DIAGNOSI E TERAPIA DELLA SINDROME METABOLICA diabete mellito: prevalenza 90 1995 80 2000 70 2025 60 milioni 50 40 30 20 10 0 Africa America stime WHO Medit. Europa Asia SE Pacifico Est Incidenza a 6 anni di diabete mellito (%) Hoorn Study (n=1342) 80 60 40 64,5 20 4,5 33 33.8 0 NGT IFG/NGT IFG/IGT NFG/IGT (JAMA,April 25, 2001 Vol. 285, No. 16) classificazione eziologica del diabete I II tipo 1 (distruzione b-cellulare, fino ad assoluta insulino-deficienza) A. immuno-mediato B. idiopatico tipo 2 (variabile da una predominante insulino-resistenza con associato deficit relativo b-cellulare fino ad un difetto predominante di secrezione associato ad insulino-resistenza) III altre forme ad eziologia nota A. mutazioni note della funzione b-cellulare B. mutazioni note dell’azione dell’insulina C. malattie del pancreas esocrino D. altre endocrinopatie E. secondario a chimici o farmaci F. infezioni G. forme rare immuno-mediate H. altre malattie genetiche associate al diabete IV gestazionale (GDM) II classificazione eziologica del diabete tipo 2 (variabile da una predominante insulino-resistenza con associato deficit relativo b-cellulare fino ad un difetto predominante di secrezione associato ad insulino-resistenza) deficit b cellula insulino-resistenza storia naturale del diabete tipo 2 insulina media durante OGTT (µU/ml) 180 140 100 6 insulino-sensibilità 5 60 4 20 3 400 glicemia media durante OGTT (µU/ml) ? 7 320 240 160 80 ? glucose clamp (mg·kg-1·min -1) DeFronzo RA. Diabetes 37:667, 1988 curva dose/risposta durante clamp insulino-resistenza nei diabetici 14 controlli 12 10 8 glucosio 6 metabolizzato mg·kg-1·min-1 4 diabetici 2 0 1 10 100 1,000 10,000 insulina (U/ml) risposta dell’insulina durante IVGTT perdita della prima fase di secrezione nei diabetici 140 120 100 glucosio 20 g controlli 80 insulina (U/ml) 60 diabetici 40 20 0 -30 0 Ward WK, et al. Diabetes Care 1984; 7:491 30 60 120 tempo (min) nel diabete di tipo 2 è comunque presente insulino-resistenza associata ad un deficit di • secrezione di insulina selettivo della prima fase variazioni di secrezione e sensibilità progressione verso il diabete nei Pima 500 400 non progressione IVGTT insulina U/ml 300 progressione NGT NGT NGT NGT 200 IGT 100 DM Weyer C. et al. 0 JCI 104:787, 1999 0 1 2 3 4 5 CLAMP (glucosio in mg·kg-1·EMBS ·min-1) omeostasi glicidica 200 170 140 110 80 50glucosio 20 clamp euglicemico _ + CLAMP EUGLICEMICO IPERINSULINEMICO M index 9 100 80 Glucose Infusion Rate (mg/kg/min) 6 60 40 3 20 0 0 Infusione e.v. di insulina 1 mU/kg/min 160 Insulinemia (µU/ml) 120 80 40 0 0 6 20 40 60 Tempo (min) 80 100 120 Glicemia (mg/dl) C-peptide dopo stimolo con glucagone 10 C-peptide basale dopo glucagone 1 normosecretori normosecretori incerti incertiiposecretori iposecretori 0.1 Madsbad S, Acta Medica Scand, 1981, 210: 153 vantaggi • rapido, semplice, economico • elevata riproducibilità • facile interpretazione dei risultati svantaggi • stimolo non specifico • dipendente dalla glicemia del momento • influenzato dal controllo metabolico (glucotossicità) SM: definizione insulinoresistenza subnormale risposta all’insulina, misurabile come ridotta capacità dell’insulina di regolare il metabolismo del glucosio e di altri nutrienti, con conseguenze fisiopatologiche a livello di cellule e tessuti, incluso il sistema cardiovascolare, e con importanti implicazioni e sequele cliniche Accademia Nazionale di Medicina 2003 sindrome metabolica Che cosa è Classificazioni