COMPETENZE
promozioni e implicazioni nel curricolo
orizzontale
• Integrare ed armonizzare l’area delle competenze comuni con
quelle di indirizzo, puntando
sulle conoscenze di snodo, che rappresentano un ponte
naturale tra i due ambiti,
sulle competenze di cittadinanza
• Attuare una didattica impostata secondo la logica della ricerca
– azione, che collega l’istituzione scolastica al territorio e
fornisce, se è opportuno, gli strumenti per definire i percorsi
opzionali funzionali alle esigenze delle risorse umane e del
territorio
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34
LE COMPETENZE
la coerenza verticale
• sostiene la continuità ed il raccordo curriculare tra le
scuole secondarie di primo e secondo grado
• sostiene la continuità ed il raccordo curriculare tra i due
bienni della secondaria superiore
Le esperienze interdisciplinari sono finalizzate a trovare
interconnessioni e raccordi fra le indispensabili
conoscenze disciplinari e a formulare - in modo
adeguato - i problemi complessi posti dalla
condizione umana nel mondo odierno e dallo stesso
sapere
LILIANA BORRELLO
35
Nuovi modelli metodologici - operativi per
promuovere
• apprendimento attraente
• personalizzazione dei percorsi
• partecipazione attiva
•collegamento con il contesto socio economico
LILIANA BORRELLO
36
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