p0 p1 p2 p (tre giunti rotativi) Nota: lo Jacobiano è funzione dello stato del sistema, ovvero della postura M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Esempio – Manipolatore Antropomorfo } Dello Jacobiano trovato, solo 3 righe possono essere linearmente indipendenti Consideriamo (ad esempio) le prime tre che esprimono la relazione che esiste tra le velocità dei giunti e le velocità lineari dell’organo terminale Si hanno solo 3 gradi di mobilità La velocità angolare dell’organo terminale non potrà essere specificata in maniera indipendente M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Esempio – Manipolatore Antropomorfo Lo Jacobiano, che consente di definire la trasformazione lineare tra velocità ai giunti e velocità dell’organo terminale, è in generale funzione della configurazione (postura) q Quelle configurazioni per cui J diminuisce di rango, vengono definite singolarità cinematiche La caratterizzazione delle singolarità cinematiche è di fondamentale interesse: • le singolarità rappresentano configurazioni in corrispondenza delle quali si ha una perdita di mobilità della struttura • quando la struttura è in una configurazione singolare, possono esistere infinite soluzioni al problema cinematico inverso • nell’intorno di una singolarità, velocità ridotte nello spazio operativo, possono indurre velocità molto elevate (e quindi non realizzabili) nello spazio dei giunti M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Singolarità Cinematiche Le singolarità si classificano nelle seguenti due tipologie: • ai confini dello spazio di lavoro raggiungibile: si presentano quando il manipolatore è tutto steso o tutto ripiegato su se stesso. In generale non rappresentano un inconveniente in quanto è in generale possibile evitare che il manipolatore lavori in prossimità dei confini dello spazio di lavoro • all’interno dello spazio di lavoro raggiungibile: si generano tipicamente con l’allineamento di due o più assi di moto od in corrispondenza di particolari posture. Queste rappresentano un problema oggettivo in quanto, essendo all’interno dello spazio di lavoro, possono essere incontrate nelle tipiche traiettorie pianificate senza volerlo! M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Singolarità Cinematiche Manipolatore planare a due bracci: Considerando solo le componenti di velocità nel piano lo Jacobiano è pari a: In cui il determinante è pari a: det J a1 a2 sin 2 2 0 det J 0 2 Singolarità di confine dello spazio operativo Singolarità interna allo spazio operativo M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Esempio - Singolarità Cinematiche Manipolatore planare a due bracci: e1 e2 In corrispondenza della singolarità di confine lo jacobiano diviene: a1 a2 sin 1 a2 sin 1 2 0 J e1 e1 a1 a2 cos1 a2 cos1 Che vuol dire che sia azionando il motore del primo che del secondo braccio, il manipolatore ha la possibilità di muoversi solamente lungo e1 e non lungo e2, e quindi non è in grado di seguire una generica traiettoria M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Esempio - Singolarità Cinematiche TARGET Quale delle due traiettorie è percorribile ??? e1 e2 Traiettoria percorribile Traiettoria NON percorribile Esempio qualitativo di traiettorie percorribili e NON percorribili M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Esempio - Singolarità Cinematiche Per strutture complesse ed a molti gradi di libertà, l’individuazione delle singolarità cinematiche basata sull’annullamento del determinante dello Jacobiano può risultare complessa (soluzioni multiple, non in forma chiusa, etc.) Una maniera di disaccoppiare le singolarità è quella di impiegare un polso sferico montato su di un robot antropomorfo, cartesiano, etc. In tale maniera infatti la struttura (i primi tre bracci) si occupano di portare il polso in posizione, il polso si occupa di orientare l’organo finale In una configurazione del genere è possibile articolare il problema nei due sottoproblemi indipendenti: • calcolo delle singolarità della struttura portante (moto dei primi 3 bracci) • calcolo delle singolarità del polso (moto dei giunti di polso) Manipolatore antropomorfo con Polso Sferico M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Disaccoppiamento delle Singolarità Cinematiche Partizioniamo lo Jacobiano in blocchi 3x3: J11 J J 21 J12 J 22 p = p3 = p4 = p5 origine delle terne di polso Nota: così lo Jacobiano non rappresenta le velocità dell’organo terminale ma del centro del polso p’ = origine della terna organo terminale (convenzione usuale) Essendo il polso sferico costituito da tre giunti rotativi, i due blocchi a destra dello jacobiano ovvero quelli relativi agli ultimi 3 assi risultano: p-pi = 0 In cui, scegliendo l’origine della terna che esprime posizione ed orientamento dell’organo terminale in corrispondenza dell’intersezione degli assi di polso, quindi p e non p’, si ha: J12 = 0 NOTA: ci mettiamo nel centro del giunto sferico che può solo ruotare e non traslare M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Disaccoppiamento delle Singolarità Cinematiche In tale caso la matrice diviene triangolare inferiore a blocchi (blocco in alto a destra nullo), ed il determinante si semplifica in: J11 J J 21 0 J 22 det J det J11 det J 22 det J11 0 Singolarità di struttura portante det J 22 0 Singolarità di polso M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Disaccoppiamento delle Singolarità Cinematiche Dunque si hanno singolarità di polso quando due tra z3 z4 z5 risultano allineati: 5 0, 5 0 In questo caso non si possono avere rotazioni attorno a zx zx Poiché tale singolarità può incontrarsi ovunque all’interno dello spazio raggiungibile dal