utilizzate Patogenesi Complicanze Terapia sindrome metabolica Che cosa è Classificazioni utilizzate Patogenesi Complicanze Terapia la sindrome metabolica sinonimi: • sindrome plurimetabolica • sindrome X (metabolica) • sindrome dell’insulino-resistenza definizione aggregazione di più fattori di rischio cardiovascolari di tipo metabolico e non, accomunati dalla presenza di insulino-resistenza La “Sindrome Metabolica” è un’associazione di alterazioni: METABOLICHE IGT o Diabete mellito tipo 2 Dislipidemia Iperuricemia EMODINAMICHE Ipertensione arteriosa COAGULATIVE Iperfibrinogenemia sindrome metabolica Che cosa è Classificazioni utilizzate Patogenesi Complicanze Terapia definizione OMS (1999) IFG o IGT o Diabete mellito di tipo 2 Insulino resistenza: IR (clamp) CON ASSOCIATE ALMENO 2 DELLE SEGUENTI CARATTERISTICHE: trigliceridi > 150 mg/dl; colesterolo HDL <35 mg/dl nell’uomo e <39 nella donna; mg/dl pressione arteriosa > 160/90 mmHg; obesità centrale (W/H > 0,9 nell’uomo e > 0,85 nella donna e/o BMI > 30); microalbuminuria (U-AER 30-300 mg/24h). (Alberti KGMM et al, Diabetic Med, 1998) Definizione NCEP (2001) DIAGNOSI DI SINDROME METABOLICA POSSIBILE SE PRESENTI 3 O PIU’ DEI SEGUENTI FATTORI: obesità centrale (circonferenza vita >102 cm nell’uomo, > 80 cm nelle donne); trigliceridi ≥ 150 mg/dl; colesterolo HDL < 40 mg/dl nell’ uomo e < 50 mg/dl nelle donne; pressione arteriosa ≥ 135/85 mmHg; glicemia a digiuno ≥ 110 mg/dl. (JAMA, May 16, 2001 Vol. 285, No. 19) Definizione IDF (2005) Obesità centrale (circonferenza vita >94 cm nell’uomo, >80 cm nella donna CON ASSOCIATE ALMENO 2 DELLE SEGUENTI CARATTERISTICHE: trigliceridi > 150 mg/dl; colesterolo HDL <40 mg/dl nell’uomo e <50 nella donna; pressione arteriosa > 130/85 mmHg; glicemia a digiuno >100 mg/dl o diabete noto mg/dl sindrome metabolica Che cosa è Classificazioni utilizzate Patogenesi Complicanze Terapia eziopatogenesi della sindrome metabolica fattori ambientali: sovralimentazione no attività fisica fattori genetici: genotipo risparmiatore obesità viscerale resistenza insulinica iperinsulinemia dislipidemia IGT / DM ipertensione disfunzione endoteliale aterosclerosi ipotesi del thrifty genotype società di raccoglitori e cacciatori di gruppo società moderna abbondanza abbondanza carestia abbondanza carestia abbondanza sopravvivenza thrifty genotype o genotipo risparmiatore abbondanza abbondanza obesità diabete mellito ipertensione dislipemia mortalità CV sindrome metabolica Che cosa è Classificazioni utilizzate Patogenesi Complicanze Terapia Incidenza di aterosclerosi carotidea (1990-95) nella sindrome metabolica : studio di Brunico * P=0.02 No Sindrome Metabolica Sindrome Metabolica % 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 * * Incidenza Placche Incidenza Stenosi (Bonora E, Diabetes 1998, 47: 1643) Malattia coronarica nella sindrome metabolica: studio di Brunico 40 % No Sindrome Metabolica Sindrome Metabolica 30 20 P<0.001 P=0.012 10 0 Prevalenza 1995 Incidenza 1990-95 (Bonora E, Diabetes 1998, 47: 1643) sindrome metabolica: mortalità 20 * 15 % * p<0.001 * totale 10 cardiovascolare 5 0 Senza Con Isomaa e coll., Diabetes Care 24:683. 