Assistenza Tecnica POR Ob.3 2000-2003
La Riserva di Performance
FSE ob. 3
Torino - 27 febbraio 2003
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La base giuridica:
il Regolamento CE 1260/99
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• Il Regolamento CE 1260/99 rappresenta il
documento fondamentale per la nuova
programmazione 2000-2006, esso definisce i
meccanismi di negoziazione e programmazione, i
compiti e le responsabilità, le procedure di gestione
dei programmi finanziati dai fondi strutturali.
• Come ogni regolamento comunitario il Reg. 1260/99
ha portata generale, vale a dire è obbligatorio in tutti i
suoi elementi ed ha efficacia direttamente vincolante
all'interno dei singoli Stati membri.
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Programmazione 2000-2006:
Gli obiettivi (1)
• OBIETTIVO 1:
• Destinato alle regioni il cui PIL per abitante è
inferiore al 75% della media europea e alle
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regioni ultraperiferiche (dipartimenti francesi
d’oltremare, Azzorre, Madera e Isole Canarie);
Copre il 15% della popolazione europea
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Programmazione 2000-2006:
Gli obiettivi (2)
• OBIETTIVO 2:
• Destinato alle zone in mutamento economico,
ovvero: zone in declino industriale (10% della
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popolazione UE); zone in declino rurale (5%);
zone dipendenti dalla pesca in difficoltà (2%);
quartieri urbani in difficoltà (1%)
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Programmazione 2000-2006:
Gli obiettivi (3)
•
OBIETTIVO 3:
•
Finalizzato all’adattamento e all’ammodernamento dei
sistemi di istruzione, formazione e impiego. Prevede
misure di accompagnamento ai mutamenti economici e
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sociali; formazione continua lungo tutto l’arco della vita e
sistemi di formazione; Politiche attive di lotta contro la
disoccupazione, di concerto con le autorità nazionali; lotta
contro l’esclusione sociale.
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Dotazione finanziaria
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in Italia
• Risorse complessive disponibili: 195 Mil.Euro
– obiettivo 1: 135,9 Meuro (69,7% ; 4,3
phasing out)
– obiettivo 2: 22,5 Meuro (11,5 %; 1,4 phasing
out)
– obiettivo 3: 24,05 Meuro (12,3%)
– SFOP: 1,1 Meuro (0,5% al di fuori dell’ob.1)
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Dotazione finanziaria
in Piemonte
– DOCUP obiettivo 2: 1.095.683.231
euro (di cui in phasing out
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182.933.231)
– POR obiettivo 3: 992.340.069 euro
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Reg. (CE) n. 1260/99
Principi generali (1)
• CONCENTRAZIONE degli interventi sugli obiettivi
di sviluppo (riduzione e semplificazioni obiettivi da
7 a 3; diminuzione delle zone geografiche
eleggibili dal 51% al 46%)
• PROGRAMMAZIONE per definire i programmi
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pluriennali di sviluppo
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Reg. (CE) n. 1260/99
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Principi generali (2)
•
PARTNERSHIP tra la Commissione Europea e le
autorità competenti a livello nazionale, regionale,
locale  responsabilizzazione di regioni ed enti
locali
•
ADDIZIONALITA' dell'aiuto comunitario rispetto
a quello dello Stato Membro che non deve ridursi
in ragione del primo e di SUSSIDIARIETA', vale
a dire la Comunità europea interviene solo
quando un obiettivo non può essere raggiunto
dagli Stati Membri.
