Punti di forza e contraddizioni
nella Roma imperiale
La stabilità del I e II secolo d.C.
e la veloce decadenza del III sec.
21/12/2015
Elettra Gambardella - IIS Tassara
(Sez.Pisogne)
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RAPPORTO CITTÀ–CAMPAGNA: FORZA E CONTRADDIZIONE
CITTÀ
 strumento e luogo di
controllo del territorio
 centro di diffusione
modello di vita romano
 continuazione processo
urbanizzazione iniziato
da Alessandro Magno
Grande impero mediterraneo
dominato dalle città,
90% popolazione lavora la
terra e produce agricoltura.
Questo per quel tacito
accordo sempre esistito
tra le aristocrazie urbane
e il potere dominante:
Roma sostiene i ricchi,
nell’Urbe come nelle province,
se i ricchi :
 sono fedeli e sostengono
l’imperatore
 mantengono l’ordine
pubblico
 mantengono le strade
CAMPAGNA
 agricoltura unico
investimento produttivo
oltre la guerra
 intera ricchezza impero
basata su agricoltura e
campagne
 milioni contadini, piccoli
proprietari, affittuari,
schiavi lavorano e
producono le
eccedenze agricole per
la città
 riscuotono i tributi
I bravi amministratori possono
far carriera
nelle amministrazioni
imperiali, ottenere la
cittadinanza romana, entrare
in Senato.
PRINCIPIO DI
AUTONOMIA E DELEGA
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URBANIZZAZIONE

ASPETTI POSITIVI
Roma ha bisogno di città, dove non ce ne sono le
costruisce (forma tipica: cardo e decumano), ne
favorisce lo sviluppo

Con le conquiste d’Oriente si impadronisce di
molte antiche città (Mesopotamia, Egitto)

Fondazione molte nuove città nelle conquiste
occidentali (pianura padana, Iberia, Gallia,
Britannia, Pannonia, Dacia)

Dopo conquista militare territori, sviluppo rete
centri urbani (piccoli, medi, grandi) : principale
strumento diffusione romanizzazione (lingua,
costumi, cultura, tributi)

ASPETTI NEGATIVI
Città improduttive: consumano e non restituiscono
al territorio né ricchezza, né idee, né tecnologie
(confronto con medioevo e attualità)

Crescita tasse e aumento inflazione riducono
possibilità della città (riduzione dei lussi, feste,
giochi, ecc.)

Città incapaci di difendersi: reclutano, in caso di
bisogno, masse di contadini che allora non
producono più

Necessaria dotazione per città e relativo territorio di
costruzioni difensive
Nelle città imperiali dove si svolgono funzioni amministrative, giudiziarie e fiscali,
dove si favoriscono commerci e scambi
si attua una politica di assimilazione della classe dirigente locale e delle popolazioni assoggettate.
La piramide sociale delle città imperiali è formata da 3 grandi gruppi:
DUOVIRI/
MAGISTRATI
ANNUALI(Consoli)
DECURIONI
SIMIL/SENATORI
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AUGUSTALI/
CETO EQUESTRE
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PLEBE
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LA CRISI DELL’IMPERO NEL II SECOLO d.C.