2001 sindrome metabolica Che cosa è Classificazioni utilizzate Patogenesi Complicanze Terapia Diabetes Prevention Program (DPP) scopo principale: comparazione per efficacia e sicurezza di strategie di prevenzione o ritardo della comparsa del diabete in pazienti a rischio soggetti arruolati: età 25 aa. BMI 22 kg/m2 IGT (2h dopo OGTT 140 - 199 mg/dl) ma anche digiuno 95 - 125 mg/dl almeno 50 % donne circa 20% > 65 aa. circa 50% minoranze etniche a rischio Diabetes Prevention Program Gruppi di trattamento 3819 1079 1073 Intervento intensivo sullo stile di vita Metformina 585 Troglitazone Placebo Sospeso per tossicità Dieta: -7% peso iniziale Attività fisica: >150 min/settimana 1082 Diabetes Prevention Program (DPP) intervento intensivo per stile di vita: raggiungere e mantenere una riduzione del peso di almeno il 7% attività fisica di almeno 150 min/sett per 700 Kcal/sett colloqui con esperti: 16 incontri individuali nelle prime 24 settimane contatti telefonici almeno mensili incontri individuali almeno ogni 2 mesi disponibili 2 incontri settimanali per l’attività fisica incentivi con attrezzature ginniche (e.g., tapis roulant) iscrizioni gratuite in palestre visite domiciliari diete personalizzate modificate in itinere corsi di gruppo della durata di 4-6 settimane DPP: variazioni dell’attività fisica 8 stile di vita 6 MET ore/sett 4 metformina 2 0 placebo 0 NEJM 346: 393, 2002 1 2 3 4 anni di follow-up DPP: variazioni del peso corporeo +4 +2 kg placebo 0 metformina -2 -4 stile di vita -6 -8 0 NEJM 346: 393, 2002 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 anni di follow-up DPP: HbA1c 6.2 6.1 % placebo metformina 6.0 5.9 stile di vita 5.8 5.7 0 NEJM 346: 393, 2002 1 2 3 4 anni di follow-up DPP: incidenza cumulativa di diabete 40 % 35 placebo 30 metformina 25 20 stile di vita 15 10 5 0 0 NEJM 346: 393, 2002 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 anni di follow-up EVIDENZE CLINICHE • Riduzione della mortalità da tutte le cause • Miglioramento composizione corporea • Miglioramento sensibilità insulinica e prevenzione del diabete mellito di tipo 2 • Assetto lipidico meno aterogeno • Riduzione pressione arteriosa • Riduzione della mortalità coronarica • Probabile riduzione del rischio di ictus cerebrale capacità fisica e mortalità da tutte le cause 5 soggetti normali con patologie CV l’incremento di 1 MET riduce del 12% il rischio di mortalità 4 RR di morte 3 2 1 0 1 2 3 Myers et al. N Engl J Med 346: 793, 2002 4 5 quintili di capacità fisica EVIDENZE CLINICHE • Riduzione della mortalità da tutte le cause • Miglioramento composizione corporea • Miglioramento sensibilità insulinica e prevenzione del diabete mellito di tipo 2 • Assetto lipidico meno aterogeno • Riduzione pressione arteriosa • Riduzione della mortalità coronarica • Probabile riduzione del rischio di ictus cerebrale effetti dell’esercizio fisico sulla composizione corporea 20-45 min di es. fisico 3 v/sett. associati alla dieta rispetto alla sola dieta riducevano in modo simile il peso (11,8 vs 9,2 kg) ma comportavano una perdita maggiore di grasso e minore di massa magra Pavlou KN et al. Am J Clin Nutr 49: 1115, 1989 TAC addominale (scan a livello di L3-L4) prima e dopo 2 anni di attività fisica costante in un uomo di 40 anni con obesità viscerale EVIDENZE CLINICHE • Riduzione della mortalità da tutte le cause • Miglioramento composizione corporea • Miglioramento sensibilità insulinica e prevenzione del diabete mellito di tipo 2 • Assetto lipidico meno aterogeno • Riduzione pressione arteriosa • Riduzione della mortalità coronarica • Probabile riduzione del rischio di ictus cerebrale insulino-sensibilità in relazione alla frequenza di attività fisica intensa e al dispendio energetico totale (studio IRAS, n=1467) 2.5 2 