Chiara Battistini Valentina Morana Claudia Pudia Martina Valleri INDICE Enceladus: Caratteristiche Missioni Esplorative - Voyager I - Voyager II - Sonda Cassini Scoperte della sonda Cassini - Atmosfera - Temperatura - Superficie e “tiger stripes” - Pennacchio - Cause del criovulcanesimo La vita su Enceladus - Teorie sull'origine della vita Bibliografia CARATTERISTICHE Scoperto da Herschel nel 1789 Massa Raggio equatoriale Densità media Distanza media da Saturno Periodo rotazionale e orbitale Eccentricità 8.40 x 10 19kg 250 km 1.61 g/cm 3 238 020 km 1.370218 giorni 0.0045 Inclinazione orbitale 0.02◦ Velocità di fuga 0.212 km/s Albedo 0.99 Temperatura superficiale media -201◦C MISSIONI VOYAGER 1 (NASA) Lanciato nel settembre 1977, raggiunse Saturno nel novembre 1980. Sorvolando l'emisfero meridionale del pianeta osservò il piano inferiore degli anelli e diversi satelliti: scoprì l'esistenza di più di 1000 anelli molto sottili. Nasa web site L'11 novembre 1980 sorvolò Titano a circa 7000 km di distanza e osservò un'uniforme atmosfera rossastra (colore dovuto ai suoi principali componenti: azoto, metano e argon ad una temperatura di -180ºC) che impediva la visione della superficie. . VOYAGER 2 (NASA) Lanciato il 20 agosto del 1977, raggiunse Saturno dopo circa 3 anni. L'interferometro a raggi infrarossi misurò su Saturno una temperatura superiore a 90°K. Vennero studiate anche le sue lune: Thetys rivelò di possedere il più grande cratere del sistema saturniano, mentre la luna Giapeto mostrò un lato più riflettente dell'altro. Durante il transito nel sistema degli anelli di Saturno, nell'agosto 1981 la Voyager 2 scoprì 7 nuovi satelliti. Avvicinandosi ad Enceladus, trasmise immagini che mostravano l'esistenza di qualche cratere e di pianure lisce. LA SONDA CASSINI (NASA, ESA, ASI) Lanciata il 15 ottobre 1997, entrò nell'orbita di Saturno il 1 luglio 2004 La sonda Cassini ha effettuato un'esplorazione sistematica e approfondita di Saturno e del suo satellite Titano Termine nominale della missione: 25 dicembre 2008 Gennaio 2009, mission extended : Cassini Equinox Dimensioni della sonda 4 x 6.7 m, peso 5600 Kg SCOPERTE La sonda Cassini ha mostrato interessanti caratteristiche non rilevate in passato dalle Voyager su Encelado : Atmosfera Temperatura “Graffi di tigre” ATMOSFERA I dati ricevuti hanno rivelato l’esistenza di un’atmosfera, osservata durante l’occultazione da parte di Encelado di Orionis (Bellatrix). L’atmosfera non è uniforme, ma è concentrata soprattutto sul Polo Sud ed è ricca di vapore acqueo e di composti organici. NASA/JPL/University of Colorado/Space Science Institute Il magnetometro a bordo della Cassini ha rivelato una flessione del campo magnetico di Saturno causata dall’atmosfera di Encelado. Sono state inoltre osservate oscillazioni del campo magnetico: questo fenomeno avviene quando quest'ultimo interagisce con molecole ionizzate. Rilevazione dell'atmosfera di Enceladus, ESA web site (2005) COMPOSIZIONE ATMOSFERICA 91% 3.2 % 1.7% TEMPERATURA NASA/JPL/GSFC web site (2005) Dai dati raccolti risulta che il Polo Sud è più caldo di quanto ci si aspettasse: Equatore 80°K Polo Sud 85°K (con zone di 110°K) Questo andamento della temperatura non è imputabile al solo irraggiamento solare, ma si pensa sia dovuto a fughe di calore dall’interno. SUPERFICIE Nell’emisfero nord, che si pensa sia stato geologicamente attivo in passato, sono presenti crateri (alcuni modellati), terreni corrugati e pianure fratturate. Nella parte meridionale i meccanismi di rinnovamento della superficie sono recenti e pare siano dominati da fratture tettoniche. TIGER STRIPES Striature nel Polo Sud, ovvero fratture lunghe 130 km, distanti fra loro 40 km e profonde fino a 300 m. Da esse fuoriesce vapore acqueo che si condensa: una parte forma una nube sul Polo Sud (Pennacchio), mentre l’altra, mischiata a grani di polvere, contribuisce alla formazione dell’anello E di Saturno, in cui si trova Encelado. NASA Planetary Photojournal PIA06247 Questo fenomeno è spiegabile attraverso il criovulcanesimo. PENNACCHIO Il 12 marzo 2008 la sonda Cassini ha effettuato diversi