UDL su MIGRAZIONE SCUOLA PRIMARIA Docente Maria Grazia Chiriotti [email protected] MIGRAZIONE” MAPPA CONCETTUALE “MIGRAZIONE” = SPOSTAMENTO variabile nel tempo e nello spazio legato a LIBERTÀ di MOVIMENTO +o RICONOSCIUTA Obiettivo formativo: prendere coscienza che la migrazione è espressione del diritto di libertà di movimento dell’uomo che rientra nel novero dei Diritti Umani. Conversazione Clinica 1 Che cosa vi fa venire in mente la parola “migrazione”? • Lorenzo Peano: mi fa venire in mente la migrazione di animali gli uccelli che vanno in posti caldi • Zohair Arfaoui: a me invece la migrazione di persone che vanno in paesi più sviluppati…dal centro Africa in Francia o Italia per una vita migliore • Michele Bessone: mi fa venire in mente Lampedusa • Luca Bertola: a me i rifugiati politici oppure persone povere che vengono qua per nuove possibilità di lavoro, ma anche la migrazione italiana • Zohair .A.: e la migrazione degli inglesi nel 1600, quando fuggirono dall’Inghilterra per andare in America per motivi religiosi • Alla prima domanda “Che cosa vi fa venire in mente la parola migrazione? ”gli allievi associano il termine agli spostamenti di uomini dall’Africa, o di uccelli che vanno nei paesi caldi. Un alunno cita Lampedusa e altri pensano ai rifugiati politici o a soggetti poveri in cerca di miglioramento di vita. C’è anche cui evoca le migrazioni del passato con particolare riferimento a quella degli inglesi del ‘600 legata alla persecuzione religiosa. 2 . Vi vengono in mente altre migrazioni? • Luca B.: i nostri nonni migravano verso l’America o la Francia • Chiara Martino: a Prato Nevoso sono arrivati dei profughi dalla Libia. Hanno chiesto se potevano restare lì…perché al loro paese non stavano bene • Michele B.: ci sono delle persone che abitano a Prato Nevoso che li vorrebbero scacciar via, i profughi, perché li vedono diversi • Alla seconda domanda “Vi vengono in mente altre migrazioni?”un ragazzo fa riferimento alla migrazione dei nonni verso l’America o verso la Francia.Altri parlano della realtà di Prato Nevoso dove sono arrivati profughi dalla Libia, indesiderati dai locali. 3. E..migrazioni del passato? • Irene Chiappa: l’immigrazione forzata negli Stati Uniti. Gli europei hanno portato gli africani nel loro stato rendendoli schiavi • Matteo Pedrazzi: gli ebrei subito dopo Gesù…erano obbligati a fuggire • Davide Ambrogio: gli ebrei deportati nei campi di concentramento • Lorenzo. P.: a me vengono in mente due casi: gli inglesi che hanno portato i reietti in Australia e i siciliani, soprattutto i mafiosi, che sono emigrati in America • Sara Manfredi: nella Preistoria, i popoli erano in continuo spostamento …migravano • Alla terza domanda “E..migrazioni del passato?” la classe elenca una serie di flussi migratori: la tratta dei negri dall’Africa verso l’America; la diaspora degli ebrei ad opera dell’imperatore Tito e la loro deportazione nei campi di concentramento ai tempi del nazismo; l’emigrazione forzata dei reietti in Australia considerata una colonia penale inglese; l’emigrazione dei mafiosi siciliani in America. • Un’ allieva precisa che la migrazione è stata una costante del processo di popolamento che ha caratterizzato la preistoria. 4. Oggi la situazione è cambiata? • Lorenzo Banchini: Quella della Libia è come quella del passato • Alla quarta domanda Oggi la situazione è cambiata? un allievo cita il caso della Libia per affermare che la situazione delle migrazioni è sempre la stessa. 5. Cosa facilita la migrazione di oggi? • Lorenzo. P.: una volta le persone migravano per motivi religiosi, oggi per situazioni di guerra • Michele. B.: oggi la migrazione è difficile: se emigri clandestinamente ti mandano via, se invece hai già svolto qualche pratica e arrivi in aereo è più facile • Chiara. M. prima si diceva che oggi si emigra per le guerre, io penso che si emigri per lavoro; chi emigra accetta anche i lavori più poveri • Sara M.: Si emigra dai paesi in cui non c’è una politica “adatta”, ad esempio quando c’è una dittatura, una guerra • Chiara M.: oppure si scappa dalla povertà • Alla quinta domanda “Cosa facilita la migrazione di oggi?”l’attenzione dei ragazzi si sposta sulle motivazioni: ieri per motivi religiosi oggi a causa della guerra. Qualcuno afferma che si emigra sempre per lavoro e che oggi è difficile migrare se prima non svolgi delle pratiche. La forma di governo dittatoriale e la miseria vengono individuate come cause di migrazioni. 