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La programmazione:
2 modelli previsti dal Reg. 1260/99
• QCS
• DOCUP
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• PROGRAMMI
OPERATIVI
• COMPLEMENTI DI
PROGRAMMA
• COMPLEMENTI DI
PROGRAMMA
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Quadro Comunitario di Sostegno
(QCS)
• Viene siglato, al termine di un processo di
negoziazione, tra lo Stato membro (Ministero
del Lavoro) e la Commissione europea
(Direzione Generale Occupazione)
• Definisce le politiche nazionali per lo sviluppo
delle risorse umane nel periodo 2000-2006 e
ne individua le relative risorse
• Individua i grandi ambiti di iniziativa (Assi) e
le strategie di attuazione (Misure)
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Programma operativo regionale
(POR)
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• Definisce la specificazione regionale per
l’attuazione delle politiche nazionali per lo
sviluppo delle risorse umane
• Rappresenta la traduzione operativa del
QCS, di cui condivide assi e misure
• La stesura compete alla Regione, sulla base
di una stretta concertazione con autonomie
locali, parti sociali, rappresentanze tematiche
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Programma Operativo Regionale
(POR)
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• Una volta adottato dagli organismi
regionali viene inoltrato alla
Commissione Europea per avvio
negoziato
• Al termine della negoziazione, la
Commissione Europea approva il POR
ed il relativo piano finanziario
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Complemento di Programmazione
(CdP) (1)
• Si tratta di un nuovo strumento introdotto dal
Regolamento Generale sui Fondi strutturali (1260/99)
con lo scopo di responsabilizzare e conferire
maggiore autonomia alle autorità di gestione
• Il CdP rappresenta infatti il documento per la
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specificazione delle misure contenute nel POR in
termini di soggetti attuatori, destinatari, regimi di aiuto
(Schede tecniche di misura)
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Complemento di Programmazione
(CdP) (2)
• La Regione deve provvedere
all’elaborazione del CdP entro tre mesi
dalla data di approvazione del POR
• Il CdP non è soggetto ad approvazione
da parte della UE, bensì a conferma
ovvero modifica ad opera del Comitato
di Sorveglianza
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Complemento di Programmazione
(CdP) (3)
• Il Complemento di Programma rappresenta il
documento generale di riferimento per la
predisposizione delle direttive e degli altri
strumenti attuativi delle Misure
• Eventuali modifiche di normative significative
per l’attuazione del CdP comportano la
modifica del Complemento
• I contenuti del CdP sono specificati in
Direttive e/o Bandi Regionali/Provinciali
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CdP (Schema generale)
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Risorse
per asse
ASSI
Risorse
per misura
MISURE
Risorse
per linea
intervento
LINEE
INTERVENTO
RISULTATI
ATTESI
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Obiettivo/i
generale/i
Obiettivi
specifici
Obiettivi
operativi
Indicatori
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Struttura dei documenti di
programmazione (Por, Docup, CdP)
• OBIETTIVI
GENERALI
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• OBIETTVI
SPECIFICI
ASSI
MISURE
LINEE DI
INTERVENTO
AZIONI
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Programmazione Ob.3 Fondo Sociale
Europeo
(Vale per tutto il territorio Centro Nord)
QCS
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POR
COMPLEMENTO DI PROGRAMMA
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Il Piano d’Azione Nazionale per
l’Occupazione
(National Action Plan - NAP) (1)
• Con il Consiglio europeo di Amsterdam (giugno 1997) e
soprattutto con il Consiglio straordinario europeo
sull'occupazione di Lussemburgo (novembre 1997) gli Stati
membri dell'Unione europea hanno concordato di promuovere
un'azione comune per lottare e prevenire la disoccupazione in
Europa. Su questa base è stato deciso mettere in campo una
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strategia coordinata attraverso l'elaborazione dei National Action
Plan nazionali aventi una struttura comune fondata su quattro
pilastri fondamentali (occupabilità, imprenditorialità, adattabilità
e pari opportunità).
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Il Piano d’Azione Nazionale per
l’Occupazione
(National Action Plan - NAP) (2)
•
Ogni anno ciascun Stato membro, elabora tenendo
conto della SEO (Strategia europea per
l’occupazione) il Nap per l'annualità successiva.
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Ciascuno Stato membro svolge un'attività di
monitoraggio e valutazione dei risultati raggiunti
attraverso la realizzazione del Nap nell'annualità
precedente.
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Il Piano d’Azione Nazionale per
l’Occupazione1999 (Nap),
Il riferimento per la stesura del POR Ob.3 (1)
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• Il primo obiettivo del NAP 1999 era quello di
aumentare il contenuto di occupazione della
crescita economica e in particolare accrescere le
chance occupazionali per quei gruppi sociali
(giovani, donne e anziani) sotto-rappresentati nel
mercato del lavoro in tutto il paese.
• Il secondo obiettivo del NAP 1999 era quello di
determinare una sostenuta crescita economica
nelle regioni a più alta disoccupazione.