sensibilità insulinica 1.5 (min-1.U-1.ml-1.10-4) 1 0.5 0 frequenza di attività intensa Mayer-Davis et al. JAMA 1998 dispendio energetico totale utilizzazione di glucosio durante clamp euglicemico M (mg/Kg.min) * p=0.04 * 8 6 4 2 Finale 0 Basale Controlli Moderata Intensiva (Kirsten A, Diabetes Care 2002, 445: 25) rischio di diabete tipo 2 in relazione alla quantità di marcia in donne che non effettuavano attività fisica intensa (Nurses’ Health Study) 1 p<0.001 0.8 RR 0.6 0.4 0.2 0 < 0.6 0.6-2.0 2.1-3.8 3.9-9.9 > 9.9 quintili di attività come marcia (MET ore/sett) (Hu et al., JAMA 1999) EVIDENZE CLINICHE • Riduzione della mortalità da tutte le cause • Miglioramento composizione corporea • Miglioramento sensibilità insulinica e prevenzione del diabete mellito di tipo 2 • Assetto lipidico meno aterogeno • Riduzione pressione arteriosa • Riduzione della mortalità coronarica • Probabile riduzione del rischio di ictus cerebrale la triade aterogena della sindrome metabolica COL HDL ipertrigliceridemia LDL piccole e dense EFFETTI DELL’ESERCIZIO FISICO DI TIPO AEROBICO SULLE LIPOPROTEINE • Riduzione della trigliceridemia (VLDL) • Incremento del COL HDL • Riduzione delle LDL piccole e dense ed aumento delle LDL di maggiori dimensioni HDL-Colesterolo 1,1 * p=0.04 mmol/l 1,05 * 1 * 0,95 0,9 C M Basale Finale I (Kirsten A, Diabetes Care 2002, 445: 25) EVIDENZE CLINICHE • Riduzione della mortalità da tutte le cause • Miglioramento composizione corporea • Miglioramento sensibilità insulinica e prevenzione del diabete mellito di tipo 2 • Assetto lipidico meno aterogeno • Riduzione pressione arteriosa • Riduzione della mortalità coronarica • Probabile riduzione del rischio di ictus cerebrale Effetti dell’esercizio fisico sull’ipertensione arteriosa 3 km di corsa o 45 min di bicicletta al giorno riducono la PA di 5-15 mmHg in soggetti affetti da ipertensione arteriosa essenziale L’effetto benefico scompare quando si sospende l’attività fisica Il calo pressorio è correlato all’intensità dell’esercizio fisico (più aumenta la capacità aerobica, più si riduce la diastolica) •Fagard RH J Hypertens 13: 1223, 1995 •Somers VK et al. Lancet 337: 1363, 1991 •Blumenthal JA et al. JAMA 266: 2098, 1991 variazioni pressorie Basale * p=0.008 # p=0.0001 Finale # p=0.003 mmHg * p=0.01 PAS 160 * # 120 PAD * 90 # 60 80 30 40 0 C M I 0 C M I (Kirsten A, Diabetes Care 2002, 445: 25) DEW-IT Study Systolic mmHg LIFESTYLE 150 100 140 90 130 80 mmHg 120 110 6 8 10 1214 16182022 0 2 4 150 60 6 8 10 1214 16182022 0 2 4 100 90 130 mmHg 120 110 70 CONTROLS 140 mmHg Diastolic 80 70 6 8 10 1214 16182022 0 2 4 60 6 8 10 1214 16182022 0 2 4 (Edgar R. Miller, Hypertension 2002) EVIDENZE CLINICHE • Riduzione della mortalità da tutte le cause • Miglioramento composizione corporea • Miglioramento sensibilità insulinica e prevenzione del diabete mellito di tipo 2 • Assetto lipidico meno aterogeno • Riduzione pressione arteriosa • Riduzione della mortalità coronarica • Probabile riduzione del rischio di ictus cerebrale Effetti dell’esercizio fisico sul circolo coronarico • Aumento del diametro interno delle arterie coronarie maggiori • Incremento del flusso coronarico massimale • Neoformazione di arteriole e capillari • Riduzione della reattività vascolare coronarica • Aumentata efficienza del trasporto di ossigeno e del consumo di ossigeno • Riduzione del post-carico ( resistenze periferiche) stato di forma fisica e mortalità coronarica • • • • • • Studi