Viaggio della memoria 11-13/04/2010 Professore accompagnatore: Paolo Portone. Alunne partecipanti : Beatrice Beccagutti Angelica Sonia Cosi Giuditta Cecchetti Francesca Serra << Erano lacrime quelle che trasudavano, non dimenticate passanti, questo viaggio. Era il dolore profondo di vite strappate. >> Programma del giorno 11/IV Ritrovo direttamente all’aeroporto di ROMA - FIUMICINO: ore 06.30 banco Alitalia. Partenza con volo diretto per Vienna. Incontro con le guide e partenza in pullman privato al lago di Traunsee. Pranzo in ristoranti lungo il percorso. Proseguimento per il campo di Ebensee. All’arrivo visita del Memorial e della Galleria Museo. Cerimonia e deposizione di una corona Al Monumento Lepetit. Al termine della visita proseguimento per Linz. Cena e pernottamento in albergo. Ebensee Nel sottocampo di Ebensee furono deportati l’8 marzo 1944 molti politici italiani che si ribellarono al regime fascista..Nella foto, uno scorcio della galleria principale scavata nella montagna a ridosso del lago. Utilizzata dai nazisti non solo come cava ,servì negli ultimi anni del conflitto anche come deposito delle micidiali V1 e V2. La temperatura oscillava tra -20°C e i -22°C.I prigionieri politici indossavano una casacca di cotone e consumavano un unico pasto giornaliero di 300 Kal. Nel Museo di Ebensee sono conservati i registri dei prigionieri politici: in essi sono elencati i dati anagrafici, la nazionalità, la data di ingresso. Alcune foto scattate dopo la liberazione che testimoniano le condizioni dei prigionieri.. I prigionieri politici dovevano lavorare nelle cave di marmo per oltre dieci ore al giorno. Vicino alla galleria si trova il cimitero dove sono stati tumulati in fosse comuni i resti delle oltre 1100 vittime accertate del sottocampo di Ebensee. Nelle settimane successive alla liberazione di Ebensee (6 maggio 1945). le autorità militari americane realizzarono un primo cimitero a due chilometri dalla cava. Il nucleo originario era costituito dai resti di 900 vittime. In seguito, i cadaveri rinvenuti furono sistemati in tombe individuali alle quali si aggiunsero presto quelle dei caduti negli altri sottocampi. Oggi esse formano il Memorial di Ebensee,meta di visite da ogni parte del mondo nell’intero arco dell’anno. Mauthausen programma • • • • • • • • • • Prima colazione in albergo. Alle ore 07.30 partenza per la visita dei campi di Gusen e Mauthausen. Programma della visita: il piazzale dell’appello,le docce, le prigioni,la camera a gas,i forni crematori, le baracche,la scala della morte e il museo storico. Monumenti internazionali. Cerimonia ufficiale al monumento dedicato alle vittime Italiane deposizione di una corona. Sosta per il pranzo. Nel pomeriggio visita guidata della città di Linz (città amata da Hitler,dove il dittatore avrebbe voluto trascorrere la sua vecchiaia) Rientro in albergo. Cena e pernottamento. Dopo cena ritrovo di tutta la delegazione all’Hotel Courtyard By per l’incontro con il Presidente Zingaretti. Mauthausen E’ il primo lager dell’Austria e uno dei primi del III Reich. Venne aperto l’8 agosto 1938 e fu posto sotto il comando di Franz Zieries fino alla liberazione, avvenuta il 5 maggio 1945. I primi deportati furono 300 e nessuno di loro visse per più di sei mesi Mauthausen fu l'unico campo di concentramento classificato Lagerstufe III («Lager di III livello») destinato, secondo una circolare inviata il 2 gennaio 1941 da Reinhard Heydrich ai lager dipendenti, a «detenuti contro i quali sono state mosse gravi accuse, in particolare coloro che abbiano subito condanne penali e nel contempo debbano considerarsi asociali cioè virtualmente impossibili da rieducare [...]». Il lager era diviso in baracche. Fra le prime spuntava quella “delle bambole” dove risiedevano le prostitute. Questa baracca,destinata allo “svago”, era esclusivamente utilizzata dai militari tedeschi e dai kapò, prigionieri collaborazionisti, talvolta ancor più feroci nel vessare i loro ex compagni . Il signor Mario Limentani, uno dei superstiti << Eravamo come delle spine di pesce, debolissimi, ed era impossibile bloccare la diffusione di malattie. Malattie che spesso portavano alla morte.