6. Altri motivi per cui ci si sposta? • Michele B.: per avere una vita migliore; ad esempio il nostro compagno Boubacar ci ha raccontato che sua mamma in Africa doveva fare chilometri per andare a prendere l’acqua e si è meravigliata che qui bastasse aprire il rubinetto… • Davide. A.: si emigra anche per motivi di studio; ad esempio si può andare in Inghilterra a studiare • Zohair. A: si emigra per lavoro…la Fiat oggi è in America. Chi vuole lavorare lì deve andare in America. Oggi si va a lavorare dove l’azienda si è spostata, ad esempio in Romania o Ungheria • Filippo Dho: conosco un amico di mio padre che è andato in Tunisia per lo stesso motivo, ma poi durante la rivolta si è trasferito in Inghilterra • Luca B.: mio nonno quando aveva 17 anni è emigrato in Francia, ma se fosse stato considerato non adatto, lo avrebbero rispedito in Italia: ti mettevano in cinque o sei in una stanza con un piccolo armadio… • Michele. B. secondo me era più facile emigrare in passato; dal 20° secolo è più difficile, se non hai tutto in regola non puoi…una volta c’erano controlli di questo tipo: guardavano se eri sano e intelligente. Oggi non guardano questo, è sono un problema di BUROCRAZIA! • Luca B: mio nonno, che oggi è a Genova, è andato in Francia nel 1960 e c’erano ostacoli di quel genere (se non eri sano ti rispedivano) • Michele B. C’è un parente di mio nonno che è emigrato in Francia • Luca B: anche io ho parenti in Francia, Lussemburgo e Svizzera • Alla sesta domanda “Altri motivi per cui ci si sposta?” le cause sono: la ricerca di una vita migliore; per studiare; per trovare lavoro. Gli allievi affermano che anche noi stiamo emigrando in seguito allo spostamento delle aziende ovvero alla loro delocalizzazione per cui che vuole lavorare nella Fiat deve andare in America, mentre per altre aziende occorre recarsi in Romania o Ungheria o in Tunisia o in Inghilterra. Gli allievi tornano alla migrazione dei nonni verso la Francia da cui venivano respinti se considerati inadeguati o non completamente sani. C’è chi aggiunge che i loro nonni sono andati anche in Belgio e Lussemburgo o in Svizzera. Mappa mentale Migrazione è : spostamento di persone spostamento di uccelli Motivazioni dell’emigrazioni: per cercare lavoro per migliorare la vita per sfuggire alla guerra per studiare per sfuggire ad un regime dittatoriale per povertà Migrazioni del passato: popolamento della terra diaspora degli ebrei ad opera dell’imperatore romano Tito migrazione di inglesi per motivi religiosi nel 600 verso l’America tratta dei negri verso l’America deportazione dei prigionieri inglesi verso l’Australia quale colonia penale migrazione dei nonni verso l’America, Francia, Belgio, Lussemburgo, Svizzera migrazioni di mafiosi verso l’America Migrazioni oggi: migrazione dalla Libia a Prato Nevoso con ostilità delle popolazioni locali migrazione per delocalizzazione delle imprese: verso America, Romania o Ungheria o Tunisia o Inghilterra Ieri respingimenti per motivi di salute e /o giudizio di incapacità a svolgere un certo lavoro. Oggi migrare è più difficile perché occorre fare una serie di pratiche complesse. • • • Commento alla Conversazione Clinica. Le idee spontanee degli allievi rivelano una serie di conoscenze che rispondono all’immaginario collettivo con cui si affronta la questione. Quindi la conversazione è tutta orientata a considerare le cause delle migrazioni o a ripercorrere alcune traiettorie storiche più conosciute e diffuse anche nella letteratura scolastica. Manca nelle risposte degli allievi una riflessione critica: le motivazioni sono una sorta di elenco di cause che