prospettici Ekelund et al. (1988) Blair et al. (1989) Arraiz et al. (1992) Sandvik et al. (1993) Blair et al. (1995) Manson et al. (2002) Risultato Riduzione significativa della mortalità coronarica (RR 0,40,7) con gradiente dose/risposta in tutti gli studi EVIDENZE CLINICHE • Riduzione della mortalità da tutte le cause • Miglioramento composizione corporea • Miglioramento sensibilità insulinica e prevenzione del diabete mellito di tipo 2 • Assetto lipidico meno aterogeno • Riduzione pressione arteriosa • Riduzione della mortalità coronarica • Probabile riduzione del rischio di ictus cerebrale attività fisica e rischio di ictus Correlazione inversa significativa Correlazione non significativa 43% In un solo studio (Abbott et al. Am J Epidemiol 139:881,1994) sono stati distinti l’ictus ischemico e l’ictus emorragico. L’attività fisica è risultata più efficace nel prevenire l’ictus emorragico, mentre riduceva l’ictus ischemico solo nei fumatori. 57% In 8 dei 14 studi di popolazione pubblicati in letteratura viene dimostrata la riduzione del rischio di ictus Prevalenza dei componenti della Sindrome Metabolica in un campione di 19570 pz con diabete di tipo 2 100 80 maschi femmine 60 40 86,8 20 23 0 36,4 BMI>30kg/m2 80,6 ipertensione 25 19,3 microalbuminuria DAI Study group Ann. Ist. Sup. Sanità 37: 289-96,2001 tolleranza glucidica nella coorte sottoposta ad OGTT 11,81% 19,3% 5,11% NGT 64,2% Diabetici IGT IFG prevalenza di sindrome metabolica nei soggetti IGT Sindrome metabolica IGT 42.6% 57.4% prevalenza dei parametri nei soggetti con sindrome metabolica 100 80 60 % 40 20 0 W/H TG Ipertensione HDL MICRO sindrome metabolica: prevalenza secondo la definizione WHO 100 80 % maschi femmine 60 (età 35-70 anni) 40 20 0 NGT IFG/IGT Isomaa e coll., Diabetes Care 24:683, 2001 DM2 sindrome metabolica: prevalenza secondo la definizione WHO 80 70 60 % 50 40 70 30 20 10 56 33 44 0 NGT IGT DM2 Caratteristiche dei soggetti Età 57 + 1,9 M/F 6/9 Vita 106,5 + 1,7 W/H 1,01 + 0,01 BMI 30 + 0,4 Massa grassa % 39 + 2,7 Massa magra % 61 + 2,7 Profilo lipidico Colesterolo totale 236 + 1,9 HDL 44 + 1,9 LDL 146 + 5,2 Trigliceridi 230 + 7,2 Curva glicemica basale e dopo un anno 300 * p=0,01 250 # p= 0,005 200 § p= 0,001 150 100 50 BG O BG 30 BG 60 BG 90 BG 120 Curva insulinemica basale e dopo un anno 180 # p= 0,05 150 120 90 60 30 0 IRI 0 IRI 30 IRI 60 IRI 90 IRI 120 Profilo lipidico 250 200 mg/dl 150 100 50 0 Col Tot HDL LDL TGL Circonferenza vita 105 # p= 0,05 100 # 95 102 + 1,7 95 + 3,1 90 Basale Dopo un anno Sensibilità insulinica misurata con clamp euglicemico iperinsulinemico del gruppo M (mg/kg.min) 7,5 # # p= ns 7 6,5 6 7,4 + 1,2 6,4 + 0,9 5,5 Basale Dopo un anno LF/HF durante le 24 ore 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 # p= 0,05 # # giorno notte 24 h D LF/HF 30 # p= 0,05 # 20 % 10 0 -10 Basale Dopo un anno Sindrome metabolica: il rischio sommerso IGT/Diabete insulino-resistenza iperinsulinemia obesità centrale dislipidemia ipertensione iperleptinemia Scopo Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare la prevalenza di sindrome metabolica in una popolazione a rischio, di misurarne la sensibilità insulinica e di valutare gli effetti di una terapia dietetica intensiva. Soggetti A tale scopo abbiamo valutato 254 soggetti afferenti al nostro centro diabetologico con le seguenti caratteristiche: 35 < età > 65 anni; entrambi i sessi; assenza di abitudini voluttuarie; non in terapia da almeno due mesi con