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Il Piano d’Azione Nazionale per
l’Occupazione1999 (Nap),
Il riferimento per la stesura del POR Ob.3 (2)
•
Fondamentale era incoraggiare lo sviluppo dell’autoimprenditorialità
esaminando gli ostacoli al passaggio dell’attività autonoma e alla
creazione di piccole imprese, promuovendo la formazione
all’imprenditorialità e servizi di supporto per gli imprenditori,
particolarmente nelle aree depresse del paese; promuovere i mezzi
per sfruttare le possibilità offerte dalla creazione di posti di lavoro a
livello locale, nell’economia sociale, nel settore delle tecnologie
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ambientali e nelle nuove attività connesse al fabbisogno non ancora
soddisfatto dal mercato
•
La strategia italiana per l’occupazione indicava nella disomogeneità
geografica della localizzazione della domanda e dell’offerta di lavoro
il principale problema dell’economia italiana.
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Tipologie di azione fse
Attività ammissibili (Reg. 1784/99 art. 3)
• AIUTI ALLE PERSONE
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• AZIONI VOLTE A SVILUPPARE LE
STRUTTURE E I SISTEMI
• MISURE DI ACCOMPAGNAMENTO
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Aiuti alle persone (1)
• Aiuto alle persone (diretto/indiretto, attraverso
aiuti alle imprese)
– istruzione e formazione professionale
– aiuti all’occupazione e al lavoro autonomo
– nel settore della ricerca, della scienza e
dello sviluppo tecnologico, formazione post
laurea e formazione di dirigenti e tecnici
– sviluppo di nuove fonti di occupazione
anche nel settore dell’imprenditoria sociale
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Aiuti alle persone (2)
obbligo formativo/apprendistato
formazione preliminare (competenze di base)
formazione superiore
formazione permanente
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reinserimento nel mondo del lavoro (es.
disabili)
orientamento
consulenza
formazione dei lavoratori (formazione continua)
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Azioni volte a sviluppare le
strutture e i sistemi (1)
• Assistenza a strutture e sistemi
– sviluppo e miglioramento della formazione
professionale
– ammodernamento e miglioramento dell’efficienza
dei servizi di collocamento
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– sviluppo dei legami tra il mondo del lavoro e gli
istituti di istruzione, formazione e ricerca
– sviluppo di sistemi di previsione delle tendenze del
mercato del lavoro e di sostegno all’esigenza di
conciliare la vita familiare e la vita lavorativa
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Azioni volte a sviluppare le
strutture e i sistemi (2)
Miglioramento della formazione, dell’istruzione e
dell’acquisizione di competenze, compresa la formazione
di docenti, formatori e personale, si sintetizzano in:
miglioramento dell’accesso dei lavoratori alla formazione
e alle qualifiche
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modernizzazione e miglioramento dell’efficienza dei
servizi di collocamento
sviluppo di contatti stabili tra il mondo del lavoro e gli
istituti didattici, formativi e di ricerca
messa a punto di sistemi che prevedano i cambiamenti
nel lavoro e nelle esigenze dell’occupazione, con
particolare riferimento a nuovi modelli di lavoro e di
organizzazione del lavoro.
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Misure di accompagnamento
assistenza nella prestazione di servizi ai
beneficiari delle azioni, compresi servizi di
assistenza e strutture per le persone a carico
promozione dello sviluppo socioeducativo per
l’impostazione
agevolare
dei
percorsi
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all’integrazione nel mercato del lavoro
misure di sensibilizzazione, di informazione e
di pubblicità
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I 4 Obiettivi di carattere trasversale
• PARI OPPORTUNITÀ
• SVILUPPO LOCALE
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• SOCIETÀ dell’INFORMAZIONE
• AMBIENTE
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Le 10 priorità previste dal QCS (1)
• 1. progetti interregionali;
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•
•
•
•
2. misure a carattere preventivo;
3. sovvenzioni globali;
4. piccoli sussidi per capitale sociale;
5. qualità del sistema della formazione
professionale;
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Le 10 priorità previste dal QCS (2)
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• 6. accordi quadro per l’integrazione delle
politiche nazionali nell’ambito della
programmazione regionale;
• 7. implementazione dei servizi per
l’impiego e delle pari opportunità;
• 8. interventi in favore delle pmi;
• 9. interventi per la società informazione;
• 10. monitoraggio e informazione specifica
su attività in zone obiettivo 2.
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Autorità di Gestione (1)
L'AUTORITÀ DI GESTIONE (art. 34) è
responsabile della efficace e regolare gestione e
dell'esecuzione del programma.