denotano come spesso la riflessione non viene riportata a livello di relazione tra paesi di arrivo e paesi di esodo così da evidenziare la profonda ingiustizia che caratterizza il nostro pianeta diviso in paesi ricchi e poveri, generalmente accettato come un dato di fatto incontrovertibile. Il disagio che mostrano gli abitanti di Prato Nevoso è da ascrivere a questa carenza di analisi, per cui si considerano solo alcuni effetti negativi nel paese di arrivo. Si dimenticano quelli positivi e soprattutto i problemi di persone che sono arrivate da una particolare situazione come quella recente della Libia, in cui tra l’altro l’Italia ha avuto un significativo ruolo di responsabilità. La citazione delle migrazione italiane dei nonni potrebbe servire a far comprendere che allora - come ora -il fenomeno migratorio. è stato sempre sottostimato e visto nelle sue sfaccettature negative piuttosto che come apporto di benefici per le diverse realtà in gioco. Forse potrebbe giovare l’analisi di situazioni di caso come ad esempio quello dei minatori italiani in Belgio per far comprendere da un lato il vantaggio che le rimesse degli emigrati hanno portato in Italia collaborando al suo decollo industriale e al successivo boom economico e dall’altro l’apporto allo sviluppo dell’industria carbonifera belga determinata dai nostri migranti, così da richiamare per analogia l’importanza della manodopera straniera. • Oggi “I lavoratori immigrati costituiscono un decimo della forza lavoro, sono determinanti in diversi comparti produttivi e rinforzano il mercato occupazionale per via di un tasso di attività più elevato, della disponibilità a ricoprire anche mansioni meno qualificate e della bassa competizione (almeno sul piano generale) con gli italiani, se non nel sommerso.(Cfr 21 Rapporto Caritas http://www.caritasitaliana.it/materiali/Pubblicazioni/libri_2011/dossier _immigrazione2011/scheda.pdf. Su questa linea si può lavorare per scandagliare un fenomeno troppo spesso studiato nelle sue coordinate esterne ed in modo frammentario. Interessante è l’affermazione dell’allieva che recupera la dimensione “normale” del migrare all’inizio dei tempi quando lo spostamento è stata una forma di popolamento della terra. Questa accezione di normalità merita di essere sottolineata oggi, in cui la globalizzazione e il processo di mondializzazione, con la scoperta dei potenti mezzi di comunicazione, ristabilisce un carattere di normalità al movimento delle persone in un pianeta diventato sempre più piccolo e a portata di tutti. Del resto la stessa delocalizzazione delle industrie italiane mostra oggi come le direzioni dello spostamento siano molteplici e come fitte siano le reti di scambio. Di qui la rivalutazione dell’Homo migrans da considerare come un soggetto di riferimento della nuova società, in cui il cittadino stanziale di uno stato nazionale rappresenta sempre di più un passato ormai alle spalle. Su questa ottica emerge la necessità di cambiamento che gli stessi allievi denunciano quando notano gli ostacoli alla migrazione posti da questioni burocratiche. Matrice cognitiva (ciò che sanno) • La migrazione indica spostamento • Le cause delle migrazioni sono economiche, politiche, culturali, sociali e religiose • Le migrazioni hanno sempre caratterizzato la storia, fin dai tempi della “preistoria” • Le migrazioni sono sempre spesso ostacolate, anche oggi dai paesi di arrivo. Compito di apprendimento (ciò che non sanno) • Le cause delle migrazioni vanno analizzate in una visione complessa e di interazione tra paesi di esodo e quelli di arrivo • Le migrazioni moderne vanno analizzate in profondità per coglierne i punti forti e i punti critici. • L’homo migrans rappresenta il punto di riferimento del III Millennio. • Necessità di superare gli ostacoli alla migrazione. RETE CONCETTUALE MIGRAZIONE variabili nel tempo e nello spazio con EFETTI CRITICI E POSTIVI sia nei PAESI DI ESODO CHE DI ARRIVO da analizzare in una PROSPETTIVA NUOVA caratterizzata dalla condizione dell’ HOMO MIGRANS del III MILLENNIO