farmaci b-bloccanti, resine, fibrati, statine e farmaci insulino sensibilizzanti. Metodi Tutti i soggetti sono stati sottoposti di base alle seguenti procedure: accurata anamnesi familiare con particolare riguardo al diabete di tipo 2,ipertensione e malattie cardiovascolari; misurazione dei parametri antropometrici; carico orale di glucosio (75 gr per os); esami ematochimici di routine (profilo lipidico, parametri della coagulazione, emocromo ed escrezione urinaria di albumina). Metodi I Abbiamo sottoposto 15 soggetti con IGT e sindrome metabolica ad un’ ulteriore valutazione di base e dopo un anno: Monitoraggio della pressione arteriosa delle 24 ore (Spacelabs 90207); ECG holter per 24 ore (Del Mar Avionics); Clamp euglicemico mU/m2.min; iperinsulinemico Holter PA e ECG, durante clamp. a 40 Metodi II Questo gruppo iniziale è stato sottoposto a terapia dietetica intensiva e attività fisica: dieta personalizzata elaborata in base alle caratteristiche antropometriche dei soggetti e alle abitudini alimentari; con controlli periodici ogni 15 gg nei primi tre mesi e poi ogni mese fino allo scadere dell’anno; un’attività fisica di almeno 30-40 minuti di cammino al giorno con valutazione anamnestica ad ogni controllo. Sensibilità insulinica misurata con clamp euglicemico iperinsulinemico dei singoli soggetti M (mg/kg.min) 10 8 6 4 2 Basale Dopo un anno Discussione I In questo studio abbiamo osservato una prevalenza di sindrome metabolica pari a quella osservata in letteratura. I parametri più frequentemente associati con la sindrome sono l’obesità centrale, l’ipertensione arteriosa e l’ipertrigliceridemia, a conferma del ruolo patogenetico fondamentale dell’insulino-resistenza. Discussione II L’insulino-resistenza che caratterizza tali soggetti si associa ad un aumento del bilancio simpato-vagale. Il nostro studio conferma i dati del DPS e del DPP, e cioè che una terapia dietetica intensiva è in grado di prevenire la conversione da IGT a diabete. Conclusioni I L’ iperinsulinemia endogena cronica presente nei soggetti con sindrome metabolica è verosimilmente responsabile dello sbilanciamento del tono autonomico che a sua volta potrebbe contribuire all’aumentato rischio di mortalità cardiovascolare. Conclusioni II Un precoce intervento sullo stile di vita atto a migliorare la sensibilità insulinica nei soggetti con alterata tolleranza al glucosio è in grado di migliorare la loro prognosi. Storia naturale del diabete tipo 2 insulina media durante OGTT (µU/ml) 180 7 140 6 insulino-sensibilità 100 5 60 4 20 3 glucose clamp (mg·kg-1·min -1) 400 glicemia media durante OGTT (µU/ml) 320 240 160 80 (DeFronzo RA. Diabetes 37:667, 1988) Sensibilità insulinica misurata con il clamp euglicemico iperinsulinemico M (mg/kg.min) 8 * P= 0,0007 * 6 4 5,9 2 0 Tutti 4,4 IR 7,5 IS Funzione b-cellulare 160 * p= 0,05 120 * 80 40 0 PRE POST definizione di sindrome metabolica (WHO) DM2 / IGT trigliceridi (≥150 mg/dl) resistenza insulinica colesterolo HDL (<35 mg/dl uomini; <39 mg/dl donne) ipertensione (≥160/90 mmHg) obesità centrale (W/H >0.90 maschi; >0.85 femmine) microalbuminuria (UAE ≥ 20 mg/min) DM2/IGT e/o resistenza insulinica con due o più delle altre componenti Diabetes Prevention Program Criteri di inclusione Età: ≥ 25 anni Glicemia a digiuno: ≥ 95; ≤ 125 mg/dl BMI: ≥ 24 Kg/m2 Glicemia 2 ore dopo OGTT: ≥ 140; ≤ 200 mg/dl Gruppi di trattamento 3819 1079 1073 Intervento intensivo sullo stile di vita Metformina 585 Troglitazone