Triage pre-ospedaliero ed intra-ospedaliero Dirigente Medico – MCAU del P.O. Ingrassia di Palermo PREMESSA Il triage presso i Pronto Soccorso, previsto fin dal 1996 da un Decreto Ministeriale, è stato regolamentato attraverso un atto d’intesa Stato-Regioni che ne ha indicato le linee guida prevedendo che fosse garantita la funzione stessa in tutte le strutture con numero annuo di accessi superiore a 25.000. Dove si “trova” l’emergenza: Le sedi della “attività sanitaria” in emergenzaurgenza sono: la Centrale Operativa 118, i Mezzi di Soccorso, i Mezzi di Soccorso Avanzato (auto medica, elicottero di soccorso) i Punti di Primo Intervento (o PTE) i Pronto Soccorso Ospedalieri all’esterno dei DEA i Pronto Soccorso Ospedalieri all’interno dei DEA di 1° Livello i Pronto Soccorso Ospedalieri all’interno dei DEA di 2° Livello Dove si effettua il triage In centrale operativa 118 Sul territorio (ambulanze con medico e/o infermiere) Nelle maxiemergenze e nelle catastrofi ExtraOspedaliero In Ospedale: Pronto Soccorso IntraOspedaliero Triage pre-ospedaliero o extra-ospedaliero Sul TERRITORIO Triage extraospedaliero in centrale operativa 118 Interventi nell’ambito di protocolli definiti Ricevere, registrare e selezionare le chiamate Determinare la criticità dell’evento Codificare le chiamate e le risposte Scegliere l’Unità più adatta ad intervenire mediando tra esigente cliniche e logistiche Triage extraospedaliero in centrale operativa 118 La Centrale operativa è dotata di: - un sistema di telefonia; - un sistema di radiocollegamenti; - un sistema informatico DM 15 maggio 1992 Gazzetta Ufficiale n. 121 del 25/5/92 Serie Generale Criteri e requisiti per la classificazione degli interventi di emergenza 1) chiamata dell'utente alla centrale operativa "118"; 2) risposta dell'operatore alla richiesta pervenuta, con particolare riguardo alla tipologia del mezzo di soccorso attivato; 3) intervento degli operatori del mezzo di soccorso; 4) esito dell'intervento di soccorso. Elementi di identificazione della chiamata a) codice di identificazione della centrale operativa b) numero della chiamata c) data e ora della chiamata d) Luogo dove si è verificato l'evento Numero di persone coinvolte nell'evento Ipotesi di patologia prevalente "C1": patologia di origine Traumatica; "C2": patologia di origine Cardiocircolatoria; "C3": patologia di origine Respiratoria; "C4": patologia di origine Neurologica; "C5": patologia di origine Psichiatrica; "C6": patologia di origine Neoplastica; "C7": Intossicazione: "C8": Altra patologia; "C9": Patologia non identificata: "C0": Etilista. 2. Risposta dell'operatore Definizione della criticità dell'evento Giudizio di sintesi sull'evento Intervento della centrale Attivazione del medico responsabile Tipologia di intervento "E1" = consiglio telefonico di consultare il medico di base; "E2" = attivazione guardia medica territoriale; "E3" = invio mezzo di soccorso. d) Identificazione mezzo di soccorso e) Tipologia del mezzo di soccorso "E4" = Mezzo appartenente alla USL "E5" = Mezzo appartenente alla C.R.I. "E6" = Mezzo appartenente ad ente diverso "E7" = Eliambulanza f) Ora di invio del mezzo di soccorso a) ora di arrivo sul posto del mezzo di soccorso Triage extraospedaliero sul territorio azione sul luogo dell’evento, a domicilio, nelle postazioni di primo soccorso (PTE, Guardia Medica, MMG), su ambulanze, automediche ed eliambulanze Triage extraospedaliero sul territorio ambulanze di rianimazione; ambulanze di tipo A, con o senza medico a bordo; eliambulanze; auto medicalizzate. Le moderne strategie del soccorso extraospedaliero prevedono la ’medicalizzazione’ dell’assistenza preospedaliera. •Conferma anagrafica del paziente •d) valutazione sanitaria del paziente effettuata dal personale di soccorso giunto sul luogo dell'evento il codice è costituito da due caratteri che possono assumere uno solo dei seguenti valori: •"I0" = soggetto che non necessita di intervento •"I1" = soggetto affetto da forma morbosa di grado lieve •"I2" = soggetto affetto da forma morbosa grave •"I3" = soggetto con compromissione delle funzioni vitali •"I4" = deceduto •4. Esito dell'intervento •"N1" = soccorso non effettuato •"N2" = soccorso effettuato in loco - non necessita ricovero •"N3" = soccorso seguito da trasporto per ricovero •b) destinazione del paziente •"01" = paziente inviato al Pronto Soccorso più vicino •"02" = paziente inviato ad altro Pronto Soccorso •c) ora di arrivo del paziente in ospedale Triage nelle microemergenze – individuazione della priorità di trattamento dei pazienti con una ricerca clinica sistematica di situazioni patologiche Triage nelle Macroemergenze – selezione dei pazienti in classi di gravità che ne definiscono le priorità di trattamento quando vi è una sproporzione tra richiesta e risorse Triage nelle Macroemergenze Definizione di catastrofe accidente, calamità, cataclisma, disastro, flagello, sinistro Classificazione di Cracq CATASTROFI NATURALI, ad esempio geologiche, climatiche, batteriologiche. CATASTROFI TECNOLOGICHE o ACCIDENTALI, ad esempio incendi boschivi, rottura di dighe, esplosioni di condutture di gas, incidenti tecnici di vario genere (piattaforme marine, industrie chimiche e nucleari). In questa categoria rientrano gli incidenti aerei, marittimi, ferroviari e stradali. CATASTROFI DI GUERRA: bombardamenti, invasioni, attacchi con armi chimiche e batteriologiche. CATASTROFI SOCIALI: carestie, terrorismo civile, cattura di ostaggi. I livelli di disastro Livello 1: coinvolti 10-30 pazienti Livello 2: coinvolte 30-100 vittime Livello 3: coinvolti più di 100 pazienti Il piano per i disastri Esercitazioni Collaborazione tra vari enti e strutture Programmi per i disastri interni (devono esplicitarli tutti gli ospedali) Gestione coordinata e razionalizzata delle Risorse ospedaliere Maxiemergenze 1) il SALVATAGGIO, che è l’ insieme di operazioni tecniche che consistono nel sottrarre una o più persone ad una situazione in cui esse rischiano la vita. 2) il SOCCORSO, che è l’ insieme di operazioni molto specifiche che consistono in gesti ben codificati, e che assicurano o cercano di assicurare la sopravvivenza alle vittime, nonché cercano di lenire la sofferenza delle vittime stesse. 3) le TERAPIE MEDICHE. la CATENA DEI SOCCORSI 1) allarme e sua diffusione; 2) attivazione dei soccorsi; 3) ricognizione e attuazione del dispositivo; 4) il rilevamento ed il recupero delle vittime; 5) il TRIAGE e le terapie precoci; 6) l’ evacuazione; 7) il ricovero in ospedale. Il TRIAGE, o suddivisione in categorie, consiste nel classificare le vittime secondo criteri di gravità differenziati, per determinare: 1) le priorità delle prese in carico da parte dei sanitari; 2) il tipo di terapia appropriata di ogni vittima; 3) le priorità di evacuazione con e le modalità e la destinazione. American College of Surgeon, Comitee of Trauma, ATLS Lo scopo del triage e' salvare il maggior numero di pazienti in relazione ai mezzi a disposizione ed alle circostanze dell'evento Principali differenze nei Triage della micro e macroemergenza il numero dei pazienti e' inferiore al numero dei soccorritori ed alle loro possibilita' numeriche, tecniche e logistiche i pazienti piu' gravi in immediato pericolo di vita vengono trattati per primi MAXI EMERGENZA il numero dei pazienti e' superiore al numero dei soccorritori ed alle loro possibilita' numeriche, tecniche e logistiche i pazienti con maggiori possibilita' di salvezza vengono trattati per primi La gestione di una maxi-emergenza richiede diversi round di Triage PRIMO round bisogna valutare l’ABC I pazienti con ostruzione delle vie aeree necessitano di cura immediata per rimuovere l’ostruzione con manovre manuali. Per i pazienti che non respirano si attua una ventilazione artificiale. Una compressione manuale è praticata per quei pazienti che presentano una grave emorragia. Per quanto attiene la Rianimazione Cardio Polmonare (RCP) dipende dalle risorse disponibili ; se sono scarse non si pratica la RCP. Le possibilità di sopravvivenza di un paziente in arresto cardiaco post-traumatico, sono dello 0.1%. La RCP richiede troppo tempo e risorse che possono essere utilizzate per salvare un maggior numero di persone. Oltre ai pazienti in arresto cardiaco, nella prima fase di Triage occorre by-passare anche quei pazienti che presentano lesioni senza speranza (decapitati, traumi cranici devastanti, ecc.) e quei pazienti che presentano lesioni che non mettono in pericolo la vita Nel secondo round di triage