manipolatore, particolare cura va posta all’atto della pianificazione del moto M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Singolarità di Polso 11 det J11 a2 a3 sin 3 a2 cos2 a3 cos2 3 Nota: lo Jacobiano non dipende dall’angolo del giunto di base il quale semplicemente determina rispetto a z0 l’orientazione del robot, ma non ne cambia la postura relativa dei bracci M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Singolarità di Struttura portante - Antropomorfo 3 0 sin 3 0 3 sin 3 0 det J11 0 a2 cos2 a3 cos2 3 0 Si verifica quando il gomito è tutto steso o ripiegato su se stesso. Vengono definite singolarità di gomito ed è concettualmente analoga a quella del manipolatore planare a due bracci M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Singolarità di gomito – Manip. Antropomorfo sin 3 0 det J11 0 a2 cos2 a3 cos2 3 0 L’asse z0 rappresenta infiniti punti di singolarità px = p y = 0 11 11 0 0 0 0 Per la seconda si ha che un movimento della spalla (q2) non produce un moto lungo z0 M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Per la prima colonna si ha che un movimento del giunto di base q1 non muove l’organo terminale q3 permette un movimento nel piano ortogonale agli assi z1 e z2 e passante per z0 Singolarità di spalla – Manip. Antropomorfo 11 0 0 0 0 Per la seconda si ha che un movimento della spalla (q2) non produce un moto lungo z0 M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Per la prima colonna si ha che un movimento del giunto di base q1 non muove l’organo terminale (il polso) q3 permette un movimento nel piano ortogonale agli assi z1 e z2 e passante per z0 Singolarità di spalla – Manip. Antropomorfo z0 L’asse z0 rappresenta infiniti punti di singolarità z1 S1 sin 1 z1 cos1 0 S0 Per convenzione z1 si trova allineato con –y0 (con variabile di giunto q1 nulla) M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Singolarità di spalla – Manip. Antropomorfo sin 1 z1 cos1 0 z1 J 11 sin 1 cos1 0 J 11 0 0 0 T z0 z1’ z1 L’asse z0 rappresenta infiniti punti di singolarità In singolarità di spalla il manipolatore Antropomorfo non ha possibilità di muoversi lungo z1 M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Singolarità di spalla – Manip. Antropomorfo n: gradi di mobilità (lunghezza vettore q) m: numero di variabili necessarie a caratterizzare lo spazio operativo r: numero di variabili necessarie a specificare il compito Lo Jacobiano determina il legame tra le n componenti del vettore velocità ai giunti (dq/dt) con le r m componenti del vettore velocità generalizzata v necessarie a specificare il compito I gradi di mobilità ridondanti si definiscono R = n - r Il manipolatore è ridondante se R > 0 Ad esempio nel caso del manipolatore planare a tre bracci, esso non è intrinsecamente ridondante (m = n = 3) e lo Jacobiano ha rango 3 Ma, se il compito non impone vincoli sull’assetto, r = 2 e quindi n > r il manipolatore risulta funzionalmente ridondante M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Analisi della Ridondanza R(J) immagine di J (Jacobiano) è il sottospazio in Rr che individua le velocità dell’organo terminale che possono venire generate dalle velocità di giunto Spazio delle variabili di giunto Spazio operativo N(J) nullo di J è il sottospazio di Rn a cui appartengono le velocità di giunto che non producono alcuna velocità all’organo terminale: q' N J J q' 0 Se lo Jacobiano ha rango pieno: • dim(R(J)) = r • dim(N(J)) = n-r = R (gradi di mobilità ridondanti) dim(R(J)) + dim(N(J)) = n (indipendentemente dal rango della matrice J) M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Analisi della Ridondanza L’esistenza per i manipolatori ridondanti di un sottospazio N(J) ≠ 0 consente di individuare procedure sistematiche per la gestione dei gradi di ridondanza Se con q si indica un vettore soluzione della cinematica differenziale (che consente di raggiungere le velocità desiderate nello spazio operativo), e se P è una * matrice tale che: RP N J (R: ‘range’) ovvero che P · q0 appartiene al nullo di J per ogni q0 Anche il vettore E risulta: q q * P q0 q0 è soluzione della cinematica differenziale J q J q * J P q0 J q * q0 M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Analisi della Ridondanza La possibilità di aggiungere al moto dei giunti q un moto dei giunti sovrapposto P q0 che non ha influenza sul moto nello spazio operativo (ovvero genera dei moti interni alla struttura), è di fondamentale importanza per i seguenti motivi: * • consente di aggirare ostacoli • minimizzare l’energia • far assumere posture destre al manipolatore •… M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Analisi della Ridondanza M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Impiego della Ridondanza – Aggiramento ostacoli Supponiamo che il compito sia lo spostamento degli ingranaggi dalla posizione iniziale a quella mostrata in figura Si potrebbero muovere tutti i giunti in maniera coordinata, oppure … M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Impiego della Ridondanza – Minimizzazione Energia … assumere una postura tale da avere la possibilità di raggiungere la posizione desiderata con il solo moto dell’ultimo braccio (e quindi con minima coppia applicata) M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Impiego della Ridondanza – Minimizzazione Energia M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Impiego della Ridondanza – Minimizzazione Energia Quale delle due posture consente maggiore destrezza ??? M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Impiego della Ridondanza – Posture Destre M. De Cecco - Lucidi del corso di Robotica e Sensor Fusion Impiego della Ridondanza – Posture Destre