EQUIVALENTE MECCANICO DEL
CALORE
Esperienza di Schurholz-Sprenger
ENERGIA MECCANICA E CALORE
Energia meccanica e calore sono due forme diverse di
energia
Perché questo concetto fosse riconosciuto ci sono voluti
molti anni!
 1798: Benjamin Thompson nota l’aumento di
temperatura delle schegge prodotte durante
l’alesaggio dei cannoni
 1799: Sir Humphrey Davy cerca di dimostrare che si
possono sciogliere due pezzi di. ghiaccio sfregandoli
1'uno contro l'altro
 1840: James Prescott Joule e in grado, dopo aver
eseguito una serie di ammirevoli esperimenti, di
stabilire una volta per tutte l'equivalenza di lavoro e
calore
IL PRINCIPIO DI EQUIVALENZA
Se un sistema materiale esegue una trasformazione ciclica,
durante la quale scambia con l'esterno un lavoro L e una
quantità di calore Q (senza scambio di altre forme di
energia) esiste un rapporto costante tra i valori di L e Q.
Questo rapporto ha un valore universale, indipendente dal
particolare sistema materiale considerato e dal tipo di
trasformazione.
Il Principio di equivalenza costituisce il Primo Principio della
Termodinamica per le trasformazioni cicliche:
L
J
Q
dove J è l'equivalente meccanico della caloria.
Se L è misurato in joule e Q in calorie, J viene espresso in
J/cal.
Il valore di J va determinato sperimentalmente: a questo sono
serviti i lavori di Joule e il suo famoso mulinello.
Il valore accettato di J è 4.186 Joule /cal.
IL MULINELLO DI JOULE
DETERMINAZIONE SPERIMENTALE
DELL’EQUIVALENTE MECCANICO DELLA CALORIA
Esperienza di Schurholz-Sprenger
APPARATO SPERIMENTALE
Un calorimetro di rame
contenente acqua distillata può
essere ruotato con una
manovella; durante la rotazione
esso friziona contro una treccia
di rame avvoltagli intorno e
tesa da un peso di 5 Kg. Un
termometro permette di
misurare l’aumento di
temperatura del calorimetro.
EQUIVALENTE IN ACQUA DEL CALORIMETRO
La frizione del calorimetro contro la treccia di rame
determina un aumento di temperatura dell’acqua
contenuta nel calorimetro in seguito all’attrito.
Tuttavia calore è acquistato non solo dall’acqua
ma dal calorimetro stesso; di tale calore va tenuto
conto attraverso la capacità termica del
calorimetro:
Capacità termica calorimetro = massa calorimetro
x calore specifico rame
Calore specifico rame a 20 °C = 0,092 cal/g°C
MISURA LA MASSA DEL CALORIMETRO E
CALCOLA LA SUA CAPACITA’ TERMICA
SI PROCEDE CON L’ESPERIENZA





Riempire il calorimetro con acqua e misurare la sua
nuova massa: la massa di acqua è quindi determinata
per differenza (Metodo della tara)
Inserire il termometro e chiudere il calorimetro,
montare il calorimetro sul supporto; misurare la
temperatura iniziale; misurare il diametro d del
tamburo con un calibro
Avvolgere la treccia di rame per 5 volte e agganciare
il peso di 5 Kg a riposo sul pavimento
Girare la manovella e osservare il peso che si solleva e
poi si mantiene ad una quota costante per effetto
dell’attrito: a questo punto si può affermare che il
peso è equilibrato dalla forza di attrito P = R
Misurare la temperatura finale del calorimetro
LAVORO E CALORE
Si compie sul sistema un lavoro L < 0 e il sistema
cede al calorimetro una quantità di calore Q < 0.
Il lavoro L per far compiere al tamburo di diametro
d un numero n di giri contro la forza di attrito R è
dato dal prodotto forza di attrito per
spostamento: L = R π d n = P π d n
La quantità di calore acquistata dal calorimetro è
data da: Q  M a ca  M r cr  T f  Ti
Ove l’indice a indica acqua e l’indice r indica il
rame.


LA MISURA
Misurati il lavoro e il calore si ha il valore
dell’equivalente meccanico della caloria:
L
Pdn
J 
Q M a ca  M r cr  T f  Ti 
Dalla relazione scritta si osserva che esiste una
relazione lineare tra il numero di giri compiuti
dal tamburo e la variazione di temperatura
sicché misurando la temperatura a diversi valori
di n si dovrebbe ottenere una retta con pendenza
J
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