flybys molto ravvicinati alla superficie di Enceladus (arrivando fino a 25 km dal suolo). In uno di questi sorvoli la sonda ha attraversato il Pennacchio di particelle di ghiaccio sovrastante il polo sud: la sua forma ricorda una fontana che espelle materiale dalla superficie di Encelado. Lo spettrometro di massa (INMS) a bordo della sonda Cassini ha rilevato la presenza, nel pennacchio, di diversi costituenti chimici: oltre a molecole come vapore acqueo, azoto, anidride carbonica e metano (già precedentemente trovati) sono stati individuati altri composti del carbonio, come acetilene e acido cianidrico, nonché tracce di etano, propano, benzene, formaldeide e altre sostanze organiche. NASA/JPL/SwRI CAUSE DEL CRIOVULCANESIMO Ci sono varie teorie in discussione sul criovulcanesimo: Presenza nel mantello di elementi radioattivi (La sua densità media, pari a 1,6 g/cm^3, implica che il 60 % della massa è costituito da rocce, probabilmente riunite in un nucleo centrale circondato da un mantello di ghiaccio d'acqua spesso qualche decina di Km) Effetti mareali dovuti alla forza di attrazione gravitazionale di Saturno e dei suoi satelliti maggiori Cause sconosciute Credit: NASA/JPL/Space Science Institute La presenza di getti contenenti vapore acqueo e particelle di ghiaccio e la temperatura relativamente alta fanno pensare che nel sottosuolo del polo sud di Enceladus vi sia acqua allo stato liquido. L'intera calotta polare meridionale è infatti un bacino profondo 500 m: essa potrebbe celare un mare sotterraneo Avendo mostrato presenza di vapore acqueo e attività di criovulcanesimo, ciò che gli studiosi aspettano è la scoperta di acqua liquida. Enceladus è il terzo corpo, dopo la Terra e Io, a mostrare un’intensa attività interna, ma rimane un mondo geologicamente misterioso, che farà pensare alacremente per gli anni a venire! LA VITA SU ENCELADUS Secondo risultati ottenuti da modelli matematici sulle proprietà delle polveri e del vapore d'acqua, sotto la superficie ghiacciata di Enceladus esiste acqua liquida, in equilibrio con il ghiaccio e il vapore. Inoltre ci sono prove abbastanza certe della presenza di sorgenti geotermiche. Con queste basi è ragionevole ipotizzare che la vita, se non tuttora presente, su questo mondo ghiacciato abbia potuto svilupparsi in ere passate . Sulla Terra sono state scoperte forme di vita, che si sono sviluppate in assenza di ossigeno e di materiale organico, traendo energia da interazioni chimiche fra diversi tipi di minerali, da decadimenti radioattivi nelle rocce o dal calore geotermico. Questi ecosistemi sono esempi di possibili habitat per lo sviluppo della vita che potrebbe essere presente oggi all'interno di Encelado. Acqua calda carica di minerali affiora da una frattura sul fondo oceanico. Sulla Terra la vita fiorisce anche in questi ambienti ostili. Ci sono tre teorie sull'origine della vita terrestre che sembrano applicabili anche su Encelado: La teoria del brodo primordiale Qualche meccanismo di riscaldamento potrebbe aver creato uno strato di soluzione liquida ricca di prodotti chimici organici, permettendo ad Encelado di fornire un brodo adatto allo sviluppo di molecole complesse. La teoria della profonda frattura oceanica La vita sulla Terra potrebbe essere cominciata dove erano presenti soluzioni chimicamente ricche, scaldate da meccanismi mareali, che emergevano dal di sotto del fondo marino. I punti caldi su un ipotetico fondo marino di Encelado potrebbero essere luoghi adatti per questo tipo di processo. Panspermia Origine extra-terrestre: la vita potrebbe essere stata trasportata da grani di polvere interstellare nel momento della formazione della nebulosa protoplanetaria. L'origine e la biochimica sarebbero perciò le stesse della Terra. BIBLIOGRAFIA [1] McKay, Porco et al. (2008), AsBio, 8..909M [2] Patthoff et al. (2009), LPI, 40.2513 P [3] Porco, C. (2009), Le Scienze n° 487 [4] Porco et al. (2006), Sci, 311.1393 P [5] http://photojournal.jpl.nasa.gov/ [6] http://www.esa.int/SPECIALS/Cassini-Huygens/ [7] http://en.wikipedia.org/wiki/Enceladus_(moon) [8] http://saturn.jpl.nasa.gov/science/moons/