si effettuano i cosiddetti interventi critici (intubazione OT, drenaggio di un pnx iperteso, chiusura di un pnx aperto, ecc.). Solo quando sono state effettuate tutte le manovre salvavita, si può procedere alla valutazione secondaria AREA DI TRIAGE delimitata ed indicata chiaramente di facile accesso illuminata e protetta da agenti atmosferici presidiata dalle Forze dell’Ordine AREA PERI-TRIAGE presidiata dalle Forze dell’Ordine 2 vie di accesso libere mezzi di soccorso disposti in modo da non ostacolarsi direttrici prioritarie verso gli ospedali libere da traffico veicolare Registrazione dei dati Difficile ma fondamentale Per identificare i pazienti già sottoposti a terapia Per evitare errori nelle Trasfusioni Per evitare che ci siano Pazienti visitati più volte e altri mai Per futuri contenziosi medico-legali Triage Intra-Ospedaliero Il Pronto Soccorso moderno Tipi di triage intraospedaliero Approccio FORMALE Il triage globale il triage di bancone, il triage cartaceo (schede) il triage interamente automatizzato Tipi di triage intraospedaliero: Approccio CLINICO Triage selettivo per competenza Area Chirurgica Area Medica Triage altamente avanzato con vari specialisti presenti H24 Ortopedia Chirurgia d’Urgenza Rianimazione Cardiologia Altre Specialistiche (ORL, Oculistica, Dermatologia, etc) Tipi di triage intraospedaliero Approccio PROFESSIONALE il triage non professionale, effettuato dal personale (ausiliari, OTA) che accoglie il paziente; il triage di base, fatto da un infermiere che lavora da almeno 6 mesi in un servizio di P.S.; il triage "avanzato", eseguito da un infermiere che ha acquisito conoscenze teoriche e un'esperienza clinica in P.S.; il triage fatto dal medico; il triage di équipe, in cui un infermiere e un medico assumono insieme la responsabilità del caso. Modalità d’accesso dei Pazienti al Pronto Soccorso Come giunge il Paziente in TRIAGE ? Deambulante Barellato Con sedia a rotelle Deceduto Con mezzo proprio Con Ambulanza (Privata o Pubblica) Trasferito da Altro Presidio Ospedaliero Accesso al PS ben indicato anche a distanza nella segnaletica stradale indicazione del suo accesso deve essere ben visibile in prossimità della struttura anche con insegne luminose, Per il raggiungimento del Pronto Soccorso deve essere prevista un duplice percorso, uno per i pedoni e uno per gli automezzi. la ‘camera calda’. (un’area piana, protetta, riscaldata, in cui avviene lo scarico dei pazienti dagli automezzi) Deve essere previsto uno spazio utile per almeno due ambulanze contemporaneamente. Spazi appositi per l’attività di triage box di triage adibito esclusivamente a tale funzione, un locale adibito anche ad altre funzioni uno sportello o bancone di accettazione. Spazio TRIAGE Il triage è il primo contatto di tipo sanitario che il soggetto deambulante ha con l’organizzazione sanitaria, mentre il paziente barellato ha ricevuto le prime cure sui Mezzi di soccorso. Per tali attività si fa riferimento all’Accordo Stato Regioni del 25 ottobre 2001 pubblicato sulla G.U. 7 dicembre 2001, n.285. Si raccomanda che l’area di triage sia progettata per due tipologie di Triage, in quanto appare rilevante requisito di qualità l’organizzazione suddivisa in Triage per pazienti barellati e per pazienti deambulanti. L’organizzazione del Triage deve salvaguardare sia le esigenze dei pazienti non autosufficienti, sia le esigenze dei pazienti autonomi. L’attività di Triage deve essere garantita sia per pazienti barellati, e quindi non autosufficienti, sia per i pazienti che deambulano; si richiama l’attenzione sugli aspetti organizzativi e funzionali legati non solo alla ‘privacy’ma anche alla necessaria riservatezza che comporta l’atto concreto di trasferimento di un paziente da una barella ad un’altra. Infatti il paziente deve essere trasferito dalla barella pieghevole, propria delle ambulanze, alla barella normale ospedaliera. È una procedura che, per una persona non autosufficiente, ammalata, in stato di disagio e sofferenza, comporta manovre di trasferimento a braccia che devono essere tutelate da riservatezza. Inoltre ragioni anche di tipo organizzativo indicano l’allestimento sia del TRIAGE AMBULANTI che del TRIAGE per PAZIENTI BARELLATI come uno standard minimo di qualità.