AUSL FG/2
CERIGNOLA
DIPARTIMENTO DELLA TUTELA
SALUTE MENTALE
“ASPETTI SOCIALI DEL DISTURBO
BIPOLARE NELLA DONNA”
27/06/2005
Dott.ssa Maria Assunta Mancini
DISTURBO BIPOLARE
 Varia alternanza di episodi depressivi ed
espansivi dell’ umore: in qualche misura
richiama i ritmi della natura .
FASE DEPRESSIVA
 Il termine ”depressione” appartiene al lessico
geografico, con il senso di abbassamento prodotto
da una pressione esercitata dall’alto verso il basso
e a quello meteorologico: si parla di depressione
barometrica, atmosferica o ciclonica.
 Estendendo la metafora al mare,siamo in una fase
di bassa marea: ritiro dell’acqua = cedimento della
persona; mare profondo = interiorità con profondo
malumore.
FASE MANIACALE
 Lo stato di sovreccitazione e dell’esaltazione
dell’umore è paragonato ad un mare
burrascoso, onde agitate e furiose che
creano un movimento giocoso e veloce.
CONTESTO
 “Quando una pianta è malata, l’agricoltore presta
attenzione non solo ad essa, ma a tutto l’ambiente
che la circonda: terreno, umidità, esposizione alla
luce e al vento, presenza di parassiti.
 Stranamente, quando ad essere ammalata è una
persona, se ne trascura:
 Il contesto familiare
 Relazionale
 Sociale
MASCHILE E FEMMINILE:
DIFFERENZE di GENERE
 La Depressione al maschile “non valgo più niente”.
Prevale l’idea della perdita di potenza .
 La Depressione al femminile “non riesco a fare più
niente”. Prevale l’idea della perdita di capacità.
 L’uomo teme di essere accarezzato.
 La donna si aspetta di essere accarezzata.
 Entrambi si sforzano di mantenere una facciata di
autonomia.
 Solo recentemente si è iniziata un ‘esplorazione
delle differenze sostenute dall’appartenenza di
genere a livello di modalità, di esordio,decorso
,prognosi e risposta farmacologica ai vari
trattamenti. Appare sempre più evidente che la
diversità fra uomini e donne nell’espressione dei
disturbi psichiatrici vanno al di là di ciò che è reso
plausibile dalla presenza di uno specifico
ambiente ormonale. La considerazione di genere
nella malattia mentale,si pone,quindi,come una
finestra ideale attraverso cui vedere una reale
integrazione tra fattori biologici e psicosociali sia
sul piano eziopatogenetico che di approccio
terapeutico.
IL National Commorbudy Survey ha rilevato una
prevalenza del 21% nelle donne e del 13% negli
uomini,lo studio delle differenze sono importanti.
poiché il decorso ed il trattamento del d.b. sono in
realtà fortemente influenzati dal sesso di
appartenenza.
“Perris in un campione di 1.104 pazienti, aveva
notato che le donne affette dal d.b. tendono ad
essere ricoverate più spesso dei maschi e
giustificava tale differenza sostenendo che ciò non
è sorprendente dato che è molto più facile che i
parenti si prendano cura di un uomo malato a casa
piuttosto di una donna malata”.
Le evidenze attualmente riportate in letteratura
confermata dall’ esperienza lavorativa tra i sessi
nella fenomenologia del d.b. si possono cosi
riassumere:
1. Le donne hanno maggiore probabilità di
sviluppare forme a rapida ciclicità.
2. Le donne tendono ad avere più episodi
depressivi rispetto agli uomini nei quali c’è una
alta percentuale di episodi di maniacalità.
3. Sono più frequenti nelle donne gli stati misti.
4.
Le donne hanno un più alto livello di “Sensitività
personale”e una diversa modalità d’interpretazione
degli eventi vissuti come più incontrollabili,infatti sin
dall’infanzia le ragazze ricevono dall’ambiente una
sorta di ” helplessness training”;studi transculturali
indicano come i ragazzi siano incoraggiati ad essere
più attivi ed assertivi, mentre le ragazze sono
tendenzialmente educate ad essere più passive e
dipendenti dagli altri. A tale stile educativo si può
correlare la tendenza nel sesso femminile fino a
sviluppare una minore stima di se, una minore fiducia
nelle proprie possibilità e una sovrastima delle
relazioni interpersonali con eccessiva vulnerabilità di
fronte a situazioni fallimentari.
 L’altra differenza è che nelle donne prevale”uno
stile ruminativo” di fronte ai problemi, gli uomini
mostrano una modalità di coping più adatta ,
con maggiore tendenza alla distrazione .
Le donne reagiscono alle problematiche
attraverso l’abuso di alcool che è quattro volte
maggiore rispetto al sesso maschile.
Il d.b. della donna è accompagnato da sintomi
molto frequenti : ansia, disordini del sonno,
attacchi di panico e disturbi alimentari.