>> <<La sveglia era alle cinque d’inverno,e alle quattro d’estate., i prigionieri dovevano recarsi nello spiazzale principale dove veniva fatto l’appello che durava per ben due ore>>. Le vittime di Mauthausen furono: - 32.180 Tedeschi - 30.203 Polacchi - 12.923 Ungheresi - 12.870 Iugoslavi - 8.203 Francesi - 5.750 Italiani Ognuno di loro però non era che un numero. Nient’altro che una matricola. << Dovevamo dormire in cinque in ogni letto, guai se uno di noi si rifiutava. A chiunque si opponeva veniva no gettate secchiate di acqua fredda. Una volta, nel mio letto, c’erano quattro cadaveri, provai ad avvisare il capò, ma a male parole mi ripose che dovevo stare zitto se non volevo fare la loro stessa fine >> Ogni categoria di prigionieri aveva il proprio simbolo che veniva applicato sulla divisa. C’erano oppositori politici(comunisti,socialisti,anarchici ecc.) ,Testimoni di Geova,omosessuali, ebrei e rom. Gli asfissiamenti erano diretti. Dopo che i prigionieri erano entrati in quella che pareva una doccia, la porta veniva velocemente chiusa mentre un addetto versava il gas ZYCLON B neegli appositi contenitori. Nel giro di 30 minuti tutti i prigionieri erano morti. In questa piccola stanza furono uccisi anche 80 prigionieri per volta. Nel museo all’interno del lager troviamo ciò che rimane dell’ “industria della morte”. Nella foto in basso a sinistra si vede uno degli strumenti di tortura usato dagli aguzzini di Mauthausen; tra i più semplici,ma non per questo meno micidiale, esso consisteva nello spezzare le dita delle vittime facendo pressione con delle bacchette di ferro precedentemente inserite. Si trattava di una forma di violenza gratuita e dolorosissima, oltreché invalidante,applicata ai più riottosi dei detenuti e a quanti sarebbero stati avviati alle camere a gas. Nella foto a destra si possono vedere le “tipiche” tute di lavoro a strisce che costituivano l’unico indumento dei detenuti per tutto l’anno, d’estate come d’inverno, insieme agli zoccoli di legno. I prigionieri, inoltre,erano costretti a prestazioni di lavoro aggiuntive,concepite per infliggere loro ulteriori supplizi ed umiliazioni .Nella foto qui sotto si vede un cilindro di pietra,all’apparenza di modeste dimensioni,ma in realtà pesante alcuni quintali, che veniva utilizzato con la forza umana per spianare il viale antistante la camera a gas. Oltre alle camere a gas c’erano le docce, realizzate in maniera perfettamente uguale alle prime. Pur essendo un campo di sterminio attraverso il lavoro, il sistema concentrazionario del Lager prevedeva una scrupolosa attenzione per le condizioni di vita dei detenuti. Dovevano essere mantenuti efficienti per i ritmi infernali della produzione . Molte sono le targhe poste dalle rappresentanze dei diversi paesi che hanno avuto detenuti e vittime nel lager di Mauthausen. In tutte le lingue del mondo viene ricordato lo stesso concetto: Nulla dovrà essere dimenticato. Si stima che nel campo siano transitati lungo la <<scala della morte >>oltre 300 mila prigionieri. I detenuti dovevano trasportare grossi blocchi di pietra lungo i 186 gradini della scala. A rendere ancor più triste la loro condizione erano le angherie a cui erano sottoposti durante il tragitto. Spesso erano strattonati e gettati giù per la scala dagli aguzzini (SS e kapò), che si divertivano a veder precipitare i detenuti incuranti delle loro urla e delle conseguenze spesso fatali di questi <<salti>> . « La cava era là, con i suoi 186 gradini irregolari, sassosi, scivolosi. Gli attuali visitatori della cava di Mauthausen non possono rendersi conto, poiché in seguito i gradini sono stati rifatti - veri scalini cementati, piatti e regolari - mentre allora erano semplicemente tagliati col piccone nell‘argilla e nella roccia, tenuti da tondelli di legno, ineguali in altezza e larghezza. » , (Christian Bernadac I 186 gradini – Mauthausen ) Castello di Hartheim. Il castello di Hartheim divenne tristemente famoso come sede, durante il periodo di apertura dei campi di concentramento nazisti, di esecuzioni di massa, in applicazione della disposizione sulla eutanasia voluta da Hitler. Il castello era in posizione isolata, vicino alla linea ferroviaria e non lontano dal campo di Mauthausen. Nel castello venne costruita una camera a gas che funzionò non solo per Mauthausen ma anche per Dachau. Da Dachau ,e da altri campi di concentramento, furono organizzati veri e propri <<viaggi della morte>> con destinazione il <<castello degli orrori>> di Hartheim . Nel castello furono rinchiusi portatori di handicap e malati mentali,perlopiù “ariani” cioè tedeschi,in ossequio al programma di igiene razziale attuato dal regime nazista fin dai primi anni di governo-. Nessuno di loro tornò vivo alle famiglie, anzi, i nazisti inviavano lettere ai rispettivi parenti dicendo loro che i loro cari erano morti per cause patologiche molto gravi. E’ inutile dire che queste cause non esistevano, poiché i poveri malati venivano uccisi poiché considerati una grande macchia della società nazista e una minaccia per la purezza della “Razza superiore”. A Mauthausen-Gusen e nei vari sotto-campi trovarono la morte più di 122.000 prigionieri.