Dieta: -7% peso iniziale Sospeso per tossicità Attività fisica: >150 min/settimana 1082 Placebo Mortalità cardiovascolare in base ai fattori di rischio - MRFIT Non-diabetici 140 Diabetici morti su 10.000 persone/anno 120 100 80 60 40 20 0 Nessuno Uno Due Tre (Stamler J et al, Diabetes Care, 1993) Comorbidità come “fattore di rischio” per insulino-resistenza: studio di Brunico HOMA-IR Alterazioni metaboliche prese in considerazione: IGT o DM <-> dislipidemia <-> iperuricemia <-> ipertensione 14 12 10 8 6 4 2 0 0 1 2 3 4 5 (Bonora E, Diabetes 1998, 47: 1643) la triade aterogena della sindrome metabolica COL HDL ipertrigliceridemia LDL piccole e dense Caratteristiche cliniche dopo 1 anno * P<0,001 Gruppo di intervento Gruppo di controllo # p=0,007 § p=0,02 0 -1 * -2 -3 * # § -4 -5 Peso (Kg) Vita (cm) PAS(mmHg) PAD(mmHg) Caratteristiche metaboliche dopo 1 anno * P<0,001 Gruppo di intervento Gruppo di controllo # p=0,003 * 0 # -10 -20 * -30 Glicemia basale Glicemia Insulinemia Insulinemia dopo 2h basale dopo 2h Profilo lipidico dopo 1 anno Gruppo di intervento Gruppo di controllo * P=0,001 2 -2 * -6 -10 -14 -18 Colesterolo HDL Trigliceridi Riduzione incidenza di diabete (%) Risultati del DPP 60 40 58% 20 31% 0 Placebo Metformina Stile di vita Gruppi di trattamento La presenza della sindrome metabolica è associata ad una ridotta sopravvivenza perché è aumentata la mortalità cardiovascolare. In particolare la condizione di IGT rappresenta non solo il più importante predittore di rischio di sviluppare il diabete tipo 2, ma anche un significativo correlato del rischio cardiovascolare . La presenza di insulino-resistenza ed iperinsulinemia è in stretta relazione con l’attivazione del sistema nervoso simpatico che si osserva nei soggetti con sindrome metabolica. L’attivazione cronica del sistema nervoso simpatico, soprattutto se in sinergia con uno sfavorevole profilo lipidico è in grado di promuovere il processo di aterosclerosi. OBESITA’ DIABETE Vague 1956 + gotta addominale + Avogaro, Crepaldi, Tiengo 1966 + + IGT DISLIPIDEMIA IPERT + + + + + + + + + + + + + Williams 1988 + Reaven 1988 + insulino R Kaplan 1989 centrale De Fronzo 1991 centrale + insulino R ALB + Definizione EGIR (1999) Assenza di diabete mellito di tipo 2 Insulino resistenza oppure iperinsulinemia CON ASSOCIATE ALMENO 2 DELLE SEGUENTI CARATTERISTICHE: alterata glicemia a digiuno (110-126 mg/dl) dislipidemia (colesterolo HDL<39 mg/dl; trigliceridi >175 mg/dl); pressione arteriosa ≥ 140/90 mmHg; obesità centrale (circonferenza vita ≥ 94 cm nei maschi, ≥ 80 cm nelle donne). (Balkau B et al, Diabetic Med, 1999) DPP: glicemia a digiuno normale 100 placebo metformina stile di vita 80 % 60 40 20 0 NEJM 346: 393, 2002 1 2 3 4 anni di follow-up DPP: glicemia dopo OGTT normale 60 placebo metformina stile di vita 45 % 30 15 0 NEJM 346: 393, 2002 1 2 3 4 anni di follow-up Diabetes Prevention Study Criteri di inclusione Età ≥ 55 anni BMI: ≥ 31 Kg/m2 Glicemia a digiuno: ≥ 95; ≤ 125 mg/dl Glicemia 2 ore dopo OGTT: ≥ 140; ≤ 200 mg/dl Randomizzazione 522 Gruppo di intervento Gruppo di controllo Obiettivi • Riduzione del peso ≥ 5% • Esercizio >4 h/settimana • Introito di fibre >15 g/1000 kcal • Introito di grassi ≤ 30% delle energie spese • Introito di grassi saturi ≤ 10% delle energie spese Risultati del DPS: incidenza di diabete mellito 50 Gruppo di intervento Gruppo di controllo Incidenza di diabete mellito di tipo 2 (%) 40 42,6% 30 20 20% 10 0 1 2 3 4 5 6 anni