In particolare,a lei competono :
• la raccolta dei dati statistici e finanziari necessari alla
sorveglianza del programma;
• la costituzione e l'utilizzazione di un sistema
informatizzato di gestione, sorveglianza e
valutazione;
• l'adattamento e l'adozione del Complemento di
programmazione; il rispetto dei principi di buona
gestione finanziaria; il rispetto delle politiche
comunitarie;
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Autorità di Gestione (2)
• il rispetto delle obbligazioni in materia di informazione e
pubblicità;
• l'eventuale modifica del "complemento di programmazione";
l'elaborazione e l'invio alla Commissione dei rapporti annuali e
finali sull'esecuzione dei programmi;
• l'organizzazione unitamente alla Commissione, della
valutazione di metà percorso.
La Commissione e l'autorità di gestione esaminano, almeno una
volta all'anno, i principali risultati dell'anno precedente: in
seguito a questo esame, la Commissione formula
raccomandazioni destinate allo Stato membro e all'autorità di
gestione, eventualmente accompagnate da richieste di
adattamento (INCONTRI ANNUALI BILATERALI). L'autorità di
gestione deve provvedere a tali adattamenti o motivare
adeguatamente il perché non intende conformarsi a essi.
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Sovvenzione globale
• Il regolamento generale la definisce la parte di un
intervento la cui attuazione e gestione può essere
può essere affidata a uno o più intermediari, come
Enti locali, organismi di sviluppo regionale,
organizzazioni non governative, da utilizzare
prevalentemente per iniziative di sviluppo locale: è lo
Stato membro che decide di farvi ricorso (d'intesa
con la Commissione) o, con il suo accordo, l'autorità
di gestione.
• Le modalità di utilizzazione delle sovvenzioni globali
formano oggetto di un accordo tra lo Stato membro,
l'autorità di gestione e l'organismo intermediario
interessato.
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Comitati di sorveglianza (1)
• Ha il compito di sorvegliare la strategia adottata e di
proporre la sua eventuale revisione (approva il CdP e
le eventuali modifiche): lo compongono l'Autorità di
gestione che lo presiede, i partner che partecipano al
finanziamento ( e che hanno diritto di voto) gli altri
partner (senza diritto di voto), rappresentanti della
Commissione Europea e della BEI, anch'essi con un
ruolo consultivo e senza diritto di voto: nel caso delle
risorse umane hanno diritto di voto anche "i
rappresentanti delle altre parti".
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Comitati di sorveglianza (2)
• Ha il compito di assicurare l'efficacia e la qualità
dell'attuazione dell'intervento, di deliberare gli
orientamenti strategici e le priorità di intervento e di
assicurarne la coerenza con le politiche nazionali e
comunitarie, di esaminare i risultati dell'attuazione a
livello di misure e di realizzare la valutazione
intermedia: può inoltre proporre la revisione
dell'intervento.
• Inoltre l'autorità di gestione designata trasmette alla
Commissione una relazione annuale e finale di
esecuzione, entrambe esaminate e approvate dal
Comitato di Sorveglianza.
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Autorità di Pagamento
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• L’istituzione deputata a presentare le
domande di pagamento all’UE e a
ricevere i pagamenti stessi dalla
Commissione Europea.
• Il Reg. CE 438/01 ha stabilito che
l’autorità di pagamento deve essere
distinta dall’autorità di gestione
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Beneficiario Finale
• 1. l’organismo che concede l’aiuto o il
beneficio, nel caso dei regimi di aiuto
e dei benefici rivolti ai singoli
individui;
• 2. il responsabile della committenza,
ovvero il soggetto che indice la gara,
nel caso degli appalti;
• 3. l’organismo attuatore, in tutti gli
altri casi.
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Altri soggetti
• SOGGETTO ATTUATORE: è il soggetto che
concretamente realizza il progetto
• DESTINATARI ULTIMI: sono le persone o le imprese
cui sono rivolte le azioni a favore di persone
• ORGANISMO INTERMEDIARIO: è il soggetto
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destinatario di una sovvenzione globale
• ORGANISMO INTERMEDIO: sono gli enti a cui è
trasferita la gestione di una parte del programma
(Province e FINPIEMONTE)
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La Riserva di Performance
FSE ob. 3
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