Causa principale declino impero: mancanza di conoscenza del concetto di PROGRESSO
Causa oggettiva: almeno 3 limiti insuperabili
Spazio
Le risorse
La schiavitù
l’impero non si può
espandere ancora,
ai margini non ci
sono ricchezze,
territori produttivi;
le guerre di
espansione sono
finite e con loro i
ricchi bottini di
guerra.
l’impero vive di agricoltura e
commercio. Beni di lusso
per una ristretta fascia di
popolazione, non è più
possibile aumentare le terre
da coltivare (spesso
improduttive nei margini
dell’impero). Mentalità
conservatrice dei latifondisti
non sviluppa nuove
tecniche, né migliora
l’imprenditorialità.
da secoli Roma e
l’impero sfrutta il
lavoro del gran
numero di schiavi.
Così facendo non si
ingegna a trovare
nuove strategie di
produzione, di
lavoro, a inventare
macchine o
quant’altro possa
essere utile
all’andare avanti
dell’economia.
La causa più deleteria: l’aumento della spesa pubblica
Dal II secolo le guerre difensive, i limiti della produttività, l’amministrazione complessa di un impero così vasto (3 continenti)
portarono a un forte aumento della spesa pubblica: 60% delle entrate serviva per la difesa, l’amministrazione assorbiva il resto.
Dopo il 160 fu profondo il deficit dello stato. Marco Aurelio dovette vendere beni propri per sanare parte del deficit delle guerre
contro i Marcomanni. Furono aumentate le imposte e fu coniata una maggior quantità di moneta. Ma così si ebbe una
svalutazione del denarius già a partire dal governo di Commodo fino ad arrivare al 50% del suo valore con Settimio Severo.
La svalutazione produsse l’aumento dei pressi, le maggiori imposte ridussero le rendite dei proprietari latifondisti,
e così si incrinò il rapporto di fiducia tra ricchi e governo imperiale
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LA CRISI DELL’IMPERO NEL III SECOLO d.C.
ROTTURA EQUILIBRIO IMPERO
Marco Aurelio nel 166
respinge i Parti ma porta
nell’impero la peste che
provoca il 30% di morti tra
la popolazione: riduzione
produzione agricola e
quindi dell’economia
dell’impero
I confini dell’impero cominciano a
essere travolti, truppe di Quadi e
Marcomanni arrivano fino a Aquileia –
NECESSITÀ GUERRE DI DIFESA
limes incapaci di garantire
PROTEZIONE DEL TERRITORIO
Nel 175 si diffonde la falsa notizia della
morte di Marco Aurelio, le legioni
proclamano Avidio Cassio iimperatore,
poi ucciso dai suoi soldati quando si
seppe che M.Aurelio era vivo. Ciò fu la
dimostrazione di un vuoto di potere.I
Germani potevano raggiungere Roma.
La dinastia dei Severi (193-235) ebbe in Settimio Severo il suo capostipite ed in Alessandro
Severo il suo ultimo discendente. La nuova dinastia, comprendeva anche i parenti della moglie di
Settimio Severo, Giulia Domna .
Questi ultimi presero anch’essi il nome di Severo, dal loro capostipite, al momento dell’ascesa al
trono.
Nei nomina degli imperatori era presente un chiaro riferimento alla dinastia degli Antonini. Il
motivo era creare continuità ideale con la precedente dinastia, quasi non ci fosse stata alcuna
interruzione.
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LA DINASTIA DEI SEVERI
SETTIMIO SEVERO (193-211)
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Imperatore dopo serie di guerre civili
Comandante esercito vittorioso in Pannonia
Era un provinciale, proveniva da Leptis Magna (città della Libia)
Tendenza a ridurre il ruolo di Roma e dell’Italia nel contesto dell’impero
Favore verso province e legioni militari
Stretto controllo sul Senato, eliminazione avversari appena nominato, licenziamento
pretoriani senza premi né indennità
Formazione nuova guardia imperiale reclutando veterani di tutto l’esercito (offerta a tutti
i soldati delle stesse possibilità)
Costituzione monarchia militare con privilegi all’esercito
Accentramento di tutte le decisioni, con esautorazione del Senato
Interventi invasivi nella giustizia
Politica rafforzamento confini Stato
Riorganizzazione amministrazione privilegiando il ceto dei cavalieri
Contro inflazione e spese militari, annona militare: derrate alimentari gratuite a esercito
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LA DINASTIA DEI SEVERI
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Caracalla (211-217)
Continuazione politica del padre,
difesa dei confini dai Germani,
aumento dotazioni per i militari
Conio nuova moneta antoniniana,
con metà dell’argento ma di doppio
valore (aumento inflazione)
Concessione cittadinanza romana a
tutti gli abitanti dell’impero (costitutio
Antoniniana)
Pagamento maggiori tasse per tutto
Eliminazione differenze civili tra
cittadini dell’impero non come
uguaglianza ma aumenti differenze
tra ricchi e meno poveri in particolar
modo
Spese per edifici pubblici (terme)
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Eliogabalo (218-222) e
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Severo Alessandro (222-235)
I successori, frutto delle congiure
dispotiche delle donne della famiglia, si
mostrarono deboli e troppo
orientaleggianti.
Questo comportamento disgustò il
Senato e l’imperatore venne
assassinato dai pretoriani
Successore Severo Alessandro,
all’inizio fautore di un periodo positivo di
governo e collaborazione col Senato
Contrasti con l’esercito, reazione
imperatore incapace e inadeguata a
fronteggiare i Germani
Ucciso con la madre dall’esercito
(ormai erano i soldati a decidere chi
dovesse regnare, strapotere per crisi
impero)
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I VOLTI DELLA CRISI
 Epoca di anarchia militare (235-284): guerra civile permanente
 Conio nuova moneta antoniniana, con metà dell’argento ma di doppio valore
(aumento inflazione)
 Massimino il Trace (235-238): imperatore guerriero ma non politico
 Prima persecuzione sistematica contro i cristiani
 Ostilità da parte del Senato e assassinio imperatore per mano dell’esercito
 Crisi economia : campagne soffocate da pressione fiscale, brigantaggio, inflazione,
insicurezza, crollo artigianato e commercio
 Il successo del Cristianesimo
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dinastia severi – crisi iii secolo