Perché la donna?
(1)
 Spesso le condizioni dell’esistenza di una malata
maniaca-depressiva sono contraddistinte da un
carico soggettivo oggettivo nei ruoli:
figlia-madre-moglie le cui condizioni sono molto
meno protette e favorevoli e la sua vita trascorre in
lunghi tratti di solitudine e sofferenza.
Perché la donna?
(2)
 L’assistenza alla donna in difficoltà sia che si tratti di
patologie psichiche,che di patologie psicosomatiche implica
la conoscenza dello sviluppo socio-psicologico-biologico
femminile e delle specifiche esigenze. In particolare il
legame dei momenti di crisi con le tappe dello sviluppo
psicofisico,con la maternità e la crescita dei figli ed il
legame con i contesti culturali in evoluzione, determinano
una priorità degli interventi interdisciplinari nel campo della
patologia della donna. L’ottica interdisciplinare è quindi non
soltanto una preferenza soggettiva dell’utente donna che
vede così considerare in modo integrato i vari aspetti della
propria identità e del proprio ruolo,ma anche una esigenza
relativa all’organizzazione dei servizi psichiatrici per la
donna ,per cui una stretta collaborazione con le altre
discipline mediche e sociali si pone come componente
strutturale d’interventi clinici ed efficaci.
Perché la donna? (3)
 Se allora la psicopatologia rimane l’elemento
centrale dell’ottica psichiatrica, non tanto come
evidenziatore di diversità, quanto come direttrice
conoscitiva che consente d’identificare il problema
e di non disperderne le connotazioni,il prendersi
cura comporta metodi d’interventi complessi e
coordinati che tengono conto delle molteplici aree
in cui il disagio sorge e su cui si riversa.
Gli aspetti della malattia
Gli aspetti centrali intorno ai quali ruota la malattia sono :
1. Fase depressiva :niente mi è più possibile,dolorosità,prosciugamento vitale,
colpevolizzazione,sentimento di solitudine,guscio
vuoto,non sono in me,la mia vita è un fallimento,il mio
corpo non mi appartiene.
2. Fase maniacale:tutto mi è
possibile,euforia,esaltazione,perfezione,grande
alterazione,il corpo deve essere più armonioso, la casa in
ordine,mi piace comprare tutto ciò che desidero:mio figlio
deve essere il migliore.
Le cause
 C’è una genesi plurifattoriale con la
predominanza da,caso a caso dei fattori
genetici, biologici e sociali.
Le cause – Fattori sociali
 Difficoltà economiche reali o provocate dal mancato appagamento di
bisogni falsi o indotti;
 problemi occupazionali:disoccupazione,licenziamento ,situazione
lavorativa ad alto livello stress,impegno eccessivo, ipercoinvolgimento,
mancato riconoscimento;
 pensionamento:perdita del ruolo sociale,fenomeni di espulsione
sociale;
 problemi scolastici;
 cambio di residenza o di abitazione, contesti urbani ostili o degradati;
 isolamento etnico e culturale;
 perdita dell’identità culturale;
 situazione di abbandono dalla famiglia e dal contesto sociale;
 mancanza di servizi di appoggio;
Le cause – Eventi vitali
 Episodi traumatici come lo stupro e altre
forme di abuso sessuali;
 lutti, separazioni, tradimenti, conflitti familiari
depressione post partum
 ricoveri a lunga degenza
 scarsa o mancanza qualità e quantità delle
relazioni affettive.
Obiettivi strategici
“Crescita del sistema di welfare locale” (1)
 Certamente non esiste una mente femminile ,il
cervello non è un organo sessuale, esiste
attualmente nella Comunità scientifica un unanime
consenso sul fatto che il cervello nei due sessi sia
sostanzialmente uguale, ma che uomini e donne si
differenzino nel modello di organizzazione
cerebrale e quindi nelle procedure di elaborazione
e risposta alle informazioni. E’ necessario acquisire
nuove conoscenze soprattutto impiegare
Obiettivi strategici
“Crescita del sistema di welfare locale” (2)
 E’ necessario acquisire nuove conoscenze
soprattutto impiegare più adeguate e razionali
strategie di trattamento che non possono essere
identificate solo con la terapia farmacologica, ma è
indispensabile attuare i seguenti attuare i
seguenti interventi:
Obiettivi strategici
“Crescita del sistema di welfare locale” (3)
Politiche a favore della famiglia
Domiciliarità
Diverse forme di aiuto e di sostegno
Politiche per la rimozione del disagio
Pronto intervento sociale
Reinserimento sociale
Obiettivi strategici
“Crescita del sistema di welfare locale” (4)
Politiche di contrasto alla povertà
Sostegno al reddito
Inserimento lavorativo
Pillola Sociale =
Attuazione del Piano di Zona
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