Psicologia dell’organizzazione: il cambiamento (Piccardo, Colombo, Benozzo in Argentero et al.) Cambiamento l’esito di attività specifiche e intenzionali realizzate da uno o più agenti (agenti di cambiamento) sulla base della percezione di un problema o opportunità al fine di migliorare la performance dell’organizzazione e il benessere dei suoi attori Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura Psicologia dell’organizzazione: il cambiamento (Piccardo, Colombo, Benozzo in Argentero et al.) il cambiamento può essere non intenzionale apprendimento tacito e cambiamenti subiti (pericoloso) CAUSE spinte esterne (provenienti dall’ambiente) e interne (gestione delle risorse umane: transizioni, soddisfazione, carriere) Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura Psicologia dell’organizzazione : il cambiamento (Piccardo, Colombo, Benozzo in Argentero et al.) Ogni aspetto dell’organizzazione può essere oggetto di cambiamento: struttura, attori, “ambiente”/mercato (ogni cambiamento in un aspetto produce cambiamenti in altri: è un’emergenza di un sistema complesso) Ogni cambiamento produce resistenze: atteggiamenti (componente cognitiva e affettiva) e comportamenti individuali e di gruppo Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura Psicologia dell’organizzazione (Piccardo, Colombo, Benozzo in Argentero et al. ) 1. Individuare le resistenze (origine, attori) distinguendole dalle conseguenze e identificandone i contenuti 2. Informare tutti gli attori direttamente e indirettamente interessati su obiettivi e contenuti e sui vantaggi di ciascuno e di tutti (diminuisce le ansie e, quindi ,la reattività incontrollata) 3. Coinvolgere nei processi decisionali gli interessati e valorizzare le competenze (attiva il commitment perché aumenta il benessere e la soddisfazione lavorativa) 4. Sostenere empowering) gli attori (leadership trasformazionale ed RICERCA AZIONE PER LO SVILUPPO ORGANIZZATIVO Psicologia della comunicazione organizzativa AA 2012-12 - M. (Lewin, 1951) Mura Psicologia dell’organizzazione (A. Claudio Bosio, in Argentero et al. Cap. 17) Visione macrosociale I’attore sociale ha progetti di consumo relativamente stabili (appartenenze sociali) ed è relativamente prevedibile da un’attività di marketing customer driven che individua segmenti con esigenze particolari Visione microsociale L’attore sociale ha un Sé fluido e mobile e progetti di consumo limitati nel tempo e legati alle situazioni (ottimizzazione di aspettative personali e opportunità individuate nell’ambiente), all’esperienza (importanza della comunicazione, dell’immateriale) di «espansione soggettiva» che offre il bene e che è co-costruita con l’azienda/brand, ai network sociali «liquidi» virale) Psicologia della comunicazione organizzativa - M.(comunicazione Mura Psicologia dell’organizzazione (De Carlo, Falco, Vianello, in Argentero et al. Cap. 18) Marketing e Marketing sociale (Kotler, 1982; Kotler, Lee, 2008) 4P 1. PRODOTTO 2. PREZZO 3. PROMOZIONE 4. RIVENDITA + CLIENTE (4 P percepite, Lauterborn, 1990) VISIONE MACROSOCIALE Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura Psicologia dell’organizzazione (De Carlo, Falco, Vianello, in Argentero et al. Cap. 18) Marketing sociale 1. PRODOTTO: azioni, comportamenti, valori, atteggiamenti che devono essere modificati o introdotti volontariamente a vantaggio dei singoli e della collettività Core product – actual product – augmented product (servizi, costi/vantaggi monetari, fisici, psicologici, accessibilità/rivendita, packegin Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura Psicologia dell’organizzazione (De Carlo, Falco, Vianello, in Argentero et al. Cap. 18) Piano di MKT 1. Analisi del contesto/ambiente (domanda /segmentazione e 2. concorrenza; favorevoli e contrari; MKT sociale: SWOT Analysis) Sviluppo/definizione (sulla base delle risorse finanziarie e della segmentazione del mercato) di: posizionamento (cosa offre il prodotto rispetto ai concorrenti), caratteristiche delle 4 P, obiettivi specifici misurabili (pp. 427-433) 3. Implementazione o realizzazione 4. Monitoraggio (permette di intervenire se non si stanno raggiungendo gli obiettivi) e valutazione dell’efficacia, efficienza ed eccellenza del piano (deve essere progettato valutando i costi) METODI QUALITATIVI E QUANTITATIVI, Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura SPERIMENTALI ED ETNOGRAFICI Psicologia dell’organizzazione (A. Claudio Bosio, in Argentero et al. Cap. 17) Cosumer sentiment (Katona, 1975 ) lo scambio avviene sulla base di una situazione emotiva (mood esito di percezioni-valutazioni-previsioni) ottimista/pessimista la valutazione è di tipo ordinale (meglio/peggio, positivo/negativo, più/meno) ed ancorata all’esperienza (base storica) la scelta si lega anche alla previsione sul futuro (ottimismo/pessimismo) tendenza alla socializzazione dei sistemi di riferimento (sentiment sociale misurabile) Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura Psicologia dell’organizzazione (A. Claudio Bosio, in Argentero et al. Cap. 17) VISIONE MICROSOCIALE POST-MODERNA La comunicazione non è «pubblicità», ma knowledge sharing, excange, transfer, mobilization… sulla base dell’acquisizione di dati personali (clouds) carpiti da programmi (agenti intelligenti) o carte fedeltà Indici di insofferenza dei consumatori (Johansson, 2004) DIFFICOLTÀ DEL MARKETING che si deve riconfigurare come apprendimento sulla base della fiducia Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura Psicologia dell’organizzazione (A. Claudio Bosio, in Argentero et al. Cap. 17) RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA AGENDA 21 CAUSE RELATED MARKETING GREEN MARKETING MARKETING RELAZIONALE E CUSTMER SATISFATION INTERDIPENDENZA ORGANIZZAZIONE/AMBIENTE ETICA/FIDUCIA COMPORTAMENTI DI CONSUMO SOSTENIBILE RESPONSABILITÀ CONDIVISE Psicologia della comunicazione organizzativa - M. Mura